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Autore: LyraB    03/09/2010    1 recensioni
Lo scrivano di Nettlestone ha una figlia che balla meravigliosamente ed è bellissima. Alexandra, questo è il nome della ragazza, è promessa sposa al lord di Chambery, un ricco e nobile giovane. Ma quando il lord di Ecclesall posa gli occhi su di lei, ci vorrà l'intervento di Robin Hood e della sua squadra, assieme ad una nuova entrata, per donare ad Alexandra il lieto fine che desidera.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Castello di Nottingham
- Il lord di Ecclesall vi vuole vedere, mio signore. - Annunciò Guy di Gisbourne, entrando nella sala.
Lo sceriffo si voltò accigliato.
- Cosa può volere? -
- Penso si tratti della ballerina, ha borbottato qualcosa a proposito di rivolere il denaro. -
- Fallo entrare. - Ordinò lo sceriffo, sedendosi sul suo scranno.
Il lord di Ecclesall entrò a passo di marcia, e afferrò lo sceriffo per il collo della camicia.
- Rivoglio i miei soldi! - Ringhiò.
- Caro amico, parliamone con calma! Cosa intendete per rivolere i vostri soldi? -
- Quelli con cui ho comprato la ballerina! Non ho la ragazza, rivoglio i miei soldi! -
- Come non avete la ragazza? -
- Ieri sera Robin Hood e la sua banda me l'hanno portata via! - Gridò il lord di Ecclesall, scuotendo lo sceriffo.
- Robin Hood? -
- Già, e finché io non riavrò la ragazza, voi non riavrete il denaro! Lo rivoglio! Tutto! E subito! - Lord Lewis tirò fuori un pugnale e lo puntò alla gola dello sceriffo.
- Va bene, va bene! Gisbourne, portagli il suo denaro! -
- Fino all'ultimo scellino! - Ringhiò il lord.
- Sì, sì... fino all'ultimo scellino! Ora per carità mettetemi giù! - Gridò lo sceriffo.
Gisbourne si affrettò a portare nella sala la cassa colma di monete, e quando il lord di Ecclesall fu sicuro che non mancava niente, lo sceriffo tirò un sospiro di sollievo, vedendo allontanarsi la punta del pugnale del lord dalla propria gola.
- Trovate quella ragazza. - Disse lo sceriffo. - La rivoglio. Voglio rivenderla a quel Lord vanitoso... rivoglio il mio denaro! -
- Temo sia impossibile. - Rispose Guy, a bassa voce.
- Impossibile? - Domandò lo sceriffo, irritato.
- Sì, mio signore. Oggi la ragazza è andata in sposa... al lord di Chambery. E voi sapete bene quanto lord Chambery sia potente. È meglio non irritarlo, anche perché lui controlla buona parte dei confini a nord... - Iniziò Guy.
- Lo so benissimo perché non possiamo fare arrabbiare Phil di Chambery, dannazione! Robin Hood ce l'ha fatta di nuovo sotto il naso, accidenti! Ma ce la pagherà! - Gridò lo sceriffo, dando un pugno al bracciolo dello scranno. - Eccome se ce la pagherà! Gisbourne, abbiamo dei prigionieri nelle segrete? -
- Due ladri, signore. -
- Bene. Falli impiccare. Ho bisogno di distrazioni. -
- Come volete, sceriffo. - Disse Gisbourne, scendendo nelle segrete per portare l'ordine del suo signore.
- Me la pagherai, Robin Hood, eccome se me la pagherai... è solo questione di tempo! - Gridò lo sceriffo, agitando in aria il pugno per sfogare la frustrazione.



Villaggio di Chambery
- Non ballate, lady Marian? - Disse Lyra, avvicinandosi alla ragazza.
- No, Lyra. Non sono capace di ballare. - Replicò Marian, con un sorriso velato di tristezza.
Ogni tanto il fatto di essere un tipo poco femminile le dispiaceva.
- Vi state annoiando? Volete tornare a Nottingham? - Domandò Lyra, preoccupata.
- Niente affatto! Questa festa è stupenda, e Nottingham è una vera prigione per me. - Disse Marian.
Lyra si sedette sulla panca accanto a lei, e Marian la vide guardare sua sorella con l'espressione di chi si è reso conto che non avrà mai quello che desidera.
- Cosa vorresti fare nella tua vita, Lyra? Non penso che tra i tuoi sogni ci sia quello di lavorare per sempre al castello. - Disse Marian.
Lyra abbassò gli occhi, arrossendo.
- Avanti, non fare la timida. Che c'è? -
- Io... io vorrei scrivere racconti. Adoro raccontare favole e storie, e vorrei scrivere per tutta la mia vita. Purtroppo non è un lavoro che paga, quindi lo potrò fare solo nel tempo libero, e dovrò comunque lavorare al castello per mantenermi. E poi vorrei... vorrei sposarmi, milady. - Disse Lyra – Vorrei trovare un ragazzo gentile e generoso, un tipo che mi faccia sentire felice, protetta e amata. Vorrei vivere una delle storie che amo raccontare, anche se so che non è possibile... -
Marian aprì la bocca per dire qualcosa, ma Lyra la interruppe, tornando solare come al solito.
- E comunque avevo ragione, non è vero, lady Marian? Sir Guy è quello che vi fa la corte, ma voi siete innamorata di un ragazzo coraggioso, generoso e forte. E anche bello. - Disse Lyra, accennando con la testa a Robin, seduto vicino ai suonatori, che teneva il tempo con un piede.
Il sole strappava riflessi dorati ai suoi capelli chiari, e sorrideva in quel modo adorabile che solo lui riusciva ad avere. Marian posò il suo sguardo su di lui, e Robin alzò gli occhi verso di lei, facendole un occhiolino. Marian abbassò gli occhi arrossendo.
- Non essere sciocca, Lyra. - Disse poi.
- Probabilmente avete ragione, forse sono sciocca. O forse vedo le cose come stanno... e magari un pochino meglio della gente normale. - Disse Lyra. - E, per quello che vale, nelle mie storie l'amore vince sempre. -
Marian le sorrise, mentre Lyra si allontanava, diretta verso i suoi genitori.
Rimasta sola sulla panca, Marian si sorprese a pensare a Lyra.
Era una ragazza in gamba, gentile e intelligente, eppure nessuno l'aveva mai valutata per quanto valeva. A prima vista era solo una serva, una delle tante sguattere che pulivano i pavimenti del castello. Ma in realtà era una persona viva e luminosa, con tanti sogni e speranze.
Sorrise tra sé: sentiva di assomigliare molto a quella ragazza con le trecce e il viso innocente.
Robin interruppe le sue riflessioni, sedendosi accanto a lei sulla panca, dalla parte opposta rispetto a quella che aveva occupato Lyra.
- Non balli? - Domandò.
- Non sono capace. - Ammise lei.
- Ma come, a una signorina di buona famiglia come te non è stata insegnata l'arte della danza? -
- Ti ricordo che so cavalcare, usare la spada e tirare con l'arco come e meglio di te. Non sono esattamente la signorina di buona famiglia che tutti si immaginano. - Replicò Marian.
- Che tu sappia fare queste cose meglio di me è tutto da vedere. -
- Sei il solito presuntuoso. - Disse lei, sorridendo.
- E tu la solita attaccabrighe. - Rispose Robin, toccandole affettuosamente la punta del naso.
Si guardarono negli occhi per un eterno istante.
- Lady Alexandra, ballate per noi! - Esclamò uno degli ospiti all'improvviso, attirando la loro attenzione verso il centro dello spiazzo dove la gente del villaggio ballava.
Alexandra baciò suo marito, poi prese un lembo dell'abito e iniziò a volteggiare al centro del cortile, con l'abito bianco che le ondeggiava attorno, sotto gli occhi innamorati e fieri del suo sposo... e di Allan, pochi metri più in là.
Marian fissava la scena senza parlare.
- Non sembri esattamente una che non sogna il matrimonio. - Disse Robin, serio.
- Non voglio sposarmi per trovarmi in prigione. Io vivo già la mia vita tra quattro pareti di pietra, sotto i comandi di un uomo che mi dice cosa fare, dire e pensare... e non è esattamente il futuro che sogno. - Disse Marian.
- Non penso che il matrimonio sia questo. - Disse Robin. - Penso che due sposi siano come due mani. Sono mosse da un unico cuore e un'unica anima, ma agiscono da sole. Possono stringersi per dimostrarsi amore, possono allontanarsi per aiutare e accogliere altre persone che hanno bisogno... sono unite e separate... ma sanno perfettamente che se una delle due mancasse non potrebbero fare più così bene quello che facevano insieme. -
Marian si voltò a guardare Robin.
- Da quando sei così poetico? - Disse, con la voce che tradiva la commozione che le riempiva gli occhi.
Robin non rispose, continuando a guardarla negli occhi. Poi abbassò gli occhi e rise.
- Non sono parole mie. Sono cose che mi ha detto Lyra. -
- Lo sapevo che non era farina del tuo sacco. - Replicò Marian.
- Non ho molto talento con le parole. -
- Non serve che me lo dici. -
- Non preoccuparti di essere gentile! -
- Infatti. Le signorine di buona famiglia non devono essere gentili con i fuorilegge. -
Robin rise, e Marian fece lo stesso.
In quel momento i suonatori attaccarono una musica vivace, e un sacco di coppie si precipitarono in pista, assieme a moltissimi bambini.
- Forza, vieni a ballare. - Esclamò Robin, alzandosi.
- Ti ho detto che non sono capace! - Esclamò Marian.
Ma prima che potesse dire qualunque altra cosa, si ritrovò in mezzo alla folla, a ballare senza uno schema preciso, trascinata solo dalle note dei flauti e dei tamburelli e dalle risate divertite di Robin, che la teneva abbracciata e la faceva piroettare guardandola negli occhi con quel suo irresistibile sorriso sincero.
La sera scese fin troppo presto, e quando il tramonto iniziò a colorare di oro e amaranto il cielo, Marian si costrinse a sedersi per riprendere contatto con la realtà.
- Ricordami di non ballare mai più con te, Robin di Locksley. - Disse sorridendo, cercando di raccogliere di nuovo i capelli sulla nuca. - Guarda come sono conciata ora. -
Robin le scostò le mani dai capelli e i riccioli bruni tornarono a incorniciarle il viso. Gli occhi azzurri le splendevano più che mai.
- Sei bellissima. - Sussurrò lui.
A Marian ci volle qualche minuto per trovare le parole per rispondergli.
- E tu sei un pessimo ballerino. - Disse.
Robin rise allegramente, e Marian si lasciò sfuggire un sorriso.
Rimasero seduti in silenzio ancora per qualche minuto, mentre la gente ballava e mangiava.
- Dutch e Dora rimarranno qui a Chambery per stare vicino ad Alexandra. Lord Chambery prenderebbe volentieri anche Lyra sotto la sua protezione, se lei glielo chiedesse. - Disse Robin a un certo punto.
- Non penso che Lyra voglia trasferirsi qui. - Disse Marian.
- Come mai? -
- Non penso che si senta molto amata dalla sua famiglia. Non trovi che sia strano che una ragazza come lei fosse praticamente una sconosciuta nel villaggio dove abitano i suoi genitori? Ha sempre vissuto all'ombra della sorella minore... Credo che preferirà tornare a Nottingham con me. -
- Perché invece non venite nella foresta, tutte e due? Lyra è in gamba, possiamo insegnarle a tirare con l'arco, e tu... -
- Lo sai che non abbandonerei mai mio padre nelle segrete di Nottingham. E al castello ti posso essere utile. -
- Non mi interessa sapere che succede lì dentro se ti so in pericolo! E poi vorrei poterti avere vicino in ogni momento! - Esclamò Robin.
Marian posò una mano tra quelle di lui, stringendole forte.
Se solo avesse avuto il coraggio di dirgli che anche lei avrebbe voluto stargli vicino in ogni momento... come erano vicini in quell'istante, con semplicità, seduti uno accanto all'altra nella piazza di un villaggio in festa.
Quando la festa terminò, Lyra aspettava Marian accanto alla carrozza. Lei si avvicinò assieme a Robin.
- Torni a Nottingham? - Chiese Robin a Lyra.
- Torno al mio lavoro. E poi da lì potrò esservi utile. - Disse Lyra.
- Questa storia l'ho già sentita. - Disse Robin, ammiccando a Marian.
Marian sorrise, tentando di fare l'indifferente.
- A proposito di storie: voglio scriverne che parla di una ragazza leale e coraggiosa, che subisce la corte di un uomo ricco e potente ma arrogante e presuntuoso. Lei non lo ama, perché è innamorata di un giovane semplice e coraggioso, che combatte per la giustizia. Voglio che sia una storia con il lieto fine, e ho già in mente l'inizio: “Nel cuore dell'Inghilterra vive una leggenda”. -  Disse Lyra.
Marian alzò gli occhi e vide che Robin sorrideva tra sé. Era troppo modesto per far capire di aver intuito l'allusione a lui, ma evidentemente l'aveva colta.
- A presto, Lyra. - Disse Robin. - Abbi cura di te. -
- Lo farò. Grazie di tutto. - Disse Lyra.
La ragazza salì sulla carrozza, e Marian stava per fare lo stesso, quando all'improvviso si voltò e gettò le braccia al collo di Robin, stampandogli un bacio sulle labbra.
- Questo è perché mi onori e mi proteggi tutti i giorni della mia vita. - Disse lei in sussurro.
Robin sorrise, e Marian lo sciolse dall'abbraccio sentendo come sempre le farfalle nello stomaco.
Salì in fretta sulla carrozza e sparì nella foresta che divideva Chambery da Nottingham mentre il cuore le batteva forte nel petto, così tanto che per un attimo la ragazza temette che tutti potessero sentire quanto amava il suo fuorilegge di Sherwood.
Robin rimase immobile al margine del villaggio, pensando che, per quanto due mani possano allontanarsi, in fin dei conti rimangono sempre unite.
Sorrise tra sé e si voltò per tornare dalla sua banda... mentre sentiva le farfalle nello stomaco.
Come succedeva sempre quando Marian gli sorrideva.





























 E con questo la nostra storia si conclude!
Spero di aver soddisfatto la vostra curiosità e di avervi divertito...
io personalmente mi sono divertita moltissimo a scriverla!
Spero di non essere andata troppo OOC in questo finale,
ma nella seconda serie i nostri Robin e Marian si lasciano andare a scenette adorabili,
quindi non penso di essere andata troppo fuori... almeno spero!
Grazie a chi ha letto, recensito (LadyRiddle), chi ce l'ha tra le preferite (dreamviolet) e tra le seguite (debby95): grazie, grazie di cuore!!!
E alla fine di questo mio esperimento cosa posso dire se non.... we are Robin Hood!
Bacibaci!

Flora

   
 
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