Anime & Manga > D.Gray Man
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Autore: Elos    15/08/2010    3 recensioni
- Yuuuuu? Mi hai sentito? Ho trovato Allen. A-ll-en. - Scandisce, divertito. - Allen. -
- Ti ho sentito. Sta' zitto. -
Abbassa la voce, gli vorrebbe dire, c'è il golem fuori dalla porta. Non so cosa gli abbiano fatto, quanto ci abbiano messo le mani sopra, e non voglio rischiare di scoprirlo nel peggiore dei modi.
Quasi gli abbia letto nel pensiero - o più probabilmente per il puro e semplice piacere di infastidirlo - Lavi si china per bisbigliargli dritto nell'orecchio:
- Vuoi vederlo? -
- Non me ne frega niente. -
La risata di Lavi, da quella inesistente distanza, è una scarica di fiato caldo che gli scorre sul lobo e gli tamburella sulla gola:
- Sai, Yu? Credo che questa sia la frase che ti ho sentito dire più spesso. Ti potrebbe fare da epitaffio,
non me ne frega niente, e sotto io ci potrei scrivere a grosse lettere bugiardo. - [...]
Dopo il Ragnarok, quel che rimane ai sopravvissuti.
Prima classificata al concorso Distopie - Futuro Alternativo - Versione Multifandom indetto da Rota.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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5. millennium bug
So go on and scream, scream at me, I'm so far away. I won't be broken again. – Allora vieni e grida, grida per me, io sono così lontana. Io non sarò rotta di nuovo.
(Evanescence - Going Under)



- Non ti preoccupare. Tu ci servi per portarli qui, e questo significa che non ti faremo del male. -
Qui è un posto che gli è insieme familiare e alieno. Ci sono rovine scure e finestre rotte e squarci che danno su muri altissimi, aguzzi come zanne. Dai vetri proviene una luce azzurrata da alba smorta.
Non ha ancora ripreso del tutto conoscenza: ogni tanto ritrova un pezzo di sé - generalmente qualche pezzo molto doloroso, un braccio spezzato, una delle ginocchia in frantumi che comincia a rimettere insieme tutte le schegge d'osso per cercare di ricomporsi, la schiena che esplode in lunghe fitte strazianti. In ogni caso ciascuno di quei pezzi che ritrova è un attimo di consapevolezza abbacinante che non l'aiuta a svegliarsi, tutt'altro. Se ne resta intorpidito con il volto su qualcosa di gelido e duro, il pavimento, sforzandosi di respirare attraverso le costole sbriciolate.
Sente le proprie braccia come fossero estranee, innaturalmente flesse dietro la schiena, le spalle doloranti e intorpidite. Ha i polsi che bruciano e nessun bisogno di cercare di muovere le mani per scoprire di averle legate.
- E' meglio che tu dorma ancora un po', fino a quando non arrivano. - Dice ancora Road: è chinata su di lui e gli mormora in un orecchio con gentilezza. Sa di fragole, di zucchero, di dolce, dolciastro: è un odore appiccicoso di caramella che gli rimane attaccato addosso anche quando lei si allontana. - Se dormi, il tempo passerà più in fretta. E tu non farai nulla di stupido. Giusto? -
Nulla di stupido, pensa Kanda. Mi alzo e ti sventro.
Cerca con gli occhi Mugen, ma non riesce a trovarla.

Di nuovo sveglio. Ha appena capito dov'è qui. Vorrebbe vomitare - per un attimo pensa di farlo davvero, rovesciare la testa e rigettare tutto quel che c'è di marcio e verminoso a scombussolargli lo stomaco ora - perché è l'Ordine, quello. Quel che ne resta.
Sono nell'atrio dell'Ordine di Londra. Gli sembra di avere i polmoni pieni di sangue, ma dev'essere solo l'odore. E' su tutte le pareti.

Si sveglia di nuovo, un imprecisato numero di ore più tardi: sa che sono ore e non minuti perché la luce da azzurra si è fatta ambrata, arancia, pomeriggio di Londra.
C'è Tyki Mikk accovacciato accanto a lui: con le ginocchia piegate e i gomiti appoggiati alle gambe, tutto il peso a premere sui talloni, ha una gran massa di capelli neri a spiovere sul viso chiarissimo. Non sembrerebbe nemmeno sé stesso, così, se non fosse che questo è un trucco che Kanda gli ha già visto usare.
Sorride, e malgrado tutto è un sorriso umanissimo di divertita condiscendenza.
- Uh, si è svegliato. - Commenta ad alta voce, girando la testa verso qualcuno che Kanda non riesce a inquadrare.
Cerca di sollevarsi a sedere, puntando le mani contro il pavimento e facendo forza sulle braccia, e realizza con un attimo di ritardo di poterlo fare perché è slegato, adesso. Sopra l'odore del sangue scivola un sospiro di menta, cannella: gli fa sgranare gli occhi e tirare indietro la testa di scatto finché non si trova davanti la testa di Lavi.
- Tu! - Esala, e suona tanto come un tu, pezzo di imbecille, decerebrato e cretino. - Cosa ci fai qui? -
- Te l'avevo detto che servivi a portarli. - Cinguetta Road. E' in piedi solo due passi più in là, a dondolarsi su un gradino sfondato della scalinata. Si appoggia alla ringhiera di pietra, le ragnatele a disegnare un tessuto d'argento filato tra una colonnina e l'altra, e guarda verso Lavi: - Doooov'è Allen Walker, Bookman? -
Lavi sorride ancora, imperturbabile. Tiene una mano ad un soffio dalla sua schiena, registra Kanda, come si aspettasse di doverlo sostenere da un momento all'altro.
- Non è venuto. -
Road arriccia le labbra in quello che è più un sorriso che una smorfia.
- Ti avevamo detto di portarlo. - Cantilena. - Avevamo detto che dovevi venire con Allen Walker. L'Akuma non ti ha detto così, Bookman? - E poi, con una punta di malizia crudele: - Potremmo aver riempito l'Esorcista dai capelli lunghi di farfalle. Non sarebbe bellissimo se uscissero fuori tutte insieme? Fiorirebbe, così. Non sarebbe meraviglioso? - Il sorriso di Lavi ha una contrazione pressoché impercettibile, e Road si sporge verso di lui, domandandogli ancora: - Vuoi che fiorisca? -
- Avevate detto che non gli avreste fatto del male. -
- Avevamo anche detto che avresti dovuto portare Allen Walker. -
Kanda comincia a trovare intollerabile tutta la situazione: non la capisce, e non sopporta di non capirla. La schiena gli duole ancora, tante piccole schegge d'ossa piantate nella carne che cercano di ritrovare il posto giusto, il midollo che freme, e stare nell'atrio devastato dell'Ordine di Londra gli dà la nausea.
- Cos'è questa storia? - Interroga Lavi, bruscamente. - Hai fatto un accordo con loro? -
Lavi esita:
- Non precisamente. -
E' Road a spiegare più diffusamente, sporgendosi verso di lui tanto da sfiorargli quasi una guancia con la punta del naso:
- Gli abbiamo detto di venire. Gli abbiamo detto che ti avevamo portato qui e che poteva venire a riprenderti quando voleva, ma con Allen Walker. Dov'è Allen Walker, Bookman? -
Lavi pare tentennare ancora per un attimo, prima di capitolare:
- E' rimasto in strada. E' qua fuori. - E poi, guardando Kanda come s'aspettasse di vederlo esplodere in mille pezzi da un momento all'altro - e forse è precisamente questo che teme, pensa lui: - Non gli avete fatto niente, vero? -
Road sorride solo e guarda verso Tyki; che scuote la testa e si alza in piedi, e tutto ad un tratto la sua pelle sembra più scura, olivastra, ha il colore della corteccia del salice.
- Nulla di più di quanto è stato necessario per portarlo fin qui, ed è stato abbastanza. - Sorride di nuovo, poi, e stavolta non c'è più alcuna condiscendenza nel suo sorriso, nulla che sia umano, ma una specie di divertimento impaziente e un po' beffardo: - Va' a prendere il piccolo baro, Bookman. Abbiamo molte cose delle quali parlare. -
- Ad esempio? -
- Non abbiamo niente di cui parlare! -
Hanno risposto insieme, Lavi e Kanda, e adesso si guardano con incertezza. Kanda è incerto, proprio, ed è un'incertezza che gli monta furiosa nello stomaco. Hanno portato via il cuore di Linalee, loro. Hanno ucciso Tiedoll. Hanno distrutto la sede di Londra, permesso al Sovrintendente di prendere il posto di Komui. Con il loro Ragnarok hanno causato i suicidi invitati. Sono Noah. Bisogna farli a pezzi, non parlare con loro. Anche Lavi appare incerto: ma solo incerto, né arrabbiato né triste né teso. Dubbioso. Insicuro.
Come non si fosse accorto di niente, Tyki Mikk sorride ancora e spiega mite:
- Cose come la Chiesa. - E poi, con una noncuranza che è come un colpo basso, un pugno nello stomaco: - Cose come la Chiesa che nasconde l'Innocence all'Ordine. Cose come la Chiesa che non cerca più gli Akuma ad est dell'India; o il perché di questo Ragnarok che non è stato il Ragnarok, in effetti. Cose così. -
Nel silenzio, c'è solo il fruscio lieve della gonna di Road, che s'appoggia meglio alla ringhiera e si sporge per guardarli in faccia: Lavi e Kanda, di due tonalità di pallore differenti, che se ne stanno zitti e non aprono bocca.
- Dovresti proprio andar fuori a prendere Allen Walker, Bookman. - Cinguetta Road dopo un po'. - Dopotutto, è sua tutta la colpa. -

- - -



- Colpa mia? Come sarebbe colp... uh, ehi, lasciami! -
Road non sembra essere cresciuta affatto in quegli anni: quando sta ferma dimostra ancora tredici anni, quindici quando si muove, centosessanta quando apre bocca e parla. Si aggrappa al braccio di Allen e si sporge verso il suo collo come volesse annusarlo, curiosa, mentre Tyki li guarda e scuote la testa, più perplesso che sconfortato:
- Road... -
- Sei cresciuto, Aaaaallen! -
Adesso è molto più alto, in effetti. Lei gli abbraccia il petto e poi gli nasconde la testa tra le scapole, sfuggendogli ogni volta che lui cerca di scrollarsela di dosso. Kanda emette un sibilo rauco, irritato, e cerca di nuovo di mettersi in piedi: la parte inferiore del suo corpo, dall'osso sacro in giù, è un pulsare discontinuo e dolorante di fitte che s'alternano, ginocchia, caviglie, poi di nuovo ginocchia e cosce. Riesce a muoverle, ma solo a fatica; c'è Lavi che si è seduto accanto a lui e continua a tenerlo d'occhio in una maniera fastidiosamente protettiva.
- Road! Lasciami! Link... - Chiama Allen, supplichevole.
Il Corvo lo guarda, reclina il capo da una parte e sposta gli occhi da lui a Road. Non pare minimamente intenzionato ad intervenire, e così Allen è costretto a saltellare di nuovo per cercare d'acchiappare almeno un braccio della ragazza.
Road ridacchia, si alza in punta di piedi e gli bisbiglia in un orecchio:
- Non vuoi sapere perché è colpa tua, Allen? -
Allen si blocca. Si bloccano tutti, anzi, di nuovo, tranne Tyki, che sorride e stuzzica il fuoco con la punta d'un bastone. Ha acceso un falò di macerie e travi cadute nel bel mezzo dell'atrio devastato, lavorandoci attorno con l'esca e l'acciarino in una maniera tutta umana. Nel farlo s'è scottato le dita: Kanda osserva le bruciature lucide su indice e pollice con un'attenzione quasi morbosa. Si è scottato. Tyki si è scottato con il fuoco. Quel pensiero è qualcosa di alienante.
- Non è colpa mia. - Mormora Allen, piano.
- E' colpa tua, invece! - Insiste Road, allegra. - Tu hai fermato il Conte, ma non l'hai ucciso, e così il Ragnarok non è finito. Il Ragnarok non è mai finito. Il Ragnarok è ancora in corso. Questo è il Ragnarok. -
Allen è come pietrificato. Kanda può sentire il respiro di Lavi leggerissimo accanto a sé; si stupisce di riuscire a percepirlo ancora, perché c'è un ronzio assordante che gli ha riempito le orecchie, ora, e sta sovrastando tutti gli altri suoni. Linalee scomparsa. Il corpo di Tiedoll privo di cuore, quello di Crowley straziato. L'Ordine in pezzi.
- Il Ragnarok doveva essere la fine. L'Innocence doveva venir distrutta. - Bisbiglia Road, ancora in punta di piedi, dondolandosi contro la schiena di Allen. - Ma tu non l'hai permesso. La Chiesa nasconde l'Innocence, oggi, e non la consegna agli Esorcisti: nessun nuovo Esorcista dal giorno del Ragnarok, non è strano? -
Kanda lo trova strano. Kanda vorrebbe non continuare a sentire.
- La Chiesa impedisce gli scontri veri con gli Akuma. Sta prendendo il controllo del mondo, un po' alla volta, e impedisce le guerre. Ha schierato il suo esercito privato al posto degli Esorcisti, e adesso quella che era la nostra battaglia non lo è più. Stanno rubando l'Innocence al mondo. - Mormora ancora Road, con il mento posato sulla spalla di Allen e la bocca vicinissima al suo orecchio: - La stanno facendo sparire, nascondendola per metterla al sicuro e impedirci di trovarla, di distruggerla. Hanno trovato una soluzione: niente più battaglie, niente più Innocence. Non possono sconfiggerci, non possiamo sconfiggerli. Siamo in stallo. Se continua così, non ci sarà alcuno scontro a metter fine al Ragnarok. -
Kanda vorrebbe non continuare a sentire. Kanda pensa che ha già sentito troppo. Quelli non sono affari suoi, non è il suo dovere. Il suo dovere è uccidere i Noah. Sconfiggere gli Akuma. Il suo dovere è essere un Esorcista.
Linalee. Linalee, Komui, Tiedoll. Linalee, Linalee. A dolergli non sono più solo le gambe.
- E perché ci dici questo? - Domanda Lavi, mite.
Road abbassa lo sguardo dalla statua di ghiaccio nella quale Allen si è trasformato a Lavi, con interesse:
- Perché noi vogliamo che il Ragnarok abbia termine. Quello che è ora, questo mondo, non è quello che serve a noi e non è quello che serve a voi. - Sorride, reclinando il capo da una parte e lasciando andare Allen, finalmente, per scivolargli accanto: - Se volete, noi abbiamo la soluzione. -
- E cosa ci guadagnate? -
Piroetta su sé stessa, Road, alla domanda di Lavi. Saltella avanti sino a fermarsi vicinissima al fuoco, i piedi a un soffio dalle braci incandescenti: così vicina alla fiamma, la pelle è come lucida di riflessi, gli occhi solo un'ombra d'oro.
- La fine del mondo, Bookman.. -
- E noi cosa ci guadagniamo? - Domanda Lavi, sempre più piano.
Il sorriso di Road si allarga a scoprire denti candidi come perle:
- La fine del Ragnarok, Bookman. -

- La Chiesa va distrutta. - Road non cinguetta più, nel dirlo, e dimostra ciascuno di quei centosessant'anni, centosessanta milioni di anni e più, che ha quando parla. - I Corvi vanno fermati. I Corvi non hanno Innocence: il Ragnarok non è la loro battaglia. Il potere deve tornare nelle mani dell'Ordine. Noi otterremo la nostra battaglia... - Conclude dolce, e punta l'indice contro il petto di Allen: - … e voi il vostro Ordine. Non è quel che volete, dopotutto? Non è per questo che ve ne siete andati? -
- Se accettate... - Interviene Tyki Mikk. - Domattina il Bookman e Road andranno a Roma. Road può aprire una porta, qui, per far passare un esercito che sia dentro di loro prima del tramonto: il Bookman potrà trovare prima dell'attacco dove stanno nascondendo l'Innocence. Io e te, piccolo, invece ce ne andiamo dritti dritti alla sede dell'Ordine. Tu mi mostrerai dov'è e Road aprirà un passaggio per noi. -
Un attimo di silenzio, mentre rovista nel fuoco con un pezzetto di legno - le fiamme a disegnargli riflessi color del miele negli occhi di vetro dorato - prima che soggiunga con una punta di gentilezza indecifrabile:
- Potete avvertire quelli che conoscete. Più Esorcisti che sia possibile, perché lascino l'Ordine e si mettano al sicuro prima che la battaglia inizi, se è questo il problema. -
Allen si ribella, scuotendo con foga la testa:
- Non è questo il problema! -
Tyki piega il capo da una parte, sollevando gli occhi dal fuoco per guardarlo:
- E qual è, allora? -
- Noi non dovremmo... - Incertezza. - Non è per questo che siamo scappati. Non per... non per distruggerli. Non per far loro del male. -
- Ma loro ne stanno facendo al mondo, piccolo. Questo non ti interessa? -
- Ci dev'essere un'altra soluzione. Ci dev'essere un altro modo. -
- Forse. - Assente Tyki, distrattamente. - E' possibile. E quanti anni ti ci vorranno per trovarlo, Allen Walker? Questa è una soluzione che mette fine a tutto domani sera. Pensaci bene: un solo giorno, e poi il Ragnarok sarà finito. -
Allen apre bocca, la richiude. Serra le labbra e scuote la testa, e con quell'espressione di corruccio dolorante pare essere tornato ragazzino, poco più che bambino, ai primi mesi trascorsi nell'Ordine. Kanda si ricorda d'averglielo detto, quant'era ingenuo, quant'era stupido, e gli fa strano sentire l'eco di quelle parole nella voce del Noah.
Non riesce a pensare a quello che stanno dicendo loro. Vorrebbe negarlo con forza, sputarci sopra, perché loro sono il nemico, loro hanno ucciso Linalee e Tiedoll, loro sono Noah; però la Chiesa ha ucciso Komui. La Chiesa ha costretto alla fuga Lavi. Ha fatto fuggire Allen.
- Rifletteteci sopra. - Propone Road, in un bisbiglio sempre più dolce, sempre più sottile. - Avete tutta la notte per pensarci. -
Kanda vorrebbe sputarle addosso. Però la Chiesa, la Chiesa.
Un solo giorno, e poi il Ragnarok sarà finito.
Quanti anni ti ci vorranno, Allen Walker?






Note del capitolo: E siamo in rotta di collisione con la conclusione, ormai. Ancora un paio di capitoli oltre a questo e Opening Ragnarok sarà terminata: ho dovuto rivedere i miei conti per via della settimana di assenza non prevista, e l'ultimo capitolo verrà perciò spostato dal 22 al 29 Agosto.

La citazione di questo capitolo sembra non avere alcun riferimento con gli eventi che avvengono nello stesso, ma c'è un collegamento nascosto. E' uno di quei collegamenti nascosti piuttosto beoti, e per questo ne vado particolarmente fiera. xD Il primo che lo indovina e capisce chi è o che cos'è che non dev'essere rotto/a di nuovo vince cinque punti e la dedica del prossimo capitolo!

Il Millennium bug che dà il titolo a questo capitolo è il nome di un possibile bug, un difetto informatico, che avrebbe dovuto verificarsi in tutti i computer del mondo allo scoccare del nuovo millennio, facendo interpretare agli elaboratori la data 2000 come fosse 1900. Questo non è mai accaduto: non è chiaro se tutti si fossero preoccupati per niente o, a causa delle prevenzioni messe in atto sin dagli anni Ottanta, si fosse riusciti ad eliminare il problema.
Perché millennium bug? Perché tradotto letteralmente, intanto, diviene cimice del millennio, inteso nel senso di qualcosa che rode il millennio dall'interno. E noi abbiamo un certo Conte del Millennio in giro per D.Gray-Man... Dopodiché, perché mi sembrava interessante quest'idea di ciclicità obbligata dei processori: che, arrivati al 1999, si sarebbero ritrovati nuovamente al 1900; un po' come gli Esorcisti che, convinti di aver superato il Ragnarok e di dover andare avanti, scoprono di essere ancora al suo interno, al suo inizio, prima della fine.

Un'altra canzone famosissima è Going Under degli Evanescence, che potete trovare qui.


oceanredwhite: Sì, mi sono riaffacciata alla vita. *_* Nu, povero Kanda, perché infierire? xD Tanto ci pensa già da solo! Sono felice che il Sovrintendente ti sia piaciuto, anche se - a rileggerlo adesso - non mi soddisfa per niente per niente per niente. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto... e al prossimo!

BloodberryJam: Schiacciargli il golem è stato in effetti tutto un dolore. A me piace da morire la maniera nella quale, nel numero 17, si squadra malamente con Timcampi. Mi fanno rotolare. xD Guarda, io sono per piccole dosi di morte e pestilenza a te e a tutta la tua famiglia accompagnate da abbondanti vagonate di carini e coccolosi, ragazzi. La seconda modalità è quella che preferisco leggere, in realtà, perché sono un cuordiburro e mi deprimo con poco. I TOOL mi inquietano un po' troppo, a dire il vero, e non apprezzo molto il genere musicale: però devo dire che fanno anche dei pezzi interessanti. Last Exile era stupendo! *_* Al prossimo capitolo e un abbraccio!
  
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