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Autore: bubysan    02/09/2010    13 recensioni
Avete mai sognato di incontrare i nostri beniamini... nella realtà?
Se vi capitasse di trovarvi tra le braccia di Benji, andare in moto con Tom e ballare con Mark nel mondo così come lo conosciamo, il nostro mondo... cosa pensereste? Finireste per innamorarvi e non voler più tornare indietro?
Questa è la storia di una ragazza comune e di un'esperienza che di comune ha ben poco... vi va di vivere questo piccolo sogno con me?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rieccomi, di rientro da una splendida vacanza in Turchia! In giro per bazar, siti archeologici e calette turchesi sono stata colta dall'ispirazione per questo aggiornamento più calcistico del solito ma denso di avvenimenti. Purtroppo, data la piega presa dal capitolo, non mi è stato possibile inserire nuove guest star. Cercherò di rimediare non appena possibile.

Spero che le vostre vacanze siano state spettacolari e che questa lettura vi consoli almeno un po' del rientro a casa/ufficio/scuola/università^__^

Fatemi sapere cosa ne pensate, nelle ultime settimane le vostre recensioni mi sono mancate tantissimo! Lady Snape, Fulmy, Sany, Eilis... se non tornate faccio come la particella di sodio della pubblicità ^__-

Bacini a tutti!^^

 

 

30

 

Benji

 

Una situazione quanto mai bizzarra. Era un po' come essere tornati a scuola, quando il calcio era solo un gioco e, per quanta passione ci mettessimo, si alternava alle nostre vite di studenti. Sebbene non fossi mai stato un tipo spensierato, mi ero dimenticato cosa significasse prendere le cose alla leggera.

Mi trovavo su un campetto qualunque, con avversari la cui preparazione era assimilabile alla Newppy prima maniera. Eccezion fatta per Patrick che, strano a dirsi, mi ricordava qualcuno di cui non riuscivo però a cogliere i lineamenti.

La mia piccola peste gli piaceva, era lampante, e non potevo certo biasimarlo. Probabilmente non aveva gradito il mio rientro in scena, credendomi forse un ex indeciso e un tantino bullo. Sorrisi divertito all'idea di quanto, tutto sommato, quel mondo fosse simile al mio.

Volsi lo sguardo agli spalti in attesa dell'ennesima pausa di gioco. Avevo parato i primi tiri in porta cercando di non addormentarmi in piedi, nella speranza che Patrick si decidesse a fare sul serio. Myriam mi fissava intensamente, a tratti preoccupata, nonostante giocassi ben al di sotto degli standard tenuti in allenamento. Date le dimensioni ridotte del campo, prevedere le mosse degli attaccanti avversari era fin troppo semplice. Stare in difesa si era rivelato di gran lunga più divertente.

Un movimento sulla destra attirò la mia attenzione. La seconda punta, di cui non ricordavo il nome, si era fatta avanti smarcando il ragazzo che aveva preso il mio posto sulla fascia arretrata. Bastò un'occhiata alla posizione del piede e la traiettoria del pallone si delineò prima ancora che partisse il tiro. Spostai il peso del corpo lateralmente con ostentata lentezza e fermai il colpo con entrambe le mani, di modo da mantenere ad occhi inesperti una parvenza semi dilettantistica.

Se Holly e Tom mi vedessero riderebbero a crepapelle pensai in un lampo divertito, per non parlare di Lenders. Mi sembrò quasi di udire le parole di scherno accompagnate dalla sua tipica smorfia beffarda.

Stavo per tornare con l'attenzione agli spalti quando qualcosa mutò nell'aria. Fu solo un istante, ma sentii un formicolio diffondersi lungo la schiena e tutti i sensi allertarsi. Mi voltai mentre Patrick, in un contropiede da manuale, smarcava uno dei difensori come fosse stato un palo della luce. La gamba destra si liberò agilmente da un mal riuscito tentativo di scivolata e, con tutto il peso spostato in avanti, tirò un colpo che mi lasciò di stucco.

La mia presunzione era seconda solo ai duri allenamenti ai quali mi sottoponevo. Mi tuffai istintivamente in avanti, bloccando il pallone a meno di un metro dalla linea di porta. Rialzandomi non potei esimermi dal lanciare un'occhiata ammirata al ragazzo, ricambiata da un gesto di comprensibile esasperazione. Aveva dimostrato un livello di prontezza e precisione fuori dal comune. Peccato che un simile talento andasse sprecato.

Rimisi il pallone in gioco con un guizzo di entusiasmo, ma gli scambi ripresero il solito iter prevedibile e dovetti trattenere più di uno sbadiglio. Come previsto dalla sorella di Patrick il risultato rimase in assoluta parità e solo i rigori avrebbero potuto decidere le sorti della partita. Attesi con pazienza che venisse assegnato l'ordine di tiro, fin quando l'arbitro non indicò la porta difesa nel corso del secondo tempo.

Sorrisi al pensiero di non aver mai preso posto fra i pali con tale tranquillità, provando un bonario senso di colpa nei confronti del primo avversario intento a posizionare il pallone sul dischetto. Lanciai uno sguardo in direzione di Myriam e rimasi stupito nel vederla in piedi. Dopo un primo istante di sconcerto, capii. Non aveva paura che segnassero, bensì del contrario. Parare cinque rigori su cinque era un'impresa impossibile per un portiere normale. Forse la cosa migliore per non destare sospetti sarebbe stato permettere loro di segnare almeno un gol.

Non il primo però pensai lanciandomi sulla sinistra, direzione intuita fin dalla rincorsa presa dal numero sette.

Un coro di applausi accompagnò la parata da me enfatizzata in maniera quasi comica. Possibile che nessuno oltre Myriam notasse le mie movenze grottesche?

La voce di Lenders giunse alle mie orecchie tanto nitida da sembrare vera. Ti sei ridotto a giocare con un branco di dilettanti Price, non ti manca il tiro della tigre? Scossi il capo per respingere la risposta prima che questa si delineasse chiara nella mia mente.

Anche il primo tiro da parte nostra andò a vuoto, finendo un paio di metri oltre il palo. Sospirai, non potendo certo permettere che l'altra squadra passasse in vantaggio. Alla mia seconda parata seguì finalmente il primo gol e, con la morte nel cuore, decisi di permettere a un emerito quanto inconsapevole ragazzetto di violare la mia rete. Un attimo prima che questo si mettesse in posizione incrociai lo sguardo di Patrick, carico di una rabbia che aveva eguali solo nella mia misurata rassegnazione. Per quanto l'intera situazione fosse contraria a ogni principio sportivo, non meritava l'affronto di vedere un altro riuscire laddove aveva più volte fallito.

Ero certo che ci saremmo affrontati per ultimi e tornai sulla decisione appena presa. Parai il terzo tiro, atterratomi dritto fra le braccia e, sempre sull'uno a zero, mi limitai a lasciar volare il quarto sopra la traversa.

Alcuni minuti dopo non potei fare a meno di associarmi alle lodi espresse da Patrick nei confronti del proprio portiere. Nervi saldi e riflessi pronti gli avevano permesso di contenere lo svantaggio che altrimenti ci avrebbe portati a vincere prima che la tornata di cinque rigori venisse completata.

Il momento tanto atteso da entrambi era giunto. Con gesto automatico sistemai i guanti intorno ai polsi, cercando con la punta delle dita il cappellino purtroppo assente. La serenità che fino a quel momento mi aveva contraddistinto si diluì in tensione controllata.

Tornai nuovamente tra i pali, flettendo le gambe un paio di volte per ammorbidire le articolazioni, quando la voce di Patrick interruppe il mio cerimoniale.

"Che ne dici di cambiare un po' le regole Benji?"

Lo guardai con aria interrogativa. "Cosa proponi?"

"È lampante che ti stai annoiando, perché non sostituire il rigore con un vero confronto a due?"

Un brusio percorse la piccola folla di spettatori mentre un sorriso si apriva sul mio volto. Spavaldo ma simpatico, il ragazzo. Potevamo così cogliere due piccioni con una fava. Io divertirmi un po' e lui riuscire a segnare senza che perdessi troppo la faccia.

Che Lenders non lo venga mai a sapere, fu l'augurio che accompagnò il mio cenno di assenso.

"Perfetto. Parto dal centro campo e ci confrontiamo in qualunque punto sia di tuo gradimento."

"Ci sto."

Volai con i ricordi al primo incontro con Roberto Sediño che, tanti anni addietro, mi aveva insegnato a non sottovalutare nessun avversario. Chissà che Patrick non stupisse tutti con un'impeccabile rovesciata.

Myriam mi esortò da lontano e percepii nel suo timbro di voce un timore più che legittimo. Tranquilla peste, nessun'acrobazia fuori dal comune.

Il mio avversario si posizionò sul dischetto centrale e poco dopo l'arbitro fischiò, dando inizio alla sfida.

Senza che quasi me ne rendessi conto i contorni del campo si fecero più nitidi nel mio spettro visivo, cancellando ogni elemento di disturbo. Seguii i movimenti di Patrick come al rallentatore, per un attimo indeciso se uscire dall'area di rigore, ma rinunciando subito per conferirgli un vantaggio che livellasse il confronto.

Si avvicinò con falcate calibrate che non lasciavano a intendere con quale piede avrebbe tirato e d'un tratto capii chi mi ricordava. Il fisico e i movimenti flessuosi di Tom sembravano rivivere in quel ragazzo, sebbene la tecnica dei due attaccanti non fosse in alcun modo paragonabile.

Quel pensiero mi strappò un moto di soddisfazione, facendomi accettare di buon grado il gol che mi apprestavo a subire. Avanzai di qualche metro, le mani protese in avanti e pronto a lanciarmi in direzione del calcio che credevo imminente, ma Patrick mi prese alla sprovvista avvicinandosi ancora. Lo fissai stupito accelerare la sua corsa, fino a puntare la gamba sinistra a terra e prendere lo slancio per tirare una cannonata con il destro.

Scattai anticipando di una frazione di secondo il contatto con il pallone, sottovalutando l'effetto che mai avrei creduto potesse infondere alla sfera un calciatore non professionista.

Vidi la traiettoria variare quel tanto che bastava per eludere il mio raggio di difesa. Complimenti, Becker sarebbe fiero della somiglianza pensai un istante prima di toccare l'erba. L'abitudine più forte di ogni ragionevole risoluzione, senza nemmeno pensare diedi un impulso con tutta la forza del braccio alla mano sinistra e, quasi mi apprestassi a fare una capriola al contrario, sentii il peso del corpo tornare indietro come se da casa avessero attivato il rewind con il telecomando.

Myriam mi ucciderà, pensai sentendo la punta del piede destro toccare il pallone in corsa, deviandolo verso l'alto. Non feci in tempo a rialzarmi che Patrick mi raggiunse e spiccò un salto, pronto a colpire di testa e centrare la porta incustodita.

Siamo in ballo e tocca ballare, perdonami peste.

Con un istante di ritardo recuperai l'equilibrio e scattai in aria, il braccio teso per colmare la differenza di altezza dovuta al contro tempo. Preso alla sprovvista ma senza perdersi d'animo Patrick si protese in avanti, sbilanciandosi completamente e colpendo il pallone in malo modo prima di ricadere su di me.

Una violenta fitta al volto precedette il contatto con il suolo e solo l'esperienza accumulata negli anni mi permise di scostarmi, evitando così di venir schiacciato dal peso dell'improvvisato acrobata.

"Scusami Benji, ho perso l'equilibrio" disse poco dopo con un'occhiata di sincero imbarazzo, e fui il solo a controllare dove fosse il pallone.

L'orgoglio ferito mi dolse più del colpo ricevuto. La sfera bianca e nera era ferma sulla linea di porta, persino un alito di vento avrebbe potuto farla entrare.

"Benji stai bene?"

La voce allarmata di Myriam cancellò per un attimo la bruciante sconfitta.

"Sì, certo" risposi passandomi l'avambraccio sulla fronte per detergerla dal sudore. Solo allora notai la maglia intrisa di sangue.

"Hai preso una botta fortissima, vado a recuperare del ghiaccio e la cassetta del pronto soccorso" disse Eilis prima di assestare un sonoro scappellotto a Patrick che continuava a fissarmi con aria contrita.

Hai avuto la tua vendetta, ora siamo pari fu il muto messaggio che gli lanciai con lo sguardo, ed ebbi la netta impressione che venisse colto alla perfezione.

"Siediti Benji. Non è normale che sanguini tanto, dobbiamo tamponare la ferita."

La voce di Myriam giunse flebile alle mie orecchie. "Tranquilla peste, mi sono rotto l'arcata ciliare un migliaio di volte" replicai mentre mi premeva la sua felpa sul volto. Si sarebbe macchiata tutta e le avrebbe fatto ancora più impressione.

"Allontanati My, non sei famosa per la tua resistenza al sangue" aggiunse Carrie cercando di prendere il suo posto. Provò a protestare ma, come predetto da entrambi, la vista del cotone a chiazze vermiglio le provocò un istintivo moto di panico misto a nausea, resa quanto mai visibile dall'intenso pallore del viso.

"Carrie ha ragione, allontanati per favore."

Feci appena in tempo a prenderla per la vita che mi svenne fra le braccia.

 

A dir poco frustrante. Per la prima volta capivo cosa si provasse a vestire i panni di uno sconosciuto qualunque.

Dopo un breve quanto frenetico viaggio in macchina eravamo arrivati al vicino pronto soccorso, dove un paio di infermieri avevano preso Myriam in consegna caricandola su una sedia a rotelle che aveva visto tempi migliori. Se Florence non mi avesse fermato avrei fatto il diavolo a quattro per portarla dentro io stesso, arrendevolezza che avevo rimpianto non appena scoperto che in ospedale gli accompagnatori attendono in una squallida saletta la caritatevole attenzione del primo medico disponibile.

Con rammarico mi ero arreso all'evidenza. Ero abituato a cliniche immacolate, con personale deferente e pronto a soddisfare con solerzia ogni mia richiesta. Anche privo della veste di capitano della nazionale il nome della mia famiglia avrebbe aperto ogni porta e, ora che ne avevo più bisogno, non potevo contare su alcun ascendente per convincerli a farmi entrare, o perlomeno a tenermi informato sul suo stato di salute. La vista delle profonde occhiaie che solcavano il suo volto diafano mi aveva gelato il sangue, e l'ansia era cresciuta a dismisura quando diversi minuti dopo aveva stentato a riprendersi.

"Benji, stai facendo un solco nel pavimento."

Mi voltai verso Carrie e non potei trattenere un sorriso. Ci conoscevamo appena, eppure aveva il dono di capire come e quando sdrammatizzare una situazione.

"La nostra My ha la pelle dura, non preoccuparti" aggiunse Florence forse più per rassicurare sé stessa che non me.

Seppure con alcune censure difficili da dissimulare, Myriam mi aveva raccontato le settimane successive al suo ritorno alla normalità. Rammentai la preoccupazione espressa a suo tempo da Tom e Karl nei miei confronti e non avevo difficoltà a credere che, volendole molto bene, fossero entrambe inquiete temendo una sorta di ricaduta.

Feci qualche passo verso l'accesso all'area medica nella speranza che qualcuno venisse a darci notizie ma non ebbi fortuna. Tirai un profondo sospiro e mi guardai intorno senza riuscire a sedermi. La luce al neon si diffondeva conferendo ai muri un'aria verdognola, che ben si accompagnava all'odore di medicinale di cui persino i vestiti risultavano pregni.

"Hai una faccia terribile Price" mormorai incrociando l'immagine riflessa nella vetrata antistante la sala di accettazione. I pantaloncini sporchi di erba, la felpa infilata al volo sulla maglietta e tutta macchiata. Per non parlare del sangue rappreso intorno al sopracciglio e le due farfalle (39) che mi ero sistemato da solo, la fronte abituata a ben altri infortuni, ormai tinte di rosso. Sorrisi tra me e me, abbassando il capo al pensiero di cosa avrebbe detto Tom vedendomi in quello stato. Il mio amico mi mancava, dannazione.

"Un'infermiera, finalmente."

L'esclamazione di Carrie interruppe il filo dei miei pensieri. Non feci in tempo ad avvicinarmi che la signora sui cinquanta abbondanti quanto la sua linea scosse il capo con fare risoluto. "Solo i parenti possono entrare." Nemmeno un picchetto di protesta le avrebbe fatto cambiare idea, era palese.

"Siamo fidanzati e tra qualche mese ci sposiamo" dissi tutto d'un fiato. Qualunque cosa pur di farle cambiare idea.

Tre paia di occhi mi scrutarono alla ricerca di un'esitazione che evidentemente non trovarono, in quanto l'infermiera si fece da parte e, con un cenno risoluto, mi esortò a seguirla.

"Ottima idea" bisbigliò Florence con voce tanto bassa da essere udita da me solo. Tirai un sospiro di sollievo per essere stato creduto solo in parte, evitando così l'ennesima catastrofe diplomatica.

Poco dopo arrivammo a una porta socchiusa. Trattenni il fiato ed entrai. Myriam era stesa su un lettino, e alla vista delle piccole ventose che le avevano applicato sul petto provai una stretta al cuore, tenerezza mista a preoccupazione per la fragilità che quel corpo a me così caro emanava inconsapevole.

Avanzai di qualche passo senza staccare gli occhi da lei, prima di prenderle una mano con delicatezza. Frammenti di immagini presenti e passate si confusero tra loro lasciandomi tramortito.

"Non è nulla di grave, stia tranquillo." La voce dell'infermiera giunse come ovattata e, voltandomi, ci volle un istante per metterla a fuoco. Mi fissava con gentilezza, più che mai convinta della mia veste di futuro marito. "Chiamo il dottore così potrà darle ulteriori delucidazioni."

La ringraziai con un cenno del capo, incapace di profferir parola.

Non appena fummo soli realizzai che il silenzio della stanza veniva interrotto da un leggero pulsare elettronico. Seguii con lo sguardo l'origine del suono e notai l'ECG portatile che tracciava il battito della mia piccola peste.

Mi stupii a pensare che la vita di entrambi era appesa a quei timidi beep e trattenni a stento l'impulso di prenderla tra le braccia e stringerla a me. Con estrema delicatezza, quasi avessi timore di romperla, mi limitai a sfiorare le sue labbra con le mie.

"Come nelle favole" mormorò cogliendomi di sorpresa mentre mi allontanavo a malincuore, "svegliata dal bacio del principe azzurro."

Per poco non scoppiai in una risata liberatoria. Se era in grado di scherzare voleva dire che stava bene davvero.

"Altro che principe azzurro, la prossima volta che mi farai prendere un colpo del genere ti do una botta in testa e la facciamo finita una volta per tutte."

Il tono della mia voce non rese giustizia alla minaccia appena evocata, tanto che Myriam soffocò a stento una risatina. "A darti una bella botta ci ha pensato Pat, sembri un pirata."

Sorrisi con dolcezza carica di un sollievo difficile da descrivere. "Fai bene a ricordarmelo, dovrò quanto prima chiedergli la rivincita."

Sgranò gli occhi per lo stupore. "È riuscito a segnare?"

A quella vista non potei trattenere una smorfia divertita. "No peste, non ha segnato ma ci è andato pericolosamente vicino. Che un ragazzo, seppur di talento, sia riuscito da solo a mettermi in difficoltà non può che rendere onore a lui e preoccupare me." Mi feci involontariamente serio. "Devo appurare se in questa realtà la mia preparazione atletica ha subito qualche contraccolpo."

Un lampo attraversò gli occhi di Myriam e per un attimo temetti che stesse per svenire una seconda volta. La fugace impressione si dileguò subito e, complice la tensione delle ultime ore, mi convinsi di aver sognato. "Vado a dire alle tue amiche che stai bene, erano molto in pensiero."

"Come mai hanno fatto entrare solo te?" domandò con l'aria di chi realizza in ritardo che qualcosa non quadra e ne intuisce improvvisamente il motivo.

Strizzai l'occhio allontanandomi e, sulla porta, lanciai con fare birichino. "Ho detto che a breve ci saremmo sposati."

Mi allontanai prima che avesse il tempo di ribattere, il sorriso sulle labbra.

 

* * *

 

Patrick

 

Non erano fatti miei, e poco mi si addiceva il ruolo di cavaliere senza macchia pronto a difendere la virtù della principessa di turno.

Non erano fatti miei, continuavo a ripetermi.

Che mi era preso di giocare con il fuoco quel pomeriggio a villa Borghese, facendole una seppure scherzosa proposta di matrimonio? Il lampo vitreo colto negli occhi di Myriam non mi dava tregua. Avevo, come tutti, sofferto e causato sofferenze in amore, ma quel distillato di puro dolore mi era entrato nel cuore come un veleno di cui non conoscevo l'antidoto.

La trasferta a Milano aveva confermato i miei dubbi iniziali. Nonostante si sforzasse di apparire normale il suo sguardo spento errava senza meta, quale uno spettro la cui anima è rimasta imprigionata tra due mondi. Mi era sempre stata simpatica, forse per la grinta e la franchezza che la contraddistinguevano, e quando, agitandosi nel sonno, aveva cercato conforto sulla mia spalla, uno strano senso di protezione aveva preso il posto della curiosità iniziale.

Sentivo la mancanza dei suoi sorrisi spensierati. In parte giustificato dal fatto che fosse l'unica in ufficio a non sciogliersi ad ogni mia parola, mi ero concesso qualche battuta in più del dovuto. Mai avrei pensato che fosse così vicina al punto di rottura.

Non era stato facile lasciarla andare in quelle condizioni. Dopo numerose telefonate senza risposta avevo persino pensato di presentarmi sotto casa e citofonarle per sincerarmi che fosse arrivata sana e salva.

Quel Benji. Me ne ero fatto un'idea ben precisa prima di conoscerlo e il nostro breve incontro mi aveva spiazzato. Non sembrava tipo da sedurre e abbandonare, laddove lo avrei pensato sfuggente, il suo sguardo era fiero e determinato. Eppure la tentazione di metterlo alla prova era stata irresistibile.

In campo ce le eravamo date di santa ragione, e controvoglia dovevo ammettere la sua assoluta superiorità tecnica e fisica. Se non altro ho lasciato il segno, pensai con un sorriso velato dal senso di colpa mentre varcavo la porta del pronto soccorso.

Mi guardai intorno alla ricerca di un volto conosciuto fino a incrociare quello di Florence. Avanzai lentamente, cercando di non metterla in agitazione. Era molto timida e parlava appena, forse quell'occasione sarebbe stata utile a rompere il ghiaccio.

"Come stanno Myriam e Benji?" domandai infondendo al mio tono di voce più dolcezza del necessario.

Sebbene la luce al neon avrebbe fatto impallidire un cadavere, notai le sue guance prendere colore. "Bene credo, Benji se l'è cavata con poco. Myriam è ancora dentro ma hanno fatto entrare solo lui."

Prima di rispondere notai con la coda dell'occhio Alessandra che, ferma sulla porta, faceva dietro front convinta di passare inosservata. "Ciao Carrie" salutai deliberatamente ad alta voce. Ero abbastanza convinto di non godere della sua simpatia, e le mie recenti azioni non avevano certo migliorato la situazione.

"Shannon" bofonchiò sentendosi obbligata a prendere posto accanto a noi, "ci hai messo un po' ad arrivare."

"Ho dovuto sistemare qualche scartoffia con il responsabile degli impianti sportivi. Le polizze assicurative sono allucinanti."

"Così impari" mi apostrofò confermando l'ipotesi di poco prima. “Vedo che hai avuto anche il tempo di farti una doccia e cambiarti, ma senza dopo barba sei impresentabile.”

Non raccolsi la meritata provocazione. "Florence mi ha detto che Myriam è ancora dentro. Possibile che non si sappia nulla?"

Un lungo scambio di sguardi accompagnò la mia domanda, e avrei quasi potuto giurare che Florence fosse arrossita ancora.

"Qualcosa non va? Myriam è grave?"

"No no" si affrettò a negare Carrie, "Benji è con lei."

Cercai di ignorare quel senso di fastidio latente che mi accompagnava come una vecchia frattura esposta all'umidità. "Provo ad affacciarmi anch'io."

"Possono entrare solo i parenti" puntualizzò Florence con un cenno della mano.

"Non mi risulta che Myriam e Benji siano sposati."

Le lasciai senza attendere una risposta e, dopo un breve saluto alla guardia che era intenta a leggere il giornale, mi trovai in un lungo corridoio con diverse porte chiuse. Non potendo aprirle una ad una, stavo per fare marcia indietro quando sentii una voce alle mie spalle.

"Il signor Benjamin Price?" Un medico di mezza età si avvicinò, lo sguardo di chi conta i minuti alla fine del proprio turno.

No guardi, sono Oliver Hutton fu il rapido pensiero che mi colse mentre, per un attimo, mi chiesi se stava scherzando.

“In mancanza di un parente stretto le sue amiche hanno suggerito che parlassi con lei.” Mi resi conto che, non solo non scherzava affatto, ma con ogni probabilità faceva riferimento a Carrie e Florence. Proseguì senza convenevoli e non ebbi modo di controbattere. "La sua fidanzata sta bene, abbiamo quasi completato le analisi di routine e i valori sono nella norma. Ha solo la pressione un po' bassa, il che è piuttosto comune nella prima fase della gravidanza. Tenga però presente che dovrebbe evitare di sottoporla a stress eccessivi."

La mia mente, ancora focalizzata sul nome esteso di Benji,  si bloccò del tutto.

"La cosa la sorprende?" proseguì rivolgendomi uno sguardo carico di disapprovazione. Nonostante i miei sforzi, la paresi facciale di cui ero vittima mi rese impossibile sciogliere l'equivoco.

Il medico continuò a fissarmi da dietro i suoi occhiali, prima di sfilarli per dare un peso maggiore alle proprie raccomandazioni. "Sebbene sia molto giovane deve evitare di affaticarsi, il bambino potrebbe risentirne."

"Capisco" riuscii a biascicare mentre le sue parole giocavano a ping pong nella mia testa. Myriam era incinta di Benji che, tra parentesi, si chiamava come un cartone animato degli anni ottanta. Forse l'imminente paternità era il motivo del suo ritorno. Evviva.

Non so per quanto tempo rimasi imbambolato senza spiccicare altro che suoni disarticolati.

"Può andare da lei ora. Per sicurezza la dimetteremo domani, vorrei tenerla sotto osservazione questa notte."

Annuii ringraziandolo. Un pupazzo delle nevi sarebbe stato più espressivo. Rassegnato, mi indicò una porta vicina e, seguendo con lo sguardo il movimento del braccio, notai che Benji si trovava a pochi passi da noi.

Ci fissava in silenzio, come pietrificato.

 

 

Note:

(39) Piccoli cerotti che avvicinano i lembi della ferita e possono essere usati al posto dei punti.

 

 

¨ ¨ ¨

 

Cast della FF

 

Myriam

Benji

Patrick

Florence

Carrie

Eilis

 

¨ ¨ ¨

 

In risposta alle sempre dolcissime recensioni ricevute^__^

 

Carrie_brennan

Sono felice che il tuo personaggio ti sia piaciuto! A me diverte un mondo scriverlo, te lo assicuro :-)
E’ chiaro che il carattere sia diverso, anche perché non ti conosco bene, però ho sempre colto nelle tue recensioni un’irresistibile ironia che ho cercato di trasmettere alla “mia” Carrie.

Per quanto riguarda i fratelli di Benji, purtroppo non se ne vedono all’orizzonte... toccherebbe cercare il suo alter ego nella nostra realtà!^^;

Anche a me lui piace sempre di più, lo sento crescere come personaggio e spero che il capitolo, con tanto di parentesi calcistica, risulti convincente. Credevo sarebbe stato molto più difficile da scrivere, senza venire meno al personaggio né al Benji dell’anime, ma il risultato non sembra malvagio. Ora sono curiosa di sapere cosa ne pensate!

Che ne dici del finale? Cosa farà secondo te?

Bacissimi!

 

Florence

Bellissima! Rispondo finalmente alla tua recensione, sebbene abbiamo già commentato ampiamente sia questo sia il precedente capitolo ^___-

Sono molto contenta che la “mia” Florence ti diverta, vediamo come evolverà il suo rapporto con il nostro Shannon, al momento alquanto confuso per il recente scambio di identità unito alla “lieta” sorpresa... so che concludere il capitolo così è stato un colpo basso, ma il ritmo della storia rischiava di calare e ho dovuto rimediare con un colpo di scena in piena regola:-P
Che ne dici del nostro Benji portiere e di Pat-Tom? Al momento il nostro amato vecchietto se ne sta buono buono ad osservare l’evolversi degli eventi... e io passo il tempo a scervellarmi su come gestire, in ordine cronologico:

1) La reazione di Benji

2) La reazione di Pat

3) La reazione di Myriam

4) Eventuali paradossi cosmico-temporali derivanti dalla presenza del nascituro a cavallo tra i due mondi

Così imparo a non concludere subito la storia con un bel “e vissero felici e contenti”... ma in fondo ci divertiamo molto di più così, non credi?
Ti mando un bacio grande e proseguiamo il discorso via chat^^

 

Dafny

Dolce Dafny! Sono molto contenta di averti fatto ridere tanto, anch’io mi sono divertita niente male a scrivere il capitolo 29^^

E’ bellissimo sapere che, per non “offendere i personaggi”, hai abbassato la pagina mettendoti a ridacchiare fissando lo schermo vuoto: non sai quanto mi ha fatto piacere la tua recensione!

Mi chiedo cosa penserai di quest’ultimo aggiornamento, con il nostro Benji alle prese con rigori e avversari “reali”. Non ho resistito alla tentazione e ci ho messo in mezzo un piccolo infortunio :-P

Prosegue poi la tua storia? Fammi sapere quando la pubblichi che ci tengo a commentarla.

Ciao ciao e a presto!

Bex

Tesoroooooooooooooooooooo!!! Grazie, e ben tornata anche a te! Anche questa volta è passato un po’ di tempo tra un aggiornamento e l’altro, ma scrivere in vacanza è stato più complicato del previsto. Come stai? Hai fatto belle vacanze? Non sai che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione scritta dal cell... grazie!!!!!! E complimentoni per gli esami ovviamente^^

Grazie come sempre per le tue dolcissime parole, non vedo l’ora di poter inserire anche te come guest. Purtroppo ci vuole un po’ di pazienza perché, come potrai ben immaginare, ho intenzione di farti interagire con il nostro Tom... non sai quanto mi manca! E’ come se la storia fosse incompleta senza di lui, non trovi?

Spero che la partita, così come l’ho descritta dal punto di vista del nostro campione ti sia piaciuta, fammi sapere cosa ne pensi.

Un bacio grande alla Tom Becker’s futura girlfriend!^^

 

Simplyunica

Ciaoooooo! Sono molto contenta che il cap 29 ti sia piaciuto, e spero che il 30 rappresenti quella “svolta” che ti aspettavi! Dopo la parentesi allegra la storia torna su temi più seri, e ci avviciniamo lentamente al finale.

Ti ringrazio per il suggerimento sui provini, ma prima i due zucconi devono fare un po’ di chiarezza... non dimentichiamoci che il vecchietto è sempre dietro l’angolo^^

Sono felice che l’evoluzione del personaggio di Benji ti convinca, con il passare dei capitoli è diventato sempre più reale, più adulto in un certo senso. In un certo senso è passato dalle vesti di un cartone animato a quelle di un ragazzo in carne e ossa il che, almeno ai miei occhi, lo rende ancora più attraente :-P

Tanto per rimanere in tema, l’attore che ho scelto per interpretarlo si chiama “Reynaldo Gianecchini”, brasiliano e ormai sui 40... le foto che avevo trovato su internet risalgono a diversi anni fa, ma è sempre notevole!^^

Ciao ciao e a presto!

 

Berlinene

Hola carissima! Fa sempre piacere vederti fare capolino tra le recensioni, mi era mancata! Hai passato buone vacanze? Se hai qualche minuto fammi sapere cosa ne pensi del nostro Benji in porta nel mondo reale... ^__-

A bientot!

 

Benji79

Ciao cara! Vedo che hai centrato in pieno la situazione delle tre amiche, mi fa molto piacere che le varie scene del capitolo precedente ti siano piaciute.

Ora sono con il fiato sospeso in attesa di un tuo giudizio sulla partita vista dagli occhi di Benji... che ne dici?

Per quanto riguarda Patrick, spezziamo una lancia in suo favore. E’ un po’ confuso, dispiaciuto per Myriam e non ha idea di chi sia Benji... tra l’altro chi di noi ce l’avrebbe? Io sogno sempre ad occhi aperti che quanto raccontato nella mia storia possa avverarsi, hehe! ^__^
In risposta ai tuoi dubbi, nel prossimo capitolo vedrai la reazione di Benji e di Myriam, ma non si saprà ancora in quale realtà vivranno. Per quanto riguarda il nostro vecchietto, non lo rivedremo prima di un paio di capitoli, tranquilla.

Ciao ciao e alla prossima!

 

AryYna

Figurati cara, non scusarti minimamente per il ritardo. La tua recensione mi ha fatto un mondo di piacere, così come sono contentissima che i nuovi personaggi introdotti nella storia vi divertano tanto. Sento molto la mancanza di Tom e Patty, e dovevo creare delle “spalle” degne per la nostra povera Myriam piena di casini! :-D

Spero non mi uccidiate per come ho fatto finire il capitolo... si accettano scommesse sulla reazione di Benji ;-)

In bocca al lupo per gli esami, e spero che mi farai sapere cosa ne pensi del nostro super portiere!

Ciaooooooooooo!

   
 
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