Bon-jour! Spero che il precedente capitolo vi sia piaciuto... Adesso ritorniamo alla trama principale, dopo circa mezzo secolo di ritardo (sorry ^^') che comincerà a prendere una strana piega...XD
-7-
-E
ovviamente ci siamo persi- borbottarono all' unisono Goku e Gojyo.
-E
sta per piovere- precisò il mezzo demone.
-E
non abbiamo da mangiare- aggiunse il demone dagli occhi d'oro.
-E
Hakkai dopo all' incirca venti tentativi, non è ancora
riuscito ad accendere un fuoco...-
-Perché,
Gojyo, non ci provi tu?- chiese il demone moro, sorridendo all' amico
mentre una vena pulsava sulla sua tempia; i due ragazzi che avevano
brontolato si bloccarono e sorrisero concilianti al ragazzo,
terrorizzati dal sorrisetto del demone.
-Abbiam
capito, non parliamo più...-
Sanzo
aveva rinunciato a leggere nella penombra del crepuscolo, per di
più
in un bosco; chiuse il giornale e guardò verso
l'alto.
Annunciò, laconico: -arriva la pioggia-
-Dopo
queste splendide previsioni del tempo, perché non ci dai una
mano con la tenda?- lo riprese piccato il rosso; il bonzo lo
fulminò
con lo sguardo -bada a come parli, kappa-
-Sarà
una notte lunga...- osservò serafica Serina, ridacchiando
appena nascosta dal suo libro; nessuno dei ragazzi sapeva come, ma
riusciva a leggere con una semplice torcia che non faceva neanche
tanta luce.
Hakkai
le sorrise -spero non ti dispiaccia, dividere la tenda con noi...-
-Ma
figurati! Non preoccuparti, anzi, visto che non avevate progettato un
viaggiatore in più nella compagnia, dovrei dormire di
fuori...-
-Adesso
non esagerare- la riprese gentilmente il ragazzo, e i due si
sorrisero, mentre gli altri tre li guardavano un pò stupiti.
Era
come se i due fossero circondati da un aureola luminosa, cosparsa di
fiorellini.
Molto, *molto* inquietante.
-Ehi...-
fece piano Gojyo -... Non è che fra quei due c'è
qualcosa?-
-Bé,
Serina è una signorina molto bella e gentile...-
cominciò
Goku -... E Hakkai è sempre così bravo con
noi...- ma
il mezzo demone gli aveva tappato la bocca e cercava di strozzarlo
-non fare congetture a vuoto, scimmia!-
-Smettetela
di agitarvi come degli animali in gabbia!-
Serina
e Hakkai guardarono i tre ragazzi incuriositi.
-Ma...
State bene?-
Qualche
minuto dopo che Hakkai era riuscito, finalmente, ad accendere un
fuoco, aveva cominciato a piovere a dirotto, tuonando. I cinque
ragazzi erano entrati nella tenda e da lì guardavano il
bosco
abbattuto dal temporale.
Gojyo
e Sanzo fumavano in silenzio, mentre Goku si asciugava i capelli
bagnati; Hakkai, che era entrato per ultimo nella tenda ed era
bagnato fradicio, si tolse la maglia e restò a torso nudo.
Fu
allora che Serina notò la lunga e grossa cicatrice che gli
sfregiava l' addome.
-Come...
Te la sei fatta?- domandò a mezza voce la donna; il demone
moro fu il solo che la sentì, gli altri non la degnarono
neppure di uno sguardo. L' interpellato scrollò le spalle.
-E'
stato qualche anno fa... Una ferita... Combattendo, diciamo...- fece
Hakkai, cercando di troncare il discorso, ma Serina sembrava non
sentirlo; si alzò da dov' era seduta, si avvicinò
al
demone sfiorò con le dita gelide e umide la pelle ferita del
demone, che per un attimo s' irrigidì.
La
donna avvertì come una scossa bloccarle i movimenti: la
vista
le si annebbiò, mentre non riusciva a staccare le dita dalla
cicatrice; le sembrò che bruciasse, bruciasse da impazzire,
e
fosse aperte, sanguinante fra le sue mani; sangue caldo che colava,
colava nel fuoco, e poi la vista si tingeva di rosso...
... Il puzzo del sangue era così forte che le dava la nausea...
C' era puzza di sangue, interiora, morte...
Da un momento all' altro avrebbe vomitato...
E la ferita perdeva sangue... Tanto, tanto... Tanto...
Fu certa che davanti a lei ci fosse una donna con gli occhi verdi...
Vide calare un coltello...
Le sue mani affondarono nel sangue...
-SERINA!!-
l' urlo di Hakkai fece voltare tutti; il demone teneva saldamente fra
le braccia la donna che, pallida come un cencio, era quasi caduta a
terra, non riuscendo a reggersi sulle gambe, una mano sulla bocca
mentre sussultava come se stesse per vomitare.
-Serina,
stai bene?!-
-Che
ti succede?!-
L'
interpellata, riacquistato il controllo di sé, scosse appena
il capo, come per tranquillizzare i ragazzi -perdonatemi... La mia
empatia...- alzò gli occhi verso Hakkai, e senza rendersene
conto mormorò, le lacrime agli occhi:
-Perché
si è uccisa quella donna?-
Il
ragazzo si bloccò e s' irrigidì come se
l'avessero
colpito in pieno con un coltello. Serina si scostò i capelli
dal viso, rivelando anche l' occhio sinistro, ed entrambi si
soffermarono sul viso del moro, le pupille dilatate a dismisura, come
se lei fosse stata sotto ipnosi. Parlava senza rendersene conto.
-Perché?
Tu non l' avresti amato... Il bambino?-
Hakkai
sbarrò gli occhi, il respiro mozzo, mentre Sanzo si
avvicinava
e gli faceva cenno di allontanarsi. Il ragazzo, come in trance,
indietreggiò e s' infilò in fretta una maglia
asciutta,
mentre il bonzo si rivolgeva gelido a Serina:
-Prendi
un ombrello e vieni fuori-
Goku
e Gojyo non fiatavano, guardavano la scena da semplici spettatori: il
biondo prese un ombrello e uscì, senza aspettare Serina che,
tremante, si mise in piedi; vacillò, e il mezzo demone le fu
subito accanto.
-Grazie-
sussurrò la donna; guardò verso l' esterno
-cosa...
Vorrà dirmi?-
-Non
lo so, ma sembrava il maestro che aspetta fuori dalla classe lo
studente monello per sgridarlo-
Serina
fece un sorrisino tirato -non è un bel paragone- si
sistemò
la maglia traforata, prese un ombrello verde e s' incamminò;
poco prima di uscire lanciò un' occhiata ad Hakkai che,
lontano da Goku e Gojyo, la guardava ancora in silenzio, un'
espressione quasi spaventata.
Gli
occhi di Serina luccicarono.
-Perdonami-
sussurrò appena la ragazza. Poi uscì all'
esterno,
pronta ad affrontare il bonzo.
" All i know
Is everything is not as it's sold
But the more i grow the less i know... "
(Tutto
ciò che so
E'
che nulla è come te lo vogliono vendere.
Ma
più cresco, meno so...)
La
pioggia era fine ma forte, piegava i rami degli alberi, appannava la
vista; il bosco sembrava un miscuglio di chiazze verde spento e nero.
Serina aveva seguito Sanzo per qualche metro, sotto l' ombrello,
sentendo le scarpe che si bagnavano e affondavano nel terriccio
fradicio.
Il
bonzo non aveva detto una parola, non si era neanche voltato quando
la donna era inciampata; la vista alle volte le si annebbiava, e la
testa le girava, tanta era stata forte e dolorosa la visione che
aveva avuto sfiorando la cicatrice di Hakkai; era stato come se
avesse ricevuto un fortissimo colpo alla testa, e il sangue avesse
abbandonato il suo corpo, lasciandola spossata e debole.
Cos'
era mai accaduto nel passato del giovane demone?
Aveva
visto una donna... Una donna molto bella e simile ad Hakkai... E
aveva visto qualcos'altro, ma tutte le altre immagini erano state
cancellate dal sangue. Tanto, tanto sangue, di un rosso forte e vivo.
Un
passato di dolore...
"Credevo
di sapere cosa aspettarmi da questa vita...
Come
se tutto fosse già predisposto...
Poi
qualcosa era cambiato, che io l' avessi voluto o meno..."
Sacrificatasi
per il Maestro...
Abbracciato
una vita che non credeva potesse essere *davvero* sua...
E
poi...
Tutto
si era rivelato una farsa...
Il
mondo non è come te lo vogliono far credere...
Ed
era cresciuta con quella consapevolezza...
"Hakkai...
Ha
imparato a caro prezzo questa realtà?
Ha
dovuto perdere qualcosa per scoprire che nel mondo, chiunque e
qualunque cosa,
ha
sempre una doppia faccia? Una maschera?
Sono
andata avanti pensando che ormai potevo aspettarmi di tutto dalla
vita...
...
Ma quando incontrai loro...
...
Electra e Turibo...
Riprecipitai
nell' illusione che, una volta trovato un luogo in cui poter vivere,
tutto si sarebbe ripresentato per com' era realmente..."
Serina
si portò una mano gelata alla tempia, respirando forte l'
aria
umida di pioggia. Finalmente il bonzo si fermò, voltandosi a
guardare la donna.
-E'
il tuo potere?- chiese semplicemente; l' interpellata annuì,
piano -la mia empatia... E' qualcosa di più di quello che v'
ho raccontato....-
-Cos'hai
visto?- la domanda la colse impreparata; era certa che il monaco le
avrebbe detto di tutto perché aveva mentito, oppure che
l'avrebbe cacciata dalla compagnia... Ma questo...
-Ecco...-
prima ancora che potesse rispondere, però, Sanzo
l'interruppe:
-Vediamo di essere chiari. Tu non dovrai mai
fare un commento su ciò che hai visto, qualunque
cosa sia stata. Hai
capito?-
Serina
annuì in fretta.
-E
un' altra cosa- quegli occhi viola sembrarono fulminarla; fu come se
la donna avesse ricevuto un colpo secco in viso, mentre l' uomo
concludeva, gelido: -non provare a violare le nostre menti-
Serina
rimase per un attimo in silenzio, poi si rese conto di una cosa:
-Venerabile
Sanzo...- disse allora, mentre cercava di mascherare un sorrisetto
-voi... Mi
temete?-
" And i lived so many lives
Though i'm not old
And the more i see, the less i grow
The fewer the seeds the more i sow "
(E
ho vissuto così tante vite,
anche
se non sono vecchia.
e
più cose vedo, meno cresco
meno
sono i semi, più ne semino)
"
Ho passato la mia vita a fuggire.
Fuggire
da ciò che ero diventata...
Fuggire
dal mio passato..
Fuggo
tutt' ora da loro...
Che sono sia la mia coscienza, sia ciò che potrei
diventare...
Ho
perduto e riacquistato la mia anima tante e tante volte...
...
Tante che non so neppure se, ora come ora, quello che mi tiene in
vita è *davvero* un' anima...
Il
cammino di redenzione che porto avanti mi ha mostrato cose, persone,
vite e luoghi, recessi dell' anima che potrebbero costituire vite su
vite...
Sono
ancora giovane, ma sono cresciuta così in fretta, sotto il
peso di ciò che sono divenuta, sotto il mio Potere, che mi
assoggetta, mi controlla e dirige le mie azioni e la mia vita, che
è
come se avessi più di mille anni. Ma nella mia perpetua
fuga,
non faccio che tremare e avere paura come una bambina...
Eppure..."
...
Eppure non poté trattenere l' ombra di un sorriso, nel
pensare
che in fondo c' era davvero qualcuno che poteva avere timore, o
quantomeno... Rispetto,
per lei...
Un
rispetto che lei non aveva mai ricevuto... Perché debole,
perché priva della forza tale che l' avrebbe resa temibile...
"Divenire
temibile...
Avrebbe
significato abbracciare quella parte della mia personalità
che
ho seppellito in fondo al cuore..."
Calò
il silenzio fra i due, mentre il monaco la guardava immobile. Poi
andò verso di lei sino a superarla; i due ombrelli si
scontrarono generando spruzzi.
-Non
sperarci, donna. L' ultima mente che puoi sperare di sondare
è
proprio la mia-
Ed
effettivamente aveva ragione. La prima e unica volta che aveva
tentato, Serina aveva visto solo una nebbia scura. Nient'altro.
La
donna aspettò finché il bonzo non si fu un
pò
allontanato, poi prese un profondo respiro.
-Il
mio potere non è un dono- disse piano -è una
maledizione.
E sono ventitrè anni che tento di combatterla. Voi siete la
prima persona che il mio potere non voluto non è riuscito a
piegare-
Si
voltò di scatto verso di lui, fissandolo con un unico occhio
che ardeva come una brace. -Ritenetevi fortunato-
Sanzo
rimase a fissarla per qualche istante, poi le voltò le
spalle
-torniamo alla tenda; non vorrei che quelli imbecilli ci venissero a
cercare- fece qualche passo -e comunque... Dono o maledizione, in
entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa-
"
Then I see you standing there
Wanting more from me
And all I
can do is try...
"
(E
poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me,
E tutto ciò che posso fare è tentare...)
Serina sgranò gli occhi, fissando la schiena del bonzo. Credette per un attimo di essersi sbagliata.
Ma non poteva aver commesso errori.
Quelle
parole...
Erano
state pronunciate da un uomo molti anni prima....
*-"
-Bambina, non devi essere così triste- il monaco
posò
la mano sulla testa di Kohai, in una gentile carezza. Il sole
brillava forte dietro la schiena del bonzo, mettendolo contro luce, e
rendendolo un'ombra indistinta; l' unica cosa riconoscibile, era la
lunga treccia che s' agitava trascinata dal vento; la bambina
avvertì
una profonda dolcezza e serenità provenire dall' uomo.
Grazie
alla sua empatia, raggiunse la sua mente e vide solo una grande luce;
chiarezza, gentilezza.
Bontà.
-Dono
o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non
viceversa...
Ricordalo sempre, d' accordo?-
-Sì,
Venerabile Sanzo- "-*
Serina
venne scossa da un brivido.
-Voi....-
fece piano; Sanzo le dava ancora la schiena, ma si era fermato.
-...
Siete il discepolo di Komyo Sanzo, vero?-
Il
monaco si bloccò di colpo e si voltò verso di
lei,
guardandola senza parole.
***
-Secondo
voi le dirà di tutto? La manderà via?- Goku
scrutava al
di fuori della tenda con aria apprensiva.
-Ma
và!- esclamò Gojyo -che non ci pensi neanche,
quel
bonzo! Altrimenti dovrà passare sul mio cadavere!-
-Cosa
che farebbe senza alcun problema- commentò tranquillo
Hakkai,
soffiando sulla sua tazza di the; il rosso lo guardò con un
sopracciglio alzato -è sempre bello avere il conforto di un
amico...- poi il suo sguardo si fece serio -di un pò, per
caso
Serina ha visto..?- capendo a cosa stava alludendo, il moro
annuì.
Goku
invece guardava i due senza capire.
-Ma
di cosa state parlando?
-Lascia
perdere scimmia-
-No,
voglio sapere! Se riguarda Serina...-
-Lei
ha visto parte del mio passato- lo interruppe gentilmente Hakkai, che
guardava fisso il proprio riflesso sulla sua tazza. -ha visto... L'
ultima parte della mia vita prima che diventassi un demone...-
Il
demone eretico tacque, chinando appena lo sguardo -ah... Capisco...-
Anche
se in realtà capiva a stento; erano pochi quelli che
conoscevano per intero il passato di Hakkai, e uno era in quella
tenda e l' altro sotto la pioggia, in quel bosco.
Goku
sapeva poco del passato dell' amico: aveva scoperto frammenti di
passato del giovane demone carpendoli dalle conversazioni fra gli
amici, o a volte chiedendo al diretto interessato. Sapeva che aveva
ucciso più di mille demoni per vendetta, sapeva che anni
prima
aveva avuto una fidanzata; quale che fosse il legame che univa quelle
due cose, Goku non lo sapeva.
Così
come non avrebbe mai potuto notare come i due fidanzati si fossero
assomigliati, nell' aspetto, così tanto, né
sapere il
perché.
Fissò
in silenzio Gojyo e Hakkai, il rosso che si era voltato verso l'amico
-stai bene?-
-Sì,
certo- Hakkai fece un debole sorriso -non devo prendermela con
Serina. Neanche lei voleva ricevere quelle immagini... E' stato
qualcosa di inaspettato per entrambi.
I
due ragazzi rimasero in silenzio, aspettando che il loro amico
continuasse, ma tacque. La pioggia di fuori era l' unico rumore che
si sentiva.
Poi,
all' improvviso, avvertirono un rumore di passi; erano passi
frettolosi, di chi sta scappando, di chi è in fuga.
Sentirono
che la persona era inciampata, rialzata in fretta, e aveva continuato
a correre. Si stava avvicinando...
-Aiuto!-
I
tre ragazzi uscirono in fretta dalla tenda, sfoderando le armi.
-Dite
che saranno i soliti demoni?- chiese Goku.
-Se
non è così offro da bere a tutti-
commentò per
nulla allegro Gojyo; fece qualche passo in avanti, superando dei
cespugli di rosmarino che, con la pioggia, andavano liberando il loro
odore, e procedette. Il rumore di passi si fece ancora più
vicino, e prima che il rosso se ne rendesse conto, una donna gli era
finita addosso con violenza, buttandolo a terra. Il ragazzo la
tirò
in piedi a forza, mentre Goku e Hakkai li raggiungevano, cercando
eventuali assalitori.
Ma
il bosco era deserto e silenzioso, anche la pioggia stava finendo.
Gojyo
guardò la donna che aveva accanto. -stai bene?-
Piano,
l' interpellata annuì. Era una giovane donna poco
più
che ventenne, i capelli biondi che scendevano, bagnati e in disordine
per la lunga fuga, fino alle spalle. Pioggia, terra e lacrime avevano
sporcato un viso affilato dalla curva dura della guancia; i jeans
chiari e il maglione verde che indossava erano sporchi e strappati in
più punti. Ciò che però attirava l'
attenzione
erano gli occhi, uno azzurro ghiaccio e l'altro verde smeraldo; la
donna abbozzò un sorriso un pò timido.
-Perdonatemi se
vi ho spaventato... Con questa pioggia mi sono persa, e all'
improvviso dei banditi mi hanno circondata...-
-Gojyo,
ci devi offrire da bere- fece Goku, allontanando il mezzo demone
dalla ragazza e sorridendole -non preoccuparti, l' importante
è
che stia bene! Quei banditi ti hanno forse fatto qualcosa?-
L'
interpellata scosse il capo -No. Solo... Hanno rubato il mio
bagaglio...-
Hakkai
le passò protettivo un braccio attorno alle spalle -stia
tranquilla, signorina; se mai dovessero giungere fin qui quei
banditi, la proteggeremo noi- la donna gli sorrise.
-Grazie-
mentre il suo sguardo correva alla tenda domandò -ma voi...
Siete solo in tre?-
-No,
due nostri compagni di viaggio sono fuori; ormai dovrebbero essere
tornati....- la bionda annuì piano, e starnutì.
Hakkai
riprese: -la ragazza che è con noi magari ha qualcosa di
asciutto da prestarvi- facendosi caldo con le braccia, la ragazza
rabbrividì -siete... Davvero molto gentili...-
Poco
prima che rientrassero nella tenda, la donna lanciò
un'occhiata al folto della boscaglia, da dov' era spuntato il muso di
uno scoiattolo; la bionda fece un veloce gesto delle dita, senza
essere notata, e qualcosa d' invisibile colpì in pieno l'
animaletto, che cadde fra il verde senza emettere un solo verso.
*
"
Then
I see you standing there
Wanting more from me
And all I can
do is try...
"
(E
poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me,
E tutto ciò che posso fare è tentare...)
Sanzo
si voltò verso Serina, non riuscendo a credere alle proprie
orecchie; la donna, dal canto suo, sembrava stravolta dalla domanda
che lei stessa aveva posto; l'unico occhio visibile era sgranato,
luminoso nella boscaglia notturna. Prendendo fiato, Serina
ripeté:
-voi siete il discepolo di Ko...-
-Come
conosci quel nome?- il tono del monaco era freddo; fece qualche passo
verso la donna, guardandola senza sbattere le palpebre; quanto tempo
era che non sentiva quel nome ripetuto ad alta voce? Da quanto
qualcuno non gli chiedeva una cosa simile? Il ricordo del maestro gli
balenò davanti; l' immagine rasserenante e luminosa dell'
anziano monaco, il lieve odore di pipa che aleggiava nelle sue
stanze... La pioggia, che come in quel momento gli cadeva addosso...
Il
ricordo più terribile della sua vita... Che la donna davanti
a
lui aveva cercato di profanare giorni prima...
E
ora...
Pronunciava
proprio quel nome...
-Come
lo conosci?- ripeté ancora più duramente, mentre
Serina
lo guardava a lungo negli occhi viola, cercando di capire cosa
provasse il giovane monaco in quel momento....
Come
un fulmine a ciel sereno, le parve di vedere qualcosa...
"Il più giovane Sanzo mai esistito....
Tredici anni...
La pioggia..."
-Due....
Sutra....- sussurrò appena la donna, gli occhi dilatati a
dismisura -il sangue... Piove... Forte...- si bloccò mentre
la
gola le si chiudeva e non riusciva a respirare; le pupille si
dilatarono sino a farla sembrare inumana.
Ebbe
come un brivido, mentre cadeva in ginocchio a peso morto sull' erba
bagnata, portandosi le mani alla gola; Sanzo l' afferrò
saldamente per le spalle, scrollandola con forza, senza capire che
stava succedendo.
-Accidenti
a te, donna! Riprenditi!- le tirò un sonoro ceffone, che
risuonò per il bosco; solo allora Serina scosse con forza la
testa, e prese a tossire con forza, sporgendosi verso l' erba, il
corpo scosso dagli spasmi.
Quando,
all' ultimo colpo di tosse, macchiò di sangue l' erba sotto
di
lei, il bonzo l' aiutò a rimettersi in piedi, e la donna si
appoggiò senza forze a lui, prima di rimettersi dritta.
Sanzo
la guardò; Serina era alta quanto lui, e non era di ossatura
debole, né era troppo minuta, eppure dava l' idea di essere
fragilissima, eterea e quasi irreale; l' unico occhio visibile era
grande e splendeva in un viso ancora da bambina, una mano piccola e
fredda correva alla bocca per dare gli ultimi colpi di tosse.
Dopo
il kappa e la scimmia, ora ci mancava una così a cui
badare...
-Come
conosci il nome del mio maestro?- domandò alla fine Sanzo, a
voce leggermente più bassa; Serina lo fissò,
accorgendosi di come il bonzo sembrava spazientito, quasi come se gli
costasse parlare di Komyo Sanzo.
Al
pensiero, la donna sorrise amaramente; perché criticare quel
cinico monaco?
In
fondo neanche a lei piaceva ricordare Katsuro Shirogawa...
-Komyo
Sanzo... Incontrò il mio maestro alcune volte, durante la
mia
infanzia...- prese fiato, sentendosi ancora la gola chiusa -... Una
volta sola lo incontrai, e mi disse le stesse parole che voi avete
pronunciato qualche minuto fa: Dono
o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non
viceversa. E' per
questo, che vi ho chiesto se eravate voi il giovane discepolo di quel
monaco. Ricordo che aveva parlato di voi col mio maestro...-
Serina
si pulì i jeans sporchi di terra, scrollando le spalle:
-tutto
qui. Perdonatemi se ve lo chiesto, forse non vi piace parlare del
vostro...-
-Chi
era il tuo maestro?- la interruppe velocemente il biondo; la donna
fece qualche passo in avanti, dirigendosi verso la tenda, torcendosi
le mani.
Dire
quel nome, ad alta voce...
Dopo
tanti anni...
-Allora?-
Prese
fiato, voltandosi poi verso Sanzo.
"... Try"
(Tentare)
-Katsuro Kohai Shirogawa- sorrise appena, e dei ricordi le balenarono veloci nella mente...
*-"
-Te l' ha dato Shirogawa questo nome, vero?-
-Sì-
bisbigliò in risposta la piccola. L' uomo annuì
-me l'
aspettavo- "-*
*-" -Il nome dei diretti discendenti del Dio, il marchio e il kanji che contraddistingue i successori di ogni Custode... "-*
*-"
-Solo in quell' attimo mi resi conto dell' importanza del nome che
portavo...
...
Ora... Non ne sono più degna...- "-*
"
I wish I hadn't seen all of the realness
And all the real people
are really not real at all "
(Avrei voluto non
vedere che tutta la realtà...
E tutte le persone
reali che in realtà non sono reali affatto....)
...
Il sorriso non svanì dalle labbra di Serina, mentre diceva
semplicemente:
-Molto
spesso i grandi uomini restano nell' ombra, e sono in pochi a
ricordarli-
E
s' incamminò.
Sanzo
alzò per un attimo gli occhi verso il cielo, le nuvole nere
gonfie di pioggia sopra di lui, poi seguì la donna verso la
tenda.
I
due procedettero in silenzio, l' uno accanto a l' altra, senza
neanche guardarsi in viso; la donna sentì la pioggia che
ricominciava a battere sul suo ombrello, e per un attimo
desiderò
davvero sapere che significato avevano quelle parole che aveva
pronunciato prima, in trance, cercando di leggere la mente del
monaco.
Ma
non doveva farlo. Violare la mente è come violare il corpo,
andava contro a tutto ciò per cui aveva combattuto in quegli
anni....
"La
prima volta che riuscii a leggere nella mente, mi parve di sfiorare
con le dita uno specchio d' acqua immobile e freddo, che a un
semplice cenno prendeva a muoversi, a ribollire, a proiettare
riflessi e immagini di vite e persone diverse...
Sentii
che avevo... Del potere... Qualcosa che nessun altro aveva, e che mi
rendeva speciale.
Ma
quando, leggendo nella mente del Maestro, ne provai il medesimo
dolore...
Quando
percepii gli stessi, identici sentimenti che anche lui aveva
provato... Credetti di morire.
Credetti
di perdermi nel ricordo stesso dell' uomo che veneravo più
di
tutti.
Quando
il Maestro morì, mi ritrovai sola, con una
responsabilità
e un potere che con le mie sole forze non ero in grado di affrontare.
Affidarmi
al mondo...
Era
qualcosa di cui avevo paura.
E
credere alle persone...
Temevo
si rivelasse la scelta sbagliata...
Ho
provato ugualmente, rendendomi poi conto che le persone che sono
attorno a noi molto spesso non sono come vogliono sembrare...
L'ho
imparato quando avevo sedici anni... Come me, Genjo Sanzo ha imparato
questo quand' era ancora giovane..."
Si
sentì all' improvviso molto vicina al monaco, che come lei
aveva perduto il suo mentore, la sua guida, in tenera età e
con grande dolore. Ma prima che potesse voltarsi verso il biondo e
pronunciare quelle parole, erano giunti alla tenda; la spalancarono,
e Goku si precipitò dai due.
-Finalmente!
Ma dove siete stati?- guardò la donna -Serina, ma sei
bianchissima! Che ti è successo? Un' altra visione? Ha
ricominciato a piovere? Cos' è successo?-
-E
dacci un taglio scimmia!- l' urlo di Gojyo era provenuto da un'
angolo della tenda, e Serina e Sanzo lo guardarono; era seduto a
fianco a una giovane donna, le mani giunte in grembo, che teneva
pudicamente la testa abbassata, i capelli biondi che ne celavano il
volto.
-E
ora questa chi è?- fece laconico il bonzo, seccato oltre
ogni
limite; Hakkai sorrise tranquillissimo e lo informò: -stava
scappando da dei banditi, ed è giunta sin qui. Direi che
può
restare per la notte, che dici?-
-Non
si lascia una bella fanciulla da sola e in pericolo!-
rincarò
la dose Gojyo, sorridendo sornione; lanciò una veloce
occhiata
a Serina, quasi sperando che quest' ultima s' ingelosisse, vedendolo
vicino a un'altra; ma la donna li guardò in silenzio per
qualche istante, poi raggiunse la bionda e tese gentile una mano.
-Dovrei
avere qualcosa di asciutto; vuoi cambiarti?-
La
bionda non si mosse, e allora Hakkai aggiunse: -ovviamente noi
usciamo dalla tenda e la chiudiamo, se dite di sì...-
Allora
la ragazza annuì con forza e mormorò: -grazie...
Signorina...- alzò di scatto il volto e fissò
Serina in
pieno viso.
La
donna non ebbe alcuna reazione, mentre incrociava gli occhi spaiati,
ma un brivido corse velocissimo lungo la schiena; non mosse un
muscolo, mentre il cuore batteva più veloce, e un improvviso
fischio le invase le orecchie; l' occhio verde sembrava non avere
vita, da esso non s' alzava alcuna emozione....
Ma
quello azzurro....
Azzurro
ghiaccio....
*-" Rimase sconvolta dalla bellezza di quegli occhi, così grandi e belli, eppure freddi. Azzurro ghiaccio, che rilucevano nel viso color ebano... "-*
E per un attimo Serina si sentì morire.
"Electra".
- Fine Prima Parte -