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Autore: Cinderella In Love    07/08/2010    4 recensioni
Corretto, apportati cambiamenti. Indaco dagli occhi del cielo. Immaginando il ritorno di Michele. (Seconda classificata al Return Contest 2010 indetto da 'amimy')
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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‘Meraviglioso’

 

Vivere significa nascere ad ogni istante.

La morte subentra quando il processo della nascita cessa.
(Erich Fromm)

Squilla il telefono.

 

 

«Michele, finalmente: è la settima volta che provo a chiamarti!» disse Paolo.

«Scusa, Paolo… Ma, sai, sono qui, in compagnia di una donna bellissima e...» confessò  Michele.

«Ma che è, sei scemo?! Che fai, Monica ti ammazza, se lo scopre!» si innervosì Paolo, quasi uscendo dal telefono, tanto era alto il suo tono.

«Ma…» cercò di giustificarsi l’altro.

«Ma cosa? Michele, che scuse ti vuoi inventare?!» continuò innervosito l’amico.

«Ma che bisogno c’è di inventare delle scuse?! Monica lo sa…»

«Cosa?! E com’è che mi stai parlando al telefono, allora? Cioè, com’è che sei ancora vivo?!» gli chiese sarcasticamente.

«Ma ci mancherebbe che mi uccide adesso!... Comunque, la dovresti vedere: è la fine del mondo, ha due occhi…» continuò Michele.

«Eh beh… due occhi, un naso e una bocca: che discorsi sono?!» tuonò Paolo disperato.

«Ma guarda che…» fu interrotto.

«Perché ti sento così male?» domandò Paolo.

«E’ perché ho le mani impegnate!» esclamò l’altro.

«Michele! Oddio, sei uno sciagurato e tu mi parli al telefono mentre chissà cosa fai!» urlò Paolo, in preda alla disperazione.

«Ma che hai capito?!»

«E Monica? Come l’ha presa, come sta?» si preoccupò Paolo.

«Bene! Beh…certo, un po’ stanca, ma…» venne interrotto Michele.

«Ma voi siete tutti pazzi!Tu sei con una e...»

«E ha, anche, gli occhi blu, sai?» rispose inebetito Michele.

«Un’altra con gli occhi azzurri?»

«Eh beh, se devo essere sincero, ci speravo!» confessò l’altro.

«Ma come ci speravi?! Tu una donna ce l’hai già!» gli ricordò furibondo.

«Eh beh! S’offenderanno mica se di donne nella vita ne ho due!» esclamò Michele con notevole disinvoltura.

«Devo anche mettermi a ridere? Farti un applauso, Michele?» domandò minaccioso.

«Boh… Fai tu!Ho altro a cui pensare in questo momento, però, se vuoi venire a vedere la mia bambola...’- non riuscì a terminare la frase l’amico.

«Che? Devo pure venirla a vedere? Ma non ci posso credere, sembrava andare tutto bene e invece…»

«Ma va tutto benissimo, infatti!» lo rassicurò Michele.

«Per te sicuramente!»

«Ma anche per Monica, ti dico!» ribatté.

«Eh, figurati! Te lo racconto io come ci si sente a essere cornuti!» rispose con un velo di rammarico Paolo.

«Nono, aspetta! Ma che hai capito?»

«Che stai tradendo Monica con una figa con gli occhi blu, no? La bambola…!»

«Ma secondo te io posso tradire Monica con la mia bambola: una neonata di due ore che, tra l’altro, è figlia mia!?» lo canzonò Michele, ridendo.

«’Figlia tua?’…Ma Michelino è un maschio!» controbatté Paolo confuso.

«Paolo, sveglia! Monica ha partorito!»

«E’ nato! E non me lo dici?!» ebbe il coraggio di chiedere l’altro.

«Eh…se m’avessi fatto parlare, te lo avrei anche detto!»

«Ma è una notizia meravigliosa! E com’è?»

«E’ bellissima!... Ma avevi dubbi? E’ figlia mia!» confessò l’altro con tono denso del suo scarso senso di modestia.

«Ma, allora, è  proprio una femminuccia?»

«Sì, sì, certo!! ‘A bambola!’» lo prese in giro Michele.

«E come l’avete chiamata?»

«Diletta.»

«Diletta…»- ripeté Paolo assorto- «Beh, allora, chiamo Laura e arrivo subito!»

«Ah…! Vedi che la vuoi vedere la bambola!?» rise l’interlocutore per, poi, terminare la telefonata.

 

~

 

«Ma che aveva capito Paolo?» chiese Monica ridendo, mentre teneva Michelino tra le braccia.

«Aveva capito che ti stavo tradendo con la bambola, qua presente.» mormorò lui, stringendo la manina della bimba che teneva in braccio.

«Guarda che potrei diventare parecchio gelosa…» confessò lei, ridendo.

«Ma gelosa di che? E’ uguale a te...» le rispose lui, prendendole la mano per intrecciarla alla sua.

«Eh beh... menomale, almeno lei! Guardalo qua, invece, un  Ventoni doc. fatto con lo stampo!» ribatté lei nel guardare Michelino giocare, in braccio a lei.

«Buon segno, no?» chiese lui.

«Beh, dipende!»- disse, ridendo, lei per, poi, rivolgersi al piccolino- «Mi raccomando, tesoro mio, il naso di papà no!»

«Che ha il mio naso che non va? Guarda che è un attributo che mi rende interessante!» chiarì lui, colpito nell’orgoglio.

«Ma su! Fai l’offeso? Io ti amo anche con il naso così…» lo prese in giro lei, ridendo.

 

In quell’istante, rizzarono le orecchie captando un vocio vagamente familiare, proveniente dal corridoio.

La porta si aprì di colpo, mostrando l’entrata dinoccolata e confusa di Maya, seguita a ruota da Elio e Rosa.

 

«Oddio!» esclamò Maya, sull’orlo di piangere per la commozione.

«Questa volta ce la siamo presa con comodo perché pensavano al T.p.l.d.s, al fatto che l’ultima volta ci hai fatto patire le pene dell’inferno, ecc.: < C’è tempo,quindi!>, invece ti troviamo qui che l' hai già fatta?!» chiese ironicamente Rosa.

«E che ci deve fare poverina!?» soggiunse Elio, scorgendo Monica che rideva.

«Beh, sarà l’amore…!» sospirò Maya.

«Eh...’A Elio, che gli hai fatto a questa?! Mi spaventa: era l’eroina sostenitrice de ‘una botta e via’ e, adesso, è più inibita di Biancaneve» scherzò pungente Michele.

«Guarda che anche tu non scherzi! “Non credo nell’amore, non voglio rapporti stabili,...” e, adesso, sei qui a perdere il senno con una bimba tra le braccia: chi l’avrebbe mai detto, eh?!» avanzò Rosa, con gli altri a suo seguito.

«E come si chiama questa principessa?» domandò Elio, sorridendo alla piccola in braccio al papà.

«Diletta.» dissero in coro Monica e Michele.

«Diletta?! E’ carino, ma come mai?» domandò Rosa.

«’Il mio diletto è bianco e vermiglio!'» scoppiarono a ridere i due, lasciando gli altri confusi.

«A me piace ‘Diletta’ e, poi, Elio, guarda che meraviglia! Sembra un’angioletta...» si lasciò andare ai sentimentalismi la rossa, civettando rivolta al fidanzato.

 

Monica analizzò quelle parole, fermandole in sé e facendole sue; in quell’attimo, comprese il segreto di cui Michele non aveva mai azzardato confidenza.

 

Un segno: che mediocrità, che scaramanzia!

Forse, era un pretesto: ciò che sarebbe bastato a proteggere una realtà molto vulnerabile, sgorgante con veemenza dalla purezza più estrema.

 

Una vita, nonostante l’incontro con la morte, non può trovare riscontro nella negazione della stessa.

 

La voglia di vivere non esaurisce la sua potenza, neanche dinnanzi alla fine.

Nell’indifferenza e nella mancanza di attenzione che rivolgiamo a ciò che è minuto, taciturno, fragile e privo di protezione si racchiude il  senso più profondo del ‘bello’.

Questa bellezza passa inosservata, nascondendosi all’estraneità di uno sguardo troppo fugace.

 

Dalla vogliosità, di chi non smette di stupirsi della vita, sboccia il ricordo di chi ha sognato di non morire, pur accettando che la fine vera esistesse.

 

E a chi rimane, a chi sente, a chi vede, a chi soffre, a chi tace è data la missione di riscoprire dove cercare un ricordo da portare con sé, per mezzo della propria esistenza.

 

Monica aveva capito: il ‘Blu’ non azzarda, non scherza; il Blu sceglie, il Blu vuole.

 

Dare adito alle fatalità, potendo giostrare la vita, per ‘quelli lassù’ non era opportuno.

 

Gli sguardi di Monica e Michele si incrociarono per un istante di profondo e, forse, bastò; quella verità rimase custodita nel magnanimo ed affidabile silenzio.

 

Monica sorrise, incontrando Michele e i suoi occhi.

 

Si rivolse a Maya e, con naturalezza ed una lieve risata, affidò al vento la prova dell’avvento della sua consapevolezza.

 

<‘Angelo’> (?)

 

«Ma chi ti dice che non sia caduta dal cielo?»

 

In quel momento…

due piccole mani bianche si agitavano, due occhioni blu sgranavano la loro luce; tutto questo, nell'osare il tocco dell'aria : nella sorpresa di scoprirsi vivi al Mondo.

 

La morte si vince con la vita. La morte si dimentica vivendo.

La morte si perde davanti a una rosa che sboccia, a un bimbo che nasce.

 

Nascere, piccolo, è cadere nel tempo.
(Maria Cvetaeva)

 




***

Eccoci alla fine!
Che dire?! Se non che è stata un'avventura, quando ho iniziato non avevo affatto idea di cosa sarebbe stato e voi che avete letto,che avete commentato mi avete aiutato ad avere la voglia di scriverlo per me e per voi. <3
Quindi non posso fare altro che ringraziarvi tanto tanto tanto tanto tanto tanto e ancora perchè siete state fantasticheee e ne approfitto per dire pubblicamente che vi adoro!

Spero vi sia piaciuta la storia tutto sommato e che vi piacere il capitolo qui di seguito, che è anche l'epilogo!Per chi non si è stufato di me, posso garantire che continuerò a scrivere su questo fandom,anzi, ho 'Quello che le donne non dicono' in corso, una raccolta di sette brani minimo per un contest in cantiere (e lo vedrete prestissimo, se lo vorrete ovviamente), due one shot assicurate (una su Cristina e una su Monica e Michele-ma guarda un po'!Proprio insolito xD-) e altra roba con cui non vi tedio ulteriormente!
Ringrazio Music Addicted,Ray e Claudia infinitamente per le ultime recensioni <3 ^^ *_____________*
   
 
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