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Autore: Nebbia4e    19/08/2010    4 recensioni
Questa storia è ambientata al tempo dei malandrini. Cosa sarebbe successo se una ragazza fosse entrata ad Hogwarts nel settimo anno? E se avesse una peculiarità particolare? Che effetti avrebbe provocato? In che casa sarebbe finita? Questa è la prima FF che pubblico. Commenti, critiche persino vasetti di marmellata con uno strano spessore verdognolo sono ben accetti. (Magari non i vasetti XD)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Non è un’allucinazione dovuta dal caldo. Sono davvero io!
Non sono riuscita a finirlo prima di partire per le mie feriucce e l’ho completato nell’unico posto al mondo dove non c’è internet. Così, invece di postare un capitolo senza senso e molto corto ho deciso di postare quando il chappy fosse stato un minimo soddisfacente.
Dal momento che la soddisfazione è lontana, temo che dovrete leggere ad un capitolo senza senso e pure in ritardo. Spero che vi piaccia.
Un’ultima cosa. Il passato di Elisabeth è difficile, ma il fatto che la sua adolescenza non sia stata rose e fiori è proprio dovuta dal fatto che è un’adolescente. Vi sarà capitato, di vedere una ragazza che non riesce, per quanto lei desideri uniformarsi, ricevere un po’ di popolarità. Ma proprio perché il prezzo da pagare è la perdita di tutto ciò che la rappresenta e che la distingue, lei non può.
Tutto questo discorso è bene che lo ricordiate, perché il fatto che Elizabeth non abbia mai avuto amici, non dipende dal fatto che sia una strega. Solo che sia umana.
Detto questo, buona lettura.

 

 

 

 

 

 

Lo smistamento

 

 

Strano per una come me sperare.

Avevo paura. Paura di quello che avrei fatto, di come mi sarei sentita dopo aver assaggiato la mela e esserne privata.

La mela. La felicità, l’adolescenza a cui ero stata privata troppo presto.

Non avevo mai avuto amici. O meglio ne aveva avuti, ma non veri, di quelli per cui rischieresti la vita. I miei amici erano solo disposti a considerarmi diversamente dal solito cactus perché improvvisamente avevano bisogno di me. O meglio, quando l’altra allegra combriccola li abbandonava, allora io esistevo.

Ero impopolare non perché ero speciale, come diceva mia madre, o diversa dicevo io. No, quello l’avevo scoperto dopo.

Ero impopolare semplicemente perché non mi comportavo come loro, perché avevo le mie idee. Tutto qui.

Ero dovuta crescere tra pile di libri, cercando sempre di migliorare i miei voti, i miei risultati, per dimostrarmi, anzi per dimostrare loro che ero superiore. Perché nonostante le qualifiche raggiunte, nonostante i ruoli e le mansioni che mi affidavano, nonostante tutto, in fondo al cuore sapevo che se non avessi avuto quei quattro, cinque voti che mi separavano da loro, non sarei stata nulla. Da loro, che bastava cambiare smalto o pettinatura che tutti si prodigavano in complimenti smielati.

Era meglio la mia placida solitudine.

Dovevo continuarmelo a ripetere.

 

Il treno continuò il suo viaggio, fortunatamente Black e Potter non ci infastidirono più.

Lily svegliò Mary per l’ora di pranzo, quando una deliziosa donnina con un vassoio del tè passò per portare tutto quello di cui avevamo bisogno.

Mary comprò quasi mezzo carrello, iniziando allegramente a trangugiare Cioccorane e Gelatine. Io iniziai a mangiucchiare il mio Zuccotto di Zucca, il mio dolce preferito.

Lily mangiò distrattamente un toast e alcune caramelle che Mary le offriva.

C’era una specie di rituale tra loro, sedute a gambe incrociate in quello scompartimento. Un rituale che conquistò anche me. Con loro riuscivo ad aprirmi, a stare bene. Era una sensazione che con ogni altra singola persona ero riuscita ad ottenere solo dopo almeno due anni. Mi coinvolsero nei loro discorsi: ragazzi, shopping, ragazzi, Quiddich, il ragazzo bruno che Mary aveva conosciuto ieri, scarpe (il mio nuovo acquisto che Lily adorava), ragazzi. Il solito, insomma.

Scoprii che Potter era così invadente dal primo anno, che Mary correva dietro ad un amico di Potter e Black, un tipo che mi aveva indicato poco prima che arrivassimo ad Hogsmeade, trasognata e sognate, sostenendo che fosse “così bello e affascinante… Quelle cicatrici che gli danno un’aria vissuta…”. Che Lily era particolarmente interessata ad un biondino di Corvonero e che forse quest’anno si sarebbero messi insieme. Scoprii che Mary adorava vestirsi come una pazza, cosa che mi mostrò infilando un cappello dai colori sgargianti che sembrava una calza della nonna, tutta rattoppata con un’infinità di buchi. Che Lily, sempre ligia all’ordine e al dovere era stufa di seguire le regole e si sentiva un po’ ribelle, che Mary era la vera ribelle e aveva distolto Lily dalla retta via: “Con un’amica come lei tutti cambiano, sai?”.

Scoprii che Lily era una vera appassionata di Quiddich ma che non lo guardava mai per via di Potter. “Parola mia! È impossibile guardare una partita in pace con tutte quelle oche che starnazzano ogni volta che Potter respira! E con lui che quando mi vola vicino mi invita a uscire!” e che Mary giocava nella squadra di Grifondoro come Cacciatrice e una memorabile volta aveva gettato un incantesimo sul Potter Fan Club trasmutandole in vere ochette. Mi dissero che più del Potter Fan Club odiavano il Black Fan Club, che infestavano la Sala Comune, la Biblioteca, il parco, la Torre d’Astronomia tutti i luoghi in cui bazzicava Black, da solo o in compagnia degli altri Malandrini ossia Black, Potter, il misterioso ragazzo di cui Mary era persa e di un altro, che non brillava per personalità. Il BFC non si limitava a spiare Black come il PFC seguiva Potter, ma inventava diaboliche penitenze per chi si avvicinava troppo a Black. Per loro troppo equivaleva a qualche chilometro. Capitava poi che se eri nella Sala Comune con lui (e un’altra sessantina di persone) eri troppo vicina e dovevi sottoporti all’interrogatorio: una serie di domande il cui tempo variava: “La povera Fanny Jackson è stata interrogata per tre giorni perché aveva chiesto a Black una matita, te la ricordi Lil?”.

Non si limitavano a questo a quanto mi dissero. Preparavano filtri d’amore alquanto poco funzionanti a meno che Black non fosse così intelligente da evitare di mangiare quello che il BFC gli regalava come esponente onorario. “Una volta Gil Preston ne ha mangiato uno per sbaglio ricordi? È andato da Madama Chips e l’ha curato per avvelenamento… Se l’è vista brutta! Erano scaduti da qualche mese e Black non li aveva gettati!”

 

Non c’era tanto da dire di me. Raccontai loro della mia scuola, di dove fosse, anche se non sapevo dov’era esattamente. Spiegai che non avevo un ragazzo – mai avuto uno – e che ero stata sempre stata troppo timida per dichiararmi. Che arrossivo senza una ragione precisa e che, forse, per questo Daniel Kyleson mi evitava ridendo. E che tutti capivano sempre che mi piaceva.

Raccontai del fatto cha avevo conosciuto persone, e me ne rendevo conto parlando con loro, ipocrite e opportuniste.

 

Fu così, che tra chiacchiere, Zuccotti di Zucca, Cioccorane e Gelatine, conobbi quelle che probabilmente sarebbero diventate le mie migliori amiche.

 

***

 

Uscimmo dal treno in un’enorme fiumana. Quasi trecento persone scalpitavano e spingevano per uscire. Quando, finalmente fummo fuori, nella tiepida aria serale, respirai liberamente. Mary si teneva la testa tra le mani, dopo aver quasi tentato di schiantare mezza gente che le bloccava la via di fuga. Aveva iniziato a respirare affannosamente e Lily le aveva fatto un incantesimo. Pareva che fosse un problema che si sviluppava sempre.

« Maledetta claustrofobia! » borbottò Mary.

Trovammo posto in una strana carrozza senza cavalli. Mi godetti il viaggio con le due ragazze e un altro, probabilmente di un paio d’anni più piccolo.

Non appena la carrozza si fermò, ci avviammo all’entrata. Una folla spingeva per entrare, in un caos così tremendo che temetti che Mary potesse vomitare sulle mie scarpe.

« Elisabeth Hudson! » chiamò una voce autoritaria, che risuonò sopra il frastuono.

« Perché la McGranitt ti chiama? »

« Ehm… Esattamente chi è la McGranitt? »

« La professoressa di Trasfigurazione, la vice-preside. Sta attenta, è un po’… »

« Rigida come un manico di scopa! E soprattutto, NON ci favorisce, quella bisbetica, bastar… »

« Mary! »

« Ok, ok… Era solo per farle sapere com’è. »

« Meglio che vada. Ciao ragazze! Spero di rivedervi! »

« Ciao! »

Cercai un varco e mi diressi verso una donna severa. I capelli corvini erano fermati in un alto chignon sulla nuca, mentre sul naso aveva appoggiati un paio di occhiali squadrati. Indossava una veste da strega blu notte.

Appena mi avvicinai mi intimò:

« Seguimi. »

Mi accompagnò in uno studio. Tranne una scrivania in mogano e sedie alte dall’aria poco comoda, l’unica altra mobilia erano alcune librerie stracolme di libri.

« Siediti. »

Obbedii. La McGranitt sorrise.

« È inusuale per noi accettare una studentessa al settimo anno. Ma Silente è convinto che ce la farai. È chiaro però che per te sarà dura. Ogni professore testerà le tue conoscenze per sapere se sei all’altezza o se è meglio che frequenti un altro anno. Ovviamente puoi sempre chiedere al direttore della tua Casa di cambiare il tuo anno, se lo desideri. Oppure puoi chiedere a me. Sono la vice-preside, dopotutto. »

« Quando cominceranno i test? Oggi? Dopo cena? »

« Dopo cena no. Domani. O alla prima lezione che avrai con loro. Hai altre domande? »

« No. Almeno, adesso no. »

« Allora. In qualunque Casa sarai smistata, sappi che le tue vittorie aggiungeranno punti e prestigio alla tua Casa. I tuoi errori li toglieranno. Vivrai con i tuoi compagni, mangerai con loro e dormirai nei dormitori della tua Casa. Sarà la tua famiglia.

Spero che sarai felice dello Smistamento, dovunque esso ti assegnerà. Credo sia tutto. »

Annuii.

La professoressa si alzò e io la imitai.

« Allora è meglio andare a cenare. Sarai affamata. »

« E lo smistamento? »

« Avverrà appena finito quello dei ragazzi del primo anno. » guardò l’orologio al polso. « Meglio sbrigarsi. »

« Va bene. »

Ripercorremmo il percorso al contrario. Mi fece fermare in una saletta. Dagli schiamazzi che rimbalzavano lungo le pareti la Sala Grande era vicina.

Probabilmente erano alla fine dello Smistamento.

Dopo che Wilson Thomas fu assegnato a Corvonero e la Sala esplose in un’unica ovazione, e sentii la McGranitt chiamarmi.

Entrai in Sala Grande. Ogni persona mi fissava, centinaia di occhi puntati su di me.

Come un sol uomo tutti gli studenti iniziarono a parlottare con il proprio vicino, in un crescente brusio. Mi fissavano persino alcune figure evanescenti, i fantasmi. Con l’unica differenza che sorridevano.

Silente – sapevo che era lui dalla figurina nelle Cioccorane – si alzò e tutta la Sala tacque.

« Ho deciso di ammettere questa ragazza al settimo anno. Si è trasferita dallo Stato della California quest’estate. Vorrei che la trattaste come qualunque altra vostra compagna in qualunque Casa sarà smistata. Professoressa McGranitt, proceda. »

la McGranitt mi posò in testa un cappello malandato e rattoppato.

Sentivo una vocina nella testa. Era strano.

Mmm. Difficile… E io dove ti metto?

Sei intelligente, coraggiosa… Difficile, davvero difficile.

Ho deciso: GRIFONDORO!

L’ultima parola fu urlata a tutta la Sala.

Mi tolsi il cappello, più leggera. Ero stata smistata. A Grifondoro, con Lily e Mary.

Mi sedetti tra loro al settimo cielo.

« Brava! »

Mary quasi improvvisò un balletto:

« Sei una Grifondoro! Sei una Grifondoro!!!! »

« Grazie ragazze… Mmm… Quand’è che si mangia? Ho una fame! »

Silente si alzò di nuovo: « Preferisco lasciarvi cenare, prima di tediarvi con un lunghissimo discorso da vecchiaccio. Quindi, buon appetito! »

Applaudimmo tutti, era il miglior discorso che avevo mai sentito. Soprattutto perché stavo morendo di fame. Guardai Silente, seduto al posto d’onore, sulla tavolata degli insegnanti. All’improvviso, come se sapesse che lo stavo osservando, interruppe la sua discussione con la McGranitt si girò verso di me. I nostri sguardi si incontrarono e lui mi sorrise, alzando la sua coppa verso di me. Gli sorrisi di nuovo, poi fui riportata alla realtà da Lily:

« Vuoi peperoni? » mi chiese porgendomi il piatto.

Spalancai gli occhi. Tutti i vassoi erano pieni e ogni studente si stavano servendo di cibo.

« Sei una Grifondoro! Sei una Grifondoro!! »

« Mary! Ho capito che sei felice, adesso però piantala! »

« Ma che carine! Abbiamo una nuova piattola! » Potter prese del purè dal suo piatto e ce lo tirò addosso.

« Potter, smettila! »

« Cara Evans, cosa mi dai se la smetto? »

La sua occhiata lasciva mi diede il voltastomaco.

« Hai visto Felpato? Le tre ragazzine sono insieme, che allegria! »

Evitai di commentare. Anzi, guardai gli altri due ragazzi accanto a questi due pozzi di finezza.

Un ragazzo alternava lo sguardo da Black, Potter e noi, come in adorazione. Ogni volta che pronunciavano qualcosa si agitava sulla sedia, quasi applaudendo e ingurgitando cibo in modo febbrile.

Alla sinistra di Potter c’era un altro ragazzo, aveva un’aria stanca, non dormiva molto a giudicare dalle occhiaie pesanti sotto gli occhi. Il viso era segnato da molte cicatrici. Era il ragazzo di cui Mary era persa. Se ne stava chino sul piatto senza né approvare, né denigrare quello che Potter o Black dicevano.

Erano i Malandrini.

Un gruppo di ragazze adoranti sospiravano a intervalli regolari, teatralmente. Avevano occhi solo per quei due sbruffoni. I loro piatti erano intatti.

Potter lanciò un’occhiata a Lily e si passò una mano tra i capelli arruffati, facendoli sembrare attraversati da una corrente elettrica.

Lily sbuffò. Mary mi guardò sorridendo e alzando gli occhi al cielo, poi tornò al suo piatto.

Sembrava una prassi, frecciatine, risposte, frecciatine, mano sui capelli.

Povera Lily!

 

***

 

Mangiai un po’ di tutto poi quando tutti i dolci furono spazzolati, le coppe svuotate e i commensali satolli, il Preside si alzò.

Abbracciò la Sala con le braccia aperte e disse:

« Prima di lasciarvi ai vostri letti, Mastro Gazza ha chiesto di ricordarvi alcuni importanti avvisi. L’ingresso della Foresta Proibita è da vietato a chiunque. Ed è bene che gli studenti più anziani lo ricordano.

La lista completa degli oggetti non ammessi è affissa nello studio di Gazza ed è consultabile da chiunque lo desideri. Credo ammonti a più o meno duemila oggetti.

Nessuno studente può uscire nel parco dopo il tramonto e in questo chiedo ai Prefetti e ai nuovi Caposcuola di vegliare sul rispetto di tale divieto.

Domani iniziano le lezioni. Spero vi riposiate nei vostri letti caldi e siate pronti per iniziare un nuovo anno scolastico. Buona notte! » si sedette.

Subito si udirono voci chiamarsi, rincorrersi senza capire dove finiva una e iniziava l’altra. Alcune risuonavano sopra altre: « Primo anno con me! » file compatte di ragazzini uscirono dalla Sala Grande, diretti nelle Sale Comuni.

« Ehm, ragazze, non per essere rompiscatole, ma… dove sono i nostri dormitori? » In preda al panico mi ricordai che la McGranitt non mi aveva detto dove si trovavano.

«Tesoro… credi che la mia spilla non serva a niente? E poi, siamo amiche, no? Non potremmo certo lasciarti dormire nella Sala Grande! »

Lily e Mary mi accompagnarono nel nostro dormitorio. Cinque letti a baldacchino erano pronti per ospitarci, davanti ad ognuno c’era il nostro bagaglio.

Troppo assonnate per parlare, ci infilammo i pigiami e ci addormentammo appena la nostra testa toccò il cuscino.

 

 

 

 

 

Credo di aver già detto tutto nell'introduzione.

I tempi di aggiornamento da settembre a fine ottobre saranno critici. Con l'università, la Vendemmia (che odio con tutto il cuore), il lavoro... il tempo per scrivere è davvero poco.

In ogni caso spero che questa storia non vi deluda. Vi ripeto ancora che per ogni richiesta/ingiuria/critica, sono qui (anche per gli apprezzamenti!).


Ringrazio infinitamente coloro che hanno messo questa storia tra:

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Ma ciao!!
Sono moooolto felice che la lunghezza del capitolo ti stia bene *fiuuu, che sollievo, già ti immaginavo con un fucile in mano*. Ebbene sì. La mia fatica parla dei Malandrini. Li adoro pure io… ma non mi piace Minus, sarà perché è uno schifoso voltagabbana?

Il passato di Elizabeth è misterioso, e continuerà ad esserlo (muahahah) ancora per un po’. Non ho idea tra quanto perché ho in mente uno svolgimento ma non diviso per capitoli. Anch’io adoro le liti tra James e Lily, più che altro sono ispirate dalle quelle tra me/mio fratello…
Adoro Sirius *_* ma penso che si capisca già…
Spero che anche questo capitolo ti piaccia, è stato quasi un parto!
A presto

 

 

 

 

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

  
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