Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: alaal    11/08/2010    1 recensioni
Tutti sanno a memoria il contenuto del primo capitolo dei Pokémon visto in tv. Ma che succederebbe se l'episodio fosse traslato in chiave di lettura... e se il punto di vista fosse di qualcun altro?
Genere: Commedia, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pikachu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Pokemon Prima Serie - Indigo Plateau'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed eccomi qui, insieme a questo ragazzino, nell’aperta campagna nei dintorni di Biancavilla. Qui, una volta, ero libero. Potevo correre, saltare, mangiare a sazietà, respirare l’aria buona… vivere, insomma. Ora mi ritrovo legato con una cordicella “per stendere i panni”, quasi come fossi un pacchetto postale. Il mio allenatore, finalmente vestito con abiti decorosi, mi trascina con sé. Ora ha indosso un cappellino rosso con la parte anteriore bianca; un gilet blu dalle maniche e dal colletto bianchi; una t-shirt nera; dei jeans azzurri; una cintura di cuoio; delle scarpe da ginnastica bianche. Ah, indossa inoltre quegli stupidi guanti di gomma rosa. Che stupido, pensa davvero di isolarsi dalle mie scosse elettriche, non ha ancora capito con chi ha a che fare. Ora ci troviamo su per una salita, diretti proprio in aperta campagna. Io voglio slegarmi ed andarmene, ma il ragazzino, testardo come un mulo, insiste a trascinarmi con sé. Io mi impunto e conficco gli artigli delle zampe posteriori nel terreno, ma non c’è niente da fare. Ah, beata libertà… sento già una nostalgia assurda.
Finalmente si ferma, l’allenatore. Ci troviamo a percorrere un sentiero brullo, delimitato da alcuni strapiombi che si affacciano su lussureggianti distese di erba, che si perdono a vista d’occhio. All’improvviso, percepisco un sospiro: vedo il mio allenatore abbassare leggermente il capo. Poi si gira verso di me, leggermente stanco e tirato in volto.
-Pikachu…hai intenzione di fare così per tutto il viaggio?- Fosse per me, caro mio, potresti fare da solo questo viaggio. Io non ho alcuna intenzione di accompagnarti. Si avvicina verso di me e si inginocchia, guardandomi dritto negli occhi. Io, però, ho voltato lo sguardo da un’altra parte, risentito.
-E’ forse perché non ti piaccio?- Din-don! Risposta esatta, amico!
-Beh, tu invece mi piaci molto! – faccio finta di non sentirlo, mi gratto un po’ – e dato che sei il Pokémon che sto addestrando – mi do una leccatina su una zampa, indifferente – non potresti essere più carino, aprire la bocca e dirmi che cosa c’è che non va?- Aprire la bocca? Ecco qua, apro la bocca, spalancata. Più aperta di così, amico, mi spacco la mascella!
-Ehm… non è esattamente quello che intendevo…non sai dire altro che il tuo nome?- Sai, caro, io soffro di amnesie frequenti… se qualcuno mi chiedesse come mi chiamo, me lo ricorderei immediatamente. Mi limito ad annuire, comunque.
-D’accordo, ma visto che sei un Pokémon, dovresti comportarti come tutti gli altri ed entrare nella sfera Poké, proprio come dice il PokéDex!- Dalla tasca dei suoi pantaloni estrae quell’affare rosso donatogli dal vecchio, lo apre ed una lucina azzurra, situata all’estremità superiore sinistra di quel coso, inizia a lampeggiare, a ritmo con la voce robotica del PokéDex, o come diavolo si chiama. Sullo schermo nero appare inoltre l’immagine di quella disgustosa prigione per Pokémon, la Poké Ball.
In fase di addestramento, un Pokémon normalmente sta dentro la sua sfera Poké.” L’allenatore mi guarda e mi sorride, convinto di avere avuto ragione sulla questione.
-Hai sentito?- Io non sono per niente d’accordo. La spiegazione del PokéDex, sì insomma di quell’affare rosso, non è finita. Premo il tasto Play sul coso elettronico e la voce elettronica prosegue nel suo racconto.
…però ci sono eccezioni. Alcuni Pokémon detestano stare rinchiusi.” Già, proprio come me. Mi indico addirittura, per dare maggiore enfasi alla mia antitesi. Il ragazzino, però, non sembra molto convinto della spiegazione dell’affare rosso (che mi sembra molto più saggio del mio pseudo-allenatore) e ritira quell’infernale aggeggio parlante nella sua tasca.
-Sì, d’accordo.- Sorridendo, il bambino avvicina le sue mani alla cordicella che mi tiene legato come un salame e mi libera dalla prigionia in cui mi ero ritrovato.
-Ecco, forse così andrà meglio. E mi tolgo anche questi.- La cordicella cade in terra. Il ragazzino, inoltre, getta a terra i suoi insulsi guanti di gomma. Sprezzo del pericolo, non c’è che dire. Avvicina un dito verso di me, con fare (a suo dire) amichevole.
-Come va, ora?- Come va? Come prima. Non è cambiato nulla. Io continuo a snobbarti, bello, dovrai capire prima o poi che tu non mi piaci affatto. Ti volto di nuovo la testa.
-Non va bene neanche così?- Finché sarai nei paraggi, niente andrà bene. Mi limito ad annuire, nuovamente. Lo pseudo-allenatore sospira, convinto di avere a che fare con una testa dura. Ve l’ho detto, io con i bulletti non vado affatto d’accordo.
La nostra attenzione è catturata da un qualcosa muoversi celermente tra i cespugli verdi dell’immensa prateria, dietro alle nostre spalle. Poco più in là, infatti, un Pidgey sta tranquillamente razzolando in terra alla ricerca, probabilmente, di qualche vermicello bello grasso di cui nutrirsi. Ash, tutto emozionato alla vista di quel Pokémon (che non avrà neanche tre mesi di vita, talmente è giovane), estrae nuovamente l’affare rosso che ha usato poco prima per incastrarmi per farmi tornare nella sfera Poké.
-E’ un Pidgey!- La voce del coso robotico torna nuovamente a gracchiare, puntato sul Pokémon volante.
Il Pidgey è un Pokémon volante. Tra tutti i Pokémon volanti, è il più mansueto e il più facile da catturare. È perfetto per verificare le abilità del Pokémon di un allenatore principiante”. -Ma è fantastico! Che fortuna!- Con un colpo secco, il ragazzino chiude il PokéDex e lo riposa nella tasca. Che vizio, quello di mettere e togliere quell’affare rosso nella tasca. Mi guarda e, con un sorriso, il bambino mi parla.
-Pikachu, vai a prenderlo, è il tuo momento!- Non se ne parla, bello. Io ti snobbo, non ti sento! Il ragazzino, leggermente arrabbiato con me, mi parla con un tono un poco più nervoso.
-Arriverà il giorno in cui mi dirai di sì?- Sese. Aspetta e spera, amico.
-E perché no?- Io non ti aiuterò di certo ad imprigionare altre creature in quelle prigioni semoventi. Anzi, sai che faccio? Mi allontano e mi vado ad appoggiare sul ramo di un faggio lì vicino. Voglio proprio vedere che cosa riuscirai a fare, maestro di Pokémon! Uuuh…. Sbadiglio a bocca aperta. Mi sembra ovvio, questo ragazzino mi sta annoiando. Da sotto, l’allenatore col cappello aggrotta le sopracciglia e, risentito dal mio comportamento irriverente, risponde per le rime alla mia decisione di accomodarmi su un tronco abbastanza alto da terra.
-Ok, ho afferrato il messaggio. Non voglio il tuo aiuto, non mi serve, posso prendere quel coso da solo vedrai!- Ah ah, staremo a vedere. Però, sembra davvero convinto di potercela fare. Con un gesto di stizza, scaraventa il suo zainetto verde contro la base dell’albero, ma non si è accorto che la cerniera del suo sacco è aperta. Noncurante di questo dettaglio, mi volta le spalle e prende qualcosa da dietro il suo gilet, all’altezza della cintura, poco sotto la sua schiena. Ne estrae una delle sue sei prigioni semoventi e la mostra al Pidgey, che nel frattempo continua incurante a razzolare in terra.
-D’accordo, mi sono impegnato a prendere tutti quanti i Pokémon del mondo, perciò mi devo dare da fare se voglio diventare il numero uno fra i maestri di Pokémon!- e detto questo, toccando il cerchio bianco della Poké ball, dapprima minuscola, essa si ingrandisce, raggiungendo una dimensione tale da eguagliare una palla da baseball.
L’allenatore la protende verso il minuscolo Pidgey e, con voce stentorea, dice: -Goditi gli ultimi attimi di libertà, Pidgey, perché ormai sei mio!-. Poi, con grande sicurezza di sé, afferra con una mano la visiera del suo cappellino e fa in modo tale da portarsela indietro, permettendo alla cerniera in plastica del berretto di stare proprio sulla sua fronte. Per qualche istante ancora osserva la sua preda e, con un grido quasi allucinante, lancia finalmente la trappola per il povero Pokémon volante.
-Sfera Poké, vai!!- La Poké ball volteggia nell’aria, roteando su se stessa. -Gotta catch’em all!- Finalmente la sfera Poké tocca il suo obiettivo e Pidgey, proprio come accaduto al mio amico Rattata, scompare in un bagliore rosso. La Poké ball si apre, inglobando quella luce rossa, e si richiude con un sonoro CLAC. La Poké ball, terminata quell’operazione, cade a terra. Nel frattempo, il mio allenatore, convinto di avere effettuato la cattura, si entusiasma e festeggia il suo primo successo con uno schiocco di dita.
-Ce l’ho fatta!- Ma ha fatto i conti senza l’oste. Con sua somma incredulità, non si è accorto che la Poké ball ha iniziato a tremare ed a dondolare. Ash, comunque, è convinto di essere riuscito a catturare il suo Pokémon, ma dolente per lui, ciò non accade! La sfera Poké si riapre e finisce tra le mani del basito allenatore. Il Pokémon catturato, con un bianco flash, riappare ai nostri occhi e, spaventato e lieto nello stesso tempo per essere sfuggito alla cattura, fugge favorito dall’erba alta, nascondendosi. Il ragazzino sembra essere molto deluso da quanto è successo. -Oh… mi è sfuggito.- Ah, ah, ah! Non ho mai visto niente di più divertente! E sono contento naturalmente per Pidgey, che è riuscito a liberarsi. Affranto, il bambino riprende per l’ennesima volta il coso rosso, che torna a parlare.
Per catturare un Pokémon, è necessario far combattere il proprio Pokémon con quello che si desidera prendere!” L’allenatore col cappello non sembra molto contento dell’affermazione del PokéDex e, con voce accorata, pronuncia: -E adesso me lo dici?-
La brutta figura appena successa e la figura da stupido con il PokéDex mi fanno letteralmente sbellicare dalle risate. È troppo divertente questo bambino! La sua ingenuità è al limite dell’incredibile! Stizzito dalle mie (ovvie) risate, il ragazzino si volta verso di me e grida: -Ma insomma, perché devo fare tutto da solo?- Il suo sguardo, comunque, non resta appiccicato a lungo su di me, perché qualcosa ha catturato la sua attenzione. Torna ad osservare il suo zaino e, con un sorriso, esclama: -Mi è venuta un’idea!-
Afferra la maglietta del suo pigiama e lo tiene davanti a sé. Inizia a sgattaiolare lungo la prateria, allontanandosi poco a poco da me. Ha puntato verso un altro Pidgey.
-Okay… sta buono, piccolino… non hai nulla da temere…- Si ferma appena il Pidgey volge lo sguardo su di lui. Ma dico, crede davvero di riuscire ad imbrogliare un Pidgey con un trucco così vecchio? Bisogna essere davvero stupidi!
-Ciao… piccolo amico…- con uno scatto secco, si getta sul Pokémon volante, lui con la sua maglietta. –Scusa tanto, amico!!- esclama, mentre ricopre l’inerte Pidgey con il suo pigiama. Riesce nell’intento, ma qualcosa non va per il verso giusto. Dei colpi convulsi dati da Pidgey al pigiama fanno immediatamente vedere i sorci verdi ad Ash, il quale lotta strenuamente per tenere incollati i bordi del suo (logoro) pigiamino a terra. La lotta tra umano e Pokémon non dura molto, perché qualcosa di molto grottesco accade: come fosse un palloncino, la maglietta si gonfia dall’interno e Ash, colpito all’improvviso da una forte folata di vento, vola via con la maglietta del suo pigiama.
-Ah.. aiuto!! Aiutoo!- Viene scaraventato diversi metri più in là. Il ragazzino si rimette seduto e, leggermente confuso, cerca con gli occhi il Pokémon volante.
-Ma che cosa è successo?- Il PokéDex, dopo questa ennesima brutta figura, si riaccende, sentenziando i motivi dell’insuccesso del mio pseudo-allenatore.
Il Pidgey ha il potere di scatenare dei tornado e di creare tempeste di sabbia!” Neanche il tempo di dire “che cosa?” che il ragazzino viene puntualmente investito da una forte tempesta di sabbia. Pidgey, nel frattempo, si solleva in aria, volteggiando e vola via dal punto in cui era stato catturato dalla maglietta di Ash. Quando la folata di sabbia si dissolve, vedo il mio allenatore completamente ricoperto di terra e sabbia. Ciò è davvero divertente! Molto grottesco, direi!
-Credo che non sia il mio giorno fortunato…- Non posso fare a meno di ridere, questo ragazzo più va avanti nei suoi tentativi di catturare (come dice lui) un Pokémon, più mi fa ridere. Qualcosa di buono in fondo c’è in lui. Mi volge uno sguardo infuocato, vedendomi ridere, ma ancora una volta il suo sguardo è attratto dal suo zainetto, perché sta iniziando a muoversi convulsamente da solo. Noto anche io che lo zaino si muove da solo… ehm, no, è stato preso di mira da un Rattata che sta rovistando in cerca di cibo. Lo conosco quel Rattata, è il cugino del mio amico catturato qualche giorno fa dal vecchio di Biancavilla.
-Ehi!- Il ragazzino grida per spaventare il Rattata e ci riesce. Corre verso il suo zainetto, gridando e sbraitando: -Lascia stare il mio zaino, sai?!- Ma quando arriva alle prossimità del suo zainetto verde, il Rattata, lesto come un fulmine, ha già oltrepassato la collinetta, scomparendo alla nostra vista.

Wow! Non è molto semplice seguire la storia dell'anime a contemporaneamente riportarla su pc, scrivendone i pensieri di Pikachu. Ma sono contento, sta venendo fuori un bel racconto! Spero che anche voi la pensiate allo stesso modo! Ciaoooo! ^__^
P.s. Mana solo una parte, la più lunga, ed è terminato il capitolo
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: alaal