Fanfic su artisti musicali > Michael Bublè
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Autore: Crazy_Nightmare    03/09/2010    5 recensioni
Breve One-Shot che inquadra il periodo precedente la fama di michael
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cronache di un giornalista

In tanti quando iniziano un qualcosa si affrettano ad esporre ciò che esso prevederà, detto ciò io non mi definirei uno dei “ tanti “. Quindi inizio subito dicendo ciò che questa Fic non prevederà:

Romanticismo, frasi amorose e cose smielate del genere

Vicende drammatiche

Varie righe contenenti testi di canzoni


A questo punto, se non avete ancora chiuso la pagina, vi starete sicuramente chiedendo cosa tratteranno le prossime righe. Beh sappiate che di certo non sarò io a dirvelo …




C'è chi dice che la mia fama sia legata ad un allettante destino, qualcun altro che sia connessa alla costanza che ci ho messo, senza poi scordare chi pensa che sia dovuta ad un complotto internazionale secondo qui io sarei il dritto discendente di Hitler -e vi assicuro che non mi stupirei poi tanto se la mia morte fosse legata ai medesimi - .

Tutto ciò però non ha molto importanza in momenti come questi, quando ci si trova a dieci minuti dall'esibizione più importante che un cantante di un certo spessore possa avere in tutta un'esistenza.

Madison Square Garden, è la così detta cima del successo “.

Gloria o mediocrità. Ecco a cosa sarebbe dovuto andare in contro il mio nome a seconda della esito della serata.

Chiusi gli occhi, serrai la gola, e lo sentii, il mio nome gridato da milioni di fans, era giunto il momento di entrare in scena.


15 anni prima


Il cellulare vibrò, la tasca si mosse e subito sentii quel suono orribile che il mio cellulare mi riservava ogni giorno come suoneria. Vai a capirle le nuove tecnologie.

Dallo stridio di quella voce mi resi subito conto di chi si trattava, così da potermi risparmiare un imbarazzante “ con chi parlo? “. Era il vice redattore John Hodge, mio capo, carogna nel lavoro e ancor di più nella vita privata, mi avvisò che il mio prossimo servizio avrebbe riguardato l'intervista della neo-sposa Claire Mulroney, figlia del primo ministro Canadese.

Ciò non mi meravigliava, infatti ogni servizio di poca importanza finiva sulla mia scrivania costantemente, o almeno, dopo lo spiacevole incidente che avevo avuto con John.

Egli, infatti, si era riuscito ad affezionare ad una sola entità, ovvero il gatto. Purtroppo quando ci passai sopra con la macchina questo non lo sapevo, e non lo sapevo neanche quando, subito dopo essermi accorto dell'urto gli diedi il colpo di grazia con una frettolosa retromarcia. All'inizio, sconcertato dell'avvenuto cercai di pensare velocemente a come poter occultare il cadavere di quell'animaletto tigrato, poi dando una fulminea occhiata mi resi conto che John stava proprio lì, nulla soglia della porta inorridito.

Dopo aver fatto un breve resoconto sulle nozioni essenziali di difesa personale, mi misi sulla difensiva, pronto a subire una serie ben concatenata di pugni, dopodiché accennai ad un sorriso a 36 denti, conscio che avrei potuto perderne la metà. Successivamente ancor prima di aver potuto chiedere delle scuse che sicuramente non sarebbero bastate si udì un urlo.

Mi girai, e dalla porta ne uscii un'ottantenne.

« Romualda ! » ripeté una donna sull'ottantina indicando il cadavere .

Fu un attimo, il tempo che ci impiegò per cadere a terra e inalare il suo ultimo respiro.

Qualche mese dopo venni a sapere che John da un'anno a quella parte aveva ospitato sua madre a casa propria per entrare nelle sue grazie e poter così essere riinglobato nel patrimonio. Credo proprio che questa non me la perdonerà mai.


Parcheggiai l'auto non lontano dall'ingresso del ricevimento, ne uscii, mi attendeva il mio amato Vice-Redattore, che con un cenno contorto mi salutò .

Una volta entrati pronti ad accoglierci c'erano una schiera di invitati tutti eleganti e dall'espressione colta. Mi presentai ai nuovi coniugi e decisi di approfittare dell'invito per fare un po di baldoria.

Voltandomi però, mi resi conto che la serata sarebbe stata un fiasco se non avessi preso precauzioni ferree riguardo il non farmi scoprire da Rudi, la mia ex-fidanzata. Purtroppo quando la lasciai non la prese molto bene, e fu preda di un esaurimento isterico che la porto a qualche mese di ospedale psichiatrico.

E, indovinate un po, quando la dimisero mi guadagnai una stolker, - si, sono bravo a far perdere le mie traccie -.

Riepilogo delle mie attuali opzioni :

a) scappare a gambe levate andando incontro ad un sicuro licenziamento

b) ibernarmi per poi scongelarmi dopo mezz'ora così da poter intervistare la festeggiata e scappare

c) impugnare una ump silenziata, sparare Rudi e scappare.

Ora, se non ve ne foste accorti ho un debole per la fuga.

Mi sedetti sulla sedia del tavolo poiché i primi erano in dirittura d'arrivo, alla mia destra c'era Jonh che si apprestava a ricevere la sua aragosta bollente, e non tardò ad arrivare. Io passai, le aragoste non mi erano mai piaciute.

« Signor Hodge, mi è sembrato che il suo piatto si … » muovese, non feci in tempo a pronunciare quella sola parola che da piatto s'alzò l'aragosta avventandosi contro il viso di John che imprecò. Ovvio dire che l'attenzione degli invitati era stata tutta attirata dalla psico-aragosta-assassina, e che il mio volto era sul riflesso degli occhi di tani.

«Amore mio !!» voce stridulissima ----> Rudi ----> stolker pazza ----> suicidio .

Mi misi a cavalcioni sotto il tavolo nella speranza di un'improvviso miracolo, sfortunatamente non ci volle molto per farmi scoprire.

« Tesoro » mi disse accarezzandomi i capelli e tirandomi fuori da sotto il tavolo « sono così contenta da averti trovato, anche se ci siamo persi di vista per molto tempo, ti amo come prima » inclinò la testa e poi mi sorrise .

« se con “persi di vista” intendi la tua detenzione in una clinica psichiatrica e la mia fuga, allora si , ne è passato di tempo » risposi schietto e impaurito

« sciocchino, io non sono mai stata in un ospedale psichiatrico, quei mesi li ho trascorsi con tanti camici bianchi in una “casa d'amicizia e d'amore” » corrugo la fronte perplessa

« Rudi, devi capire che una scappatella di una notte non significa amore, io non ti ho mai amato e certo non lo farò ora»

« dai non farmi arrabbiare, noi ci amiamo » disse in preda ad un tic nervoso all'occhio, poi si lasciò sfuggire dalla borsetta una mia foto con attaccati ad essa una decina di spilli.

Ok, ora ero spaventato. Dopo un minuto che ci guardammo negli occhi lei si avventò a me cercando di baciarmi, ma la scansai. Altro errore.

Arrabbiata e inferocita prese un piatto di porcellana mirandomi e lanciandomelo, purtroppo riuscii a scansarlo e fu il solista ingaggiato per la serata a risponderne cadendo a terra svenuto.

Subito la sicurezza s'avventò contro la stolker, che da quando immaginai avrebbe dovuto passare ancora qualche mesetto nella sua “ casa d'amicizia e d'amore “.


30 minuti dopo


Disperati per il disastro la sposa e lo sposo accettarono la mia offerta che riguardava il farmi cantare al posto del solista per rimediare al piccolo imprevisto che si era verificato.

Così iniziai a cantare, dopo qualche applauso ,e il mio stupore che non avessi ancora steccato nemmeno una nota vidi un uomo, mi fissava da alcuni minuti e anche dopo i medesimi non la finì.

Quell'uomo si chiamava David Foster e avrebbe fatto conoscere il nome di Michael bublè a tutto il mondo

Ora

Ed eccomi qui, reduce di una grande fortuna che non mi so spiegare.

Ma qualche volta, quando chiudo gli occhi e ci penso, non posso non dirlo - Grazie Romualda -


Extra

« Grazie Michael per il passaggio, forse ho fatto male a giudicarti dopo quell'incidente » disse John grato per l'apppoggio che gli avevo dato dopo l'attacco dell'aragosta.

« tranquillo » così ci stringemmo la mano, e fu proprio in quell'attimo che la distrazione mi porto a sentire quel rumore tanto familiare sotto la macchina, così feci retromarcia per accertarmi dell'accaduto.

« Genoveffa » urlò un vecchio uscito dalla casa da John, e cadendo a terra.

Addio amicizia .

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