Crossover
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Autore: Diana924    13/09/2010    1 recensioni
da un'idea folle, sia mia che di una mia amica.... l'uninione di 2 manga degli anni '80: Saint Seya e Lady Oscar.... Correva l'anno 1756, e una notte...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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" Una lettera dalla vecchia contessa ” disse il valletto, consegnandola nelle mani di Ariel.
Il giovane la passò a Pedro, “ Dimmi che ha scritto la vecchia cornacchia questa volta, e se ha lasciato denaro ”. Pedro Rodrigo de Sol sospirò e lesse. Solo la lettera di una madre, una madre preoccupata. “ Niente soldi, le solite cose ”. “ Che vada all’inferno ” rispose Ariel, facendosi cadere sui cuscini. “ La pietà per una madre non esiste per te ” disse Angelo dei Salvatori,osservandolo. “ La pietà è un sentimento puerile, per niente bello ” rispose Ariel, giocando con una rosa.
Pedro lo guardò, erano passati dieci anni dalla prima volta che l’aveva visto. Era a Brienne per ricevere la migliore educazione, e insieme a Angelo avevano scoperto quel bambino biondo. All’inizio l’avevano scambiato per un angelo, ma si erano resi conto che era fin troppo mortale.
Purtroppo se ne erano accorti tutti, e a soli tredici anni Ariel era già iniziato al vizio. Non che loro non ne avessero parte, tutti e due lo avevano accolto con piacere nel loro letto, d’altra parte Ariel de Lorges era considerato una delle “ ninfe ” più belle. A quindici anni non era cambiato, anzi, dopo appena tre giorni erano di nuovo sotto al sua influenza.
“ Che facciamo questa sera? ” chiese Angelo, che evidentemente la pensava come lui. “ Possiamo sempre rimanere qui ”, “ Meglio di no, non mi piace come Carlos ci guarda, credo che sospetti di noi ” “ Sai quanto me ne fotte ” “ Ah, attento a quel che dici, signorina ”, “ Chiamami ancora così e vedrai se poi domani riuscirai a camminare con le tue sole gambe ” “ E’ una minaccia, troia? ”, “ No, solo una constatazione ”. “ Andiamo a Palais Royal, poi vestiamo Ariel da donna e lo offriamo ai passanti ” disse Pedro, ridacchiando
“ Davvero spiritoso, Shura ” “ Non mi conosci bene se lo pensi davvero, Aphrodite ”. “ Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo ” “ perché? Ti rode forse che Roger non ti vuole? Ma perché ti preoccupi? Tanto ci siamo noi ” “ Per questo mi preoccupo. In ogni caso andiamo a Palais Royal, nei giardini suona Saint Georges ”.
Fu così che i tre uscirono. A vederli sembravano diversissimi. L’italiano era il più alto, albino e con gli occhi rossi, e i denti anneriti dal tabacco che fumava dalla più tenera età. Poi c’era lo spagnolo, meno alto dell’altro, moro, occhi neri e sguardo penetrante, quasi sempre taciturno e assorto nei suoi pensieri. Poi veniva Ariel biondo e bello come un cherubino, ma letale e insidioso come un demone.
I tre salirono nella carrozza, e Ariel accavallò vezzosamente le gambe, godendosi gli sguardi degli altri due. Non erano dei viziosi, ma Ariel era Ariel, e non se la sentivano di resistergli.
Sapevano che era inutile fargli provare dei sentimenti umani per la contessa, che due anni fa Ariel aveva insultato pubblicamente, ma speravano in un miracolo.
Sapevano anche che la contessa non era sua madre, né il vecchio conte suo padre. Quei sentimenti che di solito nascono per chi ci ha cresciuti sembravano spenti nel petto del bel giovane che li osservava sorridendo sornione, sostituiti da disprezzo, commiserazione e da una ricerca, vana, della bellezza. Ariel voleva solo essere circondato di cose belle, il resto gli sembrava banale, quindi non degno della sua attenzione. Mentre così pensava al carrozzava correva dentro Parigi, diretta al Palais Royal.

***

Si stavano annoiando, forse uscire non era stata un’idea così buona.
Si stavano annoiando, Saint Georges era bello, ma lui voleva qualcosa di più.
Poi lo vide. Era con il colonnello Atanasoski, quel’imbecille. Ma il suo colonnello non c’era, e questo era meglio. Sorrise ai due compari e si alzarono.
“ Atanasoski, che bello vederti ”, disse con la sua voce delicata. “ Il piacere è mio, Lorges, ma stavo meglio prima ”. “ Prima di cosa? ” “ Prima di vere te e i tuoi compari ”, fu al risposta, che lo fece solo sorridere di superiorità. “ Attento, tu e i tuoi amichetti, so tanto su di voi ”. “ E che sapresti, greco? ” fu la risposta di Angelo. Sospirò, toccava a lui salvare la situazione. “ So perché tu - e indicò Angelo - e tu-indicò Pedro che subito mise mano alla spada- siete qui, e so dei rapporti fra voi tre, depravati ”. “ Come osi maledetto greco ” disse Pedro, preparandosi a colpire. “ Stai fermo ” disse lui, fermandolo.
“ Fallo parlare, che parli, se non ha le prove ”, e qui sorrise.
“ Che fate voi qui? Domani entrate in servizio! ” a parlare era stato quel tale, André. “ Monsieur André, giusto? E se non fosse giusto non m’importa, io faccio quel che voglio, vado dove mi pare, con chi mi pare, e poi… chi siete voi per dirmi che cosa devo fare? ” Terminò la frase con una risata, poi fece segno agli altri e si allontanarono.
Quando fu abbastanza lontano disse: “ Lo voglio ”.l “ Chi? Atanasoski? ” fu la replica veloce e brusca di Angelo.
“ Non sono stupido, l’altro, André ”. “ Non complicarti la vita, hai noi, pensavo ti bastassimo ” replicò Pedro. “ Gelosi, forse? No, non dovete, ho detto che lo voglio, non che lo amo, lo voglio e lo avrò, ricordate queste parole, o sarà l’ultima cosa che faccio in vita mia! ”

   
 
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