Cosa succederebbe se... i ruoli di Edward e Bella, dopo Breaking Dawn, si capovolgessero nel vero senso della parola? Cosa ne sarebbe dell'eterna storia d'amore? Cosa ne penserebbe loro figlia? Questo lo scoprirete...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
La vita è fatta di
scale, di porte e di traguardi. Certe volte non sei pronto per salire
una determinata scala, altre non riesci ad aprire una porta...
E’ strano, anche perché ti sei preparato per tutta
la vita a raggiungere quel traguardo...Anche se la tua vita
è stata breve... Anche se è stata una vita che
non avevo ancora assaporato... Sto salendo la scala per aprire la
porta, ma a bloccarmi c’è uno sguardo tinto di
marrone cioccolato che mi supplica di rimanere. Respira, è
la scelta migliore per tutti... ma non ti puoi illudere di questa
frivola convinzione. E’ la scelta migliore per me, non per
lei. Devo andare avanti. In un impeto di ragione capisci che non
c’è più un padre, non
c’è più un marito...
c’è solo un adolescente che non sta pensando alle
sofferenze che sparge ovunque...
Il dieci settembre... Ricordavo quel giorno: esattamente un anno fa mia
figlia era appena nata, io ero ancora immortale e Bella si stava
trasformando.
Il primo di una serie di lunghi giorni di scuola stava per cominciare.
Tuttavia mi svegliai allegro ed entrai in camera di Reneesme
spalancando la finestra e sorridendole. “La sorpresa
è pronta!” esclamai. Lei sbarrò gli
occhi ed eccitata si mise in piedi davanti a me. “Stai
scherzando?!Oggi?” io annuii sorridendo di nuovo.
“E’ una sorpresa un po’
particolare...” detto ciò mi avvicinai alla
piccola scrivania vicino alla finestra della sua camera e presi uno
zaino in cui avevo messo i libri necessari per quel giorno. Gliela
porsi e lei mi guardò con aria interrogativa. “Uno
zaino?” “Uno zaino” “A cosa mi
serve?” “Secondo te a cosa servono gli
zaini?” nei suoi occhi passò uno strano barlume di
incredulità. “Mi stai prendendo in
giro?” io scossi il capo.
“E’ ora che tu impari qualcosa fuori da questa
casa...” “Ma io da sola... cioè
non...” “Sola? Qualcuno ti ha per caso detto che
sarai sola?” “E chi mi accompagnerà?
Sentiamo...” poi mi guardò, strabuzzò
gli occhi e disse: “Tu?!” “Io”.
Tutti e due scoppiamo in una risata.
“Ora vestiti... Siamo in ritardo”
“Aspetta...” “No non aspetto”
dissi allontanandomi verso la mia camera. “Ti conviene essere
pronta quando tornerò!”le accennai ridendo. Presi
un paio di jeans, delle scarpe da ginnastica e una felpa con il
cappuccio nera perfettamente nella norma. Cercai lo zaino che avevo
nascosto nel fondo della cabina armadio in modo che Reneesme non lo
trovasse e ci misi dentro il cellulare: per qualsiasi evenienza avrei
potuto chiamare Bella.
Per andare alla Forks High School, presi la mia volvo e feci accomodare
Reneesme sul sedile del passeggero. “Allora... qualche
precauzione...” le dissi allegro. “Precauzione? A
scuola?” “Esatto... Non posso ripresentarmi come
Edward Cullen o alcuni studenti potrebbero sospettare qualcosa. Il mio
cognome è Masen, chiaro?” lei annuì
risoluta. “Non sei la figlia di Bella, ma una cugina alla
lontana dei Cullen e soprattutto...” mi fermai.
“Soprattutto?” “Non chiamarmi
papà o si domanderebbero il perché
okay?” “Chiaro capo” si mise la mano
sulla fronte come facevano i militari.
Arrivammo velocemente a scuola e scendemmo dirigendoci in segreteria.
Il piccolo locale era affollato anche perché bisognava
prendere gli orari delle lezioni. Dopo un po’ di tempo un
ragazzino biondo poco più alto di me ci si
avvicinò e chiese timidamente: “Scusa... ci
conosciamo?” mi domandò. “Ehm...
suppongo di no” in realtà lo ricordavo vagamente.
Era il cugino più piccolo di Mike Newton e avevo avuto modo
di incontrarlo qualche volta di sfuggita insieme al mio ex compagno di
classe.
“Scusa... assomigli leggermente a Edward Cullen”
feci spallucce. “No... lui è il cugino di
Reneesme” dissi indicando mia figlia vicino a me. Lui
annuì. Poco dopo arrivò il nostro turno.
“Siamo Edward Masen e Reneesme Cullen” mi rivolsi
alla segretaria. “Oh magnifico, un’altra Cullen a
scuola!” disse lei entusiasta. “Tenete, ecco il
vostro orario” allontanandoci Reneesme mi guardò
insospettita. “Abbiamo lo stesso orario” io annuii.
“Certo” “E’ stato Carlisle
vero?” “Ovvio” ci dirigemmo al corso di
letteratura inglese che era il primo sul lungo orario scolastico.
L’ora passò lentamente anche se Reneesme dava
l’idea di ascoltare attentamente i lunghi discorsi del
professore. Guardava tutto, persino i banchi, con l’aria di
qualcuno che aveva appena avvistato un alieno ed era entusiasta di ogni
singolo particolare. Per lei la scuola era una nuova
“emozione”, per me no. Tutte le ore della mattina
passarono così fino a quando non arrivò il
momento del pranzo. Dopo aver preso i vassoi io iniziai ad andare al
solito tavolo dove mi sedevo con i miei fratelli. Quando vidi che era
occupato un impeto di rabbia prese il sopravvento su di me.
Quello era il nostro tavolo: lo era sempre stato e adesso lo occupavano
una bionda cotonata, uno sportivo e altri “pezzi
grossi” della scuola. “Non litigare” mi
sussurrò Reneesme dato che aveva capito le mie intenzioni.
Quando uscimmo da scuola stavamo per entrare in macchina quando sentii
una voce familiare da dietro: “Cullen?” mi voltai
per vedere chi fosse. “Mike?” dietro di noi
c’era Mike Newton, vestito di tutto punto con giacca e
cravatta. “Ehi Edward!” disse avvicinandosi.
“Cosa ci fai qui?” indeciso su cosa rispondere mi
schiacciai involontariamente un piede. “Ehm... io ho
accompagnato mia cugina a scuola. E’ nuova di Forks e ha
qualche problema ad ambientarsi. Ci tenevo a farla trovare
bene...” lui annuì. “Hai qualcosa di
strano oggi...” mi girò attorno. Un anno prima era
più basso di me, adesso mi superava di qualche centimetro.
Fece spallucce arrendendosi. “Allora?Come sta
Bella?” “Molto bene... questo mi fa ricordare che
ci sta aspettando... Cia' Mike!” dissi chiudendo lo sportello
della macchina e mettendo in moto.
C’è
mancato poco... pensai sconvolto. Dallo specchietto della
macchina vidi un Edward Masen sconvolto, bianco come il gesso e in
procinto di svenire. “Papà, vuoi che chiami mamma
e dirle di venirci a prendere?” “Che dici... sto
benissimo... Mi sono solo spaventato...” lei annuì
poco convinta. “Riguardati” sussurrò
poi. Quando arrivammo a casa dei Cullen, Bella ci attendeva davanti
all’entrata. Ci corse incontro, abbracciò Reneesme
e baciò me lasciandomi di stucco. Barcollai sorpreso.
“E’ quasi ora, Edward” capii subito cosa
voleva dire. “Così? Senza preavviso?”
domandai incredulo. “Non abbiamo molte scelte...”
disse lei cupa. “Cosa intendi?” il suo viso
splendido era contratto in una strana smorfia di dolore. Mi ero
ripromesso di non farla mai soffrire, ma mi sembrava più che
sofferente in quel momento. “Alice ha avuto una visione...
Tra un mese e mezzo arriveranno i Volturi... e se sanno
dell’invenzione di Carlisle ci uccideranno. Tutti”
prese una pausa.