Respiro a fatica, scossa da tremiti di vergogna...
Sì, mi vergogno di me stessa e di quello che provo.
''Io lo dicevo dall'inizio che avevi una cotta per lui!''
Ammicca la prima vocina nel mio cervello, che scaccio senza tanti
indugi con un movimento rapido della mano, come ad allontanare una
mosca. Mi sciacquo il viso, lasciando scorrere le goccioline dalle
guance fin sotto il mento, inzuppando il colletto del maglione.
''Scema! Scema! Scema! Sceeeeeema! Farsi condizionare così
tanto da credere di amarlo! Suvvia, Cyn, sai benissimo che non
è così... Lo hai pensato per un attimo, ma adesso
ricomponiti! Non può essere possibile!''
L'altra vocina svia l'argomento, ritenendolo di futile importanza.
Rischio di impazzire se rimango chiusa qui dentro! Dò una
velocissima occhiata allo specchio. Tanto peggio di così non
posso stare, tanto vale uscire e basta.
Ma appena faccio un passo, sento il sangue fluire troppo rapidamente
dal cervello al resto del corpo, provocandomi un capogiro. Mi aggrappo
più saldamente che posso al bordo del lavandino, respirando
a brevi intervalli.
Apro di nuovo il rubinetto d'acqua ghiacciata e sotto lo spruzzo
irruento, poggio i polsi accaldati. Il sollievo è immediato
e, dopo essermi asciugata esco dal bagno come nulla fosse.
John è ancora lì e per la prima volta da quando
lo conosco, provo imbarazzo trovandomelo davanti. ''Cacchio, come
può essere cambiato tutto d'un colpo? Ok, assimilare che
c'è un lieve interessamento da parte tua non implica che tu
debba osservarlo come se fossi una deficiente!!'' Annuisco ai miei
stessi pensieri, cercando di far svanire il rossore.
Lui si avvicina barcollante, con quella sua camminata da
scimpanzè. Senza volerlo mi fisso a guardare di nuovo quegli
occhietti marrone scuro, ma appena noto che sorride, li distolgo
infastidita.
-Tutto bene, Powell?-
Chiede poggiandomi una mano sulla spalla e riservandomi un sorriso a 32
denti.
-Benissimo, Lennon!-
Rispondo io, lapidaria e glaciale, scostando la sua mano con un
movimento brusco del corpo. Il suo sorriso si spegne per un
nanosecondo, per riapparire subito dopo.
-Hai pianto, per caso?!-
Esclama soffocando un risolino odioso.
''Ma bene, ha il tatto di un elefante di 3 tonnellate!''
Penso, riducendo gli occhi a due fessure.
-Ho solo sciacquato il viso! Ma forse non conosci molto bene l'acqua da
sapere che bagna, Lennon!-
Lo sorpasso inacidita, lasciandolo in mezzo al corridoio di stucco.
Quando rientro in classe tutti hanno finito il loro compito, il prof
dell'ora successiva non c'è e nella classe vige un casino
degno di un circo.
Mi siedo indispettita al mio posto, ricominciando a rimuginare a quando
tutta quella faccenda potesse aver avuto inizio.
''Forse lo ami da sempre!''
Mi suggerisce una mielosa vocina, sbattendo languidamente le ciglia.
''Ma veramente lei non lo ama da... MAI!''
Replica l'altra, incrociando le braccia sdegnata.
Sento lo sguardo di Stu addosso.
-Che hai da guardare?-
Lo apostrofo riservandogli un'occhiataccia non molto amichevole.
Lui distoglie lo sguardo, per poi ricondurlo sul mio viso.
-Scusa Cyn, volevo solo sapere se stessi bene... Sai, sembri un
pò giù!-
Alza le spalle, incorniciando il suo viso con un sorriso angelico. Stu
è proprio un caro ragazzo! Non merita di doverla scontare
per il suo amichetto. Ricambio il sorriso, molto più
raddolcito e lui avvicina la sedia alla mia.
Non siamo mai stati grandi amici, ma so per certo che ci stimiamo
segretamente a vicenda... Io lo trovo bravissimo, un artista
eccezionale e un ragazzo d'oro, lui credo apprezzi la mia bravura a
scuola e l'alta sopportazione che ho nei confronti di lui e John (anche
se negli ultimi tempi sono sbottata parecchie volte!)
-Vedi quanto sei bella se ti abbandoni a un bel sorriso!!-
Esclama, inclinando la testa e osservandomi come se fossi un brownie
appena sfornato.
Sorrido, abbassando lo sguardo per la vergona del complimento.
Vorrei ribattere e dirgli che non potrei mai essere minimamente bella,
anche se stessi a sorridere ogni minuto, ma mi limito a ringraziarlo
placidamente.
Sembra soddisfatto della reazione che mi ha provocato e con un balzo,
si siede sul banco e con un cenno, mi invita ad imitarlo.
Attenta a non sollevare troppo la gonna, prendo posto sul mio banco e
inizio a chiacchierare con Jane, che mi sta davanti.
Del prof nessuna traccia e tutti noi stiamo iniziando ad eccitarci a
dismisura. Poco dopo entra in classe Wilma, la nostra bidella
preferita, che ricorda un pò una nonnina affettuosa che ci
comunica la totale assenza del prof, per il resto del giorno. Un boato
di gioia pervade la stanza, e a quella reazione io e Stu rispondiamo
con un sorriso simultaneo.
In questo momento di giubilo, abbastanza insensato, qualcuno ha la
malsana idea di mescolare le tessere vittoriane in legno del prof (con
le lettere dell'alfabeto) per costruire una tabella da optometrista.
Il terrore mi pervade il volto, sbiancandolo. Tutti hanno incominciato
a giocare e, con rabbia, mi maledico per non aver scelto i posti in
prima fila. E' tutto inutile, però, perchè i
fortunati possessori di quei posti, vengono fatti mettere in fondo alla
stanza. A turno tutti devono indovinare cosa c'è scritto
sulle tessere, poste sulla lavagna. Stu dice di non voler giocare
perchè vuole sfruttare l'ora per completare un disegno,
cerco di imitarlo, ma Jacob, il rappresentante di classe mi intima di
giocare.
Sbuffo rassegnata, mettendomi in ultima posizione e pregando che nel
frattempo il prof si materializzi. E' tutto inutile, le persone
scorrono (indovinando le parole!) e nessuno si presenta nell'aula.
Risate accompagnano le risposte sbagliate e urla di gioia a quelle
esatte.
''Ecco, ora tutti scopriranno che sei cieca come una talpa!''
Rifletto tormentandomi i capelli con l'indice. Ma ecco che la porta si
spalanca, in un botto. Ho i miei dubbi che si possa trattare del nostro
piccolo professore di Inglese con la faccia da topo e infatti, sulla
soglia della porta, ecco Lennon in tutto il suo ''splendore''.
E' buffo, pur sapendo che ormai mi piace, non riesco ad ammetterlo
neppure con me stessa... E' un tale caos!!!
John, senza guardarsi neppure intorno, capisce perfettamente cosa sia
successo e esaltato si dirige verso il fondo dell'aula, prendendo posto
affianco a me. Gli rivolgo un sorriso tirato a cui risponde con una
smorfietta a cui ricambio con un riso sincero.
-Che combinate?-
Chiede a Conrad.
Quello gli spiega il gioco e come se avessi uno specchio davanti, vedo
riflesso nel suo volto lo stesso timore che aveva attanagliato il mio
viso. Quando Conrad si volta, sento John bisbigliare un
''Cazzo!'' di rabbia.
-Cos'hai?-
Chiedo, pentendomi subito di averlo fatto. '' Adesso capirà
che sei interessata! Da quando in qua gli rivolgi domande???''
Abbasso lo sguardo per evitare di vedere una sua reazione sorpresa, ma
lui pare più scosso da quello che sta succedendo.
Arrossisce pure, lasciandomi di sasso.
-Vedi... Io...-
Inizia, portandosi una mano verso i capelli così
ridicolmente conciati dalla cera.
In quel momento sento afferrarmi per un braccio e Jacob che indica i
cartellini, che mi appaiono dannatamente sfocati e senza senso.
Mi mordo il labbro inferiore, strizzando gli occhi. E' inutile, non ci
vedrò mai!
Rimpiango il fatto di non portare sempre gli occhiali e di credere che
mi ingrassino il viso, rendendolo ancora più brutto di
quanto non sia già. Sento lo sguardo di tutti addosso e
Jacob che mi guarda perplesso.
-Allora, Cyn, che c'è scritto?!-
Mi canzona quella smorfiosa di Francine, che conosce perfettamente il
mio problema. Inutile fingere, inarco le spalle e abbasso la testa,
mormorando, sull'orlo del pianto un insipido : '' Non lo so.''
Dopo uno scoppio di risate, vengo messa da parte, gli altri non vedono
l'ora di scovare qualche altro miope di cui prendersi gioco... Eppure
tutti hanno superato il gioco illesi, tranne me.
Sto per scoppiare a piangere come una fontana, quando mi accorgo che
deve ancora arrivare il turno di John Lennon. Trattengo il fiato,
quando lo vedo strabuzzare gli occhi proprio come faccio io,
avvicinando il collo il più possibile e riducendo gli occhi
a due spacchi.
Anche lui si arrende, deriso da tutta la classe. Con aria ancora
più accasciata del solito, si trascina al mio fianco,
rimanendo in silenzio.
Per la prima volta, o forse la seconda, contando quella volta a casa
sua, lo vedo come un ragazzino insicuro e pauroso, succube dei suoi
problemi. Eppure, soffrire della stessa insicurezza era deliziosamente
ironico, tanto che, io, proprio io esplodo in una fragorosa risata.
John mi guarda stupito, alzando leggermente un angolo della
bocca.
-Sai, John...-
Dico calcando per bene il suo nome, lasciando che la soddisfazione gli
irradi il viso.
-Non pensavo di poterti assomigliare come adesso...-
''Non poi così diversi!''
Ribadisco nella mia mente, sorridendo ancora di più.
Il viso ben alto e sicuro lo guardano in quei suoi occhi nocciola un
pò sbattuti dalla delusione, ma subito rianimati dalle mie
parole.
La sua mano percorre la distanza che la divide dalla mia, prendendola
dentro la sua. Non oppongo resistenza, lo lascio fare.
Poi, senza preavviso mi schiocca un sonoro bacio vicino alla
bocca. Un casto bacetto innoquo, che però per me, in
quell'attimo significava forse la fine delle nostre lotte e l'inizio di
una ''vaga'' amicizia tra due teenagers insicuri.
Tenevo a precisare che tutto questo è successo realmente, o
almeno il gioco dei compagni con le tessere, che smascherarono la
miopia di entrambi ;D
fatemi sapere se vi piace! A presto! <3