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Autore: space_oddity    05/08/2010    2 recensioni
"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono tornata! Mi spiace di essere sparita così, volevo anche postare un capitolo prima di partire per le vacanze, ma poi non ci sono riuscita:( Chiedo umilmente perdono u.u
Comunque, eccomi qui:)
Per farmi perdonare posto due capitoli, ma non credo che avrò anche il tempo di rispondere alle recensioni:(
Comunque, come sempre, grazie infinite a Candidalametta e a tutte le persone che leggono, seguono e recensiscono questa storia:)
Un ringraziamento speciale a _Wrath_ e Ory_Stardust_95 e a tutte quelle persone che non si arrabbiano per gli aggiornamenti lentiXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Trenta secondi

 

 

  Il sole mi picchietta piacevolmente le palpebre chiuse.
Faccio per stiracchiarmi, ma il movimento mi strappa una smorfia di dolore.
Improvvisamente prendo coscienza del fatto che sono sdraiata su una superficie dura e che non ho nè il cuscino, nè le coperte.
Sono caduta sul pavimento?
Finalmente mi decido, riluttante, ad aprire gli occhi.
Legno.
Pareti di legno.
Pavimento di legno.
Aggrotto le sopracciglia. Cosa diavolo ci faccio nella casetta sull'albero?
Abbasso gli occhi sul mio pigiama e vedo..
Una mano?
Che ci fa una mano sul mio fianco?
Non è mia, decido scuotendo la testa con decisione. No, no.
Risalgo con lo sguardo sul braccio, la spalla, il collo e.. James?!
Grugnisco, passandomi una mano sugli occhi. Mi sento come se mi fossi appena risvegliata da una sbronza colossale.
Ok, stai calma Chastity. Cerca di ricordare.
La giornata passata sembra infinita.
Ho un flash-back fulmineo del sorriso gentile di Louise.
Ma sì. Certo. Io, Mary Anne e Lily siamo andate da Louise.
Per parlare di Tom, ricordo, con uno sgradevole crampo allo stomaco.
Lily è scappata, questo me lo ricordo.
Siamo andate a Bandcourt Park e poi ... In gelateria, giusto?
Ho stampata nella memoria la precisa sensazione delle unghie di Mary Anne affondate nella mia schiena.
I ricordi cominciano a diventare confusi.
Rivedo David in piedi davanti alla mia porta.
"E lui cosa c'entra?"- penso con un gemito assonnato.
Ah, sì.
Sorrido soddisfatta. Ho baciato James mentre David strabuzzava gli occhi come un pesce.
E poi ... James ha perso il treno.
E l'ho portato a dormire nella casetta sull'albero.
E poi, improvvisamente, ricordo tutto distintamente e arrossisco.
 
"Mmm ..."- mugugna James stiracchiandosi.
Rotolo sulla pancia e mi giro verso di lui.
Ha i capelli spettinati e gli occhi gonfi ma è adorabile. Mi sorride e fa uno sbadiglio.
"Dormito bene?"- chiede con voce assonnata.
"Per niente. Credo che non mi sia rimasto neanche un osso sano” - borbotto, cupa.
James muove cautamente le gambe.
"Ti capisco. Mi sento tanto L'uomo di ferro.".
Sorrido, entusiasta:"Ti piace ‘Il mago di Oz’?".
"Da morire."- replica sorridendo in risposta.
"Anche a me! L'avrò visto trenta volte! Non la versione nuova però, quella con Judy Garland che interpreta Dorothy.".
"Somewheere, over the rainboow.."- canticchia lui con voce roca.
Faccio una risatina e poi mi sento gelare il sangue nelle vene.
Il che, a dire il vero, è una cosa assurda.
Pensateci bene: da un punto di vista strettamente fisiologico, quante volte vi può capitare davvero di sentire il sangue diventare solido e freddo come il ghiaccio?

Eppure è appena successo. Ho sentito letteralmente gelarsi il sangue nelle vene.
Scatto in piedi con un senso di nausea improvviso.
"James, i miei saranno in piedi da un pezzo! Se non mi trovano nel mio letto sono morta!"- urlo terrorizzata.
Raccolgo freneticamente le mie cose e mi preparo a saltare sul terrazzo, sforzandomi di pensare lucidamente.
"A che ora parte il prossimo treno per Pittsburgh?".
"Uhm ... Alle undici e un quarto"- risponde James, ancora mezzo addormentato.
Guardo l'ora. Sono appena le dieci.
"Perfetto. Allora io me ne torno a letto e tu rimani tappato qui fino all'ora in cui devi prendere il treno. Scendi dalla scaletta esterna e sgattaioli fuori dal giardino senza farti vedere. Dopodichè, la strada per la stazione la sai. A meno che non ci siano imprevisti particolari dovrebbe andare tutto bene."- replico, concentrata.
Mi giro per saltare quando James mi richiama.
"Chastity?".
"Dimmi.".
James sembra a disagio.
"Ecco ... Io.. Devo andare in bagno."- confessa titubante.


Appunto.
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Sentendomi molto Tom Cruise in Mission Impossible, cammino a passi felpati verso il bagno, con James alle calcagna.
"Ok"- bisbiglio, cercando di mantenere la calma -"Ti posso creare una copertura per circa ... Quaranta secondi. Fai in fretta".
"Ci vuole il tempo che ci vuole!"- soffia James, irritato.
"Non quando si tratta di una questione di vita o di morte"- lo rimbecco, severa -"Quaranta secondi. Se vuoi, puoi metterci di meno, ma assolutamente non di più.".
"Come sei generosa"- sbuffa lui ironico.
Ed è mentre penso a quale maledizione mandargli che si spalanca la porta della camera dei miei.
"Oh, no! No, no, no!"- sussurro terrorizzata.
Afferro James per il braccio e lo trascino in bagno chiudendo la porta appena in tempo.
"Chastity?“.
"Sì, mamma?"- rispondo in tono tranquillo. O almeno ci provo.
"Sei in bagno? Mi serve assolutamente."- replica lei con voce assonnata.
"NOO!"- urlo atterrita, senza riuscire a trattenermi.
"... Come scusa?"- chiede lei, attonita.
In preda al panico apro il rubinetto dell'acqua.
"E' che ... Sto.. Facendo la doccia!".
"Oh, non c'è problema! Devo solo fare pipì."- mi rassicura, abbassando la maniglia.
James mi lancia uno sguardo terrorizzato.
Ci buttiamo simultaneamente sulla maniglia, tenendola sollevata.
"Chastity? Ma hai chiuso la porta a chiave?".
"Ehm.. Sì."- rispondo disinvolta.
"E si può sapere perché?"- domanda mia madre, infastidita.
"Per pudore, ovviamente"- replico, come se avesse detto un'assurdità.
"Oh, adesso sì che è tutto chiaro. Il pudore con tua madre è una cosa strettamente necessaria"- ribatte irritata.
Inizio ad essere a corto di repliche convincenti.
Poi, il colpo di genio.
"Con la pubertà gli adolescenti si comportano in modo strano. Hai una figlia standard, accontentati!"- rispondo, in tono beffardo.
Mia madre sbuffa.
"Oh, molto divertente, Chastity. Ho una figlia standard e molto spiritosa.".
Fa una pausa.
"Diciamo che per questa volta te la cavi. Ma non permetterti mai più di citarmi senza il mio esplicito consenso.".
E si allontana per il corridoio ciabattando.
Mi affloscio sul pavimento con un sospiro di sollievo.
Sbircio dal buco della serratura.
"Ok. Via libera.".
Guardo James dritto negli occhi.
"Trenta secondi. E non fare storie.".
Ed esco dal bagno, aspettandolo sulla porta.

   
 
Rispedisco James nella casetta sull'albero e torno in punta di piedi in camera mia.
Mary Anne e Lily non sono a letto, devono essere già scese.
Entro in cucina con aria circospetta.
"Buongiorno!"- mi accoglie mia nonna con un sorriso.
Lily ha un occhio chiuso e rimesta svogliatamente con il cucchiaio nella scodella di latte. Mary Anne sta divorando un croissant alla marmellata.
"Dormito bene?"- chiedo sorridendo.
".. 'Giorno."- borbotta Lily assonnata.
Mary Anne ha la bocca troppo piena per rispondere ma mi fa un cenno con la testa.
Scuoto la testa ridacchiando e mi siedo a tavola.
In quel momento entra mia madre, che sorride a tutte e inizia a preparare il caffè.
Mia nonna si guarda in giro e lancia un'occhiata verso il soggiorno. Vede il divano, intatto e mi chiede perplessa - "Ma James se ne è già andato?".
Le faccio animatamente segno di tacere.
Per fortuna mia madre sta armeggiando con le tazze e non ha sentito nulla.
"Come dici, Margaret?"- chiede distrattamente.
Mia nonna apre la bocca per rispondere, ma la interrompo, con voce stridula:"Niente! Non voleva dire niente! Ha chiesto.. Se.. Se il caffè si è bruciato.".
"Ah, ecco!"- replica mia mamma, tutta allegra -"No, non preoccuparti devo ancora metterlo sul fuoco.".
Mia nonna mi scruta, con aria indecifrabile.
"A proposito, Margaret, non è che potresti aiutarmi? Ecco ... Ehm, come si accende il fornello?"- domanda mia madre, imbarazzata.
Ora.
Non è che non abbia proprio mai cucinato in vita sua. Diciamo che preferisce fare cucinare le rosticcerie vicino casa, per cui la sua conoscenza su alcune parti della cucina è piuttosto carente.

Fra le altre cose deve ancora capire come si accende il fornello, ecco.
Mia nonna si dirige verso di lei per aiutarla e riesce miracolosamente a far partire la fiamma al primo colpo.
Dopodichè torna a tavola e rimane in silenzio per il resto della colazione, ma continuo a sentirmi addosso i suoi occhi penetranti e indagatori.
Quando Mary Anne e Lily si avviano al piano di sopra, faccio per seguirle ma lei mi afferra per un braccio e mi ferma.
"Noi due dobbiamo fare una bella chiacchierata"- afferma, seria.
E mi trascina in salotto, senza lasciarmi il tempo di scappare via.

 
  
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