Spira’s
Life… it’s not so easy!
Un Mistero per Tre Detectives
– Parte Prima
Salve! Sono davvero felice che questa
fic vi sia piaciuta e che Annik vi sia simpatica!
In effetti avevo quasi
paura che vi risultasse odiosa… meno male non è stato così!
Beh, adesso comincio… un ciao!
Annik sorrise, aprendo le braccia, come a voler
accogliere il caldo sole che, quel mattino, illuminava il cielo celeste. Accanto a lei, Rin ammirava la città
avvicinarsi rapidamente, dal ponte della nave, nervoso e decisamente
offeso.
<<
Non sarai ancora arrabbiato perché ti ho fatto comprare il biglietto
invece che farmi assumere come mozzo e far viaggiare
gratis entrambi, spero… >> sospirò, socchiudendo gli occhi.
Non voleva che il caratteraccio del suo boss rovinasse quella giornata,
altrimenti perfetta.
Il
motivo per questa sua euforia era semplice. Luka. Andavano a Luka.. Magari non esattamente Luka, più che altro Casa
del Viante della Via Mihen, ma per raggiungere il negozio/ albergo di Rin,
sarebbero per forza dovuti passare per la città e lei avrebbe convinto
il suo capo a fare un giretto on giro.
<<
Niente affatto >> borbottò, ma la ragazza capiva fin troppo bene
che non era così. Forse per gli occhi brillanti d’ira, la fronte
aggrottata e la piega offesa delle labbra. O, più probabilmente, perché
non aveva fatto altro che ripeterglielo da quando
erano saliti in nave.
<<
Ok, come ti pare >> d’accordo, le pagava lo stipendio, ma non per
questo doveva sorbirsi sempre e comunque i suoi
capricci. Il suo sorriso si allargò, mentre la città si ingrandiva, facendo così aumentare la sua
eccitazione. Si sentiva come quando sua madre la accompagnava alla fiera.
Felice, piena di aspettative…
<<
Comunque >> cominciò Rin << Mi
stupisce che il tuo pseudo- ragazzo non sia venuto… >>
<<
Non è il mio “pseudo- ragazzo” >> esclamò
Annik, arrossendo vistosamente << Non è
neppure il mio ragazzo! E’ solo un amico! >> terminò,
chiudendosi in un ostinato silenzio e appoggiando i gomiti al parapetto della
nave. << E, per la cronaca, non sono affari tuoi!
>>
<<
Certo che lo sono, soprattutto se fraternizzi con la
concorrenza >> ripeté Rin, per la centesima volta da quando lei si
era, casualmente, lasciata sfuggire che andava a fare un giro sul Chocobo con
Ganz. << E comunque, mi dovresti ringraziare.
Quel tipo potrebbe interessarsi solo agli incredibili segreti che solo io
custodisco! >> sorrise lui, scrutando con i bizzarri occhi verdi a
spirale, tipici degli Albhed, la grande città,
famosa per i grandi incontri di Blitzball che vi si tenevano ogni anno.
<<
Appunto, se li custodisci solo tu, io che c’entrerei? E
poi, che razza di segreti potrebbe custodire un vecchio bacucco come te?
>> domandò, fingendosi scocciata. In
realtà, queste attenzioni quasi paterne che il suo capo aveva per lei,
le facevano piacere. Dopotutto, su Spira, non aveva parenti e, senza nessuno che si prendesse cura di lei e le desse consigli su
tutto, si sarebbe sentita un po’ sola.
<<
Ehi, cosa intendi giovincella? Posso ricordarti che è questo bacucco che
ti paga lo stipendio! >> fece lui, appoggiando entrambe le mani ai
fianchi, un sorrisetto astuto sul volto.
<<
Hai ragione, non sei un bacucco >> ammise la
ragazza, chinando il capo.
<<
Volevo ben dire >> annuì lui,
soddisfatto.
<<
Tu sei un vecchio bacucco! >>
<<
Cosa? >> esclamò lui, tirandole un
piccolo schiaffetto sul capo.
<<
Oh, avanti, Rin, stavo solo scherzando! >> inclinò la testa,
ridendo allegra.
<<
Ora me ne vado a dormire un po’ >>
commentò, allontanandosi a grandi passi, offeso.
Stava
per aprire la porta che portava sotto- coperta, quando un vecchio marinaio,
abbronzato dal sole, scese dall’albero maestro, urlando << Tra
cinque minuti si scende! >>
Luka
era ancora più bella di quanto la ricordasse.
La gente, tanta gente, quanta lei, abituata alla tranquilla vita nella Piana
della Bonaccia, non ne aveva mai vista, non su Spira
almeno, edifici, per lei così bizzarri, eppure dotati di quel fascino
misterioso, che avrebbe potuto ammirare a bocca aperta per giorni e giorni. E, ovviamente, il Blitzball. Lei non lo avrebbe mai ammesso
ad anima viva, ma il suo più grande sogno era
quello di imparare a giocare a Blitzball. Difficile, in apnea lei non ci sapeva
stare per neppure un minuto, però se fosse stato un sogno facilmente
realizzabile, beh, non sarebbe stato un vero sogno.
<<
Entriamo, Rin, ti prego! >> esclamò,
tenendo il suo boss per un braccio e tentando, inutilmente, di trascinarlo
verso il bar in cui, in FFX per lei, tre anni prima per tutti gli altri,
l’Invocatrice Yuna era scomparsa, rapita da
alcuni Albhed che non volevano che sacrificasse la sua vita per terminare il
Pellegrinaggio. << Ti supplico, ho sete, ho fame, mi fa male la pancia,
devo andare in bagno! >>
<<
Annik... ti prego… sei imbarazzante… >> cercava di ignorarla
lui, continuando a camminare, fingendo di non conoscere la ragazza, mentre la
maggior parte dei passanti li fissavano, stupiti.
<<
Ti prego, Rin! Andare in quel bar è il mio più grande
sogno! >> chissà se era ancora come durante FFX o avevano
modificato qualcosa, se il barista era ancora quel buffo uomo che ricordava
bene, oppure era cambiato…
<<
Wow, ragazza, pensavo che avessi ispirazioni un po’ più
alte… >> sospirò il suo capo, imbarazzato.
<<
Ok, magari “più grande sogno”
è un po’ un’esagerazione… >> ammise la ragazza.
<<
Se è così, allora, puoi andarci un’altra volta >>
sorrise l’Albhed, ricominciando a camminare, più in fretta di
prima, lasciando dietro a se una Annik con la leggera
sensazione di essere stata imbrogliata.
Era
da parecchi minuti che camminavano, quando Annik cominciò a chiedersi il
perché di quella improvvisa gita a Luka.
Dopotutto, senza un certo guadagno, Rin non si sarebbe mai mosso dal suo comodo
negozio nella piana della Bonaccia. E, senza un motivo
ben preciso e importante, non avrebbe mai fatto muovere lei, dato che, in sua
assenza,
<<
Ehm… Rin? >> lo chiamò lei, troppo incuriosita per stare zitta, come la sua parte più saggia le
suggeriva.
<<
Che c’è? >>
<<
Come mai questo viaggio? Voglio dire, il Campionato di Blitzball
comincerà tra due settimane, lo Sferatiro va benissimo… che
bisogno c’è, allora, di andare alla Casa del Viante? >>
<<
Beh… vedi… ci sono alcuni problemi…
>>
Oh-
oh.
<<
Che genere di… problemi? >>
la parola che più odiava, se pronunciata da Rin. O da un insegnante di matematica.
Lui
si fermò di scatto, incrociando le braccia, come se stesse cercando di
riordinare i suoi pensieri. Erano sulle lunghe scale che, da Luka, portavano
alla via Mihen. Questo voleva dire
che erano perennemente percorse da persone, che non gradivano affatto che
qualcuno bloccasse la strada per riflettere.
Ovviamente,
Annik non glielo fece notare. Credeva che fosse ancora un po’ offeso per
la storia del “vecchio bacucco”.
<<
Vedi… accadde un anno fa, prima che tu cominciassi
a lavorare per me >> si avvicinò al parapetto, ammirando la
città, dall’alto. Lo stadio, in lontananza. Il mare
all’orizzonte. << Ci sono stati numerosi problemi con alcuni automi
sulla Via Mihen… sfortunatamente Yuna, Rikku, la sorella di Fratello, e
un’altra hanno deciso di indagare, beh, in realtà glielo avevo
chiesto io… e hanno scoperto che ero stato io a manometterli… >>
Si,
ricordava bene quanto quella particolare missione, in FFX2, l’avesse
fatta penare. E non aveva neppure ben capito
perché Rin avesse fatto una cosa simile… e ora avrebbe potuto
chiederglielo dal vivo!
<<
Giuro che se mi chiedi perché l’ho fatto di mando
a vendere neve sul Gagazet >> frenò la sua euforia lui. <<
Il problema, ora, è che sta succedendo di nuovo…
automi impazziti e via dicendo… ma nessuno mi vuole aiutare,
perché credono che la colpa sia mia! >> esclamò, voltandosi
verso di lei.
<<
Tipico esempio della storia di Pierino e il lupo… >>
<<
Che? >>
<<
Niente, niente >>
<<
Quindi, ho pensato… chi, se non una mia fedele commessa
potrebbe aiutarmi? >> sorrise lui.
<<
Davvero? E chi è la fortunat…
>> la verità le cadde addosso come un macigno. << IO? IO??
>>
<<
Esatto. Vedrai, non sarà troppo difficile!
>> sorrise nuovamente, avviandosi verso
<<
Ma… ma… Rin! Io non sono una detective!
Non riuscirò mai a… >>
<<
Sciocchezze! E poi non dovrai fare tutto da sola! Ho
contattato delle altre persone, che credo abbiano
abbastanza acume – e costino abbastanza poco – per aiutarti!
>> salì gli ultimi gradini, con saltelli degni di un bambino di otto anni. << Ecco i tuoi colleghi per i prossimi
giorni! >> esclamò, indicando due figure, che lo stavano
aspettando da parecchio tempo, viste le facce annoiate.
Se non
avesse saputo che l’avrebbero presa per scema, Annik si sarebbe messa ad
urlare.
Il
primo lo conosceva fin troppo bene, dato che lo vedeva sempre alla Casa del
Viante della Piana della Bonaccia. Un inconfondibile
Compagno, con i tipici capelli biondi e occhi verdi a spirale, la salutò
con un sorriso radioso. Il secondo… capelli
color oro e occhi azzurri, strani abiti, pantaloni con una gamba più
lunga dell’altra e assurde scarpe da ginnastica gialle…
<<
TIDUS! >> urlò, correndogli accanto e
cominciando a stringergli la mano, ignorando allegramente Compagno <<
Ohh, è bellissimo incontrarti! >>
<<
Ehm… noi ci conosciamo? >> domandò il biondo Blitzer,
inclinando il capo.
<<
Ehm… si! No… cioè… un
po’ >>
<<
? >>
<<
Ti ho visto giocare a Blitzball! Sono una tua grandissima fan!
Mi fai vedere il Tiro di Jecht n° 3? >>
<<
Se lo dici tu… magari più tardi, ok?
>> sorrise lui, orgoglioso e sentendosi quasi a Zanarkand, dove tutte le
volte che usciva di casa trovava un’accoglienza
simile.
<<
Bene. Vedo che vi conoscete già… quindi… METTETEVI
ALL’OPERA! >> ordinò Rin, con un sorriso non molto convinto
sul volto. Chissà se quei tre avrebbero risolto il problema…
<<
Certo, Rin! Da adesso puoi chiamarmi Sherlock Holmes! >> sorrise la
ragazza.
Sguardi
stupiti dai tre abitanti di Spira. Tidus fu il primo a parlare.
<<
Sei strana, sai. La cosa però mi piace…
almeno la gente smetterà di guardare ME come se fossi pazzo!>>
<<
Ehm… grazie… >>
<<
Io direi di cominciare >> propose Compagno,
incrociando le braccia al petto.
<<
E se trovate O’aka in giro… uccidetelo! Anche se è il fratello di quel tuo pseudo-
amico… >> sbuffò il suo capo, come sempre preoccupato per la
concorrenza.
<<
Non è il mio pseudo- amico, è il mio
ragazz… >> Annik assunse un colore a metà tra lo scarlatto ed
il viola prugna. L’aveva imbrogliata, maledetto
Rin << Cominciamo o no? >> strillò quasi.
<<
Si, muoviamoci! >> fece il blitzer, entusiasta come suo solito.
I
tre, abbandonati da Rin, che si era recato alla sua Casa del Viante, stavano
percorrendo
<<
Si, ma, insomma, che cosa dovremmo cercare? >> sospirò Tidus. Dopo
l’entusiasmo iniziale, era bastato poco al ragazzo per capire che la loro
missione non era affatto facile come era sembrata
all’inizio.
<<
Forse… testimoni oculari? >> provò la ragazza, scuotendo il
capo. << Quanto vorrei chiedere aiuto a quelli
di C.S.I. … >> sbuffò sonoramente.
Tidus
le regalò un sorriso a trentaquattro denti. << Lo sai, io e te potremmo diventare grandi amici! >>
<<
Avanti, chiediamo in giro >> propose compagno. I
tre annuirono all’unisono, per poi correre in direzioni differenti, ad
interrogare i passanti.
<<
Mi scusi, signore! >> Annik si avvicinò ad un giovane
dall’aria annoiata, che passeggiava lentamente per la via. << Mi
scusi! >>
<<
Si? >> sbatté le palpebre, guardandola.
<<
Lei era per caso qui, quando gli automi di Rin sono impazziti? >>
L’espressione
del giovane cambiò. << E’ stato…
è stato orribile! >> si poteva leggere la paura, sul suo
volto. << Erano così tanti, tutti cercavano di colpirmi ed
uccidermi… io… io… >>
<<
Ma… sa per caso cosa possa aver causato il
guasto? >>
<<
E come potrei! Ero stato tutto il giorno a Luka, per
accogliere gli Neo- Yevoniti appena giunti da
Kilika… che figura abbiamo fatto! Penseranno che la nostra sia una
città di Filo- Automisti! >> scosse il capo, come se cercasse di
riordinare i suoi pensieri. << E’ meglio che vada a bere qualcosa.
Addio >> disse, allontanandosi. La ragazza sospirò. I Neo-
Yevoniti di Kilika li ricordava bene da Final Fantasy
X- 2. Tra tutti, le erano sembrati i più integralisti, probabilmente a
causa del continuo conflitto con
A
Tidus non era andata meglio. L’unica ragazza che aveva tentato di
avvicinare, si era rivelata una specie di ameba
appiccicosa, nonché fan degli Aurochs. Compagno era, invece, incorso
nelle ire di un paio di vecchiette, Yevonite convinte, che avevano dato a lui e
a tutti gli Albhed la colpa dei grandi problemi di
Spira. Al secondo tentativo, l’Albhed, era stato più fortunato. Un
ragazzino gli aveva detto che gli Neo- Yevoniti si
erano accampati per la notte vicino alla Casa del Viante, senza entrarci
né comprarvi nulla, in segno di protesta contro la razza dagli occhi a
spirale. E che, tutti loro, avevano giurato di aver
visto una figura muoversi nella notte, dirigendosi verso ai controlli degli
Automi.
<<
Ricapitoliamo, quindi. Gli Yevoniti arrivano e si accampano. Vedono il
misterioso colpevole, ma ovviamente non avvertono nessuno. Cos’hanno detto su di lui o lei? >>
<<
Non si sa. Le persone a cui abbiamo chiesto non sono
testimoni diretti, ma semplicemente hanno sentito voci e pettegolezzi >>
Compagno scosse il capo << Anche per questo tutti hanno subito tutti
pensato a Rin. Una figura solitaria… >>
<<
Penso che dovremmo concentrarci più sui nemici del boss. Lui ha
spergiurato che la colpa non è sua… questa volta. >> disse
Annik << Eliminando dall’elenco O’aka, che ha un alibi di
ferro, dato che è rimasto una settimana nella
Piana della Bonaccia per le Gare di Chocobo>>
<<
Nemici… Rin è una persona particolare, ma dubito abbia molti nemici. Se escludiamo
O’aka, chi ci rimane? >> osservò Tidus.
<<
Voi Albhed andate d’accordo tra di voi, vero
Compagno? >> chiese la commessa della Casa del Viante.
<<
Certo, siamo sempre stati molto uniti… anche se…forse… no,
impossibile >>
<<
Impossibile? Da quando sono su Spira ho imparato che la parola impossibile non
esiste… >> il Blitzer lo guardo con i suoi occhi cerulei, che
brillavano di determinazione.
<<
Beh, lui e Gippal hanno sempre avuto un certo
attrito… >> ammise, abbassando il capo.
<<
E Gippal, capo degli Automisti, costruisce i
robot… >>
<<
Annik, non possiamo accusarlo solo per questo motivo…
>> scosse la testa il biondo ex- guardiano. << Non lo
conosce bene, anzi, non lo conosco affatto, ma non mi
sembra giusto accusare qualcuno senza prove… >>
<<
E poi Gippal è Gippal. Insomma… uno degli
uomini più potenti di Spira, con centinaia e centinaia di persone ai
suoi comandi… >> lo sostenne Compagno.
<< E poi, se si sapesse che noi Albhed abbiamo cominciato a farci
dispetti tra di noi come bambinetti… cosa
accadrebbe…? >>
<<
Non lo so >> la ragazza alzò gli occhi al
cielo. << Forse… forse dovremmo andare a Djose. Per interrogare
quei Neo- Yevoniti e Gippal. Vedremo poi, cosa fare >>
<<
Mi sembra una saggia idea. Quando partiamo? >> sorrise Tidus, che aveva già riguadagnato la sua
allegria.
<<
Che domande… subito! >> disse Annik,
un’espressione determinata sul volto.