Uao, ero tanto presa dalla scrittura della
fic su MJ da scordare quasi l’aggiornamento o__ò
xD
Aw, finalmente tocca ad Axel! Questa è stata una delle prime idee che mi
sono venute in mente. Pensate che addirittura per rendere bene il personaggio
mi sono rivista apposta il corrispondente film Disney. xD
Spero perciò di averlo reso almeno un po’ simile all’originale,
perché personalmente mi fa morire.
LOL! Capirete la battuta leggendo di chi si tratta x’D (E vi anticipo la
presenza di shounen-ai. Perché l’AkuRoku è CANON. u.u <3)
Citazione iniziale tratta
da un anime poco conosciuto, ma che merita davvero. Occasione per fare un po’
di spam xD
Ringraziamenti alle
recensioni:
Dany92: Mi fa piacere che la shot ti sia piaciuta anche se era molto meno ‘leggera’
delle altre *-* Stai seguendo anche la seconda serie di KS?! Io ho guardato i
primi due episodi con l’amaro in bocca – giuro che odio Alois
è__é – ma anch’io appena visto il viandante ho avuto
un lieve sospetto, che è diventato certezza con la scena della macchia
invisibile sul piatto xD Solo lui avrebbe potuto essere così preciso!! (Domanda random che non c’entra un tubo: qual è il tuo
personaggio preferito? Io amo Undertaker *-* È
un grande, semplicemente un grande.) Ti auguro una buonissima vacanza! E ti
aspetto! ^^
Sarephen: O mio Dio, ma io ti adoro. No, dai, non mi merito tanti complimenti. o///ò
Sono felice che ti sia piaciuto anche lo scorso capitolo; come dicevo Saïx per me era un personaggio un po’ oscuro, ma
in qualche modo anch’io ho compreso il suo ‘attaccamento alla causa’,
lo scopo che lo muoveva, e difatti ho voluto concentrarmi su questo piuttosto
che su qualsiasi altro aspetto del suo carattere. Sono orgogliosa e lusingata
del tuo commento, pensavo di aver fatto un pasticcio. ^^’ Grazie ancora,
non ho parole per esprimerti la mia gratitudine. Ti abbraccio. <3
Grazie anche a tutti i
lettori e… buona lettura!
Prompt: #4. Revenge
Rating: Giallo
Genere: Drammatico
Ambientazione: Dopo la fuga di Roxas
e prima di Kingdom Hearts
II
VIII
Odiare
ed essere odiati: non mi piacciono queste cose.
{ Ghost Hunt }
Gli
ultimi Disertori finiscono di volatilizzarsi in nuvole nere e sul Monte Olimpo
è di nuovo il silenzio tipico del dopoguerra, del momento in cui i sopravvissuti
si guardano intorno tra le macerie.
Axel abbassa i Chakram e pensa che è proprio quella la parola
giusta per definire il suo essere. Macerie.
Non si sarebbe mai aspettato di arrivare a
questo punto, di sentire il fuoco implodere e divorare quel poco che gli resta
dentro. Ma da trecento giorni o poco più, da quando ha iniziato a
provare quelle cose che gli sono
sembrate così vere, in lui è stato un continuo alternarsi di
costruzione e distruzione, di fiamme e di ceneri. E adesso non resta più
niente, perché lui se
n’è andato e si è portato via tutto.
Rivolge ancora un ultimo sguardo
spassionato allo stadio ormai deserto, prima di voltare le spalle e tornare sui
suoi passi.
Un’altra missione compiuta, e un
altro giorno vuoto.
« Sorprendente. »
La voce lo riscuote e lo rimette in allerta
– ma dopotutto gli Heartless non parlano.
Quando il suo sguardo si posa di nuovo sull’arena, in un punto in cui
prima non c’era altro che un attrezzo per il sollevamento pesi ora
è disteso, gambe accavallate e braccia dietro il collo, un tipo che
sembra volerlo divorare con gli occhi.
« Francamente pensavo di essere io il
sovrano delle fiamme, ma dopo averti visto all’opera comincio a chiedermi
se tu non sia un mio lontano consanguineo, ragazzino. »
Non è una persona comune, lo si
deduce da molti particolari. In primo luogo il fuoco azzurro che gli scaturisce
dal capo e dalle spalle, e che dà un senso alle sue parole che forse
tanto ironiche non sono. E poi i denti aguzzi, la carnagione grigiastra, il
fatto che non è davvero disteso sulla panca per i pesi ma piuttosto vi
fluttua al di sopra. Non è un Heartless, ma
non è neppure un essere umano.
Axel non abbandona la
posizione di difesa, mentre gli risponde in tono altrettanto pungente.
« Mi spiace, non ricordo molto della
mia famiglia. Ma non credo di avere nessuna parentela con uno capace di
levitare. »
Il sorriso dello sconosciuto, se possibile,
si fa ancor più malizioso e lupesco.
« Fuoco nelle armi e nel tono. Sei
proprio come mi hanno detto che fossi. Bene, benissimo. » Si tira su a
sedere; una nuvoletta di fumo bluastro, e Axel se lo
ritrova improvvisamente accanto. « Io sono Ade, il dio dei morti;
incantato. Che ne dici di scambiare due parole con me, mio focoso amico?
»
Lo guarda di sbieco. Non sembra mosso da
buone intenzioni, ma ciò che ha da dirgli non costituisce per lui alcun
interesse. Abbassa nuovamente le armi e sfugge alla sua vicinanza.
« Dico che non se ne fa niente. La
mia missione non comprende anche te. »
Il tizio che si proclama dio dei morti
stringe gli occhi; le fiamme azzurre che lo ricoprono sono attraversate da un
lampo rosso. Ma l’istante successivo il sorriso appuntito è
tornato al suo posto e una nuova nuvoletta lo riporta di fronte ad Axel, già lontano di un paio di passi.
« Andiamo, rosso, non essere tanto
schizzinoso. Tu mi interessi molto, sai? Ho sentito molto parlare di te e penso
proprio che potremmo andare d’accordo. »
« Pensi malissimo, amico » e
ancora una volta lui lo aggira al pari di una buca del deserto di Agrabah.
« Credi? Eppure io sono convinto che
la tua rabbia è ciò che fa per me. »
Stavolta ha parlato alle sue spalle, senza
cercare un nuovo contatto visivo, con la voce di chi vende un salvagente a uno
che sta annegando.
Lui si ferma.
Regola
numero uno: non dare mai le spalle al nemico, ha sentito dire più volte,
in quella stessa arena in cui si trovano adesso, dalla bocca del piccoletto che
allena gli eroi. E anche se l’essere infuocato non sembra essere un vero nemico, anche se le sue parole
sembrano promettere un interesse sincero, Axel non
riesce ancora a rinfoderare i Chakram che gli pendono
inerti lungo i fianchi.
« La mia non è rabbia »
obietta, ma la voce tremante lo tradisce.
« Oh, sì che lo è.
» Il tono di Ade gronda soddisfazione e suona come il miele versato sullo
zucchero. Gli si avvicina, posando le mani sulle sue spalle; mani gelide come
il fiato che gli soffia nell’orecchio, nonostante il fuoco che lo
circoscrive come un’aura. « Tu possiedi la rabbia delle fiamme,
piccolo Axel, quella che divora tutto si trovi sulla
sua strada e non lascia tracce. Se mai mi capitasse di dover morire, tu saresti
l’unico erede che vorrei vedere sul mio trono. »
« Ti sbagli. »
« Mi sbaglio? Solo perché non
hai un cuore, pensi che ciò che senti sia solo un riflesso di quella
forza distruttrice? Per l’oltretomba, figliolo, eppure dovresti saperlo
che il tuo piccolo Spruzzetto di Sole ti ha dato la
capacità di provare ancora qualcosa.
»
Axel si muove alla
velocità della luce. Senza spostarsi di un passo lascia andare un Chakram, gli afferra una mano e la gliela torce verso
l’interno, ruotando il polso cadaverico su se stesso. Ade grida di
sorpresa e dolore e molla la presa sulle sue spalle.
« Ti ho detto che ti sbagli »
ripete Axel, tranquillo, come se non stesse cercando
di stritolargli la mano ma fossero semplicemente immersi in una conversazione
sulle previsioni del tempo.
E non
chiamarlo in quel modo ridicolo.
Per la terza volta il dio evapora nel
solito fumo grigio-azzurro, sottraendosi alle sue dita chiuse quasi a pugno; si
rimaterializza di fronte a lui, a distanza di
relativa sicurezza, e il fuoco blu è nuovamente percorso da fuoco rosso.
« Vedi di non giocare con me,
ragazzino, e rifletti. Rifletti bene. » Mentre si calma e i suoi occhi
tornano calcolatori e la voce ridiventa complice, anche le fiamme recuperano il
colore freddo. « Di cosa senti maggiormente il bisogno? Di un cuore. Cosa
devi fare per averne uno? Sfruttare un moccioso che combatte quelli come te con
una chiave gigante. Ma cosa ti renderebbe ancora più completo,
più realizzato, alla fine,
quando sarai arrivato dove vuoi arrivare? La
vendetta. E se uniamo le forze, tu ed io possiamo ottenere la migliore
vendetta, quella data dalle ceneri dei resti di chi ostacola la nostra strada.
» Il sorriso si allarga, i denti da squalo occhieggiano di promesse.
« Sai che è così, Axel. Sai che
il tuo desiderio più profondo in questo momento è vendicarti di
quel moccioso e di tutto ciò che ti ha portato a questo. A perdere il tuo Spruzzetto
di Sole. »
Il colpo che Axel
sferra al volto esangue di Ade è lo stesso con cui una fiamma si
impossessa di un corpo estraneo.
Il dio cade sul dorso, portandosi le mani
agli occhi. Axel resta a lungo immobile al suo posto,
sovrastandolo, i Chakram ancora tesi e pronti ad un
eventuale nuovo attacco.
Non
chiamarlo in quel modo ridicolo.
« È evidente che sei il dio dei
morti. Se fossi un uomo capiresti. »
Ade si scopre il viso e ricambia il suo
sguardo, ansante. Lui lascia ricadere le braccia, riprende a camminare e lo
supera, raggiungendo in pochi istanti il corridoio oscuro aperto appena
all’entrata dello stadio.
Parla con la voce del rimpianto, e parla
soprattutto per se stesso.
« Ci sono vuoti che neppure la
vendetta può riempire. »
Prima di varcare quel passaggio tra i
mondi, si volta a guardare un’ultima volta il dio ammutolito, ancora disteso
a terra, gli occhi gialli e vuoti fissi su di lui.
Gli rivolge un sorriso beffardo e si porta
due dita alla tempia, in gesto di ironico saluto.
« Got it memorized?
»
Il varco si richiude sulla nuova
trasformazione di Ade e sulle lingue di fuoco ormai decisamente scarlatte che
s’irradiano da lui.
È buffo, ma senza volerlo quel
pagliaccio gli ha suggerito un modo per imparare di nuovo a ricostruire dalle
macerie.
Invece di distruggere Sora, andrà da
lui per poter rivedere Roxas.