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Autore: Lady Warrior    20/08/2010    1 recensioni
Sta per iniziare l'ultima battaglia, e hermione si ritrova a fissare da lontano il castello di hogwarts e tutto ciò che lo circonda. ricorda momenti struggenti e paragona tutto ciò che vede al passato. e tutto questo le dara un motivo in più per combattere.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'One shot ....'
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Guardando Hogwarts

 

 

 

 

 

 

 

Mi avvicino. Sono proprio davanti al castello. Lontana da esso, sì, ma davanti. Ricordi strugge voli mi invadono la mente. Ma continuo a guardare il castello dove ho trascorso gran parte degli ultimi sette anni. Il castello dove ho vissuto tutte le mie avventure, dal cane a tre teste, Fuffi, alla mia pietrificazione, dall’esperienza di tornare indietro nel tempo ( grazie al gira tempo), all’aiuto che ho dato a Harry per vincere il torneo tremaghi, dalle riunioni dell’es, alle prime esperienze dell’amore. Il castello pare vuoto, sembra che abbia perso tutta la vitalità che aveva. Pare senza vita. Ricordo che quando tornavamo da Hogsmeade, dal palazzo provenivano delle grida. E anche di notte, quando era proibito girare per il castello, si udivano dei piccoli rumori, e da fuori si intravedeva qualche luce. Ora invece tutto tace, come se il mio amato castello fosse ricoperto dalle tenebre.  
Guardo il platano picchiatore. E rivivo il ricordo di quando, al terzo anno, rincorrevamo Crosta, il topo di Ron, e trovammo Sirius dentro al platano picchiatore, e quasi mi viene da ridere pensando a quanto eravamo ingenui. Una volta il platano picchiatore si muoveva sempre, e, anche se non aveva più nemmeno una foglia, a noi pareva che avesse sempre il vigore di quando era primavera. Ora, invece, sta immobile, come qualsiasi altro platano, come se avesse capito che il male aveva preso il dominio. Le gocce di pioggia sono adagiate sui suoi rami. Pare che pianga.
La foresta proibita, fonte di grande terrore per noi studenti, ora è più cupa che di prima. Ricordo gli alberi alti e fitti, potenti. Ora mi sembrano solo piccoli cespugli. Ricordo che io e Harry e Ron passavamo anche ore davanti alla foresta, a guardarla, e inventarci storie paurose ambientate al suo interno. Poi ci sorprendeva un rumore, non importa se era solo una foglia che si muoveva al vento, o se era il battito d’ali di una farfalla, o se era solo un uccellino che cinguettava, ma noi scappavamo terrorizzati, e raccontavamo agli altri grifondoro di aver udito, all’interno della foresta, i passi di un troll, o lo svolazzare di un folletto dispettoso, e loro andavano tutti giù a guardare. E pure loro, al ritorno, dicevano che era tutto vero. Di lì era passato un troll. Ma non immaginavamo di vedere cose assai peggiori di un troll, come la morte.
Le luci della sala grande sono accese. Chissà se il soffitto sarà nuvoloso, piovoso, o soleggiato. È un incantesimo. C’è scritto in “storia di Hogwarts”. Io l’ho letto. Ricordo che tutti noi, prima di entrare in sala grande, facevamo delle scommesse sul tempo del soffitto. –A pranzo tuonerà.- . –io dico che ci sarà il sole- dicevamo. E fred e George avevano pure creato un club di scommesse. Ma, in genere, solo pochi azzeccavano.
Poi, quando entravamo in sala grande, i fantasmi ci venivano a trovare, e si divertivano a trapassarci il corpo. Ricordo che io ridevo sempre, mentre a Ron non piaceva per nulla. Il nostro fantasma, quello di Grifondoro, è Nick-quasi-senza-testa, che vuol farsi chiamare “Ser Nicholas”. Il fantasma di serpeverde è il barone sanguinario, e fa mettere i brividi. Poi c’è il frate grasso, e altri fantasmi, come Mirtilla Malcontenta, la ragazza fantasma piagnucolona che passa tutto il suo tempo nel bagno guasto delle ragazze. Passando di lì si odono urli e gemiti. Tutti sanno che è Mirtilla, il fantasma isterico. Nella sala grande, poi c’è il tavolo dei professori, dove tutti gli insegnanti si siedono e parlano. Nelle ore dei pasti c’era sempre una gran confusione in sala grande: colpa delle voci dei professori e degli alunni.
Un po’ più in là intravedo il campo di quidditch, lo sport più amato dai maghi. Ha regole molto complicate, e non le so tutte. So solo che Harry è uno dei migliori giocatori.
Ricordo la fila all’inizio di ogni partita. Ci mettevamo uno davanti all’altro, tutti strinti, per accaparrarci i primi posti. C’erano anche lunghe mezzore di fila, e poi, finalmente, ognuno sedeva al proprio posto, impaziente. Prima della partita si udivano le voci dei ragazzi che scommettevano sul vincitore, e lo stadio si colorava di sciarpe munite dello stemma delle due case sfidanti. Poi entravano i giocatori con delle abili giravolte, e tutti urlavamo entusiasti fino a farci esaurire la voce. Durante la partita fissavamo i giocatori, ammutoliti, ascoltando la cronaca. Poi, quando qualcuno segnava, si udiva un urlo sguaiato, un urlo vittorioso, e poi un mugolio rattristato. Alla fine della partita si tornava al castello. C’è chi era felice e chi era triste, ma tutti ci eravamo divertiti.
Di lato al castello vedo la biblioteca. Ho passato molto tempo lì.  Ricordo che ho letto almeno la metà dei libri contenuti nella biblioteca, eppure, ognuno di loro mi insegnava sempre cose nuove. Era il momento dove mi rilassavo di più: ogni sera, prima di andare a dormire, mi recavo in biblioteca e iniziavo un libro, seduta su una poltrona, davanti a un tavolo con sopra una candela. Mi immedesimavo nella lettura, e scoprivo solo poco dopo che erano già le nove, e che dovevo andare a dormire.
I dormitori, li vedo.
Ricordo che noi ragazzi stavamo a chiacchierare attorno al fuoco fino anche a mezzanotte, specie io, Ron e Harry. Poi c’erano Fred e George, con i loro giochi e scherzi, che animavano la serata. Ogni sera era divertente, e si passava a ridere.
Penso ai vari posti del castello, specialmente ai sotterranei, dove avevo passato la mia prima avventura: quella del troll inviato da Raptor. E pensare che noi credevamo fosse tutta colpa di Piton!
È passato solo un anno dall’ultima volta che sono stata ad Hogwarts, eppure, mi pare sia passato un secolo. Colpa di tutto ciò che è successo. Perché il male ha cambiato tutto. Ed è per questo che devo combattere, anche: perché Hogwarts ritorni ad essere il luogo della mia giovinezza, il luogo felice, dove tutti possano sentirsi a casa.

 

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