Kilari: Oh, Subaru!
Mi alzai, corsi verso di lui e lo abbracciai forte, continuando a piangere senza sosta.
Subaru: Kilari, ma cos’hai? Perché stai piangendo? Ero venuto qui nella tua agenzia per farti una sorpresa oltre che i complimenti per il concerto di stasera, e dopo che i tuoi amici mi hanno detto che eri qui, ti vedo in un angolo a piangere a dirotto… Cos’hai sorellina? Chi ti ha ridotto così?
Mi bloccai. Ora che ci penso, mio fratello non sapeva niente di niente. Mi staccai dal nostro abbraccio, asciugandomi pian piano le lacrime e sciacquandomi la faccia con un po’ d’acqua.
Kilari: Scusa, fratellone, non è niente…
Ovviamente, lui mi conosceva meglio di chiunque altro, riconosceva quando mentivo, quando scherzavo, quando ero triste o felice. Perciò mi appoggiò le mani sulle spalle, cominciando ad agitarmi, per farmi parlare.
Subaru: Kilari… non farmi preoccupare… te ne prego… dimmi cos’hai, non dirò niente a nessuno. Parola del tuo principe azzurro!
Lo guardai, aveva un sorriso dolce sulle labbra, e sapevo di potermi fidare di lui. Infondo, era il mio principe da sempre… no?!
Kilari: D’accordo, Subaru… t-ti racconterò tutto… ma non so se qui…?
Subaru: Vuoi… che ne parliamo a casa?
Ci pensai su, e decisi che era la soluzione migliore.
Kilari: Si, è meglio… non voglio piangere ancora, gli altri se ne accorgerebbero. Tu rimarrai qui con me, non è vero?
Subaru: Certo, sorellina. Non ti lascerei mai sola in questo stato.
Mio fratello era il migliore, gli volevo un bene enorme, se non fosse venuto lui, a quest’ora sarei rimasta ancora chiusa in bagno a piangere. Camminammo in silenzio nel corridoio e quando arrivammo davanti alla porta dell’ufficio, Subaru si fermò un istante.
Subaru: Scommetto che chi ti ha fatto piangere è dietro questa porta, ho ragione?
Arrossendo un po’, annuì col capo.
Kilari: Non preoccuparti, ora sto meglio, dovevo sfogarmi un po’.
Subaru: Bene, entriamo!
Kilari: Ok!
Entrammo nella stanza e vidi tutti girarsi verso di noi. Il direttore e la signora Kumoi, seguiti da Hiroto e Noeru, vennero verso di noi, mentre Haru e Seiji spuntarono da dietro.
Seiji: Ehi, Subaru, è da un po’ che non si ci vede eh?
Haru: E’ il ragazzo che cercava Kilari poco fa... lo conosci?
Signor Muranishi: Certo, lo conosciamo perché è il fratello maggiore di Kilari!
Haru: Davvero?
Adesso che avevo tutti i miei amici intorno e anche Subaru, ero più serena, mi sentivo completamente diversa da prima, ero più sicura e potevo sorridere senza pensare a niente. La visita del mio fratellone è stata davvero una bella sorpresa.
Kilari: Si si!! Haru, ti presento Subaru, mio fratello – poi, con le mani sui fianchi e con una sensazione di fierezza che si vedeva a chilometri di distanza continuai la presentazione -… non che il mio adorato principe azzurro!
Haru mi guardò perplesso, e dopo pochi secondi che mi guardava in viso, scoppiò a ridere.
Haru: Ah ah ah ah... Quando fai così Kilari, mi fai morire dal ridere!
Tutti scoppiarono a ridere con Haru e ci unimmo, mio malgrado, anche io e Subaru.
Hiroto: Beh, siamo molto contenti di questa visita Subaru! C’è un motivo preciso?
Subaru: Beh mi mancava la mia…
Si girò per guardarmi, ma vedendo che il mio sorriso si abbassò leggermente nel sentire la voce felice di Hiroto, capì che era a causa sua se ero in quello stato.
Subaru: …sorellina…
Hiroto: Tutto bene, Subaru?
Mio fratello mi guardava preoccupato, ma continuò a parlare lo stesso.
Subaru: Ah? Si si tutto ok eh-eh. Beh, ero anche al concerto di stasera e l’ho vista esibirsi con… Haru, e dato che non lo avevo mai visto prima, avevo un ulteriore motivo per accertarmi che Kilari stesse bene.
“Il solito tipo geloso”, pensai ritrovando il sorriso. Lui mi guardò e fu contento di vedere che mi ero ripresa. “Grazie Subaru, sei il migliore!”.
La serata continuò normalmente, tutti ridevano e scherzavano e anche io stavo decisamente meglio, grazie al mio fratellino, apparte un lieve e fastidioso mal di testa. Quando tornammo a casa, papà e Baba-chan dormivano già perciò io e Subaru ci ritirammo nelle nostre camere per cambiarci. Solo quando mi sistemai del tutto e fui pronta per andare a letto, lo feci entrare in camera mia, e sedere sul letto accanto a me.
Subaru: Hai sonno?
Kilari: Si, un po’…
Subaru: Se vuoi possiamo parlarne domani mattina, è stata una giornata pesante e se preferisci riposarti per me va bene e…
Kilari: Nono, non preoccuparti. Va tutto bene, davvero. E solo che ripensare a tutto quello che… che mi è successo fin’ora… è un po’… doloroso, tutto qui!
Subaru: Capisco, Kilari…
Dopo un attimo di silenzio, cominciai a raccontargli tutto quello che mi era successo da quando avevo intrapreso la carriera da idol. Tutto fino ad arrivare a ora, periodo in cui Noeru stava con Hiroto, Haru voleva me e io ero troppo innamorata di Hiroto per permettere ai sentimenti che provavo per Haru di avere la meglio. Gli dissi anche, che sia Haru sia Seiji conoscevano la verità.
Il suo viso mutò di espressione, era davvero molto arrabbiato.
Subaru: Se prendo quel ragazzo, giuro che non la passa liscia.
Si mise in piedi, stava cominciando ad agitarsi, come suo solito, e io scoppiai a ridere per quella scena.
Kilari: Ahahahah, Subaru, non devi essere mica arrabbiato con loro, in fondo non posso farci niente se… in amore sono così sfortunata no?
Mi guardò, per niente stupito del mio sorriso, e, sedendosi di nuovo accanto a me, con dolcezza mi scostò i capelli dal viso.
Subaru: Tu,
sorellina, sei
forte! Riuscirai a trovare una soluzione a questa situazione, io credo
in te e
fin’ora hai superato tanti di quegli ostacoli che sono sicuro
supererai anche
questo.
Mi si strinse il
cuore, vedere
Subaru tanto dolce mi aveva davvero convinta di ciò che
diceva. Io ero forte,
avrei combattuto per ciò in cui credevo, anche se Hiroto non
mi apparteneva, ma
era pur sempre mio amico e io credevo alla nostra amicizia. Haru e
Seiji non mi
avrebbero mai lasciata sola. Potevo contare anche sulla loro.
Perchè era questo
che ci univa. Solo una semplice amicizia. Io amavo Hiroto e nessun
altro. Era
già successo che un ragazzo mi distraesse dalla persona che
amavo veramente.
Prima Seiji e ora Haru. Non volevo farlo soffrire, lui mi amava
davvero, ma
io... io amavo Hiroto! E anche se per me era dura ammetterlo, non
potevo
cambiare quello che provavo. Ma dato che lui stava con Noeru non potevo
fare
più niente. Molte volte ero stata sul punto di dirgli tutto,
di confessargli i
miei sentimenti, e ogni volta non ci ero mai riuscita. Adesso dovevo
solo
buttarmi a capofitto sul lavoro e non pensarci più. Tutto
quel trambusto
sarebbe presto passato, portando con se anche la mia tristezza.
Però...
Kilari: Si,
hai ragione
Subaru, devo essere forte...ma... io non sono sicura di riuscirci. Sono
seriamente convinta di volermi lasciare tutto alle spalle, davvero, ma
come
posso dimenticare? Come posso far finta che i miei sentimenti per
Hiroto non
siano mai esistiti?
Mi appoggiai al suo
petto e, fra
una parola e un’altra, cominciai a piangere a dirotto, senza
fermarmi. Dovevo
far uscire tutta quella tristezza, non potevo continuare a tenerla
dentro,
perché ogni volta che pensavo a tutto quello che mi stava
succedendo, non
potevo fare a meno di sfogarmi e piangere, piangere, piangere,
finché non mi
sentivo meglio.
Subaru: Oh,
sorellina... mi
dispiace davvero tanto...
Mi strinse forte a se,
quel calore
era simile a quello di Haru e Seiji quando mi abbracciavano per
consolarmi se
stavo male, se ero triste o qualunque altra cosa avessi.
Kilari: Perché...
perché
doveva capitare proprio a me, p-perché non posso resettare
tutto e dimenticare
davvero ogni piccolo ricordo che ho di lui? T-tutti i momenti passati
insieme,
t-tutte l-le volte i-in cui mi ha detto cose dolci e i-io credevo di
p-poter
avere una speranza...
Tra i singhiozzi e le
lacrime,
sentivo mio fratello sospirare e stringermi di più ad ogni
sussulto, ad ogni
mio piccolo tremolio, senza staccarsi, senza parlare. Potevo contare
sul suo
appoggio.
Kilari: N-non
so s-se
riuscirò a c-cancellare il mio amore p-per lui. Io... io
l-lo amo davvero
Subaru!! E non c-come mi ero i-innamorata di Seiji, n-non come mi e-ero
innamorata d-di Haru. E’ tutto diverso, è
tutto...p-più d-doloros-samente
diverso. O-ogni suo sguardo m-mi fa battere il c-cuore così
v-velocemente che a
volte p-penso mi scoppì...
Il mio parlare
cominciò a
rallentare, a diventare un sussurro, mi sentivo strana, abbattuta,
senza forze.
Quel pianto si stava portando tutto. La mia tristezza, il mio dolore,
ma anche
le mie energie. Sentivo che ogni parola, ogni lacrima, ogni singhiozzo
veniva
annullato dai tremolii sempre più forti e decisi, il viso
era tutto bagnato, ma
caldissimo. Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti, la
testa pulsava e
girava sempre di più.
Mi staccai un
po’ da Subaru,
ancora seduta sulle sue ginocchia, e aprì gli occhi
leggermente chiusi. La
stanza... la stanza girava come in un vortice. Mio fratello si accorse
del mio
sguardo perso nel vuoto, dato che stavo sussurravo le stesse parole
come in una
cantilena, e cominciò a preoccuparsi.
Kilari: Io
amo... i-io amo
H-hir-roto... i-io... - sussurravo, neanche io quasi riuscivo a
sentirmi.
Subaru: Sorellina,
ma cos’hai?
Stai delirando? Non farmi preoccupare per favore... Kilari...
Mi toccò
istintivamente la fronte,
per controllare se ero calda o meno, e lo sentì tremare,
come se stesse
piangendo anche lui.
Subaru: K-kilari...
tu
scotti!! Hai la febbre, e anche molto alta!! Oh Kilari, ma che diavolo
ti
succede? Non ti ho mai vista in questo stato!! Tutto questo influisce
anche
sulla tua salute lo vuoi capire? Devi smetterla!!
Mentre parlava mi
scuoteva, e ciò
non faceva altro che aumentare il dolore alla testa. Mi alzai dalle sue
gambe e
cominciai a girare per la piccola camera che ormai era deforme ai miei
occhi,
sentivo a stento il pavimento. Subaru si alzò di scatto dal
letto, intento a
venire verso di me per fermarmi, ma si bloccò appena vide
che lo guardai.
Subaru: Oh...
sorellina...
Sentivo il mio viso
andare a
fuoco, la testa pulsava e faceva male sempre di più,
barcollavo come se fossi
in equilibrio su una corda, e non riuscivo a controllare il mio
continuo
tremare, facendo spaventare ulteriormente Subaru, che rimase
paralizzato nel
vedere il mio sguardo così triste e il mio viso stracolmo di
lacrime. La mia
voce tremava.
Kilari: I-io...
i-io...
i-io a-mo H-hir-ot-to!
A quel punto, il
pavimento
cominciò a muoversi pericolosamente sotto i miei piedi, o
almeno era quello che
percepivo, perché non capivo più niente. Persi
quel poco di equilibrio che
avevo e, cadendo, battei forte la testa, sentendo temporaneamente mio
fratello
urlare.
Subaru: Kilari!!!
La botta subita alla testa era stata troppo forte e non capì più niente. Poi, tutto diventò buio.