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Autore: Eve Ell    26/08/2010    5 recensioni
Alla Solar Blue non c'è più solo il surf, soprattutto quando dei ragazzi che sono costretti a convivere un giorno si innamorano! Ecco il mio riadattamento della storia d'amore dei miei due personaggi preferiti: Bec e Edge.
Finalmente arrivano le vacanze, prima dell'inizio degli ultimi mesi di scuola, e c'è tanto tempo libero per tutti, vediamo che cosa succederà.
Spero che questa FF vi piaccia, è la prima "ufficialmente" pubblicata, perciò non siate troppo cattivi. Buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bec Sanderson, Dean 'Edge' Edgely, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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GIORNO 9:

GIORNO 9: Come lo yin e lo yang

 

Di quel giorno in realtà mi ricordo davvero poco, forse per la tensione  e l’ansia, forse per il desiderio che passasse in fretta quella prova che mi bollava o no come ragazza adatta ad Edge, o forse era solo la paura di una gara; non lo so, però non mi ricordo comunque molto.

Quella mattina mi svegliai presto, aprì gli occhi e ricordai di aver dormito fra le braccia di Edge, che era già sveglio. Mi scostai i capelli dalla faccia, e lo guardai sorridendo. “Buongiorno!” mi disse.

Mhh… che ore sono? Dimmi che è presto…” poggiai la testa sul cuscino.

“Sono le sette e mezza… non è presto, ma nemmeno tardi. Fra venti minuti scendo giù in camera mia… Leyla è sempre puntuale, e alle 8 sarà davanti alla porta, quindi meglio anticiparmi” disse stiracchiandosi. “Hai dormito bene?” mi chiese.

“Non potrei immaginare di dormire meglio… e tu?” chiesi, tirando su una coperta.

“E chi ha dormito? Fra il pensiero della gara che si avvicina, e l’averti fra le mie braccia, addormentata… dormire non era nelle mie priorità, chissà quando ci ricapiterà, poi!” disse, accarezzandomi la testa.

“Oh! Ma che fai? Mi guardi mentre dormo? Magari russo anche! Joe mi diceva sempre che …” non feci in tempo a finire perché Edge mi baciò e mi strinse a sé. Lo abbracciai anche io, adoravo i suoi baci, ma così era ancora meglio. Era la magnifica sensazione di averlo solo per me, quasi a completarmi, e ogni secondo che passava, ogni bacio, ogni carezza e ogni sguardo che ci scambiavamo mi dava la certezza sempre più grande che quell’amore era destinato a vivere per sempre. Capì che non era perché ci legava una tavola, non perché ci univa una passione comune, e nemmeno perché eravamo costretti a vivere in una casa insieme ogni giorno, né per altri motivi, ma solo perché era quello che desideravamo, quello che sognavamo più delle altre cose, solo perché ci volevamo.

Sentì le due labbra spostarsi sul collo, e sentì il cuore battere più veloce. Non c’èra nulla che non mi piacesse, che non amavo di lui, che non mi faceva stare bene, e in quel primo mattino di un giorno che, dopotutto, era uno come tanti altri capì una cosa: finalmente avevo abbandonato la vecchia Bec, paurosa e complessata di non essere all’altezza, stringendo con Edge un legame indissolubilmente forte, quello dell’amore, un amore destinato a durare.

E così, consapevole di come ero cambiata e maturata, presi la mia decisione!

“Edge, senti, ascoltami, ho deciso una cosa, ma devi dirmi se sei d’accordo”, subito smise di baciarmi e mi ascoltò, perché mi rispettava e dava importanza ad ogni mio singolo sguardo, emozione e parola.

Incrociai i suoi magnifici occhi blu, e sentì il mio cuore accellerare forte, battere, battere, battere contro il petto, uscire da un momento all’altro.

Ci vuole una buona dose di coraggio per dire determinate cose, e a me ne servì davvero moltissima, così cercai la sua mano sotto le coperte, la strinsi e la misi sul mio petto. “Ascolta il mio cuore…lo senti?”.

Respirai a fondo, e lo guardai, e dopotutto anche se non capiva che stava succedendo, mi ascoltava. Respirai ancora, sentivo il cuore accellerare, troppo veloce, e quasi corse via, via con le parole che scivolarono leggere fuori da me, sospese nell’aria.

“Ho preso una decisione, e spero che sarai d’accordo: questa sera dopo la festa voglio fare l’amore con te!”. Ecco, non potevo tornare indietro e nemmeno avrei voluto farlo. Respirai in silenzio, e aspettai che Edge rispondesse.

“Va bene Bec… lo voglio tantissimo anche io. Questo giorno sarà speciale, che vinceremo o perderemo!” disse, abbracciandomi.

 

**************************************************************

 

Il resto di quel mattino è quasi buio totale per me, ricordo solo che Edge tornò in camera sua, andammo a fare colazione alle 8,30 e già alle 10,30 eravamo in spiaggia. La gara junior femminile si svolse abbastanza velocemente, le onde erano buone e quella che mi presentarono come la cuginetta di Edge, Summer, era una piccola macchina da guerra sulla tavola. Ben aveva fatto un ottimo lavoro.

Alla fine vennero le dodici, e i giudici di gara dichiararono aperta la Femminile Senior. Prima di me surfarono due ragazze dei club vicino a quello di Ben. La prima se la cavò più o meno, ma perse delle ottime onde, e questo mi tirò su, ma la seconda mi spaventò, sicuramente fece un ottimo punteggio totale. Poi sentì il suono della trombetta che segnalava la fine del tempo, vidi i giudici consultarsi e sentì il coordinatore della gara annunciare “La prossima è Rebecca Sanderson, surfista proveniente da Sydney, attualmente impegnata con l’accademia Solar Blue” feci un passo avanti e mi feci vedere. “Partecipa per rappresentare il club Lidge, di Ben Edgly. Ha 17 anni e ha già vinto gare da cadetto in Indonesia, Australia Ovest e concorsi locali. Un applauso per Rebecca!”. Sentì il vento tra i capelli, salutai i giudici con la mano e corsi in acqua. Sentì la trombetta suonare, il tempo era partito. La fortuna era dalla mia, le onde arrivavano proprio dal mio lato e non mi fu difficile surfare dato che ero spinta dal vento. Sentivo la tensione sciogliersi, il cuore rallentare la sua corsa, e le gambe stabili sulla tavola. Riuscì a fare manovre che spesso nelle onde troppo corte di Blue Water Beach non mi riuscirono, e soprattutto dato che le long board erano la mia specialità riuscì a rimanere in equilibrio per tutta la coda dell’onda. Ricordo che mi sembrava di volare con onde magnifiche come quelle, e capì come mai Edge era l’unico di noi della Solar a saper fare un Aerial perfetto: allenarsi su quelle onde ti fa imparare tutto molto più velocemente, e dopotutto anche Liv aveva affrontato le stesse onde per diventare una stella del surf.

Alla fine sentì anche io la trombetta che segnava lo scadere dei dieci minuti e uscì velocemente dall’acqua. Tornai alla giuria e sentì gli applausi accogliermi. Edge e Ben rimasero al loro posto (in una situazione normale probabilmente Edge sarebbe venuto ad abbracciarmi, ma con Ben nei paraggi…) mentre vidi Liv corrermi incontro e abbracciarmi.

“Tesoro! Sei stata bravissima! Santo cielo, mentre surfavi nessuno faceva una piega o diceva un acca, avevano tutti gli occhi incollati su di te che davi uno spettacolo che qui pochi avevano visto, da una ragazza della tua età!” Liv mi abbracciò ancora. Poi fu il turno di Claire. “Brava ragazza! Complimenti! Credo che tu abbia fatto proprio un figurone!” e mi abbracciò. Mentre ricambiavo l’abbraccio sentì che mi sussurrava nell’orecchio “Ben è rimasto molto colpito! Vai a prenderti i tuoi complimenti!”.

Le sorrisi, e andai verso Edge e Ben anche per prendere l’asciugamano.

“Rebecca! Rebecca! Credo che non mi servirà nemmeno vedere le altre performance! La tua esibizione ha azzittito la spiaggia! Nemmeno le pettegole del club parlavano, troppo intende a vederti all’opera! Complimenti, complimenti!!” disse, e mi diede una pacca sulla spalla, e poi disse fra sé e sé “Avremo presto un altro trofeo!” e andò a poggiare la mia tavola al sole. Edge venne verso di me e mi abbracciò. Non potevo chiedere di più in quella situazione, ma mi bastava sentire il suo calore.

“Sei stata meravigliosa! Come dice papà, era da tanto che questa spiaggia non vedeva esibizioni così spettacolari. Forse dai tempi di mamma! Sei ufficialmente la nuova Liv Cameron! Papà è molto fiero di te!” mi disse. Avrei preferito i suoi baci a qualsiasi complimento, ma i suoi sorrisi dicevano tutto.

Il pranzo veloce. La spiaggia si dimezzò, la gente tornava a casa per le ore più calde, ma Ben volle rimanere a monitorare il vento, il tempo e soprattutto Edge. Leyla aveva preparato dei panini per tutti, così mangiammo tutti insieme, anche con George che era venuto a portarci il cestino del pranzo.

Dopo mangiato mi allungai con Liv ed Edge sotto l’ombra, era abbastanza caldo, e perciò a nessuno andava di fare altro, fuorché riposare. Verso le 2,30 di pomeriggio i giudici tornarono, e con loro arrivò il piccolo Owen, il ragazzo che avrebbe rappresentato Ben e il club per la categoria maschile junior.

Era un ragazzino alto e magro, dimostrava i suoi 15 anni, e quando vide Edge lo abbracciò. Sembrava che non si vedessero dall’anno prima quando Edge era partito per Sydney dopo aver ricevuto il contratto di nuovo allievo della Solar Blue. Edge gli fece molte domande, e si scambiarono qualche pacca alla schiena, poi si avvicinarono insieme a me e Liv. La mamma di Edge lo salutò offrendogli da bere, dopotutto lei lo vedeva ogni giorno quando Ben lo allenava. Poi lo vidi guardarmi e alla fine mi disse “Tu sei Rebecca Sanderson vero? Della Solar?”.

“Già, si, Ben ti ha parlato di me?” gli domandai. Lui scosse la testa, e mi disse spiegandomi “Vi seguo ogni settimana dal sito, sia Edge che gli altri ragazzi, e spesso sbircio anche la classifica delle ragazze. Tu sei sempre prima o seconda, per questo mi ricordo di te… e poi anche perché si mormora sul blog che ci sia qualcosa fra te e Edge, l’ho letto…” non fece in tempo a finire la frase perché Edge gli mise una mano sulla bocca, se lo caricò in braccio e lo portò lontano dalle orecchie di Ben. Li seguì accertandomi che Ben fosse distratto, e probabilmente non aveva sentito nulla dato che era tutto preso a discutere con George sulla forza del vento e altre cosa incomprensibili.

Owen! Sei scemo! C’èra mio padre lì!! Se ti sentiva…” disse Edge serio.

“Allora è vero?? Quella è la tua ragazza??” disse il ragazzino di risposta mentre mi vide arrivare.

“Macché, queste sono voci che mettono quelli che aprono i blog per farsi pubblicità e avere più visite! Lo sai che io non mi interesso delle ragazze, ma solo del surf. Non ho mica tempo ti trovarmi la ragazza io, devo diventare un campione!” disse serio.

“Mi deludi Owen, pensavo che tu avessi mi stimassi e avessi un po’ più considerazione su di me! E invece pensi che io mi cerchi la ragazza alla Solar invece di allenarmi! E vabbè…” disse, un po’ arrabbiato.

“No, Edge, scusami, sai sono voci che girano da un po’ ormai! E poi hai delle ragazze così belle a casa… Pensavo che…” replicò Owen. Insomma, io ero lì, ma sembravo invisibile. Comunque Owen sembrò convinto. “Scusatemi, e scusami soprattutto tu Rebecca… come ho potuto pensare che una ragazza bella come te possa andare a innamorarsi di questo sbruffone scontroso! Ho sbagliato di certo!” disse ridendo. Vidi Edge che lo guardava male.

Ahh! Certo! Sbruffone scontroso èh!! Adesso te lo do io lo sbruffone scontroso! Vieni qui!” strillò Edge. Li vidi rincorrersi e azzuffarsi teneramente.

“Alla fine ti ho preso!” disse Edge, riportandolo da noi, sulle spalle. Erano proprio scemi. “Sai fratellone, mi sei mancato tantissimo! Perché non rimani qui?” gli disse Owen serio. Rimasi un po’ sconcertata da quella frase. Ma subito arrivò la spiegazione. “Ehi, ma allora siamo ancora fratelli tu ed io?? Non avevi detto che non mi volevi più vedere??” chiese Edge. “No, quando ti ho detto che non ti volevo più come fratello era perché te ne stavi andando e io non potevo sopportare che saresti stato un anno via, lontano da tutti noi, ma poi ho capito che lo facevi per diventare un campione, e i campioni devono sacrificare molto per arrivare in altro! Questo me lo hai imparato tu, ricordi? Avevo paura questa mattina che tu ti fossi dimenticato di me e ora non volessi essere mio fratello, ma invece sei il mio fratellone di prima!” disse Owen tutto serio serio e convinto. Alla fine Liv mi spiegò bene la faccenda, mentre i due continuavano a parlare fra loro.

“Edge si è scordato di dirtelo, ma quel ragazzino è una specie di fratellino per lui. Gli ha imparato lui a surfare e lo ha iscritto al club di Ben, sono quasi cresciuti insieme, ed essendo figli unici entrambi hanno deciso di essere fratelli. Ma quando l’anno scorso Edge è stato preso alla Solar come allievo Owen gli disse, anzi lo pregò, di non partire. Ci rimase molto male quando Edge andò via, non andò nemmeno all’aeroporto a salutarlo e giurò di non volerlo più come fratello. Alla fine però sembra che Owen abbia perdonato quello che per lui fu un tradimento. Lo ha aspettato tanto, e ora vuole fargli vedere quanto è migliorato! Sarà una bella gara!” concluse Liv, sorridendomi.

Guardai Edge, ogni giorno che passavo con lui lo vedevo sotto una luce differente, sempre più illuminato, mostrando le sue mille sfaccettature. Nessuno lo conosceva davvero forse, ma in fondo era un ragazzo migliore di tanti altri, e una persona meritevole di stima e ammirazione. Anche lui durante quell’anno si era portato dentro notevoli sofferenze, ma non aveva mai fatto pesare nulla a nessuno. Anzi, io l’avevo riempito di stupidaggini con la storia di Joe, che non era alla Solar, che non ci parlavamo più, con le mie paure di perdere le mie amiche, di non essere all’altezza delle cose, e lui mi aveva sempre aiutato a guardare avanti, anche quando era solo un amico. E invece lui, dall’altra parte dello stato, lontano da parenti, amici, genitori, da Owen, dalla sua spiaggia e dalle sue onde, con la colpa di aver abbandonato le persone che amava per pensare a se stesso, fra gente che non si sforzava molto di capirlo e conoscerlo e con una ragazza che si lamentava di stupidaggini, lui ce la metteva tutta ogni giorno senza lamentarsi mai. Ancora una volta mi resi conto di che persona straordinaria avevo accanto, e di che fortuna mi era capitata. E mi domandai di nuovo se davvero ero degna di lui.

Lasciai la mia nuvoletta di pensieri quando sentì la tromba dei giudici, e guardandomi introno mi resi conto che la gente si era triplicata e che erano le 3,30 di pomeriggio, quindi la gara junior stava per iniziare. Io ed Edge ci spostammo accanto a Ben che stava aprendo la custodia della tavola di Owen.

Sicuramente Ben aveva riposto molta fiducia in quel ragazzino, e si aspettava che con Edge a cui dimostrare i suoi miglioramenti si sarebbe impegnato ancora di più.

Ci informammo sulla posizione di Owen, avrebbe surfato per secondo. Le onde alte che si erano viste la mattina erano un po’ diminuite, ma l’acqua era lo stesso perfetta per surfare. I primi dieci minuti del primo degli sfidanti di Owen passarono in fretta, e non si dimostrò particolarmente temibile come avversario. Arrivò il turno di surfare anche per Owen, e il giudice lo presentò. Entrò nell’acqua spavaldo (mi ricordava moltissimo qualcuno) e surfò per quei dieci minuti al meglio delle sue capacità. Fu molto bravo per un ragazzino di appena 15 anni. Quando uscì si complimentarono in molti con lui. Anche io ed Edge applaudimmo la sua performance, finché Ben non se lo portò via, per dirgli chissà cosa. Guardai i surfer successivi, e poi l’orologio: le 4,20. Edge avrebbe gareggiato alle 5. Alla fine anche la gara junior terminò e cominciai a sentire l’agitazione nell’aria. Quella gara era la più importante, la fase che tutti aspettavano. La gara maschile Senior, con il ritorno del grande Dean Edgly. Almeno queste furono le voce che sentivo mentre andavo a prendere da bere.

La tensione era palpabile, si poteva sentire nell’aria. Alle 5 meno 10 andai io stessa a informarmi sulla posizione di Edge: surfava come me per terzo.

Lo vidi molto teso. I muscoli contratti, silenzioso, respirava irregolarmente, guardava fisso il mare, e poi il primo partecipante: non staccò mai gli occhi dal suo rivale, ne mentre era fra le onde, ne fuori. E lo stesso accadde 15 minuti dopo, con la performance del secondo surfer dei Senior. Alla fine non parlava più nessuno, vedevo Ben che guardava i giudici cercando di capire le loro impressioni, Liv e Claire che sussurravano qualcosa fra loro. Io e Owen rimanemmo lì in silenzio, e alla fine anche il secondo sfidante uscì dall’acqua al suono della trombetta che annunciava lo scadere dei 10 minuti di gara. Pochi istanti dividevano Edge dalle onde.

Qualche minuto e il giudice chiamò Edge. “Signore, signori, adesso abbiamo il piacere di vedere il vincitore di tre edizioni successive della nostra competizione: direttamente di ritorno da Sydney dalla famosissima accademia di Surf Solar Blue e figlio di Ben Edgly, vi presento Dean Edgly! Per chi non lo sapesse ha 17 anni, e ha surfato su i migliori spot australiani! Buona fortuna Dean!” quelli del club di Ben scoppiarono in un applauso, e anche la gente di altri club applaudiva.

Vidi Edge salutare i giudici con la mano, e con la tavola sottobraccio dirigersi in acqua. Quello che vedemmo dopo fu uno spettacolo di puro talento, e duro allenamento. Riuscì in 3 perfetti Aerial, cavalcò la coda di quasi tutte le onde che gli arrivarono sotto la tavola e passò sotto i tunnel d’acqua di tutti i mega swell che si presentavano. Probabilmente fu anche perché il vento era buono e le onde alte, ma diede il meglio di se stesso dimostrando che non era alla Solar per caso.

Alla fine di quei dieci minuti tornò verso di noi, godendosi l’applauso del pubblico e i complimenti del presentatore, entusiasta della performance.

Liv e Claire corsero ad abbracciarlo, Owen gli urlò complimenti per dieci minuti e alla fine venne anche il mio turno. Lo abbracciai cercando di sembrare naturale, e gli feci i miei complimenti, e alla fine Ben soddisfatto diede una pacca al figlio e si complimentò con tutto il cuore.

La gara Senior si concluse alle 6 passate, e così dopo che Ben si fermò a chiedere a che ora si sarebbe svolta la festa, ripartimmo per Villa Cameron. Arrivati li ognuno si rilassò in camera propria, e dato che alle 8 dovevamo essere pronti, e mancava poco più di un ora, iniziai a prepararmi, per essere pronta e perfetta. Anche quella prova ormai era andata e sicuramente avevo dato il meglio di me. Mio sentì contenta e sollevata e mentre mi facevo la doccia la mia mente andò ai fatti della mattina. Se avessi vinto o meno, quel giorno sarebbe stato indimenticabile lo stesso. Per un attimo avvertì il cuore fermarsi, e poi accellerare.

Uscita dalla doccia iniziai a decidere che cosa indossare per la serata che veniva.

Su consiglio di Deb, che di party per la premiazione ne aveva visti e vissuti, avevo portato due vestiti eleganti, giusti per l’occasione.

Alla fine, dopo averci ragionato un po’ su scelsi il mio vestito preferito: era molto leggero, non lunghissimo (arrivava poco oltre le ginocchia), la parte davanti azzurra e la parte di dietro celeste chiaro, le spalline molto ampie e una fascia sotto il seno, azzurra. Arricciai un po’ i capelli, sperando che quei boccoli durassero per la serata a venire. Per le scarpe scelsi un paio di tacchi non troppo alti, argentati, molto semplici ma che si adattavano bene al vestito. Sistemai un paio di fermacapelli ai lati della testa e indossai l’unico paio di orecchini e collana che mi ero portata. Dopotutto era meglio così, sapevo che se mi fossi portata  più cose ci avrei messo una vita a scegliere. Sistemati anche i capelli passai allo smalto, azzurro chiaro, coordinato col vestito, e il trucco leggero. Decisi di non metterne troppo, soprattutto per lasciare un tono naturale a occhi e viso, scelsi il colore di rossetto più chiaro e misi un po’ di fard. Alla fine, alle 8 meno qualche minuto ero pronta a scendere. Scesi le scale con passo leggero, e arrivai al secondo piano. La porta di Edge era aperta perciò capì che doveva già essere giù ad aspettarmi con gli altri. Mi affrettai a scendere anche le scale che portavano direttamente al salone, probabilmente erano tutti lì.

Mentre imboccavo la prima rampa di scale già sentivo il vociare proveniente dal salone, quindi mi rassicurai, erano tutti lì. Ascoltai il brusio e sentì la voce di Liv che diceva “Cerca di starle vicino Dean, non conosce nessuno, e se vi faranno delle interviste per i giornali locali, date risposte veloci, non perderci tempo. Cercate di godervi la festa! E invitala a ballare, non fare il difficile! Ben diglielo!”….. sentì la voce di Ben. “Certo Dean, questa sera cerca di divertirti, e fà divertire anche Rebecca, è stata così gentile a saltare le sue vacanze per venire fin qua a gareggiare per il mio club, cerca di dedicarti a lei durante la serata!”… parlavano ancora di me? Dopotutto mi faceva piacere sentire Liv convincere Ben a lasciare libero Edge per una serata! Alla fine arrivai anche alla rampa di scale che scendeva direttamente nel salone. La scena che mi trovai davanti era questa: Edge e Ben di spalle alle scale, e Liv davanti a Edge che gli sistemava il papillon dello smoking, la vidi alzare la testa, guardarmi e sorridermi. Subito anche Ben ed Edge si girarono e credo che l’espressione di Edge di quel giorno non la dimenticherò mai: mentre scendevo lentamente le scale, cercando di non inciampare, Edge con la bocca spalancata e una faccia più che stupita, che mi guardava col fiato sospeso. Alzai le braccia in segno di “che c’è? Sono io” e continuai a scendere. Vidi Liv assestare una gomitata a Edge e sussurrare qualcosa, subito Edge mi corse incontro e mi porse il braccio da vero gentiluomo.

“Signorina, oggi sono il suo cavaliere” mi disse guardandomi felice.

“E dov’è il cavallo?” dissi felice, prendendolo sotto braccio.

“Bene ora che ci siamo tutti possiamo anche andare!” sentenziò Ben prendendo una bellissima Liv sottobraccio e incamminandosi verso la porta.

“E dove sono Claire e George?” chiesi io non vedendoli arrivare.

“Oh, sono andati al garage a prendere la Mercedes, mi pare ovvio! Volevi andare a piedi?” mi disse Ben ridendo.

“Credevo che andassimo con l’auto che guida George di solito!” dissi io sorpresa.

“No, papà nelle grandi occasioni usa una delle sue macchie eleganti, e dato che oggi siamo sei ha deciso di esagerare e prendere la Mercedes italiana… papà è fatto così che ci vuoi fare!” disse Edge di tutta risposta.

Arrivati in giardino George era davanti all’auto con Claire e parlare, e appena ci videro arrivare ci riempirono di complimenti.

“Ma che bella coppietta!” disse Claire, mentre io arrossivo. “Nonna…” disse Edge a denti stretti mentre guardava Ben che saliva.

“Ma che ti importa Dean! Tanto prima o poi lo scoprirà!” disse Claire.

“Ti piace quest’auto Rebecca?” chiese George tutto contento di poter guidare di tanto intanto anche auto del genere.

“Sinceramente non sono nemmeno mai salita su una Mercedes, a Sydney poca gente ha queste auto, e non le usa certo nei nostri quartieri” spiegai.

“Benissimo, c’è sempre una prima volta per tutto! Anche per salire su determinati tipi di macchine! Spero ti piaccia!” disse, e salì al posto di guida.

Entrai in quell’auto magnifica e mi sedetti accanto a Edge. Mi sentivo un po’ una principessa quella sera, ed era tutto così bello…

Arrivammo in 10 minuti al locale della festa, e George ci lasciò proprio davanti all’entrata mentre lui andò a parcheggiare.

Ben consegnò gli inviti al portiere e subito entrammo, l’atmosfera era tranquilla, e mi sembrava più una festa da “Vincitori di Oscar e premi Nobel” che dà gara sportiva, ma si vede che lì andavano di moda le feste sfarzose.

Alle 9, quando la lista degli invitati era completa sentimmo la voce dell’organizzatore del torneo e del party annunciare l’inizio della premiazione.

“Buonasera signori, signore, signorine e tutti voi presenti! Sono Josh Cattish, e vi do il benvenuto al party di premiazione della gara sportiva di quest’anno! Senza ulteriori indugi cominciamo con la vincitrice di quest’anno della gara Femminile Junior, svolta questa mattina. Di tutte e 5 le ragazze che rappresentavano i vari club partecipanti, la vincitrice è…………………………….” Un’ attimo di silenzio mentre tutti stavano col fiato sospeso, Ben soprattutto.

“È Sara Beans del Club Sun Beach! Complimenti! Ha vinto con un punteggio di 9, 9, 8!” e una ragazzina castana e magra, tutta vestita di rosa salì sul palco. Vidi Ben sbarrare gli occhi…

“Seconda arrivata, e vincitrice del premio Nuovo Talento con i voti 8, 9, 8 è Summer Keysh Cameron del Club Lidge! Complimenti!” …. E vidi Ben che si era un po’ ripreso mentre la piccola Summer saliva sul palco tutta contenta. Annunciarono il terzo premio, e un’altra ragazzina salì a ritirarlo, poi ricominciò il silenzio in sala.

“Per la categoria Maschile Junior svoltasi questo pomeriggio, il vincitore con un punteggio di 9, 7, 8 è……………………………….” Ancora silenzio in sala.

“È Owen Sevier del club Lidge! Complimenti!” disse. Vidi Owen tutto elegante salire sul palco a ritirare il suo premio! Fece un inchino al pubblico che applaudì e ritirò il suo premio, salutando me ed Edge che da sotto il palco lo acclamavamo.

Chiamarono gli altri nomi dei rispettivi rappresentanti di altri Club, ma Ben per quel frangente con ci fece caso, troppo preso a complimentarsi con Owen, e ad ammirare il loro sudatissimo premio!

“Bene signori e signore, ed ora il momento che tutti voi aspettate! Annunciamo il vincitore e la vincitrice delle gare Senior Maschile e Femminile di quest’anno. Con i punteggi complessivi maschili di 10, 9, 10 e femminili di 9, 9, 10 il vincitore e la vincitrice di quest’anno delle gare Senior sono…………”.

Silenzio nella sala, non vedevo volare una mosca, e cercando la mano di Edge la stinsi tra la mia più forse che potevo, col cuore a mille battiti al minuto.

“Sono Dean Edgly e Rebecca Sanderson! Fategli un applauso!!” sentì dire.

In un impeto di gioia che mi scosse come una scarica quasi mi lanciai addosso ad Edge, abbracciandolo con tutte le mie forze!! “Abbiamo vinto!” gli dissi felicissima.

Allora successe qualcosa che ha dell’incredibile. In un secondo mi trovai stretta ad Edge, le sue braccia intorno alla vita e le sue labbra che mi baciavano, così anche io lo bacia troppo felice della vittoria. Mi resi conto solo dopo che tutti ci guardavano, che Ben era sorpreso e ci fissava e che era il caso di andare sul palco a ritirare il premio, dato che anche il presentatore ci fissava.

Presi per mano Edge e salimmo le scalette del palco, avvicinandoci al presentatore.

“Bene ragazzi! Dean, Rebecca, come ci si sente ad aver vinto la gara insieme, entrambi rappresentanti del Club Lidge? Siete soddisfatti?”.

“Tantissimo, anche se è la mia seconda vittoria in categoria Senior è sempre fantastico!” disse Edge, spensierato al microfono.

“Già, è davvero meraviglioso! Sono soddisfatta!” risposi anche io.

“A chi dedicate la vittoria?” chiese il presentatore tutto preso dalle domande.

“A mio padre che mi ha insegnato a surfare, e al mio coach Simmo della Solar che ora non è qui!” disse Edge felice.

“A Simmo, anche io, e a tutta la famiglia Edgly e Cameron che sono stati gentilissimo con me e mi hanno dato l’opportunità di partecipare! Grazie!” dissi.

Vidi Liv, George e Claire che ci mandavano baci da sotto al palco e Ben che applaudiva contento.

Scendemmo dal palco, e l’applauso continuò ancora per un po’. Poi sentì l’abbraccio di Liv, Claire e George e i loro complimenti, e anche Ben mi abbracciò!

“Bravi ragazzi, complimenti! Questo è un altro trofeo per il club! Mi congratulo, per il punteggio altissimo che avete fatto!” disse Ben. Sorrisi, Edge lo stesso.

“Però ora mi dovreste spiegare una cosa…” disse Ben.

“Si papà, lo so, ti riferisci a me e Bec… volevamo evitare di dirtelo sennò tu avresti fatto la solita tiritera sulla concentrazione e l’impegno, ma mi sembra giusto che tu lo sappia. Bec e io stiamo insieme papà…” spiegò Edge.

Rimasi in attesa, pronta a sentire una predica di due ore, ma invece Ben disse solo

“Va bene Dean, allora va bene così. Dopotutto Rebecca è una brava ragazza, è adorabile, educata e veramente una grande surfer. Meglio lei che un’altra, e poi adesso siete i campioni in carica, non posso certo dirvi io cosa fare o no! Però Edge, e Rebecca vale anche per te, mettetecela tutta alla Solar, mi raccomando!” ci disse, molto tranquillamente. Sorrisi, sorrisi e sorrisi ancora! Andava tutto benissimo!

“Emh…. Posso dare un occhiatina ai trofei?” domandò Ben. Naturalmente Edge glie li affidò entrambi, e credo che Ben due minuti dopo era già a pavoneggiarsi coi gestori dei club rivali, dopotutto aveva vinto 3 premi da primo posto, e un premio speciale, se lo meritava!

Andava tutto magnificamente bene! Ero così felice che Ben avesse accettato al nostra relazione che non mi innervosì nemmeno alle infinite domande degli intervistatori e fotografi dei giornali locali, che ci trattennero una buona ora fra le foto e il resto.

La serata trascorse veloce, fra i complimenti di tutti e qualche ballo con Edge, stretti stretti sotto le luci soffuse della sala, condividendo serenità e allegria.

Alla fine, all’una passata, Claire ci radunò tutti mentre George ci aspettava in macchina fuori, vicino ai parcheggi.

Il ritorno fu più breve dell’andata, dato che a quell’ora non c’erano macchine per strada e quasi non mi accorsi dello spostamento durante il tragitto.

Arrivati a casa George si fermò davanti al piazzale e ci fece scendere poi andò al garage. Entrammo in salone, Claire e Ben raccontarono a Leyla (che era rimasta sveglia ad attenderci) della serata e della vittoria, e anche lei si congratulò con me ed Edge. Liv e io andammo in cucina a bere un bicchier d’acqua. Era tutto molto silenzioso quella sera, e io non riuscivo a far altro che pensare a quello che stava per succedere. Seguì Liv distrattamente, e arrivate in cucina chiusi la porta.

“Allora cara, ti sei divertita?” mi domandò versando l’acqua nei bicchieri.

“Si, direi di si, sono contenta della vittoria, ma credo che lo cosa più bella della serata è stata la reazione di Ben su me ed Edge…” dissi, sorridendo.

“Già, ma dopotutto lui è uno che si preoccupa per il figlio, non è che non vuole che si trovi una ragazza” mi disse, porgendomi il bicchiere.

“Ma certo, è una persona davvero magnifica!!” dissi, bevendo.

“Sono contenta che Edge abbia trovato una ragazza come te… ero preoccupata sotto questo aspetto, ma vedo che non ce n’è motivo. Sei proprio un tesoro Bec!” mi disse.

“Grazie, Liv, ma è lei a essere troppo gentile” dissi, porgendogli il bicchiere vuoto.

“Macché, so quello che dico. Adesso andiamo a riposare, domani è un altro giorno. Ah! Il vostro aereo per Sydney parte alle 6 di pomeriggio, quindi almeno per pranzo i vedrò! Sono già passati questi giorni…peccato” disse, aprendo la porta.

“Già, sono stata proprio bene qui!” dissi, sorridendole.

“Mi fa piacere tesoro, ti auguro buon riposo! Ben andiamo!!” disse.

“Grazie, anche a te. Buonanotte!” dissi, seguendo Edge per le scale, che nel mentre era salito. Arrivammo al primo piano e vidi Edge che andava in camera sua, e subito dissi “Dove vai?” e lui si girò verso di me.

“Non sei stanca? Direi che è tardi, non vuoi dormire?” mi chiese.

“Edge!” dissi. Come gli veniva in mente?

“Questa sera dormirò con te, in qualsiasi caso, sonno o no…” dissi. Forse era il sonno che mi dava alla testa, o forse no, ma penso che si rese conto che ormai avevo deciso e non mi sarei tirata indietro, ne avrei avuto ripensamenti.

Lo presi per mano, e mentre salivamo le scale ripensai a quella volta nella tenda, e alla nostra goffaggine. Iniziai a sentire il cuore accellerare, scalino per scalino, mentre salivamo e poi arrivavamo davanti alla porta.

Aprì la porta della camera, entrammo e la richiusi, questa volta a chiave, per sicurezza, nel caso la mattina qualcuno fosse salito a svegliarmi.

“Bec, per questa sera è meglio se ci riposiamo, dopotutto è tardi…” mi disse seriamente. Ci sedemmo sul letto, vicini, appoggiai la testa al suo petto.

“Sai, è fantastico che tuo padre abbia accettato che noi due stiamo insieme… credo che le nostre vittorie gli abbiano fatto capire che ci sosteniamo a vicenda, non abbiamo distrazioni dalla nostra storia…” dissi, contenta.

“Già…ma credo che anche se non avessimo vinto questa sera glie lo avrei detto lo stesso di noi” disse Edge, abbracciandomi.

“Perché?” chiesi. “Penso che quando una persona sia molto felice perché ha trovato qualcuno da amare e perché la vita gli ha regalato una cosa così importante come tu lo sei per me, ti venga voglia di gridare a tutti di questa fortuna e di questa felicità, e vuoi condividerla con chi ami, e perciò penso che se mio padre vuole vedermi felice avrebbe dovuto condividere con me questa mia gioia. Dici che avremmo dovuto tenerla per noi?” mi chiese. Lo strinsi forte, comprendendo i suoi sentimenti.

“No, l’amore è una cosa bellissima e dà tanta felicità. Credo che tutti vogliano condividere questa felicità e mostrarla agli altri. Noi compresi…” gli risposi.

Edge mi guardò, senza dire nulla, e per un po’ rimanemmo in silenzio.

Alla fine Edge, prendendomi le mani, mi guardò e mi disse, serio:

“Bec, c’è una cosa che devo dirti…”. Rimasi col fiato sospeso. Che stava succedendo? Perché era così serio? Mi resi conto lentamente che il mio primo amore era pieno di domande, di interrogativi e questioni, non sempre andava tutto bene, ma sapevo che quell’innamoramento stava crescendo e io volevo riporre nella nostra storia molta fiducia. Lo ascoltai senza paura.

“Credo che forse mi troverai stupido, o affrettato, ma quando provo certe cose ho bisogno di dirle, non voglio tenermi dentro nulla, voglio che tu sappia quello che mi fai provare, sentire e quello che mi trasmetti” mi disse. Rimasi in silenzio, faccia a faccia, pronta a qualsiasi cosa. Sentì la sua mano sul viso, e una carezza delicata. Attesi.

“Bec, quando ti ho conosciuta ho capito che eri speciale. Sei una ragazza magnifica, con un carattere forte, sei carismatica, sei bella… sei una di quelle ragazze che diventano donne incantevoli, forti e incredibili. Non pensavo minimamente che tu potessi anche solo provare interesse nei mie confronti. Ma poi mi hai baciato, hai detto che ti piacevo, hai addirittura accettato di essere la mia ragazza. Quasi non ci credevo, mi dicevo “Ma com’è possibile? È tutto vero? Ci sarà sicuramente qualcosa che non và!”. E così aspettavo che tu ti stufassi, o che io mi rendessi conto che tu non eri la persona che credevo. Invece quello che ho scoperto piano piano da quando ci siamo messi insieme è che io adoro i tuoi pregi, i tuoi difetti, ti adoro quando sorridi, quando ridi, quando allungata sul prato pensi che nessuno ti guardi e giocherelli coi fili d’erba, quando te ne stai per conto tuo a pensare e sembra che nessuno possa entrare nella tua mente. Bec, io ero certo di essermi preso una bella cotta per te, ma pensavo che niente avrebbe potuto affascinarmi, interessarmi, incantarmi più del surf. Ma pare che mi sbagliassi. Lo sia, io non so bene cosa sia l’amore, ma se l’amore è anche solo un po’ quello che provo per te, allora Bec mi sa che io ti amo.”

Rimasi lì a fissarlo. Il cuore si era fermato. Me lo sentivo in gola. Sentivo l’eco di quell’ultima frase… “ti amo” , l’aveva detto davvero, non era un sogno.

Nessuno mi aveva mai detto “ti amo” e non pensavo che una frase così semplice potesse fare quell’effetto. Sentivo la pelle d’oca, il respiro accellerare, il cuore prendere a battere ancora più forte.

Rimasi silenziosa, e guardai la coperta del letto su sui eravamo seduti. Sentivo il cuore martellare e un senso di calore dentro di me.

“Edge…” respirai. “Nessuno mi aveva mai detto niente del genere. Io…” già, non sapevo che dire. Ma dopotutto il mio cuore lo sapeva.

“Ti amo anche io Edge, come non ho mai amato nessuno”, lo abbracciai stringendolo forte a me. Orami ero certa che nulla ci avrebbe più divisi. Nulla.

Baciai le sue labbra, e sentivo le sue braccia intorno alla vita. Mi spostò, e mi poggiò delicatamente al centro del letto, poi spense la luce e accese la fioca lucina della lampada sul comodino. Tornò da me mi guardò dolcemente, lo baciai ancora. Inizia a sbottonargli la camicia, mentre sentivo le sue mani accarezzarmi e le sue labbra infuocate sul collo. Sfilai via la camicia e gli baciai il petto. Sentì le sue mani dietro la schiena, e la chiusura del vestito scivolare giù piano piano. Sentì le spalline scivolare giù, e i suoi baci sulle spalle, mentre mi sfilava il vestito con le mani. Me lo sfilai via e lo lasciai cadere per terra, poi mi allungai e lui sopra di me, continuando a baciarmi. Sentivo i suoi baci sul collo, sul petto e le sue mani accarezzarmi le gambe. Sbottonai i pantaloni e glie li sfilai via, sentivo le sue gambe scivolare fra le mie.

Lo bacia ancora, sentivo la passione fra di noi, sentivo il desiderio aumentare.

Sentì le mani di Edge dietro la schiena, accarezzarmi e lo baciai ancora, sentivo le sue labbra calde e mi piacevano tutte quelle sensazioni nuove.

Sentì le sue mani sul reggiseno, e sentì sbottonarlo e venire via. Tolto anche quello lo bacia ancora e tirammo su le coperte, ci infilammo sotto e lasciai ricadere le coperte su di noi. Sentivo il suo corpo contro il mio, e le nostre gambe intrecciate, quasi un tutt’uno. Cominciai a baciargli il petto, mentre sentivo le mani di Edge stringermi a lui, scorrere lungo i fianchi e cominciare ad accarezzarmi in mezzo alle gambe, sempre più su. Emisi un piccolo gemito di piacere, e lo baciai avida delle sue labbra. Sentì le sue mani sugli slip, e poi abbassarli. Anche quelli scivolarono via, e mentre lo baciavo mi spostai dall’altro lato del letto, seguita da lui, e lentamente gli levai i boxer, che scivolarono via, fra le nostre gambe e poi fra le coperte.

Fra un bacio e l’altro gli sussurrai “Facciamo piano” e sentì la sua voce all’orecchio, che mi sussurrava “Non ti farò male, tranquilla”.  Mi tranquillizzai, non mi avrebbe mai fatto del male, lo sapevo.

Intrecciai le sue dita fra le mie, e poggiai la testa nel collo di Edge, fidandomi ciecamente di lui. Fu allora che mi pervasero mille sensazioni: dolore, piacere, il bisogni sempre più trepidante, più voglioso, più insistente di amarci, più che potevamo. Annaspavo, quasi dentro un vortice, una spirale di sensazioni, emozioni e gesti che ci facevano stare bene. Sentì dolore e strinsi forte le sue mani, le sue dita fra le mie, socchiusi gli occhi e mi aggrappai alla sua schiena. Poi dolore lascio presto il posto al piacere, non solo fisico, quasi spirituale, mi sentì pervadere da sensazioni ci calore, protezione, completezza. Fu tutto naturale, tutto quasi armonico, come lo yin e lo yang che si completano a vicenda, come se io fossi fatta solo per lui.

Quella notte fu tutto perfetto, ci guidarono le nostre sensazioni che quando si tratta d’amore non sbagliano. Mi sentì una donna innamorata, non una ragazzina spaventata e complessata. Dolcemente anche la passione piano piano si spense, e rimanemmo solo io e lui, stretti l’uno all’altra, scambiandoci tenere occhiate e carezze. Riuscivo a sentire il suo respiro lento, quasi si fondeva con il mio.

“Ti amo Bec… ormai ti ho affidato il mio cuore” mi disse, stringendomi forte, forte a lui, al suo petto, poggiandomi proprio sul suo cuore.

Ascoltai per un po’ quei battiti, che lui affidava a me. Niente era più meraviglioso.

“Ti amo anch’io Edge. E non smetterò mai…”. Ci coccolammo ancora per molto, ma senza dire nulla. Le parole non servivano, il suo affetto e i suoi baci dicevano tutto. Lo sentì spegnere la luce, poggiai il viso nell’incavo del suo collo, e chiusi gli occhi, respirai lentamente e mi addormentai, fondendo la nostra dolce realtà con sogni ancora più dolci.

 

 

ODDIO! Questo capitolo è stato tale e quale a un parto… sono 6 ore ininterrotte che scrivo, ma il capitolo va avanti da tre giorni. Santo cielo, adesso che ho messo punto mi sento esausta.

Scusate, spero che vi sia piaciuto, speriamo solo di non dover cambiare il Rating da Arancione a Rosso -_-‘ Che ne pensate, lo cambio?

Comunque, ditemi, ditemi, ditemi! Ditemi quello che pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto? Vi è sembrato un po’ carino? Vi ha emozionato un po’? Che ve ne pare? Io ce l’ho messa veramente tutta, spero che apprezzerete anche questo ^^

Comunque… avete visto il servizio fotografico che ha fatto la nostra Kate per la rivista FHM?? E che ne pensate?

Io ve lo dirò nel prossimo capitolo,  adesso ho il cervello fuso e i neuroni che vogliono ammutinarsi…

Se non avete visto le sue foto vi lascio il link e poi mi dite anche voi che ne pensate!

http://www.facebook.com/pages/Kate-Bell/68895962477?v=photos&ref=ts#!/album.php?aid=72871&id=68895962477

 

Ci sentiamo al prossimo capitolo ragazze mie! Spero che queste 11 pagine vi siano piaciute! Un bacio!

   
 
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