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Autore: MaryElizabethVictoria    01/09/2010    1 recensioni
La vita 'perfetta' di una ragazza assolutamente normale con una bella casa, un lavoro che le piace, molti amici e un padre che l'adora viene sconvolta dall'incontro con un ragazzo che di normale non ha proprio niente...ma questo è solo l'inizio di una catena di evnti che la porterà,suo malgrado, a trovarsi al centro di un complotto governativo e a dover scegliere da che parte stare. A dover scegliere tra l'amore e la felicità.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per BGE, ciao!Mi dispiace ci ho messo un po' più di tempo a mettere il nuovo capitolo perchè sono stata davvero impegnata, non certo per mancanza di ispirazione!wow!Dal commento che mi hai lasciato mi sembra di capire che hai intuito perfettamente come voglio sviluppare la storia ... ma come hai fatto?! Comunque viene tutto spiegato in questo capitolo e nel prossimo che prometto metterò presto, buona lettura!

MEV

 

- Ci possiamo fermare ad un fast food?- domandò per l’ennesima volta Vada - Andiamo... sono andata avanti a flebo le ultime due settimane, me lo merito un Cheeseburger! E voglio anche una Big Cola! E le patatine ovviamente, non dimentichiamo le patatine!! – dal sedile posteriore dell’auto gettò le braccia al collo del fratello, tanto per dargli fastidio mentre guidava- Ti pregoooooo!!

Zack faceva del suo meglio per sopportarla. Era incredibile quanto rapidamente sua sorella riuscisse a passare da un estremo caratteriale all’altro... era capace di uccidere rapidamente  con la massima  efficienza e un secondo dopo mettersi a fare i capricci come una mocciosa di sei anni. Si ostinava a comportarsi come se potesse avere una vita perfettamente normale, avere degli amici, andare alle feste, ubriacarsi ed portarsi a casa uno sconosciuto a cui raccontava la storia della sua vita... per questo si cacciava spesso nei guai, troppo volubile. In fondo era il suo modo di reagire a quello che avevano passato, tutti ne avevano trovato uno, almeno lei non se ne andava in giro a cavare i denti alla gente, che era già qualcosa ...

Accanto a risolvere questo problema sulla sua lista delle cose da fare si era aggiunta Kathrine, un’altra a cui piaceva fare di testa sua e che agiva senza pensare alle conseguenze, la quale  attualmente si trovava  seduta accanto a lui a criticare il suo modo di guidare perchè secondo lei andava troppo forte. Zack aveva tentato di spiegarle che quando si scappa in genere non si bada ai limiti di velocità delle strade extraurbane ma era stato praticamente fiato sprecato. Ancora peggio gli era andata quando aveva deciso di farle un breve riassunto della situazione, giusto per farle capire come mai il fattore tempo era essenziale e convincerla di non poterla semplicemente ‘riportare a casa’ come lei aveva suggerito. Non solo Kathrine non aveva seguito una parola, si era pure arrabbiata con lui per aver scoperto come aveva fatto Zack a superare i controlli all’entrata e praticamente a salvarle la vita.

-Quindi fammi capire ... – puntualizzò la ragazza, che progressivamente si stava riprendendo dallo shock- ... tu mi hai raccontato tutte quelle cose su Chris per spingermi ad andare da lui  ... in poche parole mi hai deliberatamente usata?! E non te ne vergogni nemmeno!

-Era l’unico modo per entrare!- si giustificò lui, parlava come se quella scelta fosse stata perfettamente logica al contrario della rabbia ingiustificata di Kat - ... e poi  non credevo che una volta lì avresti deciso di intervenire ... a sproposito, naturalmente.

-Scusa tanto se ho cercato di dare una mano, e non sarebbe la prima volta tra parentesi ...- aggiunse Kathrine ironicamente – ... anzi sono sicura che anche farti sparare facesse parte del tuo geniale piano!Come ho fatto a non capirlo subito?!- ormai il suo tono rasentava l’isterico.

-Non è questo il punto: hai agito senza pensare e hai rischiato di morire, se vuoi aiutarci e aiutare te stessa cerca di non fare mai più una cosa così stupida. E soprattutto smettila di comportarti da isterica, così non risolvi nulla!

-Senti, ho avuto una serata piuttosto difficile ... ho rotto col mio fidanzato ... sono appena saltata da un tetto su un treno in movimento ... mi hanno sparato addosso... sono stata praticamente sequestrata da un folle che non rispetta i limiti di velocità... come cittadina americana ho il diritto di essere isterica quanto voglio!

-Insomma Vada dì qualcosa anche tu!Vada?- in effetti era strano che sua sorella non intervenisse in una discussione, probabilmente si stava godendo lo spettacolo ridendo di loro.

-Si che c’è?- rispose lei flebilmente. La sua postura si era irrigidita, si stava sforzando di mantenere un aspetto sereno, ma il suo viso contratto raccontava una storia totalmente diversa. Kathrine si voltò immediatamente e si chinò su di lei per esaminarla.

- Accidenti, ma tu scotti!!- dichiarò dopo averle toccato la fronte, inoltre notò subito come la ragazza sembrava pallida e febbricitante, totalmente all’opposto di quando prima era saltata su un treno in corsa come se nulla fosse – E guarda, hai le pupille dilatate.

-Sto bene, non preoccupatevi ...

-Non stai affatto bene, guarda che stai tremando- insistette Kathrine- Ok, mi pare di capire che il vostro metabolismo è leggermente diverso da quello standard, quindi ... è una cosa normale?

-No non è affatto normale- rispose Zack- le avranno iniettato qualche schifezza in quel posto.

-Ora che ci penso la tenevano in ambiente sterile, sotto una specie di campana di vetro ... - disse Kathrine - Dei semplici narcotici non farebbero questo effetto, ci dev’essere qualcos’altro ... ma non posso sapere cos’è senza averti fatto delle analisi.

-Non posso andare in ospedale ...- ansimò lei, che ora non cercava più di nascondere il suo malessere.

-Possiamo portarla da mio padre, lui saprà cosa fare- propose Kat, ma nessuno dei due sembrava  particolarmente entusiasta a quella prospettiva – sentite, ha un laboratorio nel seminterrato dove potremo farle con calma tutte le analisi di cui ha bisogno.

-Perchè dovrebbe aiutarci?- disse infine Zack dubbioso- Anche tuo padre fa parte di loro, il minimo che farà quando ci avrà scoperti sarà di consegnarci.

-Sono sicura che mio padre non farebbe mai una cosa del genere- protestò lei indignata- l’obbiettivo di ogni dottore è salvare vite umane, se la porteremo da lui acconsentirà di certo a curarla.

-Intendi ‘sicura’ come lo eri del tuo fidanzato?- ribattè Zack, e se con quelle parole aveva una mezza intenzione di ferirla ci riuscì perfettamente -  Nel caso non l’avessi notato non sei una persona difficile da ingannare.

-Morirà se non proviamo a fare qualcosa- disse Kathrine con un tono sommesso, incassando malamente il colpo, l’ennesimo dopo quella sera- non abbiamo scelta.

Era fin troppo vero e anche Zack lo sapeva, per quanto non si fidasse del professore era pur vero che non avevano migliori risorse a disposizione e che le condizioni di Vada potevano solo peggiorare. Era obbligato  a prendere una decisione subito.

-D’accordo- si arrese infine, girando la macchina per raggiungere l’indirizzo che Kathrine gli aveva indicato.

Dovevano fare in fretta perchè le condizioni di Vada si aggravavano minuto dopo minuto, Kat non aveva mai visto in un paziente un peggioramento così repentino. Arrivarono alla villa del professor Shepard che era praticamente svenuta tra le braccia di Zack. Kathrine per prima cosa disattivò l’allarme della casa, sapeva che sia suo padre sia la sua anziana domestica a quell’ora erano a dormire da un bel pezzo al secondo piano, con un po’ di fortuna non si sarebbero nemmeno accorti che qualcuno era entrato in casa e che stava usando il laboratorio. Mentre estraeva le chiavi dalla tasca del trench la sua mano entrò in contatto col freddo di un oggetto di metallo: la pistola che le aveva dato Vada si trovava ancora lì e il solo pensiero la fece rabbrividire. Dovette riprendersi in fretta perchè non c’era tempo da perdere.

Il laboratorio da che ricordava Kathrine era sempre stato una stanza proibita per lei... tante volte da piccola aveva desiderato esplorarlo! Era sicura di aver sentito delle voci al di là della porta, voci di bambini, e una volta era anche riuscita a vederli dal buco della serratura, voleva andare a giocare con loro...Come suo padre se ne era accorto l’aveva strattonata via con forza e le aveva severamente proibito di avvicinarsi di nuovo. Era piuttosto strano in effetti perchè suo padre era sempre stato pronto a cedere ad ogni suo capriccio, ma il permesso di entrare in quella stanza non glielo aveva mai concesso. Dopo tanti anni era riuscita a convincersi che si era trattato solo della sua immaginazione, eppure non avrebbe mai dimenticato quanto quel giorno suo padre sembrasse spaventato.

La casa era grande e al buio non era facile orientarsi, tuttavia Kat riuscì a trovare le scale per scendere nel seminterrato, dopotutto era il posto dove era cresciuta. Dovettero forzare la serratura per entrare nel laboratorio ma quando si accesero le luci al neon fu estremamente sollevata nello scoprire che si trovavano in una specie di ambulatorio, senza alcunché di strano o spaventoso.

Senza perdere tempo cominciò ad accendere i macchinari che le servivano mentre Zack sistemava Vada su una specie di lettino bianco di fianco ad essi.

-Dove sono?- domandò la ragazza sollevando la testa debolmente- Zack?

-Va tutto bene, sono qui- le rispose lui.

Purtroppo le cose non andavano affatto bene.

Le analisi del sangue rilevavano anomalie che Kathrine non aveva mai visto in vita sua, e quel che è peggio, non aveva la minima idea di cosa fare per poterla aiutare. Intanto per buona misura le aveva fatto prendere un paio di antibiotici, ma dubitava che sarebbero serviti a molto, forse avrebbero rallentato l’espandersi dell’infezione ma non l’avrebbero salvata comunque. Proprio quando si accingeva a dare agli altri la brutta notizia la porta del laboratorio si aprì nuovamente.

-Kat, sei tu tesoro? Che cosa sta succedendo? E come hai fatto ad entrare qui dentro?- l’anziano professor Shepard andò loro incontro vestito ancora con la vestaglia da stanza sopra il pigiama, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.

-Papà questa ragazza ha bisogno di aiuto, ti prego!- esclamò Kathrine.

-Ma cosa... Kat chi sono queste persone?

-Non ho tempo di spiegartelo ora ... ma tu devi aiutarla, subito- disse praticamente trascinando suo padre davanti allo schermo che riproduceva in grande una copia del vetrino che conteneva il sangue analizzato.

- Ma guarda, è molto interessante ... – commentò il professore spostando lo sguardo vivacemente dal monitor del computer alla ragazza stesa sul lettino - ... così questa è uno dei prodotti di Manticore, è passato qualche tempo dacchè ho avuto la possibilità di analizzarne uno.

-Lei si chiama Vada- ribattè Zack freddamente.

-Allora? Puoi fare qualcosa?- domandò Kathrine, riservandosi nel frattempo il proposito di chiedere a suo padre spiegazioni su questa Manticore, che sentiva nominare già per la seconda volta nella stessa folle serata.

-Ah! Questi virus modificati sono delle vere carogne  ... - asserì lui concentrato sulle provette e  armeggiando con qualche attrezzo medico- ... ma credo di avere proprio il vaccino che fa per lei, una cosina che ho progettato in caso decidessero di giocarmi qualche brutto tiro.

- Perchè Manticore non è il datore di lavoro dei suoi sogni? Fossi in lei avrei chiesto un aumento quando potevo- commentò Zack, la cui ostilità verso il professor Shepard era ormai palese.

-Ma insomma qualcuno mi vuole spiegare cos’è questo posto di cui parlate tutti?! Comincio a sentirmi esclusa dalla conversazione- insistette Kathrine accigliata.

-Non agitarti piccola mia, non avrei mai voluto che lo scoprissi così... - le rispose suo padre con un velo di tristezza, ma visto che sua figlia continuava a fissarlo insistentemente in attesa di una spiegazione fu costretto ad aggiungere- ... adesso lasciami lavorare, te ne parlerò più tardi non temere ...ti basti sapere per adesso che è là che ti ho presa.

 

 

 

  
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