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Autore: MaryElizabethVictoria    13/09/2010    1 recensioni
La vita 'perfetta' di una ragazza assolutamente normale con una bella casa, un lavoro che le piace, molti amici e un padre che l'adora viene sconvolta dall'incontro con un ragazzo che di normale non ha proprio niente...ma questo è solo l'inizio di una catena di evnti che la porterà,suo malgrado, a trovarsi al centro di un complotto governativo e a dover scegliere da che parte stare. A dover scegliere tra l'amore e la felicità.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Per BGE, ciao ho messo il nuovo capitolo appena ho potuto, meglio tardi che mai...come sempre sono lieta che la storia ti interessi anche se mi sta vendeno più lunga di quanto immaginassi, spero non sia un problema, s epiace potrei perfino allungarla ma il tempo tiranno è quello che è ... aspetto sempre il proseguo della tua storia mi raccomando, appena puoi sai cosa fare... buona lettura!!MEV

 

Kathrine sbuffò pesantemente annoiata.

Era ormai circa una settimana e mezza che erano partiti e fino ad allora della ‘grande avventura’ che le avevano prospettato non si era vista nemmeno l’ombra ...  a meno che per avventura non intendessero viaggiare in auto sette giorni di fila con brevi pause i una notte in stanze di  motel pidocchiosi, che puntualmente dovevano dividere con topi grandi come gatti , cibo schifoso, orari tremendi, ecc.

Come se non bastesse durante quelle soste forzate a Kat era stato categoricamente vietato di uscire o di avere qualsiasi contatto con l’esterno. Praticamente era in isolamento da una settimana, senza nemmeno avere la possibilità di leggere un giornale o ascoltare la radio. La televisione era off limits naturalmente, nessuna di quelle bettole disgustose in cui si erano fermati ne era provvista ... francamente si riteneva fortunata che ci fosse il bagno, o almeno qualcosa di molto simile. Zack e Vada uscivano qualche volta a prendere da mangiare  o a fare lunghi giri misteriosi senza degnarla di una spiegazione, Kathrine chissà per quale motivo non poteva e per buona misura la chiudevano dentro a chiave.

Per la sua sicurezza, dicevano, Kat non ci vedeva del tutto chiaro in quelle faccende.

Quando Vada restava a farle compagnia, termine elegante per dire sorvegliarla, almeno poteva parlare con qualcuno. Le aveva raccontato tutto della loro fuga e del modo in cui vivevano, probabilmente più di quello che Zack le avrebbe lasciato dire se fosse stato presente... ovviamente il tema ‘aneddoti imbarazzanti’ su di lui non era stato trascurato. Per neiente. Quando si trovava sola invece, e  accadeva spesso, Kat  si era dovuta arrangiare per trovarsi qualcosa da fare per non impazzire.

Il borsone che le aveva dato suo padre era praticamente un piccolo kit della fuga: conteneva alcuni vestiti, provviste, documenti falsi, dodicimila dollari in contanti e altri libretti bancari di conti esteri ... ah si, e soprattutto dentifricio e spazzolino da denti! Ma l’oggetto più interessante che aveva trovato al suo interno era stato un pesante faldone grigio che conteneva appunti, formule e sintesi delle ricerche del professor Shepard insieme a tutte le cartelle cliniche di Kathrine e alla mappatura del suo dna. Inizialmente aveva messo tutto da parte, non avendo ancora digerito la tremenda rivelazione non era riuscita nemmeno ad aprire quei documenti, ma poi un po’ perchè non aveva nient’altro da fare e un po’ per curiosità aveva cominciato a dargli un’occhiata. Da allora aveva passato giorni interi a studiare quei fascicoli ... ancora le sembrava impossibile che parlassero di lei.

Presa dalla sua nuova occupazione aveva trascorso un’altra serata di studi sulla genetica, guardò nervosamente l’orologio: erano solo le dieci e si annoiava da morire. Quella regola del non avere contatti con l’esterno era ridicola, pensava Kathrine, ormai dovevano trovarsi miglia e miglia lontani dalla sua città, probabilmente non erano nemmeno nello stesso stato, ma per ogni sua domanda su quale fosse il loro itinerario aveva ricevuto solo risposte vaghe e palesemente evasive.

In pratica non aveva idea di dove fossero diretti nè quanto tempo sarebbe durata la sua segregazione.

Non farti notare, non correre rischi inutili, stai qui buona ferma e zitta, bla bla bla bla ... non ne poteva più!

In fondo se usciva una mezz’oretta a prendere aria cosa poteva capitarle di male? La sorte sembrava concordare con lei visto che la porta della stanza era rotta e non era possibile chiuderla se non col chiavistello ... anche se si trattava di una piccola stradina poco illuminata di un quartiere evidentemente malfamato la possibilità di fare quattro passi nell’aria fresca della sera le sembrava una grande conquista.

Poter stare tra la gente, anche se si trattava in prevalenza di tossici o prostitute, era un sollievo dopo giorni di confinamento. Ad un tratto notò qualcosa che attirò la sua attenzione, si trattava di un giornale vecchio d qualche giorno abbandonato sul ciglio della strada, sul titolo della prima pagina anche se macchiato si leggeva a caratteri cubitali il cognome Shepard. Kathrine lo raccolse incuriosita, ma non ebbe il tempo di leggere di che si trattava ... in quel breve momento di distrazione non si accorse del pericolo in arrivo.

- Ehi bellezza, sei sola?- un gruppetto di uomini l’avvicinò con fare spavaldo, erano in cinque e tutti col poco raccomandabile aspetto dei piccoli gangster della zona - Vieni con noi, ti offriamo da bere... e magari poi puoi offrire tu qualcosa a noi.

-Scusate, non sono interessata- ribattè lei freddamente, ma quando cercò di allontanarsi altri due di loro le bloccarono la strada deliberatamente.

-Avanti tesoro non farti pregare ... ti paghiamo in contanti!- l’uomo che aveva parlato prima  tentò di afferrarla per un braccio ma Kat si ritrasse velocemente, finendo addossata al muro.

-Ok, adesso lasciatemi stare e farò finta che non sia successo niente- disse cercando di suonare sicura di sè quando non lo era affatto. Nel frattempo si guardò intorno in cerca d’aiuto, ma nessuno dei passanti sembrava disposto a venire in suo soccorso e rischiare di prenderle al suo posto, anzi tiravano dritto facendosi gli affari loro da bravi vigliacchi.

-Bel temperamento ... per una puttana!- commentò il brutto ceffo - Adesso sta zitta e vieni con noi bambolina...

-Lasciami andare brutto scimmione! Levami le mani di dosso!!- Kat cercava di divincolarsi a fatica, consapevole che l’unica possibilità era scappare in un loro momento di distrazione. Riuscì a sgusciare verso un piccolo varco tra i cassonetti ma la sua fuga fu breve, fu nuovamente afferrata per le spalle e rigettata contro il muro ... in cinque le furono subito intorno e si ritrovò bene presto accerchiata.

Vide la mano di uno di loro sollevarsi su di lei e chiuse gli occhi terrorizzata, aspettando di ricevere un ceffone in faccia che per sua fortuna non le arrivò mai.  Quando li riaprì Zack era davanti a lei, con la solita espressione neutra, aveva bloccato il suo aggressore, era salva ... o almeno così credeva.

-Spiacente, c’è stato un malinteso- annunciò con fare pratico, la cinse per la vita con una presa fin troppo stretta così che Kat ebbe la conferma che doveva essere incazzato a morte con lei-  l’ho già pagata per l’intera notte ... e non mi piace dividere.

Kathrine arrossì all’istante per l’inammissibile allusione, fatta tra l’altro di fronte a una piccola folla di passanti e curiosi che popolavano il quartiere dove le liti per una prostituta erano all’ordine del giorno. Prima che Kat potesse replicare con tutta la sua indignazione si ritrovò nuovamente contro il muro ... solo che questa volta era Zack a tenerla ferma per i polsi e la stava baciando senza la minima delicatezza. Appena si riprese dall’iniziale stupore cercò immediatamente  di levarselo di dosso ma non vi fu verso, era più forte di lei e la teneva premuta tra il suo corpo e la parete. Non fu certo grazie agli inutili sforzi di Kathrine che poco dopo si staccò da lei come se nulla fosse.

- Credetemi, non ne vale la pena ... è una principiante -  commentò tranquillamente, e la gang sembrò convinta dalla piccola dimostrazione, solo quando se ne furono andati ridacchiando tra loro Zack la lasciò andare, o meglio le lasciò i polsi e prese a trascinarla per un braccio verso la loro stanza.

-Come ... hai ... osato ... baciarmi?!- protestò lei in tono basso e allibito, mentre si lasciava condurre come un manichino ancora sotto shock.

-Ti dice niente l’espressione ‘non farsi notare’ ?! - ribattè lui- Dovrebbe perchè te l’ho detto e ripetuto non so più quante volte e nonostante ciò te ne vai ancora in giro in cerca di guai ...- dire che ce l’aveva con lei era un eufemismo dal momento che se l’espediente del bacio non avesse funzionato sarebbe stato costretto a metterli tutti e cinque al tappeto davanti a tutti, facendo irrimediabilmente  saltare la loro copertura. Per colpa di quella incosciente.

-Si, ma tu mi hai baciata!- insistette Kathrine, anche lei piuttosto alterata.

- Smettila ... guarda che è stato un sacrificio anche per me- si giustificò Zack- e comunque non ti sarebbe successo niente se fossi rimasta dove dovevi stare, cioè qui dentro fino a nuovo ordine.

-Fino a nuovo ordine ... ma come osi?! Io non prendo ordini da te!

-Ti conviene cominciare se vuoi sopravvivere, non credi?!

-Ehilà! Ragazzi ... cosa mi sono persa?- in quel momento Vada rientrò in camera allegramente  portando la spesa, probabilmente fu il suo intervento ad impedire un bagno di sangue.

-Kathrine se ne andava in giro tranquillamente nonostante le abbia detto chiaramente di restare qui- spiegò Zack brevemente.

-E lui mi ha baciata!- lo accusò lei puntandogli contro l’indice.

-Se non l’avessi fatto poteva accaderti di peggio, prova a pensarci!

-Calma gente, uno alla volta, non vi posso lasciare soli cinque minuti che subito ci date dentro eh ...-Vada, in mezzo ai due che si guardavano in cagnesco, sospirò con fare allusivo- Se qui sono di troppo potevate dirlo! Avete bisogno di un po’ di privacy per ... diciamo concludere la discussione?- i due in questione la fissarono indignati al solo pensiero.

-Vada, per favore non mettertici anche tu ...- la supplicò Zack.

Nel frattempo Kathrine aveva deciso di ignorarlo per mostrarsi superiore, concentrò quindi la propria attenzione sul giornale che aveva recuperato da fuori. Finalmente lesse il titolo per intero della prima pagina e restò di marmo.

-Allora ... come bacia mio fratello?- le chiese Vada allegramente, ma Kat non rispose, non l’aveva neanche sentita. Non riusciva a staccare gli occhi dal titolo del malandato giornale.

 

PROFESSOR ANTHONY SHEPARD ASSASSINATO IN CASA SUA

Sua figlia, Kathrine Shepard, dopo avere commesso il delitto ancora latitante

 

 

  
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