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Autore: sara chan 92    06/09/2010    0 recensioni
Pregiudizio, odio, rivalità, guerra. Può esserci spazio in tutto ciò per amicizia, pace e amore? Due Paesi rivali possono trovare il modo di collaborare e affrontare il futuro? Può la forza d'animo di una principessa far breccia nel cuore ghiacciato di un orgoglioso regnante? Forse ciò è possibile in questa storia dove tra colpi di scena, vecchi ricordi e un po' di ironia due anime opposte si troveranno fianco a fianco a fronteggiare le medesime difficoltà in un Paese che può contare solo su di loro e i loro compagni.
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Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Il principe e la Sirena
 


Dopo mesi di allenamento aveva ormai sviluppato in se quella innaturale e immensa percezione delle cose che solo lei avrebbe potuto avere. Ora seduta sul bagnasciuga osservava il sole tramontare e , in silenzio, pensava a quel che era stato e a quello che sarebbe venuto.
Pensava spesso, troppo spesso e sprecava troppo tempo in riva al mare a osservare le onde spargersi sulla sabbia e il sole sparire dietro l’orizzonte.
Suo padre continuava a ripeterglielo che non sarebbe mai diventata una buona principessa e infatti lei non aveva la minima intenzione di diventarlo.
Armonias di Lunvian era una guerriera come sua madre e non sarebbe mai stata come quelle principesse svogliate e viziate che vedeva a ogni festa; sua madre non sarebbe stata mai fiera di lei se fosse diventata così.
Alzò gli occhi al cielo, ormai illuminato dalla luna e dalle stelle, e ritornò al castello.
Entrando incontrò Clio , la sua migliore amica, e insieme andarono in camera.
<< Come mai sei qui? >> chiese Armonias nel tragitto che collegava l’ingresso alla sua camera.
<< Te ne sei dimenticata >> fece la bionda sbuffando. La giovane spalancò gli occhi, poi schiuse la bocca e si lanciò in un “Maledizione” distruttivo.
<< Scusascusascusa >> aveva poi ripetuto all’amica e lei rimase imbronciata per un po’ , finché la faccia buffa della principessa non la fece scoppiare in una gran risata.
Entrarono nella camera della giovane e Clio si mise a sfogliare letteralmente il suo armadio in cerca di un abito adatto per la festa di quella sera.
Armonias si sdraiò invece sull’immenso letto e osservò la giovane che per ogni no lanciava in aria un altro vestito; finalmente trovò quello che cercava e lo porse alla giovane.
<< Ma…prima dovrei fare il bagno, poi c’è il trucco e infine.. cos’è che mi sono scordata? >> le rispose ironica la principessa prendendo il vestito e imitando quel lato dell’amica che la faceva irritare.
Per tutta risposta Clio le fece una linguaccia e si stazionò davanti allo specchio. In quel momento entrò anche  Katina e, dopo averle guardate male per un secondo, scoppio a ridere.
<< Se ne è dimenticata? >> chiese senza però ottenere una risposta. Armonias era rintanata nella cabina armadio e si stava vestendo, le altre decidevano come acconciarsi.
La giovane uscì e le osservò sorridendo. Era abbastanza alta,ma bassa rispetto alle amiche, e indossava un completo rosso scuro che le cingeva i  fianchi cadendole leggero lungo le dolci curve, leggermente troppo tonde. Il corpetto con qualche decorazione e merletto nero la stringeva in vita risalendo e mettendo in risalto il seno, mentre le spalle e le braccia erano velate solo da un sottile scialle nero. Gli occhi rossi della giovane spiccavano molto sulla carnagione marmorea e la pelle vellutata del viso era attorniata da buffi ciocche ribelli dei capelli corti che ricadevano davanti ai due rubini, nascondendoli in parte.
Osservò poi la sua camera che era divenuta un salone di bellezza ricco di trucchi e alambicchi per il miglioramento del proprio aspetto, il suo sguardo indagatore come ogni volta passò subito alle amiche e il giovane che le osservava divertito.
<< Tutta colpa tua! >> esclamò la principessa correndo incontro al suo giullare di corte e tirandogli un gancio destro che prontamente schivò. Fece un inchinò e poi sorrise beffardo << Guarda che devo rimanere vivo almeno entro stasera >>. Lei scosse la testa e si sedette nell’unico punto libero del suo letto a osservare le giovani. Guardò fuori e notò che il sole era ormai scomparso del tutto. Sbuffo    << Il rosa Kat? >> chiese rivolgendosi all’amica mora. Lei si voltò e sorrise <<  SiSi non potrei     altrimenti >> disse e poi fece una giravolta su se stessa. Il vestito dalla larga gonna sfrusciò a terra mostrando solo un poco le lunghe gambe snelle; poi si inchinò e rialzandosi sorrise nuovamente. Il corpetto le fasciava tutto il tronco coprendo poi le spalle con una dolce seta rosa alla quale erano collegati due drappi di velluto del medesimo colore.
Il colorito scuro di lei era perfetto con il chiarore del rosa e i suoi occhi mori osservavano il vestito con intensità; poi tornò a concentrarsi sull’acconciatura e cinse il boccoli mori con entrambe le mani.
La visuale fu bloccata dalla schiena dell’altra giovane che, ormai pronta , stava aiutando l’amica.
<< Come mai così poco vestita oggi Clio? >> L’altra si voltò un momento, punto le sue perle azzurre in quelle dell’amica e successivamente si rivoltò.
Clio indossava un completo turchese simile a quello di Armonias, ma meno pudico. Il corpetto era retto da leggere e fini spalline e la schiena era per la maggior parte scoperta dato che i lunghi capelli biondi erano raccolti in un elaborata acconciatura.
<< Fatto. Tocca a te fannullona >> disse la bionda improvvisamente facendo ridestare dai suoi pensieri la principessa che lentamente prese il posto dell’amica.
Ci mise circa venti minuti a sistemare i suoi ciuffi ribelli e poi insieme uscirono per recarsi nella sala del banchetto.
 
 
La folla lungo la strada si disperse presto per lasciar passare i tre uomini a cavallo, non senza lanciare loro qualche occhiata sospettosa. Tre giovani procedevano sciolti sui loro destrieri incuranti di ciò che stava loro attorno. Il più importante, a giudicare dagli abiti, era quello che stava al centro, al suo fianco due soldati in armatura leggera lasciavano ben in vista le spade come ammonimento. Il giovane al centro vestiva infatti abiti eleganti, in prevalenza neri con pizzi bianchi e disegni color cremisi. Anch’egli tenevano una spada al fianco ma era più che altro di bellezza. La pelle chiara si scorgeva solo sul volto e quel piccolo lembo tra le maniche e i guanti di pelle nera mentre gli occhi azzurri coperti solo da qualche ciocca ribelle guizzavano a destra e a sinistra con noncuranza mantenendo un portamento superiore come da sempre era abituato a portare.
Alla sua sinistra stava la figura più nerboruta, il corpetto di pelle nera con una leggera cotta di maglia a ricoprirlo, lasciava scoperte le braccia muscolose che poco si addicevano alla cavalcata ciondolante. Alla destra del nobile invece procedeva un vero e proprio gigante che copriva con la sua ombra i due compagni. I capelli scuri tagliati corti al modo dei soldati  e lo sguardo curioso che passava su ogni figura attorno  loro.
<< Ve lo ripeto ancora una volta, siamo qui in missione diplomatica quindi niente colpi di testa >> disse con tono neutro il nobile ai due guerrieri << Lo ripeti a noi o a te stesso? >> chiese con ironia quello più alto. Markus si voltò indietro incenerendolo con lo sguardo; non sarebbe certo stato un atteggiamento consono da parte di un soldato verso il suo signore. In occasioni normali quella battuta lo avrebbe portato a conseguenze molto spiacevoli, ma non era così che funzionava tra loro tre. Markus era il figlio cadetto della famiglia reale di Solian, cresciuto nell’agio del palazzo reale. Al suo fianco sin dall’infanzia c’erano stati Nikas e Viktor, amici immancabili che erano diventati poi le sue guardie del corpo. Con il resto del mondo sapevano giocare bene i loro ruoli, ma tra di loro si lasciavano spesso andare a quel rapporto costruito in anni di fiducia reciproca.
Continuarono ad avanzare tra la folla mentre il sole si faceva sempre più basso << Non saremmo costretti ad avanzare al buio se qualcuno non avesse rallentato il viaggio >> disse poi tagliente il principe per deviare il discorso. Nikas  alzò appena la testa destandosi solo per aver sentito pronunciare il suo nome. Il cavaliere era possente e, nel suo ruolo, perfetto, ma Markus credeva che avesse seri problemi di sonno o semplicemente passasse la maggior parte del suo tempo a farlo. Nel bel mezzo della giornata, infatti, erano stati costretti a riparare in una locanda di passaggio per pranzare e riposarsi per non continuare a subire le lamentele del guerriero.
Una decina di soldati a cavallo nelle uniformi verdi a righe nere procedette improvvisamente verso di loro, ma Markus non tradì nessuna agitazione. Un uomo barbuto, probabilmente il capo della guardia reale, si fece avanti mentre attorno a loro tutta la folla di curiosi si era dispersa un po’ per paura, un po’ per l’ora che si faceva tarda. << Salve signori. I vostri colori parlano per voi, possiamo chiedervi a cosa dobbiamo l’onore della vostra presenza? >>  chiese subito con voce aspra di chi non è abituato ai giochi di cortesia. << Stia tranquillo capitano, non siamo qui per creare problemi. Sono il principe Markus, figlio del re di Solian; sono qui per avere un colloquio con il re in persona. E’ una faccenda che in pochi conoscono poiché il re ha preferito tenere la riservatezza >> il ragazzo si stupì del sorriso che passò sul volto del soldato << Mi scusi, ma sapevo già tutto. Volevo solo controllare, mi capirà … >>  << Non si preoccupi. Se ora potete accompagnarci a palazzo >> << Ovviamente, spero che non ci saranno problemi >> rispose l’altro osservando con fare sospetto le armi dei due guerrieri alle spalle del principe << Ovviamente no, spero che sarà lo stesso anche per voi >> ribatté subito Markus facendo cenno col capo alle guardie a cavallo che parlavano nervosamente tra loro. L’uomo si limitò ad un ennesimo sorriso tirato e voltò il cavallo per mostrare loro la strada.
 
 
Il banchetto era come ogni solito evento a palazzo, preparato con accurata precisione e gusto impeccabile.
Per la celebrazione di fine estate erano stati invitate le personalità più importanti del regno anche se alcune non erano ancora presenti e probabilmente sarebbero entrate senza farsi notare troppo.
Armonias seguita dalle amiche entrò nella sala salutando con un cenno del capo i sudditi e arrivando con portamento regale vicino a suo padre
<< Sei in ritardo mia cara >> disse lui che adorava stuzzicarla. << Ero a esprimere il mio ego e poi Clio non riesce a sistemarmi in poco tempo >> Le due ridacchiarono sommessamente, quando un figura torva si avvicinò. << Cara dovresti smetterla con questi giochi, insomma sei una principessa >> Sua madre la guardò un attimo, le schiocco un dolce bacio sulla guancia e poi osservandola negli occhi disse dolcemente << I tuoi occhi sono quelli di tua nonna, della migliore regina che ci sia mai stata. Sei destinata a essere principessa e poi regina >> Armonias sorrise, aveva affrontato quel discorso mille volte e la sua adorata mamma conosceva il suo punto di vista perciò si limitò a sogghignare, ricevendo in risposta uno sbuffo impercettibile.
Il banchetto iniziò, ogni  nobile prese il suo posto a tavola e dopo poco giunse anche il cibo.
La cena durò parecchio come soleva essere e successivamente la banda iniziò a suonare.
Armonias e Clio si sedettero in disparte finché l’amica non fu rapita letteralmente da una aspirante ballerino; la giovane principessa si ritrovò a pensare alla conversazione con sua madre.
Lei aveva gli occhi di sua nonna, discendente diretta di Liam, regina regnante per molti anni in modo impeccabile e madre di suo padre, eppure lei assomigliava in tutto a sua madre, combattiva, testarda sarebbe diventata una perfetta guerriera.
Distolse la mente dai suoi pensieri e osservò intorno a se, quando improvvisamente si spaventò trovandosi al fianco Tosas che la osservava in modo beffardo.
<< Troppi pensieri principessa? >> chiese ghignando. Lei tornò a guardare dritto davanti a se e non rispose osservando le coppie danzanti. << Un solo problema e tu? Quando ti decidi? >>
Lui si fece improvvisamente serio e fisso una figura che danzava nel mezzo del salone con un perfetto sconosciuto. << Ora no, ma sta sicura che ci riuscirò. E ora se mi permettete andrei a fare la mia   parte >> concluse inchinandosi e facendola ridere.
Nuovamente sola si ritrovò a osservare la sala, quando improvvisamente la porta del salone venne aperta dai due soldati di guardia. La folla danzante davanti a lei non gli permise di assistere a tutta la scena, ma dal silenzio che ricadde nella sala fino a pochi momenti prima allegra le fece capire che era qualcosa di importante.
 
Il portone si spalancò dopo che un soldato di scorta ebbe bussato. Dall’interno giungeva una musica allegra e veloce. << Inizia la danza >> disse sarcastico Markus intendendo ben altro; i due compagni scoppiarono a ridere senza intuire il significato profondo della frase. Davanti a loro decine di uomini e donne, giovani e anziani, danzavano al centro della sala mentre un numero altrettanto numeroso stava ai lati parlando sommessamente sorreggendo calici di buon vino. In fondo lo stanzone stava il tavolo dei regnanti ma il nobile non vi pose subito lo sguardo, preferì prima studiare la situazione. Immediatamente tutti i ballerini smisero di danzare e anche la banda s’immobilizzò. I soldati di palazzo si schierarono attorno a loro dimostrando ancora una volta la diffidenza che quella gente provava per ciò che lui rappresentava. Lentamente il capobanda riprese la coscienza di ciò che doveva fare e riprese a far suonare l’orchestra ad un volume più basso però, quasi deferente. Era abituato alle situazioni spinose e ormai ci aveva fatto l’abitudine, anzi, era diventata la sua passione. La prima fila di persone davanti a lui chinò il capo in segno di saluto, ma presto i colori che indossavano catalizzarono tutta l’attenzione: erano i nemici. Sorridendo per quella situazione, a suo avviso, così divertente, guardò prima Viktor poi Nikas e sorridendogli prese ad attraversare il salone. I due amici si sarebbero certo trovati a disagio se non fossero stati con lui quasi per tutta la giovinezza. Lo conoscevano, lui e il suo modo di fare ed erano diventati abili a indossare la maschera di guardie del corpo e mascherare l’amicizia profonda che li legava.
La folla si aprì in due mentre sguardi prima curiosi, poi increduli, successivamente offesi e preoccupati si puntarono su di loro. Le guardie reali li tallonavano da vicino e facevano da cordone sparpagliando la folla. Si diresse a passo sostenuto verso il tavolo della famiglia reale. Al centro, seduto comodamente su uno scranno stava il re, i capelli rossi che scendevano dalla corona d’oro e la barba del medesimo colore che copriva l’espressione della bocca. Ciò che mise più a disagio Markus furono tuttavia i profondi occhi scuri che si fissarono su di lui scrutandolo minuziosamente. Alla sua destra stava la moglie, la regina, i lunghi capelli castani le scendevano in boccoli perfettamente curati sulle spalle. Alla sinistra del regnante stava invece la figlia, o così almeno credeva, bella, molto somigliante alla madre. Se non si fosse trovato in una situazione in cui ogni suo gesto veniva studiato e pesantemente valutato, avrebbe anche ammiccato verso di lei, così com’era solito fare con le nobili del suo regno, che gli giravano sempre attorno sperando un giorno di poter essere le fortunate ad entrare nella famiglia reale. La ragazza lo guardava con curiosità, pura e semplice,  come se i colori che indossava non le dicessero niente, o come se ciò non le importasse minimamente. S’inchinò profondamente imitato dagli amici.
<< Buona sera sire, scusate se interrompo così scortesemente la vostra festa. Sono Markus , principe di Solian, figlio del re Itarco. Lieto di fare la vostra conoscenza >> Il re si prese qualche attimo per rispondere
<< Vi aspettavo principe, ma il momento del vostro arrivo mi pareva più lontano >> disse con tutta tranquillità al contrario dei consiglieri attorno a lui che furono spiazzati dalla conversazione, tranne i più fidati. << Vi presento mia moglie, questa magnifica donna al mio fianco, e mia figlia Armonias >> Entrambe appena le nominò si alzarono e fecero un leggero inchino per poi tornare al proprio posto. <<  Discuteremo degli affari più tardi in privato se non vi dispiace. Divertitevi ora, che le danze si aprano >> concluse il discorso imperiosamente il re facendo ripartire le danze.
Il principe chinò il capo come saluto al re e poi si inchinò davanti ad Armonias. << Mi volete concedere questo ballo principessa? >>
Armonias lo osservò per qualche momento con viso impassibile, inizialmente quel gesto audace le aveva fatto buona impressione, ma dalle sue parole successive aveva capito che era uguale ad ogni altro uomo che le avesse fatto la corte, borioso e presuntuoso. Abbassò un attimo il capo, chiuse gli occhi e ritornò a guardare l’uomo. << Chiedo scusa signore ma non amo la danza; inoltre non credo di sentirmi bene perciò mi vedo costretta a reclinare l’offerta >> Il suo viso era impassibile e se il blocco di ghiaccio che aveva davanti a se si frantumò non lo diede a vedere; infatti annuì col capo e si voltò.
 
Si allontanò con passo sostenuto cercando di mascherare la rabbia che gli correva in corpo com’era stato abituato . I due soldati fecero fatica a stargli dietro e uscito dal solone trovò un cortigiano che diede loro istruzioni su come passare la notte al castello. Li accompagnò alle loro stanze e raccomandò loro di non farsi scrupoli a chiamare la servitù per qualsiasi bisogno. Markus era abituato a trattamenti simili così trattò il cortigiano con la freddezza che lo caratterizzava, troppo impegnato a rimuginare sull’affronto subito per ragionare lucidamente. Salutò appena i compagni e si ritirò nella stanza togliendosi i vestiti neri e si lasciò cadere così com’era sul letto osservando la luna pallida visibile dalla finestra spalancata della camera. 

 

ANGOLO ......

Recensite, recensite, recensite. XD Scherzo, spero che la lettura sia stata di vostro gradimento. è nato tutto da un fantasticare mio e di un mio amico ( con cui ho già scritto "Una nuova storia" e lo definirò sempre e da allora Ghost Writer ) Ringrazio quindi chiunque legge, chiunque sia così dolce e gentile da recensire e al mio adorato GW(Ghost Writer): Baci, Sacchan

 

   
 
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