Anime & Manga > Kilari
Segui la storia  |       
Autore: Ariel Bliss Russo    05/09/2010    2 recensioni
Questa storia comincia dal periodo in cui Kilari Tsukishima, quasi sedicenne, è all'apice del suo successo. Il lavoro da idol ormai fa parte di lei, e ogni giorno diventa sempre più brava, facendo accrescere il successo del suo nome e della sua agenzia, l'agenzia Muranishi. La storia è centrata molto sui suoi sentimenti. Dopo aver scoperto di essere innamorata di Hiroto Kazama, che fa parte del duo Ships con Seiji Hiwatari, stare con l'amico senza poter rivelargli i suoi sentimenti la fa soffrire molto. Tutto si complica quando conoscerà un ragazzo, Haru Yamashita, che poco dopo diventerà un idol come lei. Pian piano, i due cominciano ad innamorarsi e Kilari non sa più per chi batta il suo cuore. Haru o Hiroto? Un avvenimento, però, la sconvolgerà profondamente. Scopre infatti che Hiroto sta con una ragazza, Noeru, e li vede baciarsi in spiaggia. A quel punto, lei non sa proprio cosa fare. Il giorno del suo compleanno si avvicina e il suo cuore è spezzato in due. Il giorno prima del 7 luglio, data che segnerà i sedici anni di Kilari, un litigio tra Haru e Hiroto farà venire a galla i sentimenti che la giovane idol prova per Hiroto. Il giorno dei suoi sedici anni sarà un momento magico...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 24 dal punto di vista di Kilari

Intorno a me regnava il buio. Dopo la caduta in camera mia, sentivo di precipitare, sempre più giù. I volti dei miei amici mi passavano accanto, senza che io potessi raggiungerli, ma uno, più di tutti, mi impediva di risalire, di provare a lottare. Era l’unica immagine che stava ferma lì, davanti a me, mentre contemplandola con lo sguardo, completamente rapita, annullava i miei sensi lasciandomi inerte. A volte spariva e io piangevo, chiamando il suo nome nel buio, cercando di farlo tornare, perché era l’unico che mi avrebbe fatto sopportare quella tremenda sensazione di paura che provavo immersa nel peggiore dei miei incubi. Poi un vortice di emozioni mi teneva stretta nella sua morsa e mi feceva rivedere quel bacio, quel maledettissimo bacio, che mi aveva tolto le speranze, con la sua vivida immagine che continuava ad occupare la mia mente ogni volta che provavo a farmi forza per riemergere da quel luogo oscuro.

In quel momento, pensai che avevo perduto tutto. Non riuscivo a vedere nessuno, sentivo solo un forte ronzio intorno a me, come se intorno a me ci fossero tante voci che parlavano all’unisono, impedendomi di distinguerne la fonte per ognuna di esse.

“Ho paura” pensai all’improvviso. “Voglio rivedere i miei amici… voglio rivedere lui, anche se so mi farà soffrire peggio di adesso… ma io lo amo! Non mi importa di cosa accadrà se non potrò averlo”.

Avvertì una strana sensazione, come un lieve tocco sulla mano, ma non un tocco qualsiasi. Era una sensazione meravigliosa, essere avvolta in quel calore, lo sentivo invedermi ed espandersi sempre di più, come una luce in quel buio tremendo. Questo mi diede la forza di combattere quella paura che regnava in me e di provare una volta per tutte a tornare in me. Ma mi bloccai, paralizzata dalla voce che mi risuonò improvvisamente nella testa. Era lui.

-Kilari… mi manchi terribilmente. Da quando sei coricata in questo letto d’osedale, l’unica cosa che sono riuscito a fare è… guardarti mentre dormi. Svegliati, per favore! Non posso, non possiamo più sopportare la tua assenza, ci manca tutto di te, la tua golosità, i tuoi sorrisi la tua gioia contagiosa e non potrei mai vivere con questa terribile sensazione di essere colpevole di tutto questo. Kilari… per favore… se… se riesci a sentirmi, parla, dì… qualcunque cosa, stringimi la mano, ma ti prego…  cerca di resistere ancora, di lottare per questo… questo blocco che ti impedisce di tornarne da noi… di tornare… da me… -.

Cominciai a piangere. Sentivo la sua voce così chiara e limpida nella mia mente, le sue parole una dolce melodia che risuonava sempre più. Dovevo uscire da lì, dovevo lottare per chi mi voleva bene, per chi credeva in me e anche per lui.

Kilari: Hi… Hiroto?

Aprì gli occhi. Vidi il suo sguardo dapprima triste, diventare radioso e pieno di felicità mentre l’uno si perdeva negli occhi dell’altra.

Le mie lacrime non erano state un’illusione, le sentivo continuare a scendere senza fermarsi. Era una gioia rivederlo. Non riuscivo a crederci, finalmente lo avrei potuto abbracciare, stringere forte a me, dirgli che non lo avrei più lasciato e che tutto sarebbe tornato come… prima.

Ma lui non mi amava. Le sue parole. Erano state solo un’illusione? Oppure era in pena per la sua amica?

Hiroto: Kilari? S-sei sveglia? Non sto sognando vero? Sei… tornata?

Lo guardai. Stava piangendo. Ero sbalordita. Non lo avevo mai visto piangere. Sentì la sua mano stringere forte la mia. Neanche quella era stata un’illusione, le nostre mani erano intrecciate fortemente l’una all’altra. Gliela strinsi forte e con l’altra spinsi un po’ per mettermi a sedere. Mi guardai attorno. Niente più buio. Non più i miei amici che si allontanavano da me. Ora c’era solo una piccola stanza e il letto sotto di me con dei macchinari accanto. E poi lui, in tutto il suo splendore, pur avendo le lacrime agli occhi.

Kilari: Si… ce l’ho fatta!

Scoppiai a piangere, ma dalla felicità. Lui mi strinse forte a se, accarezzandomi i capelli mentre io lo stringevo sempre di più, lasciando scorrere le lacrime.

Dopo un tempo infinito, che potevano essere ore o minuti, ci staccamo l’uno dall’altra. Mi aiutò a cancellare le lacrime, mentre continuavamo a guardarci negli occhi. Nell’aria sentivo una forte elettricità, come se qualcosa mi spingesse ad avvicinarmi alle sue labbra. L’attrazione era forte, ma dovevo combatterla. Eppure, mentre le mani di Hiroto mi cullavano il viso, avevo l’impressione che anche lui si stesse avvicinando. I nostri visi, le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza. Non riuscivo a resistere, quella vicinanza mi faceva girare la testa. Poi lui chiuse gli occhi e pian piano, timidamente, sfiorò le mie labbra con le sue, allontanandole un po’ per paura che reagissi male. Ma io, nell’esatto istante in cui lui si allontanò di poco, chiusi gli occhi e mi avvicinai. A quel punto la timidezza svanì e finalmente ci baciammo. Rimanemmo fermi così per un tempo che non riuscì a percepire, i miei sensi si annullarono completamente, non capì niente di ciò che succedeva intorno a me, percepivo solo me e lui. Poi, quando il bacio si fece più stabile, Hiroto levò una mano dal mio viso e mi strinse a se dalla vita. Io gli gettai la braccia al collo, una mano fra i suoi capelli, mentre ci stringevamo sempre di più. Dischiusi le labbra, per riprendere fiato e sentire il suo profumo, mi era mancato terribilmente. Il nostro bacio sembrava essere giunto al termine, ma Hiroto ricongiunse le nostre bocche, mentre il bacio si faceva più passionale. Le mie labbra si muovevano insieme alle sue, come se sapessero già come fare e persino io rimasi sbalordita, dato che non avevo mai baciato un ragazzo fino ad oggi. Fosse stato per me, quel momento sarebbe durato in eterno. Ma non potevo. A quel punto mi ricordai che stavo fraintendendo tutto. Hiroto mi aveva dato quel bacio perché era felice che io stessi bene e non per il motivo per cui glielo avevo dato io, perché… lui amava Noeru.

Ci staccammo entrambi e ci guardammo negli occhi, imbarazzatissimi, e arrossimmo per ciò che era appena successo.

Hiroto: Ki-Ki-Ki-Kilari…

Kilari: N-non p-preoccup-parti… Come se n-non fos-sse s-successo n-niente!!

Hiroto: No, ma…

In quel momento la porta si spalancò ed entrarono mio fratello, Haru e Seiji.

Subaru: Kilari! Oh sorellina ti sei svegliata! – venne verso di me e mi abbracciò, mentre Hiroto si scostò leggermete, alzandosi e mettendosi accanto alla finestra della camera - Non posso crederci. Vado a chiamare papà e la nonna, sapessi come erano in pensiero.

Kilari: Sto bene, tranquillo. Si anche io non vedo l’ora di rivederli, mi siete mancati tanto!

Ricominciai a piangere, mntre Haru e Seiji si avvicinavano a me.

Kilari: Ho avuto tanta paura, pensavo di avervi perso, io…

Haru: Tranquilla, non pensarci più ora. L’importante è che sei di nuovo qui con noi.

Haru. Era così bello rivederlo dopo tanto tempo. Mio fratello si staccò e corse a chiamare gli altri, mentre io abbracciavo Haru così forte, che avevo paura di strozzarlo.

Haru: Calma, calma Kilari, così mi fai male…

Kilari: Ops.. scusami non volevo…

Haru: Non fa niente, sono felice di rivederti.

Kilari: Anche io, non sai quanto.

Ci dividemmo e ci guardammo felici. Non riuscivo a credere che finalmente era tutto finito. Seiji era vicino ad Haru e mi guardava mentre sorridevo e piangevo allo stesso tempo. Si avvicinò e anche lui mi abbracciò come Haru.

Seiji: Mi sei mancata piccola golosona.

Kilari: Oh Seiji, è stato bruttissimo. Vedevo tutti voi che vi allontanavate da me e…

Non potevo dire di Hiroto. Mi avrebbero fatto troppe domande.

Seiji: Anche noi avevamo paura per te, ma abbiamo creduto fino all’ultimo che tu saresti tornata a sorriderci.

Mi staccai da Seiji e Hiroto si avvicinò a noi. Dalla porta arrivarono papà e la nonna e entrambi mi abbracciarono fra mille lacrime mentre io piangevo on loro e sorridevo. Finalmente sorridevo. Non avrei mai dimenticato quella bruttissima esperienza, ma con l’aiuto dei miei amici l’avrei sicuramente superata.

Guardai Hiroto con la coda dell’occhio.Stava sorridendo alla scenetta familiare fra me e i miei cari. Si accorse del mio sguardo e entrambi arrossimmo, ma ci sorridemmo a vicenda. Ora però… dopo quello che era successo… sarebbero cambiate molte cose tra me e Hiroto.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kilari / Vai alla pagina dell'autore: Ariel Bliss Russo