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Autore: Ariel Bliss Russo    06/09/2010    2 recensioni
Questa storia comincia dal periodo in cui Kilari Tsukishima, quasi sedicenne, è all'apice del suo successo. Il lavoro da idol ormai fa parte di lei, e ogni giorno diventa sempre più brava, facendo accrescere il successo del suo nome e della sua agenzia, l'agenzia Muranishi. La storia è centrata molto sui suoi sentimenti. Dopo aver scoperto di essere innamorata di Hiroto Kazama, che fa parte del duo Ships con Seiji Hiwatari, stare con l'amico senza poter rivelargli i suoi sentimenti la fa soffrire molto. Tutto si complica quando conoscerà un ragazzo, Haru Yamashita, che poco dopo diventerà un idol come lei. Pian piano, i due cominciano ad innamorarsi e Kilari non sa più per chi batta il suo cuore. Haru o Hiroto? Un avvenimento, però, la sconvolgerà profondamente. Scopre infatti che Hiroto sta con una ragazza, Noeru, e li vede baciarsi in spiaggia. A quel punto, lei non sa proprio cosa fare. Il giorno del suo compleanno si avvicina e il suo cuore è spezzato in due. Il giorno prima del 7 luglio, data che segnerà i sedici anni di Kilari, un litigio tra Haru e Hiroto farà venire a galla i sentimenti che la giovane idol prova per Hiroto. Il giorno dei suoi sedici anni sarà un momento magico...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un suono assordante mi impediva di dormire, continuava a squillare ininterrottamente. Volevo dormire, avevo sonno, ma niente. Non ci riuscivo proprio con quel suono che mi fracassava le orecchie e se presto non avrebbe smesso mi sarei sicuramente messa a urlare. E così, trattenendomi dall’isterismo di primo mattino, mi sedetti sul letto, strofinandomi gli occhi con una mano e tenendo ancora soldo il cuscino con l’altra.

Kilari: Mmm… che ore sono?

Diedi un occhiata alla sveglia. Le 09:30. Mi sdraiai di nuovo assonnata sul letto, pronta ad addormentarmi dopo la notte agitata, quando il mio istinto mi spinse a ripensare all’immagine lampeggiante della sveglia.

Kilari: COSAA?? Le 09:30?? SONO IN RITAARDOOO! DEVO ANDARE IN AGE – mi misi subito a sedere sul letto, per poi scendere di corsa, solo che inciampai nelle coperte e sbattei la faccia. Pian piano mi rialzai, massaggiandomi il naso.

Kilari: Ahi ahi ahi, che botta! Na-san perché non mi hai svegliata?

In quel momento comparve lui dalla porta, agitatissimo, farfugliava scuse senza senso, perciò andai verso di lui, lo presi fra le braccia, rassicurandolo.

Kilari: Non preoccuparti piccolo mio, per le 10:00 ho un servizio fotografico con Haru, perciò ho ancora un po’ di tempo. Tu vai a finire di preparare la colazione, io mi cambio.

Na-san: Na na!

Detto questo, scese dalle mie mani e andò in cucina, chiudendosi la porta della mia camera alle spalle prima di uscire.

Kilari: Bene, questa settimana sarà piena di impegni, devo dare il massimo!

Mi cambi, scegliendo un gonna viola chiaro, una maglietta bianca con delle stelle stampate e portai con me un elastico con una stellina gialla, per rimanere in tema.

“Ci penserà Na-san a farmi una bella coda!”

Scesi giù e feci colazione, come al solito Na-san aveva superato se stesso. Mentre gustavo i miei pancake, Na-san mi sistemò i capelli, e dopo aver finito tutto uscimmo di casa. Era una bella giornata, il sole brillava il un ielo azzurro e limpido, una lieve brezza mattutina mi scompigniava i capelli e accarezzava il mio viso, tanto che per un istante chiusi gli occhi e mi rilassai.

Na-san: Na na naa!

Aprì di scatto gli occhi e cominciai a correre.

Kilari: Già, già è vero, la signorina Kumoi si arrabbierà se ritarderò anche oggi. Su andiamo!

Arrivati con 5 minuti di anticipo, salimmo le scale ed entrammo nella stanza dove tutti erano riuniti attorno al tavolo del direttore e parlavano di qualcosa.

Kilari: Buon giorno ragazzi!

Tutti si irrigidirono al suono della mia voce e si girarono di scatto.

Noeru: C-ciao Kilari! La signorina Kumoi stava giusto aspettando te, dovete andare subito allo studio fotografico.

Noeru ormai veniva sempre in agenzia con… Ed ecco che il mio sorriso scompariva, solo a pensare a lui, che in quel momento mi guardava imbarazzato, come anche io del resto. Poi abbassai lo sguardo, ormai sostenerlo diventava difficile. Dopo ciò che era successo in ospedale, non avevamo più parlato, ne soprattutto di quell’inconveniente. Era stato un… bacio senza sentimenti, da parte sua, mentre per me era stato qualcosa di così prezioso, un’esperienza nuova e fantastica, ma anche tremendamente dolorosa che di sicuro non avrei mai più cancellato dalla mia testa.

Noeru: Kilari, mi ascolti?

Rialzai lo sguardo, sorridendole e facendo finta di niente.

Kilari: Ehm… si scusa sono ancora un po’ assonnata. La signora Kumoi dov’è?

Signora Kumoi: Eccomi!

Lei e Haru spuntarono da dietro il separè della stanza, pronti per andare allo studio.

Haru: Ciao Kilari, pronta?

Sorrisi, finalmente in modo sincero, perché Haru mi metteva sempre di buon umore. La tensione nella stanza scomparve del tutto, anche se ancora non capivo perché quando ero entrata, tutti avevano reagita a quel modo. Ma adesso dovevo lavorare, perciò non mi importava.

Kilari: Certo! Ciao a tutti.

Salutai tutti con un grande gesto della mano e mi diressi verso la porta, con la signora Kumoi davanti e Haru subito dopo di lei. Non mi ero accorta che io e Haru ci eravamo presi per mano, ma quando sentì quel contatto, mi venne in mente la mano di Hiroto che si intrecciava alla mia durante quel bacio. Era più forte di me, rattristarmi a simili pensieri. Haru se ne accorse e mi strinse di più la mano. Guardai il suo viso, la sua incredibile bellezza, il suo sorriso rivolto a me e a nessun altro. Stavo giocando con i suoi sentimenti, mi faceva male vederlo sorridere anche se soffriva, e mi odiavo per questo. Ma non potevo fare a meno della sua presenza ogni volta che ero triste. Lui era, in un certo senso, l’amico a cui non avrei potuto mai rinunciare.

Uscimmo dall’edificio e ci dirigemmo agli studi.

Haru: E’ il nostro primo servizio fotografico insieme, vero?

Kilari: Già, sono davvero emozionata.

Era piacevole lavorare insieme ad Haru, come la sera del concerto. L’emozione da provare quando cantavo sola era tanta, ma dividerla con qualcuno era molto meglio.

Il tempo passò velocemente, fra una foto e l’altra, un cambio di pose e le pause, finimmo in fretta e passammo alla registrazione in radio, agli incontri con i coordinatori le prove delle canzoni e le rispettive coreografie e fu così, diciamo, anche per i giorni dopo.

Finalmente il giovedì arrivò. Il mio giorno libero prima di un fine settimana di fuoco.

Ero sdraiata sul mio letto, guardavo il soffitto con il cuscino stretto al petto.

Kilari: Ooh, Na-san ma ti sembra giusto?? Il mio compleanno è fra due giorni e io dovrò lavorare. Quando si ci mette, la signora Kumoi è davvero severa.

Na-san: Nana na na! Na!!

Kilari: Si, lo so che lo fa per il mio bene e che è il mio lavoro, ma è pur sempre il giorno dei miei 16 anni non credi?

Na-san: Na, na!

Kilari: D’accordo, d’accordo, la smetto di lamentarmi. Ora andiamo a fare una passeggiata su!

Na-san saltò sulla mia spalla, e dopo aver salutato papà, uscì di casa e andai in centro a godermi la giornata. Quella settimana era stata, fino a quel momento, abbastanza impegnativa, mai un minuto di riposo e non c’era più stata l’occasione di avere una giornata di svago come questa. Decisi di andare al parco divertimenti. Era molto affollato e se non mi sarebbe caduto il travestimento, tutto sarebbe andato per il meglio. Cercavo di passare in mezzo alla folla, ce n’era così tanta che quasi quasi non riuscivo a respirare. Cavarmela era stato difficile e arrivai accanto all’entrata della ruota panoramica, ansimente, dove la folla era nettamente meno dell’entrata, dato che si era distribuita in tutto il parco. Però, mentre ero piegata sulle ginocchia, vidi delle ombre farsi più vicine e urlare. Quando mi alzai, mi resi conto che chiamavano il mio nome.

“Mi hanno scoperta col travestimento?” Feci per toccarmi il cappello e gli occhiali, ma non li sentì sotto le dita. Spostai lo sguardo e vidi Na-san sommerso dai due indumenti. Raccolsi tutto e feci saltare Na-san sulla testa per poi scusarmi con la gente e scappare. Ovviamente venni rincorsa e più scappavo, più gente mi riconosceva e si univa a chi mi seguiva già. Poi, mi sentì tirare da un braccio e affarrare dalla pancia, per poi essere scaraventata in mezzo ad un cespuglio. Ero sopra qualcuno e mi dimenavo e per evitare di farmi sentire la persona misteriosa mi tappò la bocca con una mano. Quando vidi tutti continuare a correre per cercarmi senza successo, e abbandonare l’impresa, mi lasciò andare e io mi girai per vedere chi mi aveva salvato, anche se mi ero presa uno spavento enorme. Ero ancora sopra di lui e mi ritrovai a pochi centimetri dal viso di Haru. Il cuore cominciò a battere sempre più forte, avevo paura mi scoppiasse, quella vicinanza era così strana, mi agitava.

Kilari: H-Haru… c-che ci fai qui?

Haru: Sono andato a fare un giro e ho visto una mandria di gente che ti inseguiva, così ho pensato che… forse avrei potuto salvarti.

Kilari: Questo vuol dire che avresti evitato di farlo?

Haru: Ah ah ah esatto!

Kilari: Certo che sei proprio cattivo.

Scoppiammo a ridere entrambi e mi dimenticai in che posizione eravamo. Haru però ci fece caso.

Haru: Ehm…Kilari…

Kilari: Co… Aaah scusa!

Mi alzai di scattò, tutta rossa in viso, ma un po’ meno agitata di prima, le risate avevano allentato la tensione.

Lo guardai alzarsi e mettersi davanti a me. Ci guardammo per un infinità di tempo, ero persa nel suo sguardo, non sapevo cosa fare ne dire. Poi lui si avvicinò, stava per… baciarmi? Non riuscivo ad oppormi, dentro di me qualcosa mi diceva di fermarlo, che stava sbagliando, che non doveva andare così, che io non lo amavo e gli avrei fatto del male se sarebbe successo. Ormai, i nostri visi erano così vicini, riuscivo a toccargli la punta del naso. Volevo dirgli di non farlo, avevo paura di come avrebbe reagito il mio cuore, non dovevo baciarlo io amavo…

Kilari: Hiroto…

Haru si bloccò per un attimo e non capì il perché, poi senza neanche accorgermene mi baciò. Le nostre labbra si incontrarono e io sentì nel suo bacio tutta la tristezza che provava sapendo che il mio cuore non batteva per lui. Mi prese il viso fra le mani e, dopo pochi secondi mi lasciò andare. Io ero rimasta impietrita dal momento del contatto. Haru mi aveva… baciata? Lo vidi passarmi accanto e fermarsi dietro di me. Stava guardando qualcosa o qualcuno. Perciò mi girai, e quasi non caddì a terra dopo lo schok di vedere proprio lui, lì in quel momento, a bocca aperta, mentre passava lo sguardo tra me e Haru. Poi guardò Haru con tanta di quella rabbia, che avevo paura sarebbe successo qualcosa.

Haru: Che hai da guardare, sei geloso?

Hiroto: Non sono geloso, ma fidati che ti prenderei a pugni in questo momento se non ci fosse lei.

Haru: E perché mai?

Hiroto: Lei non voleva darti quel bacio.

Haru: Cosa te lo fa pesare?

La situazione peggiorava e io non riuscivo a fare niente. Però, come aveva intuito che io non volevo baciarlo. Che avesse sentito quando ho detto… il suo nome?

Lo vidi allarmarsi per un attimo, forse non sapeva come rispondere, poi però guardò il mio viso spaventato e confuso, si fece più sicuro e continuò a parlare.

Hiroto: Lo capisco dal suo sguardo… La conosco molto meglio di te e sicuramente non era quello che voleva.

Questo… questo davvero non doveva dirlo. Haru mi guardò preoccupato, sapeva che quella frase aveva scatenato in me qualcosa e ciò che desiderava era che io me la prendessi con Hiroto.

Kilari: Ne sei davvero sicuro Hiroto? Non credo proprio che tu mi conosca così bene…

Mi misi davanti ad Haru e camminai verso di Hiroto, per poi fermarmi e pochi passi da lui.

Kilari: Se davvero mi conoscessi così bene io non starei così male, Hiroto! – quasi glielo urlai in faccia e lui fece una faccia sconcertata dalla mia reazione. Abbassai lo sguardo e continuai a parlare – Perciò non dirmi che mi conosci così bene… non è vero per niente!

Scappai via da lì con Na-san sulla testa che mi sistemava il cappello e gli occhiali.

Quando fui abbastanza lontana da loro, ripensai a ciò che era successò, senza fermarmi. Mi toccai le labbra.

Kilari: Haru… mi ha… baciata… Ma io… amo Hiroto!

Correndo sempre più veloce, andai a casa decisa a chiudermi nella mia stanza e a dimenticare quell’orrendo giorno.

   
 
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