LIPS
Questo mio scritto è
pubblicato senza alcuno scopo di lucro.
Stavo
lì…seduta nel mio ufficio ad aspettare che tutti gli altri andassero a casa,
prima di fare anche io la stessa cosa. Era stata una giornata stressante…a
dirla tutta però poteva essere ancora peggio.
L’assassino
del caso che ci era stato assegnato proprio ieri è stato catturato poche ore
fa, senza nessuna ripercussione causata dal mio indisciplinato consulente che
come al solito andava a mettere il naso ovunque pur di rendermi la vita impossibile.
L’unico
problema è sorto quando mi sono avvicinata per ammanettare l’assassino, che con
un movimento veloce quanto inaspettato si era voltato sferrandomi un pugno in
faccia, facendomi accasciare a terra sanguinante. Se non fosse stato per il tempestivo
intervento di Cho credo proprio che ci sarebbe sfuggito.
Da quel
momento sono rimasta chiusa nel mio ufficio con le tende rigorosamente
abbassate per evitare che qualcuno potesse vedere il livido che stava man mano
allargandosi sul mio labbro.
Un lieve
bussare alla porta mi riportò alla realtà.
-Lisbon…avanti
apri la porta!-
Era
incredibile; aveva già bussato una decina di volte nell’arco di un’ora e non si
era ancora arreso.
-Lo so che
sei qui dentro! Ti pregooooo!-
Sapeva
essere così insistente quando si metteva di impegno che un bambino di cinque
anni in confronto era un angioletto.
Mi alzai,
seppur riluttante, dalla sedia e mi diressi verso la
porta, facendo scattare la serratura, dopodiché tornai a sedermi alla scrivania
concentrandomi per quanto possibile sullo schermo del computer.
Sentii la
porta aprirsi leggermente per poi essere richiusa, mentre il suono dei passi
andava avvicinandosi.
Non alzai
lo sguardo per non incrociare il suo, che mi scrutava dall’altro lato della
scrivania; potevo facilmente sentire i suoi occhi percorrermi tutte le linee
del viso, fino a che sentii le sue dita sotto il mio mento.
Mi fece
voltare leggermente, mentre io incrociai inevitabilmente il suo sguardo, per
guardare l’entità della ferita e non potei fare a meno di notare il cambiamento
della sua espressione e non posso nascondere che la cosa mi diede un po’
fastidio.
-Non è
niente! Cosa sei venuto a dirmi?- dissi voltandomi dall’altro lato velocemente.
-Fammi dare
un’occhiata; non ti sei neanche fatta medicare dai paramendici!- esordì con
tono serio.
-È solo un
graffietto…non c’è bisogno che ti disturbi tanto!- risposi abbozzando un mezzo
sorriso che però non venne ricambiato.
-Lisbon per
favore!-
Mi lasciai
convincere, e andai a sedermi sul divano del mio ufficio, mentre lo osservavo
frugare nella cassetta medica, fino a che non estrasse una pomata.
-Non è
necessario, davvero! Appena arrivo a casa ci metto un po’ di ghiaccio sopra e
poi è solo una questione di tempo. Sarà guarito tra qualche giorno!- provai a
spiegare, improvvisamente a disagio non appena si sedette sul divano affianco a
me, con quel suo solito sorrisetto stampato in volto, mentre apriva il tubetto
della pomata.
-Farà un
po’ male!-
Una fitta
di dolore mi trapassò il labbro proprio dove quel bastardo mi aveva colpito
poche ore prima.
-Scusa!-
sussurrò.
Lo osservai
mentre il suo viso si avvicinava al mio; sentivo il suo tocco leggero sfiorarmi
delicatamente, mentre l’effetto rinfrescante e il suo odore mi inebriarono il
naso, mischiandosi con la colonia di Jane.
Osservai il
suo sguardo attento e concentrato mentre faceva una cosa apparentemente
semplice e allo stesso tempo percepii un suo ricciolo sfiorarmi delicatamente
la fronte facendomi il solletico.
Rimasi
sorpresa; non l’avevo mai visto così premuroso con nessuno prima d’ora,
d’altronde lui era sempre stato un tipo molto egoista.
Non appena
si allontanò, re iniziai a respirare; non mi ero neanche resa conto di essere
rimasta in apnea per tutto questo tempo.
-Ora
dovrebbe sgonfiarsi leggermente e dovrebbe farti anche meno male tra poco!-
disse sorridendomi.
-Grazie!-
risposi tornando in me –Non vedo l’ora che guarisca; odio dovermi mettere chili
di trucco per coprire il livido! Mi sento orribile!- esclamai rialzandomi per
tornare alla mia scrivania, fino a che una mano mi afferrò il polso facendomi
voltare, ritrovandomi con il volto del mio consulente a pochi centimetri di
distanza.
Vidi la sua
mano sollevarsi, sino a che arrivò ad accarezzare la mia guancia.
-Tu sei
sempre bellissima Teresa!- sussurrò mentre andava a posare un leggero bacio
sulle mie labbra, dall’altra parte rispetto al livido.
Rimasi
immobile per non so quanto tempo, mentre un leggero brivido scendeva lungo la
mia schiena.
Mi ritrovai
sola, imbambolata nel mezzo del mio ufficio, indecisa se credere che fosse
stato un sogno o realtà, quando ad un tratto mi accorsi di tenere qualcosa
nella mano destra: la pomata.
-Mettici
del ghiaccio!-
L’urlo
arrivò dal bullpen e non avevo bisogno di uscire fuori dall’ufficio per
scoprire chi era…lo sapevo benissimo!
FINE
Spero vi
sia piaciuta…non è molto ma volevo pubblicarla lo stesso quindi eccola qua!
Recensite!!!!