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Autore: Blue Flower    10/09/2010    2 recensioni
Questo è il sequel di "Chi E' Che Crede Nell'Amore?" dove abbiamo lasciato Edward e Bella felici a Londra e Liam alla ricerca della sua strada e quindi della felicità. Lui scoprirà che non è facile come pensava ma una persona molto legata a Bella e ai Cullen lo aiuterà...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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La teneva ancora stretta tra le sue braccia. Era una sensazione così bella, eppure così diversa rispetto a quella di duecentodieci anni fa.

Più pura.

Perché Renesmee non apparteneva a nessun altro… Se lui avesse voluto sarebbe stata sua per sempre. E lui lo voleva, con tutta l’anima. I suoi dubbi, le sue incertezze non c’erano più e adesso era sicuro di non amare il ricordo, di non amare solo gli occhi di quella ragazza che tanto somigliavano a quelli della madre.

Di lei amava anche i lunghi riccioli color bronzo che le ricadevano sulla schiena, la bocca a forma di cuore, la sua espressione quando lui cercava di avvicinarsi. Ma in quel momento, mentre la teneva stretta al suo petto, sentiva che l’espressione di Renesmee non era quella che vedeva tutte le volte.

Era diversa.

“Andiamo… Sei bagnata fradicia. Ti presto qualcosa di asciutto…” lei si scostò. “D’accordo, ma non ci prendere l’abitudine” Liam si girò verso di lei, incerto. “A che cosa?” lei inarcò le labbra in un sorriso beffardo. “A questi abbracci…” “Non ti preoccupare. Non pensavo di farlo” il sorriso di Renesmee scomparve dal suo viso. “Ehi, che c’è?” “Chi era quel vecchio?” Liam non sapeva cosa dirle.

Restò immobile, piantato con i piedi nel marmo bianco della strada.

“Un pazzo, a cui non sto molto simpatico… Nessuno gli sta simpatico” la prese per mano e la condusse velocemente verso casa sua.

 

Quando Renesmee vide la casa di Liam, rimase allibita.

Era di marmo bianco, come tutto in quella città. Ma gli ornamenti, le persiane e qualsiasi altro dettaglio, era viola. “Perché viola?” domandò curiosa giocherellando con la giacca di pelle che le aveva dato il vampiro.

“Le domande vengono dopo…” sorrise. “Giusto, è il patto…” “No, l’appuntamento”la corresse. Lei si sentì ribollire. Non sapeva se per la rabbia o per un altro sentimento mai sperimentato prima. “Non sapevo che i vampiri arrossissero…” lei si coprì il viso con la sciarpa nera che si era portata e che fino  quel momento era servita a ben poco. “Ah giusto… tu lo sei solo per metà” un sorriso a metà tra la compassione e qualcos’altro, si dipinse ben presto sul suo viso. “Non devi avere compassione…” “Io capisco quello che hai provato. Anche la mia famiglia…” “… che è anche la famiglia di mia madre” lo interruppe lei. “Beh sì… Anche gli Swan sono complicati in fatto di specie. Soprattutto io. Noi siamo diversi Renesmee, e non ce ne dobbiamo vergognare. Dobbiamo sempre essere fieri di esserlo” la aveva portata sotto alla tettoia viola. “Ma tu… sei un vampiro. Sei morto. Almeno questo lo sai… Io invece cosa sono? Sono viva o morta? Il mio cuore batte, ma è diverso… è tutto diverso…” una lacrima le scivolò giù dalla guancia. Liam la raccolse subito con la punta dell’indice. “Non riesci a capire che questo non importa? A me importa solo che il destino ci abbia fatto incontrare. E che adesso siamo qui insieme. Non ti amo nel ricordo di tua madre, Renesmee. Ti amo e basta” avvicinò le sue labbra quanto bastasse per sfiorare quelle della ragazza. Un fremito percorse la mezza vampira. Qualcosa di mai provato.

Si scostò velocemente e sul volto di Liam si fece strada la delusione. Una delusione profonda. Quella Renesmee la conosceva fin troppo bene. Per quanto si sforzasse di scacciare via l’idea, non ci riusciva. Lei ed il ragazzo là davanti erano unici.

“Te l’ho detto e te lo ripeto… Non ti ci abituare” lui, amareggiato, si voltò di nuovo. “A cosa stavolta?” “A questo” si avvicinò a lui.

In una frazione di secondo si ritrovò a baciare Liam Swan. Si erano conosciuti solo quella mattina, dannazione! Non poteva succedere tutto così in fretta. Le loro labbra sembravano fatte per combaciare come due pezzi di un puzzle.

Unici.

  
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