Era
già notte.
Bella
si era attardata fin troppo a casa dei Cullen, ma era stato uno
splendido
Natale. Di sicuro lei e Edward si sarebbero rivisti
l’indomani. Lei avrebbe
voluto anche dirgli del sentimento che provava, ma era troppo timida e
poi si
erano rincontrati dopo tantissimi anni di assenza.
Camminavano
affiancati per le vie buie di Londra, illuminate solo da qualche raro
lampione.
Lui era perfetto, anche di notte, perché il buio sembrava
aderire alla sua
persona in modo innaturale, come se fosse stato un vendicativo angelo
notturno.
“Mi
sei mancata molto in questi anni…” disse lui
d’un tratto, interrompendo il
silenzio della notte. “Anche tu… Non puoi
immaginare quanto” sussurrò lei
pensosa.
Erano
quasi arrivati a casa sua, quando, tutto d’un tratto, Edward
s’irrigidì.
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“Edward
cos’hai?” domandò allarmata Bella.
C’era qualcuno nel vicolo, Edward lo sapeva.
Non era il tipico odore di un vampiro, ma non era neanche la dolce
frenesia del
sangue umano.
Inspirò
a fondo.
Sì,
c’era qualcuno. Ma non sentiva né il battito
cardiaco, né il respiro di quella
persona. Forse si stava facendo delle congetture? Era diventato
iper-protettivo
e paranoico?
“Niente…
mi sembrava di aver sentito qualcosa” disse lui prendendo per
mano Bella. Lei
sembrò lusingata, ma non si trattava di un modo per
corteggiarla. A quel punto
si trattava di proteggerla da qualcosa di ignoto, che magari neanche
esisteva.
Buio.
Intorno
a loro c’era solo il buio più totale. Nessun
movimento, nessun rumore.
Avanzarono, Edward circospetto, Bella preoccupata per cosa gli potesse
succedere. Passarono minuti, che per il giovane vampiro sembrarono ore.
Riusciva ancora a sentire la presenza di qualcuno o qualcosa che si
aggirava
per i vicoli, ma non sentiva nemmeno i suoi pensieri. Strano,
troppo strano… Ma ora devo rilassarmi. Finalmente
arrivarono davanti alla porta di casa di Bella.
“Così… siamo
arrivati…” disse
lei imbarazzata. “Eh già…
così sembra” rilassati
Edward, è solo una congettura.
“Posso
farti una domanda?” attaccò Bella.
“Certo… tutto quello che vuoi”
“Perché
adesso, Edward? Perché non qualche anno fa?” la
domanda spiazzò Edward. “Questo
non ha importanza, per ora. La cosa importante è che siamo
tu ed io… non ci
dobbiamo preoccupare d’altro per adesso”
“Io voglio sapere…” “Non
adesso” “Perché?
Ho aspettato così tanto tempo e adesso non mi vuoi dire cosa
succede?”.
No!
Non poteva spiegarle che era un vampiro e che per sentirsi di nuovo
umano era
andato da lei, accorgendosi di amarla. Non poteva spiegarle che fino a
quel
momento era stato un codardo e non la aveva cercata per paura di suo
padre.
Ma
a volte, un bacio, vale più di mille spiegazioni.
All’inizio
lei restò rigida, ma poi contraccambiò e il bacio
si fece più profondo. Per
Edward non fu un problema… si era nutrito il giorno prima.
La baciò, ancora e
ancora, seguì il contorno delle sue labbra e le
carezzò il collo.
In
quel momento la porta della casa di Bella si aprì, ed ecco
di nuovo quell’odore
che Edward aveva sentito per tutto il ritorno.
Davanti
a loro c’era un giovane, forse di una ventina
d’anni, anche se non si riusciva
a distinguere bene la sua età. Aveva capelli del colore del
grano un po’
sparati di qua e di là, era alto e aveva lineamenti decisi.
Ma gli occhi erano
il fulcro di tutta la sua immagine: erano di un colore che Edward non
aveva mai
visto, né a vampiri né ad umani… Erano
viola, e dentro a quelle iridi viola si
agitava qualcosa di feroce, che scalpitava per uscire fuori. Edward
notò solo
in un secondo momento che un taglio appena visibile gli segnava il
volto da
parte a parte.
Bella,
con il terrore dipinto in faccia domandò: “Che ci
fa lei in casa mia?” la
figura misteriosa sembrò confusa quanto lei. “Casa
tua? Quindi tu sei Isabella
Swan?” “Ehm… sì… e
questa è casa mia”. Edward continuava a scrutarlo.
Possibile
che fosse un vampiro? Non riusciva a sentire i suoi pensieri, proprio
come era
successo con Bella quel giorno.
“Ma
mi avevano parlato di una bambina…”
“Sì può sapere di cosa stai
parlando?” sbraitò
lei adirata. “Ehm… Piacere io sono il
tuo tutore, Liam Swan…” disse lui ridacchiando.
“Un
tutore? Ma cinque anni fa mi avevano
dato la notizia che non erano riusciti a trovare un
parente…” “Beh sì, mi hanno
trovato in ritardo. Sono un tuo cugino alla lontana” Edward
voleva mettersi a
ringhiare addosso a quel tizio. Bella invece pensava che non le
potessero
mandare un totale sconosciuto in casa. Comunque non aveva
scelta… doveva tenere
il tutore, o meglio, il tutore doveva tenere lei. Subito dopo si
accorse che
sia Liam che Edward la guardavano in un modo strano. “Cosa
c’è?” domandò lei.
“Niente…”
risposero all’unisono. “Bene… io credo
di dover andare, mio padre mi aspetta a
casa” si sporse verso Bella e sussurrò:
“Ti amo Bells, non dimenticartelo…”
detto ciò le posò un delicato bacio sulle labbra.
La ragazza entrò in casa
prima di Liam. “Comunque sì, sono un
vampiro… e anche tu lo sei giusto?” Edward
rimase sbigottito. “Non ho mai visto un vampiro con gli occhi
viola…” “E io non
ne ho mai visto uno con gli occhi dorati…”
“Hai intenzione di farle del male? Sappi
che la pagheresti cara…” “Figurati! Non
mi interessa il suo sangue…” stava per
chiudere la porta ma poi concluse dicendo: “Comunque ottima
scelta… E’ davvero
carina”. La porta si richiuse e Edward rimase al freddo, in
mezzo alla neve di
Londra. Doveva andare in fondo a quella situazione e non si sarebbe
certo fatto
mettere i piedi in testa da uno stupido tutore!
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Troppi
avvenimenti quella sera… Bene, aveva visto una sua lontana
cugina baciarsi con
un vampiro, che evidentemente l’avrebbe trasformata. Doveva
impedirlo a tutti i
costi. Doveva parlare a quel vampiro in separata sede o la sua missione
sarebbe
stata un fiasco. Intanto Bella lo aspettava seduta al tavolo. Ma la
cosa più
scioccante era che Isabella Swan fosse uguale a lei.
Sembrava la stessa persona, tanto che quando la vide baciarsi
con l’altro vampiro voleva ringhiare e prenderla con
sé.
E’
attraente… non c’è dubbio.
“Ora
mi spieghi perché diamine non hai declinato
l’offerta…” era aggressiva. Ma a
Liam piacevano le donne così. Poi calcolò il peso
delle parole della ragazza. “Ehi
ragazzina, pensi che io sia contento di stare qua?”
“Oh, questo non lo so… so
solo che io abito in un monolocale che è già
piccolo per me… figuriamoci avere
qualcuno di ingombrante come mi sembra che sia tu!”
“Beh, questo non è un
problema… Ho abbastanza soldi per comprare una nuova
casa” Bella strabuzzò gli
occhi. “Sì, hai sentito bene… Se vuoi
domani vado da un agente immobiliare. Ne
conosco qualcuno qua nei dintorni…” lei si morse
il labbro. Liam
capì subito che era nervosa e indecisa.
Prima che le potesse rispondere o perlomeno rassicurarla, un ricordo si
affacciò prepotente.
Lei si
morse il labbro. Lui conosceva
troppo bene quel piccolo particolare… Lo faceva quando era
nervosa. I suoi
pensieri gli dicevano che era emozionata, che era nervosa per il
semplice fatto
che poteva stare con lui. Si scostò i morbidi capelli
marroni dal collo e lo
guardò con i suoi bellissimo occhi del colore del cioccolato
al latte. “Amami
Liam…” gli sussurrò. E detto
ciò si avvicinò a lui, baciandolo.
Fu
quella sera che Liam si accorse di
amarla.
Scacciò
via quella memoria dolorosa… Isabella
Swan non è lei. Eppure era così
uguale, anche nel comportamento, nei gesti,
nelle parole. Anche solo vedere il suo viso per un’altra
volta significava
dolore. Ma non aveva scelta… Doveva conviverci.
Doveva
convivere con il ricordo di Lisbeth…
Nota
dell’autrice:
Okay…
questo capitolo è il vero inizio di tutto… E di
sicuro vi sorgono molte domande
a questo punto. Spero che vi sia piaciuto perché io mi sto
divertendo
tantissimo a scrivere questa fan fiction!!
Intanto
vi lascio qualche particolare…
Liam: http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/alex-pettyfer/alex-pettyfer-20080704-432829.jpg