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Autore: Reina Murai    03/08/2010    2 recensioni
- Avevi ragione, Nao-san. Indi per cui, ti conviene iniziare a correre come un pazzo... - dicendo ciò, lo avvolse fra le sue braccia robuste e avvicinando le labbra carnose a quelle del ragazzo gli sussurrò dolcemente : - Aishiteru, Nao -
- Wakaru yo, Saga, wakaru yo -
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kokuhaku Titolo capitolo :  Kokuhaku ( Confessioni )


Venne svegliato dai rumori provenienti dalla cucina e alzando lentamente le palpebre, si trovò nel mezzo del letto di Nao, accuratamente coperto col lenzuolo. Si tirò stancamente e si massaggiò le tempie, cercando di scacciare l'imbarazzo che lo aveva colpito risvegliandosi nel letto di Naoyuki. Andò in cucina e con la testa bassa augurò un buongiorno al batterista.

-Buongiorno Shou-kun!- gridò tutto felice il ragazzo e si alzò per abbracciarlo. Kazamasa non se lo aspettava e rimase interdetto fra le sue braccia, guardando oltre le sue spalle, notò la tavola imbandita di brioches e biscotti.
-Ti ho preparato la colazione, hai visto?- Sorrise attendendo una risposta dal vocalist.
-Sono quasi due mesi che sono qui e questa è la prima volta che mi prepari qualcosa. Sono colpito Nao-shi- rispose, scansandolo appena e avvicinandosi alla tavola. Si sedettero uno di fronte all'altro e iniziarono a mangiare silenziosamente. Nao iniziò a ridere tranquillamente e Shou lo guardò interrogativo.
-Scusa Shou, ma la tua paura per i temporali mi fa ridere- e abbozzò un sorriso divertito.
Al vocalist venne in mente quello che era successo quella notte e divenne paonazzo, abbassando il viso e tentando di nasconderlo con la frangia. Una mano gli si posò sulla spalla e lo costrinse a voltarsi verso Nao che lo guardava dolcemente.
-Ehi, non ti devi preoccupare, sarà il nostro piccolo segreto- disse soffiando sul viso del ragazzo, gli fece l'occhiolino e tornò al suo posto, terminando velocemente la sua colazione.
-Forza Shou-kun, che siamo un po' in ritardo!- squillò il batterista sistemando la tavola. In meno di dieci minuti si vestirono  e uscendo si diressero sgommando verso gli studi di registrazione dove già li aspettavano Hiroto e Tora.
-Sbaglio o manca qualcuno?- chiese Hiroto guardandosi intorno.
-In effetti sì- rispose Tora e tirò fuori il cellulare. Compose il numero di Saga e aspettò che rispondesse. Dall'altra parte della linea, il biondo bassista, svegliato dal suono del cellulare, lo afferrò di malavoglia e rispose.
-Signorino, spero per te che tu sia già pronto e per strada-
Si afferrò il setto nasale, cercando di capire di cosa stesse parlando Tora.
-Ma che stai dicendo Tora- disse con voce roca.
-Te lo sei dimenticato? Oggi dobbiamo registrare il singolo!-
A quelle parole Saga fece un balzo sul letto e corse a prepararsi chiudendo di netto la comunicazione con Shinji.
-Mmh Amore, dove stai andando?- chiese flebilmente la ragazza sdraiata nel letto di Takashi, vestita solo con indumenti intimi.
-Scusa amore, ma oggi non posso accompagnarti a fare shopping, mi sono ricordato che devo andare allo studio di registrazione-
Kiyoko si alzò dal letto e guardò malamente il ragazzo, iniziò a piangere e si sedette sul pavimento. Saga la sentì dal bagno e sbuffando tornò da lei. L'abbracciò e le fece tante piccole promesse per farla calmare.
-Uffa, Saga! Quando voglio stare un po' con te, quei quattro mostriciattoli devono sempre portarti via! Io li odio Taka-kun!- Gridò la ragazza afferrando saldamente il collo del biondo che non reagì alle affermazione della fidanzata, ma lasciò correre. Sapeva di quanto fosse gelosa dei suoi amici, ma non poteva farci niente:la carriera prima di tutto. L'aiutò a tirarsi su e la riaccompagnò a letto e dopo averle stampato un bacio sulle labbra rifatte uscì di casa, e a tutto gas partì, raggiungendo i compagni in meno di cinque minuti. Quando arrivò fu salutato da sguardi truci e minacciosi, per niente contenti di questo suo smisurato ritardo. Saga si fece piccolo piccolo e imbracciò il suo basso mettendosi in posizione.

Suonarono più volte lo stesso pezzo, cercando la melodia perfetta, finché non furono stanchi e fecero una pausa.
-Io vado un attimo in bagno- disse Tora avviandosi verso la porta, lo guardarono silenziosamente. L'avevano notato tutti quel gigantesco livido che gli occupava buona parte della guancia e numerosi piccoli lividi segnargli le braccia magre, anche se tentava di nasconderli in ogni maniera. Sapevano che fra lui e suo padre non scorreva buon sangue e che la colpa era esclusivamente loro.
Tora fissò a lungo la sua immagine riflessa nello specchio dell'angusto bagnetto, tastandosi delicatamente l'ematoma violaceo sulla guancia spigolosa. Faceva male, parecchio male e passando ad esaminare gli altri piccoli lividi sparsi per le braccia notò con fastidio che anche quelli non erano per nulla innocui. Sentì la porta del bagno aprirsi e spuntò Hiroto visibilmente preoccupato.
-Tora-kun, stai bene?- chiese avvicinandosi al band-mate. Shinji si coprì il volto col cappuccio della felpa e rispose che stava bene.
Lo guardava riflesso nello specchio, fissarlo a sua volta, poi Hiroto uscì dalla stanzetta e chiuse la porta. Tora sospirò felice che non si fosse accorto della botta e continuò a fissare i suoi stessi occhi nocciola nello specchio. Parevano più spenti del giorno precedente e temeva che il successivo sarebbe stati ancora più cupi e vuoti. Non voleva trasformarsi come suo padre. Preso dalle sue elucubrazioni non sentì la porta nuovamente aprirsi per far entrare tutta la band.
Shou tirò giù il cappuccio di Tora senza che questo potesse neanche ribattere e Hiroto lo afferrò dal collo lievemente, tirandolo indietro.
Saga aveva in mano un tubetto di gel antidolorifico e guardò Nao che gli offrì un dito con un sorriso. Spruzzò un po' della gelatina sul suo dito magro e Nao lo passò delicatamente sulla guancia di Tora. Poi passò ai vari lividi sulle braccia. Quando ebbero finito si guardarono soddisfatti e aspettarono la reazione di Tora.
Si nascose il viso con i capelli e pronunciò un debole grazie. Lo abbracciarono tutti, stampandogli qualche bacio sulla parte di viso sano. Le lacrime pizzicarono gli angoli degli occhi di Tora, lacrime di felicità e devozione per i suoi amici, che c'erano sempre quando lui aveva bisogno di loro. Questo decretò in fine la sua decisione: non li avrebbe lasciati. Erano la sua famiglia, erano tutto quello che voleva, tutto quello che di meraviglioso si poteva permettere. Tornarono tutti nella sala di registrazione senza parlare dell'accaduto e, riprendendo in mano gli strumenti, incominciarono a suonare, accompagnati dalla voce meravigliosa di Shou.

Registrarono il singolo fino alle sette di sera, quando ormai stanchi ma soddisfatti del lavoro, tornarono ognuno a casa propria. Saga e Nao si salutarono come se fossero stati sempre amici, come se tutto quello successo i quattro mesi precedenti non fosse mai accaduto. Era una buona cosa, sia per loro che per la band.
Tora, rientrando in casa, voltò involontariamente lo sguardo su una foto che ritraeva lui e sua madre vicino a un tempio. Si avvicinò e prendendola in mano la fissò a lungo. Era come se quella foto volesse incoraggiarlo a non mollare, a continuare quello che aveva iniziato, a non dar peso alle parole del padre. Decise allora, dopo mangiato, di fare una visita alla madre.
Sapeva bene che non era il periodo dell'O-bon, ma decise ugualmente di portare una lanterna alla madre. L'appoggiò sulla sua tomba immacolata e iniziò a pregare. Si incantò a guardare la fiamma dentro la piccola lanterna, finché non la vide cambiare colore. Divenne bluastra, poi violacea, sembrava danzasse in un vento insensibile. Una pallina di fuoco cadde sulla tomba della madre, si propagò su di essa e una grande fiamma pallida devastò la scultura che sovrastava Tora. Lui, esangue e senza fiato, tentò di gridare, ma le parole gli morivano nella gola. Indietreggiò cadendo a terra e continuò a fissare impotente la fiamma che divorava il letto di riposo della madre. Il fuoco inglobò la statua in una sfera di fiamme e terra e iniziò a vorticare su se stessa, fino a che non divenne un puntino luminoso che brillava in mezzo al buio. Tutto era piombato nel nero più totale, il cimitero era sparito, il cielo scomparso, il terreno dissolto. Tora si guardò intorno terrorizzato e alzandosi iniziò a correre a vuoto. Sentì il suono di un campanello lontano e quando si voltò, due farfalle colorate volavano davanti a lui, facendo cadere dalle loro ali pigmenti liquidi, infrangendosi al suolo, lo dipinsero e immediatamente al posto del buio si materializzò una collinetta di verde fresco, il cielo turchino e pieno di vita. Shinji guardò meravigliato quello splendore impossibile e curioso salì sulla collina. Poco distante c'era un altro rilievo ricoperto d'erba secca e in cima un grosso cipresso faceva ombra ad un gruppo di persone, totalmente vestite di nero, che lanciavano nell'aria leggera lamenti e pianti. Aguzzò la vista e fra le persone che accerchiavano un qualcosa, comparve una bimba, vestita di bianco, i capelli color del grano e gli occhi come l'acqua di una sorgente, corse giù dalla collina smorta e risalendo con inspiegabile felicità la collina verde si fermò davanti a Tora. Un alito di vento si alzò da est e fece muovere i fili d'oro che ricadevano sulle spalle della piccola. La carnagione chiara della bambina risplendeva di luce propria e gli occhi si muovevano come fossero acqua vera. Tora si abbassò per annullare la disparità di altezze e la fissò a lungo. Non sapeva se parlarle, se abbracciarla, sapeva solo che in quel momento, per quella bambina sconosciuta avrebbe dato la vita. L'atmosfera surreale che li circondava continuava a cambiare aspetto, ma l'ammasso di persone che si lamentavano restava immobile dov'era. La bimba allungò la manina pallida fino a toccare la guancia violacea di Tora che tornò ad avere un colore normale. Fece la stessa cosa con i lividi delle braccia e concluso il suo lavoro, lo guardò sorridendo. Shinji contraccambiò confuso, quando vide la bimba portare una mano al petto, le unghie si trasformarono in artigli, li premette, affondandoli nella carne e senza batter ciglio, tirò fuori il suo cuore. La veste bianca si tinse di rosso, il sangue usciva a fiotti dal suo petto e Tora cadde seduto. Fissava quel cuore raggrinzito e scuro battere nella mano della bambina, mentre una pozza di sangue le circondava i piedini. Piegò la testa da un lato e guardò Tora con lo stesso sorriso enigmatico della Gioconda. Strinse il cuore nella sua piccola mano ed esplose. Tora chiuse gli occhi e quando gli riaprì si ritrovò davanti Hiroto, mezzo preoccupato, che lo strattonava dalla maglia.
-Tora! Svegliati! TORA!- smise di gridare quando lo vide rinvenire.
-Hiroto ma che ci fai qui- disse, osservando attentamente i piedi dell'altro chitarrista, cercando la pozza di sangue. Tutto era tornato come prima.
-Cosa ci faccio qui? Al telefono non rispondevi, sono venuto a casa tua e non c'eri! Ti abbiamo cercato ovunque. Sei pazzo a farci spaventare così tanto?!- gridò fra le lacrime e lo abbracciò.
Shinji lo strinse forte a sè e cercò di calmarlo.
-Ma come facevi a sapere che ero qui?-
-Non lo sapevo, non so cosa mi abbia spinto a venire al cimitero- rispose Hiroto asciugandosi le lacrime. Si alzò e aiutando Tora uscirono da quel posto desolato. Prima di uscire, dietro all'ultima lapide, la vide, la bambina vestita di bianco e macchiata di rosso, sorridergli col cuore in mano.

Questi strani sogni non lo lasciavano in pace, doveva parlarne assolutamente con qualcuno. Scartando Shou, Nao e Hiroto per ovvi motivi, scelse Saga, di certo non avrebbe riso di lui. Lo invitò a casa sua il giorno seguente dicendogli semplicemente che doveva parlargli. Il bassista chiese se in tutto questo c'entrasse il piccolo chitarrista, conoscendo l'amore che Tora provava per lui. Shinji non era affatto sicuro della risposta, forse il primo sogno lo riconduceva palesemente a Hiroto, ma il secondo non se lo sapeva spiegare. Fece entrare il biondo e lo fece accomodare in salotto. Gli raccontò per filo e per segno entrambi i sogni e Saga lo ascoltò attentamente. Sembrava preso da pensieri infiniti finché non alzò lo sguardo incontrando gli occhi di Tora,  schiettamente gli rispose che non sapeva cosa pensare. Il chitarrista, dal canto suo, si sentiva più libero dopo aver confessato all'amico quegli incubi e si augurava di non farne altri in futuro. Il telefono di Saga squillò e prontamente rispose.
-Sisi, amore, sto tornando. Si, d'accordo. Arrivo arrivo, ciao- e mise giù sbuffando. Guardò il chitarrista e alzando le sopracciglia disse che doveva proprio andare. Prima di uscire di casa Tora lo fermò:- non rimpiangerai quello che hai perso, Saga-kun?-
Sapeva bene a cosa si stava riferendo, ma quello, oramai, era un capitolo chiuso della sua vita. Sarebbero andati avanti come semplici amici, come se tutto quello che avevano vissuto fosse stata soltanto un'illusione. Non rispondendo, chiuse la porta e tornò a casa.

-Ma bene!- esclamò irritato Nao, aprendo il frigorifero -siamo senza cibo- guardò Shou che stava appoggiato allo stipite della porta, mangiandosi l'ultimo ghiacciolo rimasto.
-Andrò a fare la spesa- decise dirigendosi verso camera sua.
Shou voleva chiedergli se poteva venire con lui, ma optò per rimanere a casa e dare una sistemata. Nao uscì di casa e andò in macchina verso il più vicino supermercato. Fece la spesa abbastanza velocemente se non fosse stato mezz'ora davanti a uno scaffale con i cioccolatini al latte e fondenti. Non sapeva proprio decidersi e per non deludere nessuno dei due pacchetti li prese entrambi e soddisfatto della buona azione si diresse alle casse. Prima di tornare a case volle passare davanti all'abitazione di Shou, per vedere come andavano avanti i lavori. Ci stavano mettendo un'eternità, forse oltre  a dipingere stavano sistemando totalmente la casa o chissà cos'altro. Incontrò la vecchia portinaia simpatica dell'edificio e la salutò cortesemente.
-Buonasera Shizuka-san!-
-Oooh Nao-san, da quanto tempo non ci si vede, buonasera!-
Parlarono per quasi un quarto d'ora degli ultimi tempi, poi Nao fece cadere l'argomento sull'appartamento di Shou. La vecchia rimase scioccata da quello che il ragazzo le riferì, rispondendogli che nessuno in quegli ultimi due mesi si era fatto vivo con pennelli e vernici  e che, sinceramente, era da un sacco di tempo che non vedeva Kazamasa. Al che Nao rimase perplesso e continuò a insistere spiegandole come mai  Shou non tornava più a casa. La vecchia lo accompagnò fino all'appartamento di Shou, al quinto piano e gli mostrò come nulla, da fuori, era cambiato. Non si sentiva odore di vernice, né altro che potesse far pensare a lavori in corso. Scese le scale rimuginando sul perché il vocalist gli avesse mentito. Ringraziò e salutò la signora Shizuka e lentamente, assorto nei suoi pensieri, tornò a casa.

Per tutto il tragitto pensò alla bugia che gli aveva rinfilato Shou, non trovandoci una scusa plausibile. Ripassò più e più volte nella sua mente i comportamenti del vocalist, soprattutto in quegli ultimi due mesi. Inchiodò di colpo in mezzo alla strada con gli occhi sbarrati quando una piccola ideuzza guizzò lestamente nel suo piccolo cranio. Fortunatamente alle spalle del ragazzo non c'erano auto ed ebbe tutto il tempo per rivisitare quel pensiero. Non c'era assolutamente altra spiegazione. Aveva avuto la soluzione proprio sotto il suo naso per tutto quel tempo e lui non se n'era minimamente reso conto. Le auto sopraggiunsero e iniziarono a strombazzare innervositi. Rimise in moto e un sorriso beffardo gli si dipinse sulle labbra.

Arrivò prima di quanto si aspettasse ed entrando nell'appartamento lo vide splendere e luccicare, l'ordine era stato ripristinato e un delicato profumino di lavanda aleggiava nella stanza. Lasciò i sacchetti della spesa all'entrata e si avvicinò al divano dal quale sbucavano un ciuffetto di capelli biondi e uno spolverino grigiastro. Fece qualche passo e ci ripensò, portando per prima cosa la spesa in cucina. Con tutta calma sistemò gli alimenti nei giusti posti poi tornò lentamente in salotto.
-Shou..- lo chiamò dolcemente. Quello ebbe un sussulto ma non si mosse dal divano. Nao si decise e si avvicinò di più. Shou indossava un vestito da cameriera nero e bianco estremamente corto, pieno di nastri, fiocchetti e pizzo.  Si nascondeva il viso arrossato col piumino e tremava visibilmente. Le gambe magre e snelle, sbucando dal pizzo bianco della gonna si rintanavano in alti stivali neri e lucidi, decorati con bottoni e fiocchi. Nao non disse nulla e,  circumnavigando il divano, si sedette al fianco di Shou e gli abbracciò le spalle. Con l'altra mano tentava delicatamente di scostare il piumino dalla sua faccina e poterla così ammirare. Shou teneva gli occhi chiusi con forza e la mano ben salda al divano, sentì le labbra di Nao sfiorargli la guancia e scendere fino al collo. Il respiro divenne pensante e, aprendo gli occhi, vide subito il sorrisetto di Nao, che gli tolse un ciuffo biondo dal viso.
-Perché mi hai raccontato una bugia, Shou-chan?- non lo aveva mai chiamato in quel modo e soprattutto non lo aveva mai sentito parlare così affettuosamente.
Non rispose, ma continuò a fissare Nao negli occhi. Sapeva esattamente di cosa stava parlando. Si sentì afferrare dai polsi e sdraiare velocemente sul divano, Nao a cavalcioni su di lui.
Di nuovo rosso d'imbarazzo, si nascose il viso con le mani e iniziò a singhiozzare.
-iO... iO non volevo la-lasciarti solo Nao... dopo, dopo quello che ti è successo...- il batterista continuava a sorridere, ma un'amara tristezza gli stava colmando l'anima.
-Perché?- chiese semplicemente. Sapeva chiaramente la risposta, ma voleva sentirla pronunciare dalla sua voce.
Le lacrime continuavano a bagnare il viso di Shou e gli occhi vistosamente truccati, diventarono rossi e gonfi.
-Perché.... perchè tu mi piaci Nao!- gridò tutto d'un fiato, scoprendo il viso umido e le labbra curvate all'ingiù. Il batterista lo fissò intensamente negli occhi: cosa poteva fare? Mise le mani sul divano, vicino alla faccia di Shou e repentinamente avanzò verso di lui, catturando le sue labbra in un dolce bacio. Shou spalancò gli occhi totalmente sorpreso e strinse le mani, finché le unghie decorate non trafissero leggermente i palmi. Nao gli asciugò le lacrime con la bocca, scese verso il collo, continuando a baciarlo delicatamente. Il cantante era senza fiato e non sapeva come comportarsi, lasciò tutto il lavoro a Naoyuki che si era fermato all'inizio del vestito, scostandolo appena, rivelando la clavicola sporgente del ragazzo e leccandola con foga. Smise e lo fissò negli occhi ancora una volta. Si alzò e senza proferire parola andò in cucina, lasciando Shou mezzo sconvolto sul divano a riprender gradualmente fiato e lucidità. Si sedette e prendendosi la testa fra le mani la scosse ripetutamente, passò le esili dita sulle labbra al gusto di fragola e seguì il percorso dei baci di Nao.
-Shou-chan?- lo chiamò con allegria Nao dall'altra stanza. Il vocalist non riusciva a trovare la sua voce e stette in silenzio.
-Grazie- continuò il batterista e scoppiando in una risata sadica aggiunse- sei molto carino con quel vestito Shou-chan!- al che il biondo cadde imbarazzato sul divano.



To Misa-Chan:
Uhahahaa, hai visto ? Sono riuscita a finirlo prima di partire. Anzi con una settimana di anticipo! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, soprattutto la parte riguardante Nao e Shou...
Poi mi farai sapere!
Arigatou <3

To AmyReita:
Non so perchè, ma mi pare una cosa un po' strana avere terrore dei temporali! iO li adoro! Però è una cosa così carina in certe situazioni! (vedi Shou e Nao u_u)
Ti ringrazio per i continui complimenti, magari la mia Prof di Italiano me li facesse TT_TT Dice che non sono affatto buona a scrivere Y_Y
Mi sono stupita di me stessa per la lunghezza, spero vada bene e non sia troppo pesante!
Ti piace questo capitolo? XD
Arigatou <3



Uaaah Allora, devo dare un po' di informazioni.
Comincio col dire che se a qualcuno interessa ho aggiunto una mia presentazione u_u
Poi, la mia piccola testolina bacata stava elaborando una storiella riguardante Uruha e Aoi, ma non sono sicura della trama, nel caso vi farò sapere.
Mmmh, dovevo dire molte cose ma me le sono scordate. Maah bene (ーー゛)
Aahhah sisi, me lo ricordo! Dico, ma ve lo immaginate Shou vestito da Gothic Lolita o roba simile?!
Penso che scoppierei a Ridere! Sono sicura che ci stia benissimo, ma mi parrebbe un po' inquietante!
Povero ragazzo, come lo maltratto UuU
Forse e dico forse, riesco ad aggiungere un altro capitolo prima della fine della settimana prossima e penso che sia il penultimo. *Meno male non ne potevamo più (ーー゛) *
Beeene ho detto tutto, spero che recensirete questo luuuuungo capitolo per farmi sapere che ne pensate.
Ora vi saluto,
Byee ( L )


Reina.






  
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