Lunedì...
Quanto avrei voluto che questo giorno non arrivasse...
La luce, seppure smorzata che penetra dalle tendine mi costringe ad
alzarmi dal letto, oggetto che ora come ora non vorrei lasciare per
nulla al mondo.
Poggio i piedi per terra, rimanendo a sedere sulla coperta
stropicciata. Non so perchè rimango ferma lì,
forse per farmi coraggio o semplicemente per nascondere il fastidio e
la stizza che mi pervadono il corpo. Un respiro profondo e sono in
piedi.
Cammino verso il bagno, sbadigliando leggermente.
Mi lavo e vesto in fretta, indossando un maglione salmone e una gonna
scura, non ho voglia di passare la mattinata davanti allo specchio...
Il nervosismo a tavola è palpabile, tanto che mia madre mi
chiede se mi senta bene.
Annuisco distratta, addentando un toast che innaffio con un sorso di
succo d'arancia.
Poi esco, prendendo la borsa.
Il tragitto casa-scuola è ormai diventato un calvario...
Vorrei soltanto che la fine dell'anno giungesse in fretta,
così da evitare il brutto muso di Lennon per parecchio
tempo. Bhe, se non altro manca poco alle vacanze di Natale.
Lascio che la brezza gelida mi scompigli i capelli e mi riordini le
idee; ad ogni pedalata scaccio via i cattivi pensieri e le sciocche
ansie.
Quando parcheggio di fronte alla scuola, un sorrisetto sprezzante mi
orna il viso.
Mi sento forte, niente e nessuno potrà sconvolgere la mia
giornata, oggi!
Sorpasso un gruppetto di ragazze intente a spettegolare e che, al mio
passaggio mi guardano stralunate.
-Ma quella è Cynthia Powell?-
Sento una di loro chiedere alle amiche.
-Sembrerebbe di sì.-
Risponde un'altra.
-Diamine, cos'ha fatto, vinto alla lotteria?-
''Molto meglio, mie care... Molto meglio!''
Rifletto fra me e me entrando in classe.
Tutti sembrano spiazzati dalla mia aria così contenta e
persino Lennon accanto a me sembra stupirsene.
No, non assomiglio neanche lontanamente alla furia che appena ieri lo
ha minacciato facendogli a brandelli la camicia.
Il professore di matematica entra poco dopo, annunciandoci che oggi ci
sarà un compito a sorpresa. Non sono preoccupata affatto,
anche se non mi piace particolarmente, la matematica mi riesce molto
bene... Ma c'è qualcuno che non la pensa come me...
Adoro osservare il fastidio e la rabbia negli occhi di John, che
istintivamente saettano verso i miei. Imbrazzata nel farmi sorprendere
a fissarlo, abbasso lo sguardo, senza mascherare però un
sorriso strafottente.
-Bene ragazzi ecco i compiti, mi raccomando evitate di copiare. Intesi
David?-
Il prof consegna i fogli, ricchi di algoritmi, espressioni e problemi
vari. Un sospiro di rassegnazione percorre l'aula, mentre io inizio a
scrivere freneticamente.
Sento lo sguardo di Stu e John sul mio foglio, per cui copro i bordi
con le braccia.
Un grugnito indistinto mi arriva alle orecchie e scopro Lennon a farmi
versacci.
Lo fulmino con lo sguardo.
Una mezz'oretta dopo circa consegno il compito e soddisfatta di me esco
dall'aula.
Mi appoggio al muro, sinceramente contenta dello smacco che John ha
ricevuto.
Pochi secondi dopo, nemmeno a farlo apposta, quella zecca si
materializza vicino a me.
Vorrei scacciarlo in malo modo, ma decido di adottare la tecnica del
punzecchiare.
-Anche tu finito tutto il compito, Lennon?-
Chiedo inacidita, inclinando la testa in un sorriso.
-Se qualche secchioncella della classe non avesse fatto la stronza e
avesse, per caso, suggerito giusto una domanda o due... Bhe, si diciamo
che avrei scritto qualcosa...-
Il suo tono non è risentito, seppure le sue parole
nascondino un'accusa tutt'altro che velata... Già!
Dimenticavo! Lennon è il re del punzecchiare.
-Se qualche stupido cretino avesse messo la testa sui libri ogni tanto,
invece che su giornali d'altro genere adesso non avrebbe uno 0 in
matematica!-
Le parole mi escono dalla bocca come spruzzi di veleno da quella di una
vipera. Lo sguardo di Lennon si annebbia per un nanosecondo.
C'è rimasto male? Cavoli suoi!
All'improvviso sento il suo fiato caldo vicino al collo, trasalisco.
-Ah, a proposito...Sto ancora aspettando che tu mi chieda scusa...-
Sussurra, intrappolandomi con le braccia poggiate al muro, il
sorrisetto sghembo in bella vista.
Cerco di passargli sotto, ma lui evita che me ne possa andare. I miei
occhi si riducono a due fessure infuocate.
-Dico, sei fuori? Scusa per cosa?-
Faccio la finta tonta, cercando di non guardare quei suoi occhi
ridenti,color nocciola.
Come può prendere tutto per scherzo?! E' veramente un idiota!
-Bhe...Scusa per esempio per trattarmi sempre come un ritardato...
Scusa per esempio di avermi strappato la mia camicia preferita... O
forse scusa per essere così dannatamente carina...-
Alle sue prime parole sbuffo spazientita, cercando di interromperlo con
leggeri movimenti orizzontali della testa.
Ma, quando termina la frase rimango spiazzata.
Il suo sorriso da marpione irradia il corridoio e per circa 20 secondi
rimango a guardarlo imbambolata, combattuta fra dargli un calcio nel
punto X o un bello schiaffone.
Opto per la fuga e sgusciando sotto il suo braccio cammino a passo
sostenuto verso il bagno delle ragazze, senza voltarmi.
Quando mi ritrovo davanti allo specchio, mi accorgo con orrore di
essere avvampata, sono di un rosso quasi innaturale.
Vorrei sotterrarmi.
PERCHE', PERCHE' non riesco a togliermi dalla testa quel sorrisetto?
PERCHE' anche se ci sbatto la testa tutti i giorni continuo a NON
riuscire ad odiarlo? Eppure lo trovo così rozzo, infantile e
stupido!! Niente di lui mi attrae, niente riesce a sconvolgermi, niente
lo rende interessante ai miei occhi!!!
E chiusa nel bagno della scuola realizzo che....
Ho una cotta per John Wiston Lennon.
Altro mini capitolo :D
spero che vi piaccia, sopratutto perchè Cyn inizia a capire
il perchè NON riesce proprio ad odiare John, anche se
continua a ripeterselo! xD
Aggiornerò presto con un altro capitolo più
lungo, dovete scusarmi ma in estate ho veramente poco tempo!!
Commentate numerosi! Sarò felice di leggere tutto! *-*