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Autore: Slits    24/08/2010    11 recensioni
« Ci sono talmente tanti di quei modi in cui potrei risponderti, Bob, che quasi mi vengono le vertigini. »
Senza ironia non avremmo di che vivere.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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2. Desideri di contrabbando.
[John Dorian, Christopher Turk, Elliot Reid, Percival Cox, L’inserviente, Il Todd ]

- Chiudi tu. -
- No, dai, fallo tu. -
- Per favore, tu. -
- No, tu. -
- … -
- Ha chiuso, vero? – John Dorian lanciò all’altro un’occhiata piuttosto significativa. Christopher Turk si strinse nelle spalle ed addentò un primo morso di croccante. Poi fece scivolare il dolcetto nella manica del camice, lanciando una o due occhiate di controllo alle proprie spalle.
- Ma Carla non ti aveva fatto smettere con quella roba? -  
- E’ di contrabbando. – ammise.
- Questa non me la bevo! – disse il medico alzando un dito e puntandolo in direzione dell’amico - Spiegami chi potrebbe mai essere così folle in quest’ospedale da mettersi contro Ca… -
- Cinque di contrabbando, bello! – non riuscì a finire la frase perché ancora prima di rendersene conto si ritrovò riverso su uno dei seggiolini vicini all’entrata. Guardò la mano dolorosamente pulsante.
Poi il braccio del Todd, ancora alzato.
Infine nuovamente la mano striata di uno spiacevole rossastro.
Che diavolo di corso di aggiornamento era andato a fare il Todd con il proprio mentore alle Hawaii?
Gli occhi del primario del Sacro Cuore si alzarono al cielo in perfetta sincronia con il quarto tentativo di Turk di risollevare l’amico da terra.
- Confesso che un po’ lo invidio, insomma, ogni volta che ha una nuova relazione diventa sempre così… felice. – Perry Cox guardò un’ultima volta il penoso spettacolo del medico in lacrime intento a tamponarsi il naso. Poi incrociò le braccia al petto e fece dietro front, affiancando la collega.
- Nuova relazione? Barbie, quei due stanno insieme praticamente dal momento in cui sono nati. Se non fosse per il fatto che la medicina odierna ancora non contempla l’eventualità che da un unico utero possano nascere due bambini di razza diversa, scommetterei anche le mutande – oltre alla casa, lo stipendio e quel demone in tacchi a spillo che ancora spaccio per mia compagna – sul fatto che uno dei due abbia chiesto in subaffitto l’utero della madre dell’altro soltanto per avere la possibilità di tenere la manina all’amichetto in quei difficili nove mesi. -
Elliot Reid ignorò il commento dell’altro e trasse un profondo respiro, continuando.
- E’ così fortunato… io non credo di aver mai avuto una sola relazione felice quanto la sua. A parte quella avuta con lui, per l’appunto, e quell’altra che ebbi con Jimmy Brendan al college. In effetti quella fu un po’ strana… tutto andava bene fino a quando un giorno, dopo un pranzo a casa dei miei genitori, non lo andai a trovare e… -
- Non mi dire. Lo trovasti impiccato? – tentò il primario. Elliot fece un’espressione strana e mosse più volte la mano davanti al viso, in segno di diniego.
- No, ma che dice! – disse con un risolino. – Lo trovai sul tappeto. Con un buco in fronte. Ed una pistola nella mano destra. – concluse, lasciando invariato il risolino ma con uno strano tic all’occhio destro.
- Odorava di polvere da sparo e cannella. -
Il dottor Cox annuì con ferma convinzione. Poi entrò nella propria campana immaginaria, dove indossò un paio di cuffie immaginarie e scrisse – sull’ennesimo foglio immaginario – i primi quindici motivi per cui l’accesso agli insani di mente fosse tuttora vietato.
Elliot alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, sconsolata.
- Dio, che darei per poter anche soltanto uscire di nuovo a cena con un uomo. – mormorò prima di andarsene.
L’inserviente lasciò cadere lo scopettone ed uscì a grandi falcate dalla stanza.


« … »

- Signore, son quasi passate due ore ormai. A questo punto, tornerei a consigliarle un tavolo per uno. -
L’uomo raccolse i tre scoiattoli impagliati che sedevano al suo fianco – i tipi più vispi, che indubbiamente avrebbero subito legato con dottoressa bionda – e si alzò.
- Io me ne vado. – disse puntando un dito in direzione del cameriere – Ma stai più che certo che non finisce qui. -
- Ti tengo d’occhio, Chez François. – continuò, adocchiando il nome del ristorante impresso sulla divisa del ragazzo.
- Ti tengo d’occhio. -
   
 
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