Capitolo 10 - Killing me softly
“… it might not be the right time, I might not be the right one,
but there’s something about us I want to say, ‘cause there’s something between
us anyway…”---- Daft Punk
Strawberry riprese all’improvviso i sensi, mentre Ryan era
invece ancora chinato per terra, le mani tra i capelli. Corse verso di lui e
chiese: “Ryan, stai bene?”.
Lui non rispose, mentre altre immagini si accavallavano in
lui, immagini che stavolta Strawberry non vedeva.
Era stato lo spirito di Elissa ad impedire che la ragazza
vedesse oltre, pensava che lei fosse già abbastanza spaventata di suo per veder
ciò che era successo dopo. Per vedere la sua morte il giorno del suo matrimonio
con Leon, quando Profondo Blu era entrato nella sua stanza, e l’aveva accoltellata
alle sue spalle, uccidendola.
Lui l’aveva uccisa perché lei lo aveva rifiutato, o per
ferire a morte suo fratello? Non lo sapeva e adesso non valeva neanche la pena
saperlo; sapeva solamente che cosa era successo e che Profondo Blu aveva anche
ucciso il figlio di Leon, che portava in grembo.
Era rimasta accanto a Leon, per tutto il resto della sua
vita, ripromettendosi di proteggerlo sempre. Ma poco dopo anche Leon era morto,
ucciso anche lui da Profondo Blu. Lui l’aveva attirato in una trappola,
dicendogli che aveva trovato un modo per riportare in vita lei, e Leon si era
ancora fidato di suo fratello, che invece l’aveva assorbito, non lasciando ad
Elissa neanche il conforto di poter ritrovare l’anima dell’uomo che amava.
Poi, lo aveva trovato in Ryan Shirogane, e aveva deciso di
proteggere lui, la cui anima era in parte quella di Leon. Ma anche con lui, le
cose erano andate nello stesso modo, ancora Profondo Blu, che insidiava l’anima
di Leon.
Si era quasi arresa, decidendo di lasciare definitivamente
Leon, poi aveva visto quella ragazza tanto simile a lei, tanto piena delle sue
stesse paure, tanto innamorata di Ryan, come lo era stata lei di Leon.
L’aveva aiutata, sapendo che i sentimenti sono così forti da
poter scrollare persino il cielo, figuriamoci gli esseri umani e loro alieni,
così debolmente fragili e stupidi. I sentimenti di Strawberry erano fortissimi,
ma la ragazza non lo capiva ancora e, così facendo, avrebbe corso il rischio di
non salvare mai Ryan e l’anima di Leon. Perché lei era l’unica che potesse
farlo, era la sola che aveva la minima possibilità di liberare sia Ryan che
Leon.
Ma adesso che ce l’aveva fatta, adesso che stava diventando
più ferma e consapevole, non voleva che stesse ancora male, vedendo che cosa
era successo a lei. Sapeva che Leon stava ancora facendo vedere quelle immagini
a Ryan, e che era giusto che lui conoscesse la verità. Se lei aveva voluto
proteggere Strawberry, era consapevole che quello era il modo di Leon per
proteggere Ryan.
Stupido, sei
ancora convinto che io sia morta per colpa tua… e non vuoi che Ryan perda
Strawberry allo stesso modo…
Ryan si sollevò a stento, ancora fiaccato da ciò che aveva
visto. Il volto pallido e violaceo di quella ragazza, così simile a Strawberry,
lo aveva scosso più di quanto credesse possibile. Tentava di ripetersi che
quella ragazza morta era Elissa, e non Strawberry, ma con gli occhi chiusi, lei
era uguale alla ragazza, che adesso aveva di fronte, e che lo guardava con gli
occhi lucidi.
La mia piccola
Strawberry…
“Strawberry…” disse, il volto bagnato dalle lacrime della
ragazza.
Lei si asciugò le lacrime e chiese: “Hai visto anche tu
quelle immagini? Era Leon…”.
“…ed Elissa…” completò lui.
Ad un tratto, sentii una voce dentro di lui…
Ryan… so che
adesso mi odi per quello che ti ho fatto vedere, ma era necessario che io lo
facessi… adesso voglio portarti nel mio più bel ricordo, e voglio che ci sia
anche Strawberry…
“Leon… ma cos…?” fece solo in tempo a dire, mentre una luce
li avvolse entrambi.
Si ritrovarono nella sala di tanti anni prima, dove Leon
aveva scelto Elissa, con la stessa gente elegante, le stesse luci, gli stessi
colori brillanti.
C’era anche Profondo Blu in un angolo, davanti al quale
Strawberry si aggrappò al braccio di Ryan, e persino Elissa e Leon, che
ballavano felici al centro della sala.
“Certo che non mi abituerò mai a questi spostamenti mentali…”
disse, ridendo Ryan, voltandosi verso Strawberry. La risata gli si fermò sulle
labbra, mentre guardava la ragazza vestita come Elissa, a parte che il suo vestito
era rosa.
Era veramente stupenda e il cuore fece parecchie capriole
dentro il suo petto, come quello di Strawberry, di fronte al suo completo
bianco e azzurro, come quello di Leon. Per un attimo, Strawberry sorrise,
ricordando che tanti anni prima, si era trovata in una situazione simile,
quando avevano dato quella festa al caffè, ma adesso era diverso, adesso lei e
Ryan erano soli. Soli, in un mondo che non esisteva più, un mondo lontano mille
anni e milioni di chilometri.
Un mondo, dal quale nessuno potrebbe portarmi via... un
mondo, dove finalmente lui è di nuovo con me…
Strawberry scosse ancora il capo, possibile che non riuscisse
a pensare a nient’altro?
“Vieni… andiamo fuori…” disse lui, prendendola per mano.
Lei divenne scarlatta, mentre seguiva Ryan sulla piccola
veranda, da dove si godeva un meraviglioso panorama. Le stelle erano così
vicine e tre lune splendevano nel cielo, illuminando la città di ghiaccio, che
brillava come se fosse di diamante. Lei sorrise, la mano ancora stretta in quella
di Ryan, che dal braccio, le stava riscaldando tutto il corpo.
Cercando di recuperare il controllo di sé stessa, Strawberry
chiese: “Perché siamo qui?”.
Ryan, che la guardava con un’espressione strana, rispose:
“Leon vuole farmi rivivere questo suo ricordo… e vuole che ci sia tu con me…”.
“Perché?” chiese, con un sospiro, intrecciando le dita
attorno a quelle di Ryan.
Lui si avvicinò e disse solamente, la voce ridotta ad un
sussurro: “Lui è dentro di me e sa quello che voglio io… è per questo che…”.
Furono interrotti da una voce maschile, che gridava il nome
di Strawberry. Riempiva tutta l’aria quella voce e l’incanto si ruppe
bruscamente, anche con la comparsa di una colonna di luce dorata accanto a
loro.
“E’ Ghish … devo tornare indietro…” disse lei tristemente,
staccando la sua mano da quella di Ryan.
“Vai allora… altrimenti resterai per sempre qui…” rispose
lui, con malinconia, mentre la sua mano da bruciante ritornava di nuovo fredda.
“Hai capito che cosa devi fare?”
“Devo lottare con Profondo Blu…”
Strawberry sentiva che stava per cominciare a piangere al
pensiero di lasciarlo di nuovo, perciò si voltò dicendo: “Ti ho ridato il
fermaglio di tua madre… dovrebbe farti rimanere cosciente…”.
“Come fai a sapere che era di mia madre?” chiese lui,
aggrappandosi a qualsiasi cosa potesse trattenerla un altro po’ lì con lui,
anche se era possibile che in questo modo non sarebbe più potuta tornare
indietro.
Lei non rispose, mentre già entrava nel fascio di luce, che
la stava risucchiando via.
Lui mormorò solo tra sé e sé: “Già, hai ragione… meglio
tenere le distanze…”.
Si voltò, rientrando nella sala, quando sentii le dita di
lei, chiudersi sul suo polso.
Aveva fatto forza per rimanere a terra e non farsi trascinare
via dal fascio di luce di Ghish. Prima di andarsene, doveva assolutamente dire
a Ryan che cosa lei aveva provato in quei lunghi anni, e che non era
assolutamente venuta per il resto del mondo, ma solo per lui. Per quello che ne
sapeva, il giorno dopo, poteva morire o perderlo ancora, e stavolta per sempre,
e quella frase sarebbe stata solo una delle tante altre che non gli aveva mai
detto.
Lui si girò verso di lei, con espressione interrogativa, non
riuscendo a capire che cosa volesse. Aveva capito l’antifona, non doveva
avvicinarsi troppo, voleva forse esaltare il concetto?
“Ascolta Ryan…” iniziò rossa in viso “Io, io … prima di
andare via… devo dirti una cosa importante…per me almeno è una cosa importante…
io, insomma, sai… tutti questi anni…questi anni, che tu non ci sei stato…”.
Ryan sorrise, capendo che cosa voleva dire. Non era mai stata
brava a dirgli cose troppo gentili, o che toccassero troppo il suo cuore, ma
solo per quella volta la tolse d’impaccio, che invece la maggior parte delle
volte adorava vedere dipinto sul suo viso.
Le mise un dito sulle labbra e disse dolcemente: “Ho capito…
non ti devi preoccupare… adesso vai…”.
Lei sollevò lo sguardo, interrogandosi se effettivamente
avesse capito quello che lei voleva dire. Poi, vinta dalla sua dolcezza,
appoggiò la fronte sulla sua spalla e disse, senza accorgersene: “Ryan…
promettimi che tornerai…per favore, promettimelo…”.
Lui, spiazzato, sorrise, stringendole la vita con un braccio:
“Te lo prometto...”. Poi le passò una mano tra i capelli, sfiorandoli con le
sue dita affusolate. Lei rabbrividì, eppure si lasciò andare al suo contatto,
incapace di fermarlo. Come poteva fare, se sentiva il cuore pieno di spilli?
Sollevò lo sguardo, rincontrando quello ceruleo di Ryan, che
la guardava sorridendo. Lui si abbassò leggermente alla sua altezza, piegando
le ginocchia e fissandola direttamente negli occhi, dicendole: “Non ti
preoccupare… te lo giuro su mia madre e su mio padre che ritornerò…”.
Lei annuì, lo sguardo di Ryan, che sentiva come se le stesse
guardando dentro la testa.
Lui ritornò in piedi, ma i loro sguardi non si separarono.
Entrambi erano incapaci di farlo, mentre la voce di Ghish continuava a riempire
l’aria. Quella che stava venendo a mancare tra loro due, troppo vicini.
Ryan continuò a giocherellare piano con una piccola ciocca di
capelli di lei, sfuggita dalla sua acconciatura elaborata, mentre Strawberry
chiuse piano gli occhi, brividi lunghissimi che percorrevano la sua schiena.
Non era capace di fermarlo, non ci riusciva, pensava a Mark, a Profondo blu ed
al fatto che poteva rimanere lì bloccata per sempre, non ritornare più alla
vita reale, ma non le interessava. Un’eternità, bloccata lì con Ryan, vestita
da principessa, in un palazzo che splendeva come diamante… chissà perché non
poteva immaginare niente di più bello… lentamente la mano di Ryan prese ad
accarezzarle il viso, dolcemente, come se non avesse nessuna fretta, come se il
tempo non esistesse più. Percorse piano le linee del suo volto, mentre lei
rimaneva con gli occhi chiusi, la carezza di Ryan che era più reale di ogni cosa
mai vista e conosciuta. Era come sotto incantesimo, come sotto una magia
potentissima che le faceva perdere il controllo e tutta sé stessa, tutto ciò
che era e che sapeva. Un grande calore l’avvolse, mentre, cosciente di essere
scarlatta, rimaneva ancora con gli occhi chiusi e le labbra dischiuse.
Strawberry non si accorse neanche della mano di Ryan sul suo
viso, che l’attirava a sé, e poi delle sue braccia che lo cingevano attorno al
collo. Non si accorse nemmeno delle braccia di Ryan, strette adesso attorno
alla sua vita, dei loro corpi che trovavano il calore dell’altro sotto la
sottile barriera dei vestiti, del fatto che fosse in punta di piedi e che ormai
era all’altezza di Ryan. Ormai era vicinissima al suo viso, quello che tante
volte l’aveva perseguitata nei suoi più bei sogni e nei suoi più orribili
incubi. Si rese conto però delle sue labbra che toccavano leggermente quelle di
Ryan, della melodia meravigliosa che sentiva nelle orecchie, del cuore che le
batteva da matti.
Ecco, che cos’altro le era mancato di Ryan… le sue labbra… si
erano baciati solo tre volte, due delle quali erano entrambi due gatti, eppure
di quei baci aveva un ricordo dilaniante nel suo cuore.
I baci di Mark erano carezze di un padre preoccupato, sulla
fronte della figlia, che aveva la febbre.
Dolci, delicati, ma lei non ci sentiva il sentimento che lui
ci metteva.
La lasciavano indifferente.
I baci di Ryan erano lapilli incandescenti, che correvano per
le vene, erano il cuore che esplode, il viso che si infiamma, la mente che non
riesce più pensare, erano le loro anime, che si sovrapponevano, danzando oltre
il cielo e la terra.
Morbidi, teneri, ma anche pieni di una calda emozione, che
frastornava Strawberry.
La massacravano dentro.
Si staccò dal suo abbraccio e corse via, nel fascio di luce,
lasciandolo immobile davanti alla portafinestra della sala. Lo salutò dall’alto
con il palmo aperto, mormorando: “Avrei dovuto ucciderti, Ryan… non l’ho
fatto…e così sei stato tu ad uccidere me…” .
Eccomi tornata! Ho aggiornato di mattina perché è stato l’unico momento libero di questo periodo! Bene, siamo arrivati al grande momento! Spero davvero che vi sia piaciuto e che sia stato all’altezza delle vostre aspettative, in fin dei conti vi ho fatto penare per dieci capitoli! Non so quando arriverà il prossimo aggiornamento, dato che in questo periodo sono sempre molto occupata, ma anche quello sarà un capitolo molto importante! Soprattutto per coloro che odiano profondamente il merluzzo! Eheheheh… immaginate cosa ha concepito la mia mente contorta e perfida! Ora, come sempre, i ringraziamenti di rito:
Miyu: grazie tantissimo, sono contenta che la storia ti stia piacendo, spero che sia così fino alla fine, anche perché ci sono ancora parecchie sorprese in serbo! Comunque, anche se non credo di essere molto brava a scrivere, credo che non smetterò mai di farlo, perché ormai fa parte della mai vita! Anzi, al momento, sto scrivendo trecento cose assieme e il mio cruccio è riuscire a finirle! A presto!
Azzurrina: davvero la storia di Elissa e Leon ti è sembrata una fiaba? Che bel complimento! Anch’io vorrei vivere una storia del genere, considerando però che i ragazzi che conosco sono quasi tutti fermi all’età delle caverne, dovrò aspettare ancora un po’! Grazie ancora! Una bacio!
Nadia Sakura Kan: lo scorso capitolo è stato particolarmente lungo perché non volevo spezzare la storia di Elissa&Leon, in maniera che si potesse seguire totalmente! Spero che questo non abbia creato problemi! Grazie ancora dei tuoi complimenti, mi fai sempre tanto piacere! Mi è piaciuto molto scrivere la storia di Elissa&Leon perché volevo che si capisse quanto sono affezionata a questi due personaggi, anche se sono solo di mia invenzione! Il nome Elissa l’ho trovato leggendo per l’ennesima volta l’Eneide, e ho trovato che era una specie di secondo nome della regina Didone! Grazie ancora tantissimo, sembri una persona molto sensibile perché riesci a vivere tutte le emozioni che cerco di comunicare, ed è una cosa molto bella! A presto!
Hermy 6:grazie davvero tanto, ma non avrai esagerato al darmi addirittura del genio? Sono contenta che ti sia piaciuto il parallelismo (Parallelismo… come sto colta oggi!) delle storie di Elissa&Leon, sei davvero molto gentile e carina, i tuoi commenti mi fanno sempre sorridere! A prestissimo!
Pfepfer:grazie molte anche a te! E’ bello pensare che le mie parole ti abbiano dato l’impressione di un libro, spero che questo sia successo anche in questo capitolo, considerando che l’ho scritto e riscritto almeno trenta volte, perché ogni volta c’era qualcosa che non andava!Un mega bacio!
Mew Pam: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, quindi credo di aver toccato la tua vena sognatrice! Sei sempre super carina con le mie storie, e di questo ti ringrazio tanto!
Bene, credo di aver finito! Come sempre, ringrazio anche quelli che hanno solo letto! Adesso vado, perché dato che ho finalmente un po’ di tempo libero, devo cercare di lavorare al seguito di questa storia! (Oh no, direte voi!), ma tanto fin quando lo finisco, ci vorrà ancora qualche millennio! Ciao ciao da Cassie chan!