V – Di abuso di alcool e segreti
L'alcool è un liquido prezioso: conserva tutto... tranne i segreti.
C. Grant
«Oddio.»
Fu la sua prima parola, quando aprì gli occhi.
Cristina distinse i profili della camera di Emanuele, dopodiché guardò accanto a sé: Emanuele dormiva beatamente, con un espressione sornione in volto.
Qualcosa, però, le diceva che avevano alzato un po' troppo il gomito – qualcosa come un mal di testa forte e molte bottiglie sul pavimento – e che la serata era andata in tutt'altro modo: fece mente locale, cercando di ricordare cosa fosse successo alcune ore prima.
Sicuramente Emanuele si stava struggendo per Viola, lei allora era entrata di soppiatto in camera e l'aveva trovato in condizioni pessime. Dopodiché, si era unita insieme a lui per bere un sorso – due, tre, quattro. Alla fine, una bottiglia... o due – e il fatto che non ci fosse nessuno in casa non era di certo un bel segno.
Cristina provò a fermarlo, ma le loro labbra sembravano sigillate e, forse, entrambi avevano bisogno di qualcosa per cui valesse la pena amare, non importava quanto fosse sbagliato.
Cristina raccattò i propri indumenti, se li infilò velocemente e si affrettò a lasciare la propria camera – prima che i loro genitori potessero entrare e trovarvi una brutta sorpresa – ma, prima di defilarsi come una fuggiasca, timbrò sulla fronte di Emanuele un bacio.
«È il nostro segreto.»