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Autore: Orange_Jam    26/08/2010    5 recensioni
Tra prime magie, litigi, libri volanti e l'arrivo dei Potter, a casa Weasley non ci si può certo annoiare! Ma, invece di divertirsi, i signori Granger sono semplicemente terrorizzati...
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hugo Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La signora Granger bussò nervosamente alla porta di una graziosa casetta nel cuore di Godric’s Hollow e attese con pazienza che qualcuno venisse ad aprire. Sarebbe stato piacevole starsene lì ad aspettare nel giardino accarezzato dal venticello estivo, se solo il sonnacchioso silenzio che era calato sulla cittadina non fosse frequentemente spezzato da grida e rumori di passi che sembravano provenire proprio dall’interno della casetta. A un urlo particolarmente violento la donna si voltò a scambiare un’occhiata nervosa con il marito che se ne stava dietro di lei con le mani in tasca e l’aria di uno che in quel momento avrebbe preferito trovarsi in qualsiasi altro posto.

- Hannah- mormorò il signor Granger trasalendo a un secondo grido ancora più forte del precedente- secondo te abbiamo fatto…insomma…bene a venire qui?

La moglie gli scoccò un’occhiata severa. –Certo che abbiamo fatto bene, caro. E’ pur sempre la nostra Hermione, anche se ha una famiglia…be’, un po’ fuori dal comune.

Un miagolio infuriato seguì le sue parole.

-Solo un po’ fuori dal comune, dici?- sussurrò il marito guardando la casa, spaventato. –Non oso immaginare che cosa stiano facendo a quel povero gatto…Spero solo di non doverlo più vedere far capriole a mezz’aria con un cappello da clown in testa. E’ stato spaventoso.

- Non dire così – lo rimproverò la signora Granger – Hugo non l’ha fatto apposta. Non è colpa sua se non sa ancora controllare la magia.

- E quella volta che ha gonfiato una lumaca e l’ha fatta rimbalzare per tutta la casa? E’ stato anche quello un incidente?

-Ehm…quello forse no. Sembrava proprio che si stesse divertendo. Ma non possiamo certo fargliene una colpa…è giusto divertirsi alla sua età, no?

Il signor Granger scosse la testa, esasperato.

-Per l’amor del cielo, cara, quello non è divertirsi! Lo sai che voglio tanto bene a Hermione, ma se dovrò sopportare un’altra volta uno spettacolo del genere, non credo che avrò ancora la forza di mettere piede in quella casa…

-Sono i tuoi nipoti- gridò la signora Granger scandalizzata – I tuoi nipoti, Alfred! Devi imparare ad accettarli…con tutte le loro magie…e con tutte le loro stranezze!

In quel momento la porta si spalancò e entrambi trasalirono.

-Ciao nonna, ciao nonno!- gridò Rose precipitandosi ad abbracciarli.

-Ciao, tesoro- esclamò la nonna cercando di farsi sentire sopra il fracasso.

-Rose, ma che sta succedendo?- chiese il signor Granger, ansioso.

- Oh, il solito- rispose la bambina con uno sguardo di disappunto al salotto da dove provenivano le urla. –Credo che Hugo abbia fatto un’altra magia al gatto. Naturalmente non ne aveva l’intenzione, o almeno così dice. Mamma lo sta sgridando e credo che se la stia prendendo anche con papà. D’altronde è sempre così.

Scrollò le spalle, annoiata.

-Per fortuna io non farò più queste magie a casaccio. Mamma mi sta spiegando come fare qualche incantesimo, anche se senza bacchetta è difficile imparare. E poi…- i suoi occhi si illuminarono- ci pensi, nonna? A settembre andrò a Hogwarts! La lettera, non è ancora arrivata, però…

Sbuffò e guidò i nonni attraverso l’ingresso mentre le urla si facevano sempre più vicine e il signor Granger sempre più nervoso.

- Comunque mi sto documentando- continuò Rose e la signora Granger si preparò a una lunga litania sulle sue letture preferite. In questo era in tutto e per tutto simile a Hermione. Be’, come non esserne fieri?

-Magari ce lo racconti un’altra volta…va bene, Rose?- si affrettò a dire il signor Granger, che era di tutt’altro parere. –Adesso volevo proprio salutare tuo fratello.

La bambina gli scoccò un’occhiata molto torbida, sbuffò e li condusse nel soggiorno.

- Ti ho detto mille volte che non devi incantare il gatto, Hugo! – gridò Hermione.

Era in piedi con i capelli che volevano in tutte le direzioni e guardava torva il figlio che se ne stava imbronciato davanti a lei. – E non dirmi che è stato un incidente. Ti rendi conto che l’ho trovato a 10 metri di altezza su una scopa? Poteva farsi male! Non capisco proprio che cosa abbiate tu e Ron contro quella povera creatura.

-Oh andiamo, Hermione! – intervenne suo marito esasperato – Non ti rendi conto che quel gatto è peggio di uno Schiopodo Sparacoda? Ieri, mentre dormivo, me lo sono ritrovato con gli artigli conficcati nella faccia!

Il gatto soffiò minaccioso poco lontano dalla sua gamba e lui fece per tirargli un calcio.

-Stai solo cercando scuse…- sbottò Hermione portando il gatto lontano dalle sue grinfie. –Tu odi i gatti, Ron, questa è la verità!

- E questo cosa diavolo te lo fa dire?

- Era così anche con Grattastinchi!  Non l’hai mai sopportato.

- Aveva mangiato il mio topo, Hermione! Cosa avrei dovuto fare? Prenderlo in braccio e dirgli che era un micino tanto carino? O magari dirgli di mangiare anche me, già che c’era?

- Già, però è saltato fuori che non era un topo, ma Peter Minus trasformato! E non era neanche stato mangiato, per dirne una…

Mentre Ron apriva la bocca per ribattere Hugo ne approfittò per sgattaiolare via. Ignorò lo sguardo di rimprovero della sorella e si diresse senza tante cerimonie verso la scatola dei biscotti.

La signora Granger guardava la scena allibita da dietro la schiena della nipote senza osare proferir parola. Solo in casa di sua figlia potevano esserci simili discussioni!

Scambiò uno sguardo con il marito, che era semplicemente terrorizzato e, mentre Hugo infilava una mano nella scatola e si ficcava un biscotto in bocca, decise che era ora di intervenire. Sapeva quanto potessero durare i litigi tra quei due e sapeva anche, non per esperienza personale per fortuna, che c’era il pericolo che arrivassero alle bacchette.

-Hem hem- tossicchiò e rimase molto sorpresa quando entrambi fecero un balzo e si voltarono spaventati.

-Mamma, papà!- gridò Hermione correndo ad abbracciarli. –Non vi avevo sentiti entrare.

Ron, invece, si lasciò cadere sul divano con un sospiro di sollievo e la suocera lo sentì distintamente borbottare: -Sembrava proprio la Umbridge!

Hermione sorrise e li fece accomodare sul divano mentre Hugo li raggiungeva e si accomodava sulle gambe di un nervosissimo nonno. In quel momento si udì un tonfo e Ron emise un grido di dolore mentre un grosso libro gli cadeva dalla testa sulle ginocchia.

-Ma cosa…

Non fece in tempo a finire la frase che un intero stormo di libri di tutte le dimensioni lo circondò svolazzando e un altro piccolo manuale tascabile smise di agitare le pagine e gli cadde in testa.

- Rose- disse lui massaggiandosi la testa. –Non sono opera tua questa libri, vero?

La bambina si guardò intorno smarrita mentre Hugo rideva e il signor Granger gridava cercando di scacciare un grosso tomo che gli si era avvicinato pericolosamente alla testa.

- Oh, mi dispiace tanto- mormorò guardando supplichevole prima la madre poi la nonna, che era salita in piedi sul divano per sfuggire all’assalto di un libro che si era posato per terra e continuava a strisciare sul pavimento. Hermione cercò di calmarla inutilmente mentre Ron alzava gli occhi al cielo.

- Che cosa è successo?- chiese con una mezza risata.

- Ecco, io stavo cercando di prendere un libro, ma era in uno degli scaffali più in alto…

- Non c’è da biasimarti davvero- disse Ron scansando l’assalto dell’ennesimo libro- in questa casa tutte le librerie sono alte fino al soffitto…

- Ron!- protestò Hermione costringendo con un colpo di bacchetta un libro ad allontanarsi da suo padre che ormai piangeva come un bambino.

- Io non volevo, davvero- borbottò Rose mortificata. –Devo aver fatto una magia senza volerlo, perché il libro è sceso volando da uno scaffale. Non mi ero accorta che anche gli altri…

- Quale libro stavi cercando di prendere?- chiese Hermione tentando ancora di rassicurare i suoi genitori.

- Storia di Hogwarts- rispose Rose afflitta.

- Oh, no! Quel libro è un ricordo di quando andavo a scuola, Rose…Non sta volando con gli altri, vero?

-Non lo so. Quando ho finito di consultarlo, l’ho lasciato su quello scaffale, ma adesso non c’è più.

Hermione gemette e smise subito di dare colpetti sulla spalla della madre per guardarsi intorno.

-Dove può essere?

- Qui- esclamò Hugo saltando giù dalle gambe del nonno.

Il libro più grosso di tutto lo stormo stava volando appena sopra il signor Granger. Prima che qualcuno potesse fare qualcosa per acciuffarlo, però, si richiuse con un colpo secco e cadde pesantemente sulla testa dell’uomo. Ci fu un tonfo, un grido terrorizzato e un attimo dopo il signor Granger si afflosciò svenuto sul divano.

- Alfred! – gridò la moglie con tutto il fiato che aveva in gola.

- I-io non volevo- sussurrò Rose in lacrime.

- Non è colpa tua, tesoro – mormorò Hermione avvicinandosi al padre insieme a Ron. –E’ normale non riuscire a controllare bene la magia a quest’età. L’importante è che non la si usi per fare del male a un povero gatto.

Gettò un’occhiata severa a Hugo, che mormorò piano “è stato un incidente…”, e si chinò sul padre.

- Non ti preoccupare mamma, è solo svenuto- disse dolcemente alla signora Granger che singhiozzava come un’isterica. – A Ron è caduto in testa praticamente di tutto…be’, forse non un libro di 4000 pagine, ma ti posso assicurare che alcuni dei nuovi Tiri Vispi per Bimbi di George sono quasi altrettanto pesanti…e come vedi non gli è successo nulla.

- Venga con me, signora Granger- disse Ron insolitamente premuroso e la fece accomodare su una poltrona. Evocò un bicchiere dal nulla, agitò la bacchetta e un leggero getto d’acqua fuoriuscì dalla punta di legno. –Reinnerva!- sussurrò Hermione nello stesso momento e il signor Granger riprese conoscenza. Era terribilmente pallido.

-E’ un Incantesimo Curativo- spiegò Rose di nuovo allegra. -Si usa per far rinvenire chi è svenuto ed è efficace anche sugli individui che sono stati colpiti da uno Schiantesimo. 

- Zitta, Rose!- la rimproverò Ron divertito – Sappiamo già che sei una specie di vocabolario degli incantesimi vivente.

- Non fare caso a quello che ti dice papà, Rose- sospirò Hermione.

Il signor Granger si sistemò meglio sul divano ignorando lo scambio di battute: pareva ancora parecchio scosso, ma almeno stava bene. Sollevata, la moglie si lasciò andare a un respiro di sollievo.

Hermione sollevò la bacchetta e tutti i libri tornarono docilmente nei loro scaffali, il gatto si acciambellò ai suoi piedi e finalmente la casa tornò tranquilla. Ma era ancora troppo presto per gioire.

Suonò il campanello e mentre Rose andava ad aprire Hermione si rivolse ai genitori.

- Oh sì, ho dimenticato di dirvi che ho invitato anche i Potter a pranzo- disse allegra.

- Mamma- gridò Rose dall’ingresso – sono Al, Lily e James.

-Quei due non riusciranno mai a andare d’accordo- rise Ron. Ma non era quello a preoccupare la signora Granger: alla vista dei tre ragazzini che entravano in soggiorno seguiti dalla madre e da Rose, suo marito era improvvisamente sbiancato.

Se c’era qualcuno da cui Alfred Granger era ancor più terrorizzato che dal gatto che faceva capriole a mezz’aria con un cappello da clown in testa, quello era sicuramente James Potter.

  
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