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Autore: Elelovett    11/08/2010    4 recensioni
Wonderland è nel panico: qualcuno ha rubato la crostata della Regina Rossa e Iracebeth è disposta a tagliare più di una testa per arrivare al colpevole! Il Cappellaio si improvviserà detective...Tra fanti sospettosi e gatti golosi niente è come sembra! Questa è la mia prima fic in assoluto...Commentate, anche negativamente, voglio sapere cosa ne pensate!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sera e intorno alle tavole apparecchiate nel bel mezzo della foresta erano state appese agli alberi lanterne colorate. Vicino alle pietanze, per meglio illuminare, erano state catturate nei barattoli migliaia di lucciole. Al banchetto era presente tutta la corte della Regina Rossa e alcune guardie controllavano il perimetro, infatti Tarrant e gli altri spiavano tutto da un cespuglio vicino.

- Quanta gente!- commentò il ghiro mentre il leprotto sbavava alla vista dei numerosi pasticcini.

Le rane-maggiordomo erano state incaricate di fare da musicisti e improvvisavano una melodia con degli sgangherati strumenti musicali a forma di cuore.

La regina si aggirava raggiante a braccetto di Stayne che al contrario sembrava inquieto. Qualcosa disse a Tarrant che il fante non aveva ancora trovato il colpevole. Infatti sentì la regina bisbigliare:

- Avevi detto che per il banchetto mi avresti portato la testa del colpevole!

- Maestà- tentò di spiegare Stayne- le guardie stanno setacciando tutto il regno mentre sono qui, e quando riterrete i miei servigi superflui mi allontanerò per unirmi a loro e smascherare il ladro una volta per tutte.

- Per quanto mi riguarda puoi anche andare! Voglio solo quella testa!- esclamò Iracebeth indispettita allontanandosi.

Il fante alzò gli occhi al cielo e si diresse a parlare con una delle guardie che controllavano il perimetro. Il Cappellaio sussurrò:

- Bene, andiamo!

Lasciarono la loro postazione e si addentrarono nella foresta, stando attenti però a non allontanarsi troppo. Per fortuna riuscivano ancora a sentire in lontananza la musica del banchetto. Erano arrivati in un punto in cui gli alberi, posti in cerchio, formavano un piccolo spiazzo dominato da un masso piuttosto grande.

Mally esclamò:

- Questo posto è perfetto! Coraggio, metti la crostata.

Mentre il Cappellaio tirava fuori dal paniere il dolce e lo appoggiava sul masso spiegò:

- Il ladro potrebbe arrivare da qualsiasi parte. Leprotto, vai a snud, di là, e nasconditi bene tra i rovi. Se senti qualcuno passare di là seguilo senza farti vedere. Mally, tu farai lo stesso, ma ti apposterai da quella parte, più lontano da qui. Io starò nascosto proprio in quei cespugli vicino agli alberi, così da vedere in faccia il marrano: da l’ vedrò bene la roccia e la torta e lo coglierò con le mani nel sacco.

Mallymkun chiese:

- E chi ci dice che è lo stesso ladro che ha rubato la crostata della regina?

- Già!- sbottò il leprotto.

Tarrant rispose:

- Il banchetto è pieno di gustose pietanze che si possono sgraffignare facilmente, specie se sei una creatura dei boschi. Le guardie non se ne accorgerebbero nemmeno…Quindi perché addentrarsi proprio fin qui per una torta quando puoi avere un intero pic-nic? No, chi verrà qui è qualcuno veramente ossessionato dalle crostate, alias il nostro uomo.

Sentirono dei fruscii, probabilmente un gufo. Ma questo bastò ad allarmarli.

- Presto- esclamò Tarrant- il profumo si sta già spandendo. Raggiungete le postazioni!

I tre si separarono e il Cappellaio si acquattò nei cespugli; era emozionato all’idea di catturare il colpevole ma aveva anche paura che la Regina Bianca avesse fatto male i suoi calcoli. Dai rami riusciva a vedere chiaramente il dolce, colorato e profumato. Aspettò.

 

Il leprotto marzolino, inquieto come suo solito, faceva su e giù di fronte ad una fila di alberi, lontano dalla crostata quanto Tarrant gli aveva detto. Davvero il colpevole poteva passare di lì? Di certo non avrebbe fatto passare nessuno!

All’improvviso sentì un fruscio sopra la sua testa e gridò tremando:

- Chi va là?!?

Il fruscio si trasformò in una nuvola di fumo e apparve lo Stregatto.

- Bene! Ti ho beccato gattaccio!- esclamò il leprotto.

Il gatto sbadigliò e poi riprese il suo consueto sorriso:

- Calmati mio caro…Non si può svolazzare nel bosco adesso?

- No- rispose secco il leprotto- non se si è un ladro di crostate.

Lo Stregatto scoppiò a ridere:

- Ancora con questa storia? Aspetta…Credevi davvero che fossi qui perché sono il ladro? Io vado e vengo come mi pare e piace, quando voglio, da secoli!

Mentre parlava faceva sparire le zampe e roteare la testa.

Il leprotto spiegò:

- Sei qui perché hai sentito il profumo della crostata che abbiamo piazzato nel bosco per attirare il ladro!

- Uh, allora è questo il vostro brillante piano!- disse lo Stregatto ironico, cercando di superare il leprotto.

Ma l’altro gli sbarrò la strada. Il gatto sospirò:

- Senti carino, non ho sentito nessun odore, mi facevo i fatti miei, e a dir la verità ho già fatto scorpacciata di prelibatezze al banchetto e non vorrei una torta neanche se me la regalassi.

Il leprotto si arrese e sbuffando si sedette sul prato. Il gatto scomparve e si materializzò poco dopo accanto a lui.

- Però…- disse strascicando le parole- Forse là al banchetto ho visto qualcuno sospetto…Qualcuno che si è addentrato nel bosco.

Il leprotto lo guardò interrogativo.

 

Era passata mezz’ora e del ladro nessuna traccia. Tarrant si stava quasi appisolando dietro i cespugli. Per un attimo diede le spalle alla radura e si mise a ricamarsi i pantaloni, cosa che era abituato a fare per passare il tempo da quando Alice era tornata nel mondo di sopra. Poco dopo sentì distintamente dei passi dietro di lui e un brivido gli corse lungo la schiena. Non osava voltarsi, come se avesse avuto paura di scoprire finalmente il colpevole. "Che sciocchezze stai pensando, Tarrant! È il tuo momento!" pensò deciso. Ripose in tasca l’ago e il filo e lentamente si voltò verso i cespugli. Scostò i rami, fece un bel respiro e guardò.

Era allibito, incredulo, esterrefatto, e allo stesso tempo gli veniva da ridere. Restò a guardare per essere sicuro che non stava sognando: chino sul passo a mangiare la crostata c’era il fante di cuori. La stava letteralmente divorando, prendendone grandi manciate con le mani e sbriciolando dappertutto. Era uno spettacolo ridicolo e Tarrant avrebbe dato qualsiasi cosa perché la Regina Rossa fosse lì a godersi la scena. Senza potersi più trattenere uscì dai cespugli dicendo:

- Ma che cavolo…?

Stayne si accorse di lui e sbiancò all’improvviso. Sul suo volto si poteva leggere il terrore più puro, terrore che contrastava con la sua faccia sporca di marmellata. Che umiliazione! Si alzò in piedi e sguainò la spada. Il Cappellaio si mise a ridere e il fante divenne scarlatto. Che cosa poteva ribattere? Qualsiasi cosa avesse detto o minacciato sarebbe risultata assurda date le circostanze: era stato preso nel sacco.

- Non ci posso ancora credere!- esclamò Tarrant cercando di smettere di ridere.

Stayne cercò di riassumere un po’ di dignità:

- Lo trovi davvero divertente Cappellaio?

Ma intanto abbassava la spada, sentendosi un pagliaccio. Lui, il fante di cuori!

Tarrant aveva smesso di ridere, ma sorrideva:

- Togli quella spada Ilosovic Stayne…Ti ho colto in fallo ormai.

- Ah, davvero?!- gridò Stayne puntando di nuovo l’arma contro di lui, disposto a ucciderlo pur di farlo tacere.

Ma in quel momento arrivò il leprotto, seguito dallo Stregatto. Stayne li vide e impallidì ancora una volta.

- Ops!- esclamò sorridendo beffardo il gatto.

Non poteva ucciderli tutti, tantomeno quella bestia che appariva e scompariva di continuo. Avrebbe spifferato tutto però! Stayne si decise ad infilare la spada nel fodero:

- E va bene Cappellaio, hai vinto. Sono io che ho rubato la crostata. Che cosa vuoi ora?

- Direi che la soddisfazione e lo spettacolo che hai dato bastano e avanzano. E mi sbaglierei, perché voglio di più. Voglio la verità.

Stayne sospirò e si guardò i guanti sporchi. Poi spiegò amareggiato:

- Io adoro le crostate, è più forte di me. È sempre stato così, e la Regina non lo sa. Passavo di fronte al tavolo del banchetto e l’ho vista incustodita…Non ho potuto resistere, chi credeva che lei se ne sarebbe accorta? Invece è scoppiato il putiferio, e -scoppiò a ridere- indovinate chi ha messo a capo delle indagini? Me! Ah, ah non ci potevo credere! Insomma, avrei dovuto catturarmi da solo? Avrei voluto incolpare un suddito a caso ma con me c’erano le guardie e si sarebbero chieste perché arrestavo il primo venuto…Inoltre avevo quello stupido cane tra i piedi a fiutare la pista.

- Pista che non trovava…- disse pensieroso il Cappellaio.

- Pista che trovava eccome! Annusava e tornava sempre da me, confuso. Annusava la sella del mio cavallo, i miei stivali, sentiva l’odore e non capiva perché le tracce portavano al suo padrone, al comandante delle indagini.- spiegò Stayne sorridendo diabolicamente.

Tarrant si ricordò improvvisamente di come il fante aveva respinto Bayard quando la bestiola tentava di avvertirlo… " Signore, non capisco…" aveva detto. Non capiva perché la pista finisse su di lui! Ed ecco perché Stayne sembrava così ansioso di liberarsi delle guardie…Voleva essere solo per catturare un innocente e dire che l’aveva colto nel sacco!

- E stasera- disse il fante- ho sentito questo odore irresistibile. Sarei dovuto stare all’erta, invece ancora una volta ho dato ascolto alla mia golosità. Mi hai preso, Tarrant.

Guardò l’artefice della sua cattura e ad un tratto sembrò spaventato:

- Non lo dirai alla Regina, vero? Mi farà tagliare…La testa!

- È quello che vogliamo!- esclamò il leprotto.

Il fante si gettò ai piedi del Cappellaio maledicendosi interiormente ma tuttavia supplicando:

- Non lo fate, no! Sono rovinato, rovinato! E poi per cosa? Per una sciocchezza, una torta che come vedete poteva essere preparata in un attimo…Farò qualsiasi cosa Cappellaio, lo giuro!

Tarrant lo scrutò con una smorfia. Poi gli venne un’idea e disse calmo:

- Rivoglio il mio cappello.

  • Eh?- chiese il fante stupito.

Il - appellaio spiegò:

- Quell’orrendo uccello, il Ciciacià che hai sguinzagliato, mi ha rubato il cappello. Lo rivoglio, è mio.

Stayne si ricordò del cappello che la bestia gli aveva riportato durante uno dei suoi voli. Allora aveva riso e l’aveva consegnato ad una guardia. Sicuramente era alla Rocca Tetra. Esclamò:

- Sì, te lo ridarò! Ma tu non dirai niente alla Regina!

- Certo.- rispose Tarrant.

Il fante si rialzò sorridendo:

- Oh, grazie!

Poi però si mise a riflettere:

- Lei voleva un colpevole entro stasera…Voi non parlerete, ma a me occorre la testa di un colpevole, o mi punirà comunque!

- Arrangiati!- gridò il leprotto, indispettito perché con il fante disposto a fare qualsiasi cosa Tarrant aveva scelto di riavere il suo cappello.

Il Cappellaio ebbe un’idea brillante ed esclamò allegro:

- So io come risolvere questa intera faccenda in modo da metterci una pietra sopra. Nella Grotta di Crims ho ucciso un drago e la sua testa è ancora là. Portala alla Regina e dille che è lui il ladro. Ti crederà.

Stayne non credeva alle proprie orecchie. Chiese:

- Dici davvero? E dov’è questa grotta?

- Da quella parte, nel profondo della foresta…Non puoi sbagliare.- rispose Tarrant.

Il fante calcolò che avrebbe fatto in tempo, tuttavia disse solo:

- Bene.

Non voleva ringraziare ancora una volta. Lo Stregatto sorrise e scomparve, il leprotto andò a cercare Mally per raccontare tutto. Stayne si avviò verso il punto indicato dal Cappellaio quando questi lo richiamò:

- Ehi!

Lui si voltò:

- Sì?

L’altro sorrise divertito:

- Hai un po’ di…Sì, di marmellata sulla faccia.

Stayne arrossì, si strofinò una guancia e sparì nel folto della foresta.

 

 

Quella sera la Regina Rossa era al settimo cielo: Stayne aveva fatto un’entrata di grande effetto trascinando una testa di drago ed annunciando che il colpevole era stato acciuffato. Tutti avevano applaudito ammirati mentre Iracebeth ammirava il suo nuovo trofeo e si congratulava con il fante, annunciando che l’indomani avrebbe assunto nuovi cuochi per le crostate.

In quello stesso momento una guardia era stata inviata alla Rocca Tetra per prelevare dal guardaroba reale un cappello di singolare fattezza ritrovato nel bosco quel pomeriggio. Il suddetto cappello fu consegnato a Tarrant Altocilindro la mattina seguente, ed il Cappellaio ne fu più che soddisfatto. Avrebbe potuto, come Mally e il leprotto consigliavano, continuare a ricattare Stayne o farlo decapitare, ma Tarrant era un cappellaio di parola e mise una pietra sopra l’accaduto. Alla Regina Bianca raccontarono solo che il colpevole era caduto nella trappola e d’altronde lei non volle sapere altro.

Tutto tornò come prima, Stayne a setacciare il regno e tagliare teste per ordine di Sua Maestà e i tre amici seduti al tavolo del the a fare indovinelli e rompere tazzine. Ma dal quel giorno Sottomondo aveva trovato un detective ufficiale.

 

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Ed eccoci giunti alla fine!!! Voi l'avevate indovinato il colpevole? Ho cercato di depistarvi il più possibile...Come avrete capito mi sono ispirata al romanzo originale, dove il fante viene processato (ma in quel caso ingiustamente) per aver rubato una crostata alla Regina...Così ho pensato che anche qui l'unico colpevole potesse essere Stayne.

Volevo ringraziare sanmarco per aver commentato tutti i miei capitoli e sono contenta che gli sia piaciuta la storia!

Un altro ringraziamento va a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite!

E ringrazio per i commenti e il sostegno Madame Butterfly, helionor 95 e HachiXHikaru! ^_^

Spero che vi siate divertiti, alla prossima storia!

  
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