Ha toccato un tasto dolente. Mira si ritrae un po’ intimidita “no, niente.
Vada per Jack, va bene.”
“Non sono americano, sono europeo. Contenta?” borbotta accostandosi a lei.
“Si.”
“La situazione è cambiata, adesso che lo sai?”
“No…” sussurra mordendosi le labbra e alzandosi, posando le mani sul tavolo,
perché non sa dove può andare a sbattere e ha paura di farsi male. “Vorrei...
tornare a casa”
Jack sospira e le si pone davanti, facendola ritrarre. “Pazienta un paio di
giorni e fammi compagnia. Sto aspettando una telefonata.”
Mira non fa domande. Tanto non le risponderebbe. “Senti…prometto di non scappare”
“Per me è uguale, sai? Puoi andartene anche adesso”
Il tono calmo con cui l’ha detto l’ha stupita enormemente. “Davvero?”
“Certo”
Si volta verso di lui e se abbassa gli occhi può scorgere un frammento delle sue
scarpe. Impossibile, vederne il viso!
“Allora perchè ti sei preso questo fastidio?”
“Perché mi andava” spiega tranquillo con le braccia dietro il collo. “Perché mi
sei sembrata nei guai e non mi andava di lasciarti con quello. La mia ragazza è
come te, un concentrato d’impulsività con la tendenza ad incasinarsi ovunque
ficchi il naso”
“Sei fidanzato, non lo credevo…e lo sa che lavoro fai?”
“Si”
“E non dice niente? Lei accetta che tu…ammazzi gente…” bisbiglia voltando la
faccia verso di lui.
“Si.” Si piega verso di lei e le fa il verso “ma non c’è
bisogno che parli così piano, non ti sente nessuno” bisbiglia facendola ridere.
“Oh” sbotta incredula “però, ha nerbo”
“Oh, cosa? Sono un bel ragazzo, io! Mi dispiace che tu non possa godere di
questa magnifica visione!”
Jack viene interrotto da un’altra risata di cuore che lo stupisce più di prima.
“Oh, che grave perdita!” Ridacchia come una matta per la prima volta da molti
giorni “non ci dormirò la notte!”
Quando lo sente ghignare qualcosa a bassa voce, si muove verso di lui “che hai
detto? Ripeti se ne hai il coraggio!”
“Ho detto che è un peccato per me non poter vedere i tuoi occhi. Sono molto
belli”
Mira arrossisce inaspettatamente per il complimento, abbassando la testa.
“Grazie…sei carino…”
Lui la guarda dicendosi che è una vera disgrazia non poterli ammirare ancora una
volta. “Carino…carino si usa per l’amico brutto”
“Io non lo so come sei”
“E’ vero”conviene prendendole la mano. Se la porta al viso e Mira stringe le
labbra, non capendo cosa stia succedendo. Le fa scivolare le dita lungo la
guancia finchè la donna comprende e non provvede da se a farlo.
“Devi farti la barba… uhh, hai il naso grosso”
“E’ tutto ben proporzionato” ridacchia facendola sorridere.
“Basta con le battute a doppio senso!” gli intima continuando a toccargli la
fronte “fronte alta da pensatore…calvizie incipiente?”
“Tuo padre!” Sbotta divertito mentre Mira lo accarezza facendogli un solletico
leggero. “Che lavoro fai?”
“La fotografa. Qui hai una cicatrice minuscola” borbotta toccando una tempia
“brutto punto, c’è da restarci secchi”
“Na…un graffio da bambino. Quindi sei abituata ad usare molto la vista. Sei una
specie di Grande Occhio che vede tutto e non dorme mai”
“No, fotografo i cadaveri. Lavoro per la polizia. Solo la notte”
“Ah!” esclama facendola fermare “la concorrenza”
“Sto per farti un complimento, devi essere molto carino.”
“Bellissimo, stupendo, abusa pure di questi termini quanto vuoi!” la incita
facendola ridere nuovamente. “Hai finito di farmi il solletico?”
“Si. Grazie”
“Di cosa?
“Di essere così gentile con me. Grazie.”
“Prego.”
L’uomo la guarda rilassarsi. Già da come piega la schiena, da come si muove, si
vede che è più tranquilla. “Quella maglietta non ha mai avuto un aspetto
migliore”
Mira abbozza un sorriso “il mio vestito?”
“Quello che c’è rimasto? Nell’armadio, ma penso sia da buttare via.”
Mira annuisce e pensa che non l’avrebbe mai tenuto: le avrebbe ricordato la
brutta avventura e lei vuole solo dimenticare. “Vorrei farmi…” abbassa la voce
in un mormorio perchè lo sente molto vicino a lei. E’ ancora più a disagio “…una
doccia. Non ho fatto in tempo, prima”
L’uomo la guarda per qualche secondo, poi le prende le mani e la dirige verso la
porta. Quando le posa
sulla maniglia, Mira l’afferra saldamente. “Grazie”
“Basta ringraziare. C’è un asciugamano pulito piuttosto grande e una marea di
quegli affarettini minuscoli di plastica pieni di shampoo e tutto il resto. Ma
se decidi di lavarti i capelli - e dio solo sa come ci riesci - apri
l'armadietto in basso a sinistra, c'è una mezza schifezza che chiamano fon."
“Ok...ma perchè quella frase? Su i miei capelli" domanda con una strana
impressione.
Jack la guarda pregustando la faccia che farà e gli accidenti che gli tirerà.
"Beh, non potevo lasciarti sporca di fango da capo a piedi. Ti ho infilato sotto
la doccia."
Sente provenire un silenzio imbarazzante da lei e sorride "ed è stato un vero
piacere, credimi."
Mira sta inghiottendo le ultime parole a stento. Che... ha... fatto?
"Di questo non riesco a ringraziarti!" sibila entrando dentro il bagno e
chiudendosi la porta alle spalle “non c’è la chiave, quindi non entrare” grida
imbarazzata, strappandosi la benda dagli occhi e gettandola in terra "ma cosa lo
dico a fare, tanto hai visto tutto quel che c'era da vedere!"
“Non tutto. La chiave non c’era da prima, non l’ho tolta io” le risponde ad alta
voce ridendo apertamente. “Sta tranquilla, non entrerò a lavarti la schiena a
meno che tu non lo chieda espressamente!”
Mira gli lancia un accidenti dopo l'altro e borbotta parolacce fra i denti: è
così tesa che non riuscirà a godersi in santa pace il suo bagno!
Dopo dieci minuti non è più molto convinta e si rilassa talmente tanto da
riaddormentarsi.
Mezz’ora dopo, Jack guarda la porta e aggrotta le sopracciglia. È scappata?
C’è affogata dentro?
Si alza posando gentilmente il libro sul tavolo, il segnalibro in mezzo e bussa
alla porta senza ricevere risposta.
Quando si intrufola furtivamente, si accorge che sta dormendo nella vasca colma d’acqua
calda. Il vapore sale in alto, la condensa opacizza la tendina di plastica
azzurra della doccia che ricade fuori la vasca.
Resta a guardarla per un po’, mezzo imbambolato, una parte del suo corpo che
risponde attivamente alla sollecitazione visiva. Si muove verso di lei senza
pensarci, portandosi alle sue spalle.
“Mira…” sussurra nell’orecchio facendola mugolare “se affoghi nella vasca, ti
lascio qua e me ne vado” ridacchia mentre la donna si sveglia di colpo e
sobbalza voltandosi dalla sua parte.
“Che fai qui, vai..”
Si azzittisce all’istante, lo sciacquio dell’acqua che rompe il silenzio.
“Sembra di giocare a mosca cieca”sussurra con la voce incrinata, toccando le
mani che le ha messo sugli occhi “toglile, li ho chiusi”
“Non mi fido”
“ "Jack", tu mi stai guardando e sono nuda! Che dovrei dire io?” esclama
cercando di scuotere la testa.
L’uomo la tira contro di se, la testa contro il suo collo e le bisbiglia
nell’orecchio lentamente. “Smettila di mettere il mio nome fra virgolette. Hai
dormito bene?”
“Si”
Le sta facendo il solletico…con la voce…Mira rabbrividisce, la pelle
d’oca che le tende…si immerge di più per non farsi vedere, imbarazzata per la
propria eccitazione. “Mi dai l’asciugamano?”
“Vediamo…no!”
Mira si agita, il cuore che batte furiosamente, combattendo contro quel piacere
sottile sottile che le corre nel corpo. “E dai”
“Sto scherzando!” ribatte ridacchiando e allontanandosi un poco. Un secondo dopo
un soffice telo le sfiora la mano. Un sorriso divertito gli si stampa in faccia
mentre lei lo prende in fretta e lo tiene appallottolato contro il seno.
“Allora…che facciamo?” mormora cercando di buttarla sul ridere “resti e
m’impedisci di uscire dalla vasca o te ne vai?”
“Pensavo di restare, c’è una gran bella visione da qui” ridacchia allungando
l’occhio sulla sua figura distorta dall’acqua. “Veramente niente male, occhioni
blu”
Mira non muove neanche un muscolo quando toglie le mani. Il primo impulso è
quello di aprire gli occhi, di batterli con forza. Si sforza di non farlo.
“Girati”
Cosa?! “Perché?” domanda in un sussurro appena percettibile.
“Va bene, non farlo allora” borbotta piegandole il collo all’indietro, sul bordo
della vasca.
Che cosa sta facendo? Non capisco, non riesc…
Trasale quando lo sente baciarla. Un gemito le sfugge involontariamente e subito
il bacio di fa più insistente, mentre lei mugola per la sorpresa. Lascia cadere
l’asciugamano nell’acqua che si gonfia e le ricade sul corpo, ormai
inutilizzabile.
Lo spinge via troppo sorpresa per riuscire a dire qualcosa. La sua spinta,
seppur debole, è stata sufficiente a farlo cadere a terra.
Mira si stringe su se stessa, l’asciugamano contro di se, preda di una bizzarra
sensazione.
“Scusa. Un impulso” ammette con voce bassa, restando seduto a terra. La vede
voltarsi e per un momento suda freddo: ha deciso di rompere il loro patto?
“Stupido imbecille!” sbotta afferrando una manciata di mini - shampoo e
tirandoglieli tutti addosso “Non ti vedo, ma ti becco lo stesso!” continua con
la voce alterata mentre lui fa il semplice gesto di scansarsi da un lato.
L’ultimo lo coglie giusto in fronte, ma si limita a passarci sopra una mano con
una smorfia.
“Lo so che ti ha preso. L’ho sentito, quel rumore attufato”
“Si, mi ha preso” borbotta con un mezzo broncio “chiedimi scusa”
“Non ci penso proprio!” ribatte restando girata dall’altra parte ad osservare le
mattonelle “mi hai fatto prendere un colpo!”
“Sei nuda e a certe cose un uomo reagisce”
“E allora vattene di qui!” esplode imbarazzata “non ti è mai passato per la
testa che una che è stata rapita e terrorizzata da un pazzo per giorni e giorni,
posso sentirsi vagamente, ma dico vagamente nervosa e possa
reagire male?”
“Non hai reagito poi così male. Se avessi reagito male, saresti uscita da lì e
mi avresti preso a schiaffi.”
“Faccio sempre in tempo, sai?” replicò con la voce tremante, mentre l’uomo se la
rideva sotto i baffi.
Jack la vede inclinare la testa, appoggiarla sulle ginocchia che tiene strette
contro di se e sospirare e sbuffare imbronciata.
Si avvicina lentamente, dandole modo di sentirlo.
“Lo vuoi, quello schiaffo?” mormora fra i denti con aria minacciosa.
“No, voglio sapere se è stato spiacevole”
Mira sbatte gli occhi più volte, quando recepisce la frase nella sua interezza.
Ci sta mettendo troppo a rispondere. “Non lo so. Praticamente non ti ho sentito”
“E allora perché fai tanto l’arrabbiata?”
“Mi fanno arrabbiare quelli che pensano di poter fare quel che vogliono. Non
prenderti certe libertà solo perchè sei bravo ad usare la pistola”
“Mica solo quella e a dirla tutta, non l’ho pensato. Ti ho baciato perché pensavo ne avessi bisogno.” E perché
mi andava, conclude dentro di se con un sorrisetto.
“Voi uomini pensate sempre di sapere quello che vogliamo. Io voglio solo farmi
un bagno in santa pace e andarmene a casa mia. Voglio vedere le mie amiche, i
miei colleghi, voglio vedere…”
Mira s’interrompe pensando all’immagine sempre più sfuocata di Bronx
"I tuoi genitori?"
"Sono morti. Incidente d'auto"
“Drammatico. Il tuo ragazzo?”
“No, non ce l’ho. Mi ha lasciata. Per un’altra.”
“E con chi stavi andando a cena?”
“Con un…tipo..” Sussurra sulla difensiva sbirciandolo alle sue spalle.
Jack sorride, portandosi alle sue spalle, le ginocchia a terra, le braccia
incrociate sul bordo della vasca "mh... un tipo..."
Quel tono malizioso la fa sorridere "un gran bel tipo. Allora?"
"A lui non avresti tirato lo shampoo addosso"
L'espressione di Mira è eloquente, ma Jack non può vederla. Però la sente ridere
e la cosa gli fa piacere.
"No. Penso di no. Ma non si può mai dire"
"Una donna non colpisce un uomo che l'attrae" borbotta dando sfoggio di profonda
saggezza da cioccolatino.
Mira abbozza un sorriso ancora più largo "pensi di sapere tutto e invece non sai
nulla delle donne"
"Io so solo che il mio... bacio" mormora agitando una mano nel vuoto "se vuoi
chiamarlo così, non ti ha infastidito. Ti ha solo colto di sorpresa"
"Sei molto sicuro di te" mormora fissando risolutamente un punto inesistente,
imbarazzata dal discorso.
"Abbastanza. E se sbaglio, sbaglio di poco" afferma serio, il sorriso svanito.
"La smettiamo con questo discorso noioso?!"
L'intensità della sua domanda lo fa ammutolire. Si sta agitando, l'ha messa in
difficoltà. Non pensava che sarebbe successo.
Ma ci sperava.
"La smettiamo" conferma continuando a guardarla e vedendola stringersi ancora di
più nell'acqua.
"Non hai freddo?"
“N-no” mormora immergendosi di nuovo e afferrando l’asciugamano “no. Però adesso
usciresti? Per favore” balbetta con la voce malferma. Sta succedendo
qualcosa…in lei, fra di loro…
“Ti ho spaventata prima?” le domanda alzando una mano per accarezzarla e
ripensandoci dopo un secondo.
“Un po’” balbetta arrossendo. Può sentirsi, un liquido più caldo nel calore
dell’acqua. Dio… “Te ne vai? Sto sprofondando dalla vergogna!”
“E perché?” si appoggia al marmo con le braccia, respirandole dietro il collo
“non c’è bisogno”
Mira non risponde, pensando che dice bene lui, che è vestito e può vederla! "Sei
un guardone, lasciatelo dire, caro il mio 'Jack' fra virgolette!"
L'uomo sorride, sinceramente divertito "sono un guardone, lo faccio per lavoro.
Studio le mie prede, le viviseziono e le osservo. L'ho fatto con quel lombrico,
ma ancora di più con te."
"Che fortuna" sussurra agitata "e ti sei eccitato abbastanza, mentre mi
guardavi?"