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Autore: Cinderella In Love    05/08/2010    2 recensioni
Corretto, apportati cambiamenti. Indaco dagli occhi del cielo. Immaginando il ritorno di Michele. (Seconda classificata al Return Contest 2010 indetto da 'amimy')
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiacchierando

 

 

«Elio, eccoti il pezzo sulla statistica americana: è corretto e formattato come avevamo deciso in riunione.» proferì Monica al grafico, porgendogli una cartellina rossa.

«Perfetto! Allora, adesso aspetto l’editoriale di Maya e Rosa e l’articolo di Lea e, poi, posso, finalmente, chiudere il numero.» annunciò trionfante Elio, in risposta alla direttrice.

«Ottimo! Ragazze, dato che siamo a buon punto, vi dispiace se vi lascio?» domandò Monica, rivolta alle colleghe.

«Qualche problema, Monica?» chiese Laura, avvicinandosi all’amica.

«No, no no…Semplicemente volevo andare a vedere come stava il mio amore: sta mettendo i denti ... Ma se avete bisogno di una mano…» replicò con tranquillità Monica.

«No, nessun problema.» le rispose Lea, senza distogliere lo sguardo dalle bozze che stava correggendo.

«Tanto qui abbiamo quasi finito.» seguì Maya, mordicchiando una matita.

«Sì, sì, va pure. Appena abbiamo finito chiudiamo noi.»  la rassicurò Rosa, rivolgendole uno sguardo totalmente sereno, nonostante l’entità di confusione che regnasse sulla sua scrivania.

«Grazie infinite, allora vado! A domani...» li salutò lei, mandandogli un bacio al vento da lontano, mentre si avvicinava alla porta per uscire.

 

«E’ andata?» chiese Lea che, sporgendosi dalla sua postazione, constatò che la porta si era realmente chiusa.

 

In pochi istanti, si scatenò l’inferno: scorribande distratte di post-it, appunti, articoli, foto, sedie e, niente meno, persone si inseguivano a creare un caos inimmaginabile.

Si ritrovarono tutti e cinque, in meno d’una manciata di secondi, intorno alla spaziosa scrivania di Laura, con volti, a dir poco, sconvolti.

 

«Oddio! Sembra quasi di aver istituito un tribunale…» constatò Laura, osservando cosa la curiosità li avesse portati a fare.

«Ma, infatti, non sembra, è un tribunale! Per quanto improvvisata sia, può ritenersi un consiglio d’inquisizione.» continuò Lea, con cipiglio più che mai determinato.

«Se...Dichiaro aperta la seduta!» scimmiottò Elio, credendo di risultare ironico, ma, in risposta, ottenne solo occhiate torve, in segno che, probabilmente, avrebbe fatto meglio a tacere.

«Si, ma, in fondo, Monica che avrà mai fatto di male, scusate?» chiese Laura retoricamente, sperando che le altre fossero del suo stesso avviso.

«Ti pare ‘niente di male’ tenerci all’oscuro?! D’altronde, in nome della vera amicizia, è giusto dirsi tutto, fare partecipi gli altri dei propri problemi, come abbiamo sempre fatto o sbaglio?» -espose le sue ragioni Rosa –«Non vedo perché debba nasconderci qualcosa…»

«Qualcuno, vorrai dire!» -la corresse maliziosa Maya, dando particolar peso alla parola - «Ci nasconde qualcuno

«Ancora con questa storia che Monica ha un uomo?!...» controbatté Laura diffidente.

«Beh... In effetti, se lo avesse sul serio, non trovo perché non dovrebbe dirlo?! Proprio tra di voi che vi siete sempre raccontate tutto: non potete di certo dire che, qui dentro, regni la riservatezza, anzi, soprattutto per quanto riguarda il sentimentale, non vi siete mai risparmiate. Infatti, è proprio per tutte quelle chiacchiere e quei ci-ci-ci, bla-bla-bla… che sono diventato un astruso ibrido in perenne crisi d’identità! » si commiserò il poverino.

«Elio, non è affatto il caso di procedere con le rivendicazioni riguardo la tua identità sessuale...» commentò fredda Lea.

«E poi, semmai, devi ringraziare di essere diventato quello che sei perché ti abbiamo sollevato, seppur leggermente, dalla condizione squallida di partenza, ovvero di maschio…Sempre se...» soggiunse Rosa, continuando ad infierire.

«Ma vi sembra il caso?!» -tuonò Lea infastidita- «Stiamo qui a perderci in quisquiglie quando ci sono questioni ben più importanti di cui discutere!»

«Ma c’è poco da dire: qui, c’è un uomo!» -continuò con le sue ragioni Maya,entusiasta di avere argomentazioni a favore della propria tesi- «E poi, basta con tutti  questi sentimentalismi! Magari, Monica si è convertita al mio ex-partito: potrebbe trattarsi soltanto di un’avventura, una storiella, una botta e via!»

«Un po’ squallida questa cosa, no?» -notò retoricamente Laura- «Ma, poi, Monica non è il tipo…»

«No, no: è escluso che abbia un uomo!» incalzò Lea secca.

«E cosa ti spinge ad esserne così convinta?» chiese Rosa con aria di sfida.

«Non dirmi che non l’hai notato!»  -rispose Lea con sufficienza - «Monica è parecchio salita di peso, perdendo la siluette più o meno decente che aveva raggiunto per chissà quale concessione divina… Solo che è stata parecchio furba, ha tentato, per quanto impossibile fosse, di mascherare con un abbigliamento molto più morbido, tutto qui.»

«Sì, ma con questo?» chiese curiosa  Laura che non aveva colto il nesso tra le parole di Lea ed i fatti.

«Monica tende a sopperire alle carenze affettive con i dolci e, quindi, ad ingrassare quando è single, mentre, quando trova la stabilità sentimentale con un uomo, tende a perdere peso: lo trovo elementare.» esplicò esaurientemente e con la solita mancanza di modestia la bionda.

«Non l’aveva notato…» confessò Maya, incupendosi in volto, per poi rasserenarsi nel sospirare sognante, rivolta ad Elio- «Sarà l’amore…»

«Ecco cos’era! Avevo notato qualcosa di diverso...» ammise Rosa pensierosa, ma illuminata da quello sbocco parecchio plausibile.

«Però non dimentichiamoci dell’espressione che ha ultimamente!» avanzò Elio.

«Ecco!Visto che le sai tutte : come me la spieghi l’espressione rivelatrice che ha tutte le mattine, io ribadisco che quella è...» infierì Maya tanto infervorata da tartagliare.

«Sì, lo sappiamo cosa vuol dire quella faccia!!» sbuffò scocciata Rosa che, da un mese a quella parte, si impegnava a interrompere l’amica per evitare che proferisse volgarità.

 

Lea tacque.

 

«Lo vedi che non riesci a spiegarlo neanche tu?!» la punzecchiò Maya, accompagnandovi un ghigno soddisfatto.

«In ogni caso, per quanto io sia disinteressato…»-iniziò Elio, fermatosi subito dopo al cogliere i volti delle colleghe allibiti dall’assurdità appena pronunciata- «Dicevo che, in ogni caso, tutte ‘ste teorie non ci porteranno da nessuna parte!’

«Elio ha ragione.»- constatò Laura realista- «In fondo, ragazze, le abbiamo provate tutte: abbiamo origliato alla porta, abbiamo tenuto sotto controllo il telefono, abbiamo passato a setaccio il suo ufficio e abbiamo, persino, pagato il tuo amico corriere perché le facesse il filo…  tutto questo, per capire se aveva un uomo!»

«Beh… In effetti, detto così, sembra un tantino maniacale questa cosa…» ammise Rosa perplessa.

«Giusto un tantinello...» commentò Elio, assorto a guardare il soffitto.

«Rimane un modo.» buttò lì Laura con disinvoltura.

Gli sguardi degli altri, in quel momento, puntavano la bionda in modo tanto inquietante da provocare ansia.

«Beh... Basta metterla alle strette, chiederglielo palesemente.» concluse Laura con naturalezza.

«Eh…certo! Figurati, se ce lo dice!» esclamò con tono denso di scetticismo Rosa.

«Io penso che sia il modo più proficuo: forzarla eccessivamente non serve e ingannarla tanto meno, per di più è molto scorretto.» -fece notare Laura molto analitica- «Se veramente si fida di noi, vedendoci ben disposti, credo potrebbe aprirsi.»

Seguirono scambi di sguardi molto perplessi.

«Tentar non nuoce.» rispose poco convinto Elio.

«Mmm...Io propongo l’ammutinamento!» dichiarò Maya.

 

Laura si coprì il volto con le mani dall’esasperazione, mentre Lea e Rosa le rivolsero sguardi molto interessati.

«E in cosa consisterebbe questo ammutinamento?» domandò Rosa curiosa e stimolata.

«Beh...Rifiutiamoci di lavorare, d’altronde, se lei non ha fiducia in noi, non vedo perché dovremmo continuare a ignorare la situazione e fingere l’unità d’un tempo.» spiegò Maya.

«Vuoi indurla a parlare con il senso di colpa, quindi?» dedusse Lea, guardando la rossa con aria maliziosa.

«Certo!» civettò Maya con sguardo furbo, facendo l’occhiolino.

«Questo si chiama ‘ricatto’!» annotò Laura, discorde.

«Mmm…sì, forse è più esplicito come termine, ma il fine giustifica i mezzi, no?» ribadì Maya più che mai convinta, con un sorrisetto.

 

~

 

(il giorno dopo)

 

Laura entrò in redazione in consueto ritardo.

Per cercare di sminuirlo o per lo meno di farlo passare più inosservato possibile, si mise a correre sul parquet in legno, ma si fermò di stupore davanti alla scena che le si presentava dinnanzi.

 

Monica, seduta sui gradini della scala di legno, aspettava che il suo ‘processo’ iniziasse, guardando la ‘controparte’, schieratasi per l’occasione dinnanzi a lei, appoggiandosi alla scrivania di Rosa.

 

«Non ci posso credere! Ti hanno imputata all’inquisizione?» domandò Laura con tono carico di cinismo.

«No, si è consegnata da sola: non ci ha neanche lasciato il gusto di prendere l’iniziativa...» ammise Maya leggermente delusa.

«Ah…bene! Vedete: era giusto confidare nel senso dell’amicizia!» avanzò retorica Laura, sorpresa, ma sorridente.

«Sì, va bene, va bene, ma ora vogliamo sapere!» risposero i quattro in coro.

«Perché ammetti: quello sguardo è il solito tuo… quello rivelatore!» l’accuso quasi Maya.

«Maya, ti ho detto di no! Come spieghi che è ingrassata!?» ribatté Lea.

«Ma, soprattutto, perché non ce l’hai detto?» avanzò Rosa, sovrastando le altre.

«Comunque, a parte tutto, tesoro, ti consiglio vivamente una dieta per rimediare per quanto tu sia un caso critico, forse si può tentare di migliorare.» soggiunse Lea con il suo solito cipiglio, mostrando superiorità.

«Beh… temo che, per i prossimi sei mesi, la dieta andrà rimandata…»- buttò lì Monica - «So che sarà difficile capire cosa sto per dirvi, perché sembra assurdo anche a me, però è la verità…»

«Su, non tenerci sulle spine!» la invitò a parlare Elio.

«Sono incinta: aspetto un bambino, da tre mesi.» ammise, abbassando lo sguardo.

«Cosa sei tu?» si assicurò d’aver sentito bene Lea.

«No, aspetta un attimo, tu sei incinta di tre mesi e non ce l’hai detto?!» chiese Rosa.

«Ma…un attimo: scusate, sbaglio o mi manca un tassello?!» domandò sbigottita Maya.

«Bene, ecco… è proprio quello il problema! Solo che a parole è un po’ complicato…Vi dispiace, se vado un attimo a… così capite?» disse Monica, facendo cenno che sarebbe uscita.

 

Si diresse lentamente verso la porta, la aprì e vi si sporse per un attimo.

Nel frattempo, le altre ed Elio farneticavano tra di loro, non prestando attenzione a ciò che stava facendo l’amica.

 

«Vieni…» sussurrò lei, tenendo la mano di Michele nella sua, percorrendo il corridoio, finché non arrivarono ad essere esposti agli sguardi degli altri, i quali si voltarono distrattamente, per, poi, rimanere allibiti e immobili, dinnanzi alla vivida immagine che si presentava ai loro occhi increduli.

 

Era lui.

Per quanto fosse impensabile, un angelo caduto dal cielo tornava, anche se era impossibile, quella presenza non profumava di sola illusione.

 

Stava dietro Monica, le cingeva i fianchi e manteneva il silenzio, capendo quanto fosse difficile accettare il suo ritorno.

 

«Ecco il tassello… quello mancante, insomma…» scherzò, timidamente lei, abbozzando un sorriso.

 

«Elio, devo essere impazzita! L’amore mi fa venire allucinazioni, traveggole e cose del genere: pensa che sto vedendo Michele!» disse Maya, ridendo nervosamente.

«Mi dispiace deluderti, tesoro, ma lo vediamo anche noi...» le rispose Rosa allibita.

Lea e Laura si scambiavano, taciturne, sguardi sconvolti, mentre Elio si avvicinava.

 

«Michele.» mormorò lui, quando gli fu davanti per, poi, abbracciarlo.

 

Silenzio: non rimase altro.

Si guardavano tutti negli occhi, pensando di assistere a un sogno, una farsa, uno scherzo, un’illusione ottica o, comunque, tutto ciò che potesse dissociarsi nettamente con la dimensione del reale; finché Michele non ruppe il silenzio.

 

«Io so che non mi capite, ma vi assicuro che neanche per me è stato facile. Sono pronto a spiegarvi tutto, se lo vorrete... E, se non lo vorrete, vi capisco e accetto, però dovevate saperlo… Soprattutto perché Monica non centra, sono io che le ho chiesto di aspettare, di nasconderci…»

 

Monica si sedette sulle scale, fissando le espressioni degli altri che continuavano a non proferire parole e abbassavano il volto per incredulità e timidezza.

 

L’unica a fare un passo avanti fu Laura, anche lei, come Elio, gli si avvicinò e lo abbracciò in silenzio.

«Per quanto mi sembri un sogno, ci sei mancato tanto, sai? Paolo non è più lo stesso senza di te…» gli sussurrò, sfidando l’incredulità, guardando Michele negli occhi.

«Anche voi mi siete mancati, non sapete quanto.» ammise Michele, sorridendo al coraggio di Laura che, ancora, lo stringeva forte.

 

Le altre imitarono l’amica, quando lui si avvicinò loro, nonostante fosse difficile dovettero ammettere a sé la realtà delle cose.

 

   
 
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