Jack Tempesta esiste veramente.
Jack Tempesta è il cattivo ragazzo da non presentare mai alla
mamma.
Jack Tempesta è il brutto tipo con cui non vorresti mai avere a che fare.
Jack Tempesta ti entra dentro, scava e graffia fino alle ossa e non puoi fare a meno di dire 'ancora'
Incontrarlo vuol dire vivere in un
istante di tempo andato a male.
Jack Tempesta è gravemente insonne.
Sente la sua voce risuonare come un eco lontano. Non
riesco... aspetta.."Sì" sussurra aprendoli piano, concentrata solamente sul
corpo del suo compagno che si è fermato.
C’è solo la minuscola lucetta in fondo alla stanza che proviene dal faretto da
lettura, l’indispensabile per darle un’idea dei contorni del suo amante
occasionale. Il signor M si solleva da lei, facendo scivolare la coperta dalla schiena
e rivelandosi un po’.
Mira lo osserva con la vista offuscata, semi sdraiato sopra di lei, immobile e
silenzioso, nell’attesa di qualcosa.
Avrà la sua età, forse qualcosa in più.
Quella visione inattesa scatena un lato di se che non conosceva, una parte che
non le piace, cattiva e perversa che la mette a disagio, che la stuzzica ad approfondire, a cercare
di capire fino a dove può spingersi con lui.
Allunga una mano un pò esitante, posandola sul viso e accarezzandolo, facendogli
alzare il collo e spingendolo verso la luce.
“No, Mira!” sbotta girando la testa verso la penombra “no”
Lei lo guarda attentamente. Qualcosa riesce a vedere, ma quel corpo che si muove
sopra il suo le rende difficile il compito.
Ma poi…chi se ne importa…pensa illanguidita dalla posizione, dalla situazione.
Da lui.
La guarda con un sorriso evanescente che può solo intravedere e gira la testa di
scatto, baciandola. “Ho sempre una posizione di vantaggio su di te” sussurra con
la voce roca, muovendosi di nuovo e facendola crollare.
Gli piace come muove la schiena, gli piacciono le sue gambe attorno alla vita.
“Perché?”
“Ti vedo benissimo... sei... spettacolare” sussurra tornando a baciarla sulle
labbra e affondando di colpo, facendola urlare.
Mira si aggrappa alle sue braccia e getta indietro la testa, non riuscendo a
smettere di muoversi incontro al suo amante che ci sa fare, dio se lo sa fare,
ma forse è lei, è lei, si... no..
SI!
Il mondo gira come cristo comanda, va esattamente come deve andare. La sente
sussurrare fra un gemito e l'altro, apprezzamenti su di lui che non lo
scalfiscono. Che sta dicendo? Non è vero, non si crede mai a quello che
le donne ti raccontano nel letto. Credete che dicano la verità, mentre stanno
godendo e capiscono solo quello che hanno dentro? Sta zitta, non è vero,
smettila!
Si china a baciarla, un bacio che Mira ricambia con passione.
La sente.
La sente con troppa violenza.
L'ha intrappolato.
Si lascia sfuggire un gemito roco mentre la sua compagna riempie la stanza di
gridolini.
Per una frazione di secondo, il signor M pensa che potrebbe anche farlo, se glielo
chiedesse, potrebbe lasciarsi vedere da lei.
Poi Mira grida di nuovo, si dibatte, lo stringe e cerca di spingerlo via, allo
stesso tempo e s'immobilizza, lo risucchia dentro di se e lo svuota di tutto il
suo essere. Le lascia il polso che ha stretto tutto il tempo; le avrà fatto
male, ma ora è tutto ordinato, perfetto. Si lascia scivolare addosso a lei con
un lungo sospiro che fugge e si confonde con il respiro corto della sua donna.
Si lascia scivolare sul suo seno e per un secondo solo, pensa che dopo lo farà
di nuovo, si.. dopo.
***
Il signor M …ci piacerebbe dirvi il vero nome, ma non lo sappiamo neppure noi.
Nell'ambiente è conosciuto come Jack Tempesta, ma ha fin troppi nickname per
poterli elencare tutti. Lo abbiamo seguito mentre saliva sulla Chrysler blu
notte con la sua valigetta marrone bruciato e il suo bel vestito elegante.
Lo abbiamo seguito mentre tornava nella sua casa temporanea e preparava la
valigia. Lo abbiamo visto pedinare Marv, facendogli compagnia mentre viaggiava
solo sull’interstatale B7.
Noi possiamo dirvelo, com’è realmente.
L’aspetto fisico? Accontentatevi delle descrizioni di Mira che sta prendendo
una mezza cotta per lui.
Non intenzionalmente, però: sulla base umana, qualsiasi situazione rischiosa
comporta immediata attrazione verso il sesso opposto. È naturale, un meccanismo
riproduttivo piuttosto bieco, a dir la verità.
Dopo questo breve excursus naturalistico - comportamentale, riprendiamo la
nostra storia.
Il signor M è un bravo ragazzo, laureato con buoni voti e uno stipendiuccio non
indifferente. Lavora poco e guadagna molto. Inoltre, non pagando le tasse -
perché l’attività ‘L***M*** sgomberi specializzati’ non rilascia fattura - è più
ricco di noi e voi messi insieme.
Aveva una ragazza completamente all’oscuro del suo lavoro che l’ha lasciato
senza un motivo speciale.
Non ci sei mai.
Non hai un progetto di vita.
Non vogliamo le stesse cose.
Sarebbe meglio non vederci più.
Noi quel giorno c’eravamo e abbiamo assistito alla scena con un certo
dispiacere. Ma fregatene, è una stronza. Si chiude una porta e si apre un
portone… si dice così, no?
Il signor M ha mentito a fin di bene, dicendole che era fidanzato.
E’ stato carino da parte sua: l’aveva vista così agitata che si era intenerito
un bel po’… e quando gli ricapitava di salvare la fanciulla in pericolo?
Questa non l’aveva previsto.
Non aveva previsto un po’ di cose, ma era stato in gamba e se l’era cavata. Ora che la guarda, stesa accanto a lui, non sa come uscirne.
Non aveva previsto che ci sarebbe stata,
era una donna che aveva subito uno shock dopo l'altro.
Per ultimo lui.
Una pericolosissima ciliegina che si sta arruffando i capelli e rimescolando il
viso con una mano. Lei dorme placida e beata e lui non ha un briciolo di sonno.
E' troppo sconvolto per riuscire a pensare lucidamente.
Aveva pianificato tutto per bene, e poi....
Si sente... esaurito. Come se gli avesse succhiato via tutte le energie.
Svuotato, frastornato. Un fastidioso 'Tu - tum' nelle orecchie
E adesso? Che si fa?
Quello che faccio sempre. Si alzò e aprì la valigetta piena di
armi. Quando non hai sonno, non c'è niente di meglio di un lavoretto di
precisione.
Prese le armi che aveva usato e che doveva ancora pulire e cominciò a smontarle
con attenzione, toccandole come se fosse stato il corpo di Mira.
Mi manca solo di darle un nome, a questa sciccheria, ridacchiò
internamente raddrizzando la schiena e orientando meglio la luce.
"Che fai?"
Il signor M sobbalza e spenge la luce all'improvviso, lasciando cadere un proiettile
che cade a terra e rotola fino ai piedi di Mira, assonnata e con la sua
maglietta stretta addosso.
"Niente" borbotta incupito "ma non stavi dormendo?"
"No. Sonnecchiavo. Ho dormito anche troppo, non pensi?" domanda piegandosi e
abbracciandogli le spalle, cosa che lo mise in agitazione. Che voleva dire
quell'abbraccio?
Mira segue il suo sguardo fino al tavolo dove giacciono le armi smontate e per
un secondo si ritrae un pò spaventata.
"Le pulivo" commenta laconico respirando il suo profumo mentre lei posa il
proiettile in piedi sul tavolo.
"Posso restare qui?"
Quel tono dolce lo fa quasi voltare verso di lei "se ti va. Vestiti, però, non
prendere freddo."
"Ok. Sta tranquillo, non ti guardo. Puoi accenderla, quella luce."
Lascia che si allontani e riprende il suo lavoro. E' nervoso, non è abituato ad
avere una donna che gli gira alle spalle.
"....I pezzi maggiori di una pistola automatica
sono la canna e il carrello. La canna termina da un lato con la
bocca - la volata - e dall’altro con la culatta. All’interno la canna è
completamente rigata dalla volata alla camera di cartuccia, che si trova dal
lato della culatta. In una sezione detta castello si trovano il percussore e
la sua molla antagonista. La canna è alloggiata nel carrello, la cui funzione
primaria di sicurezza è quella di chiudere la culatta e sigillare la cartuccia
nella camera. Sempre nel carrello trova posto un altro meccanismo di sicurezza:
la leva di sicura. Il fusto, detto anche impugnatura..."
"Aspetta aspetta!" Mira ridacchia per un secondo,
posandogli le mani sulle spalle " non ci sto capendo niente, vai più piano"
"E sia. Dicevamo....l'impugnatura contiene il cane, il serbatoio delle
cartucce con la sua molla e la catena di scatto. Quest’ultima inizia
con il grilletto, con il suo ponticello di protezione e attraverso una
serie di leveraggi alla pressione di questo si ha lo sgancio del cane che
era stato precedentemente armato o da un precedente arretramento del carrello
(manuale o per colpo sparato) oppure dal pollice del tiratore - questo lo fanno
nei film con la Colt 45 " precisa facendola sorridere "Nella parte superiore di
una pistola ci sono gli organi di mira: tacca e mirino, poi un bottone
di svincolo per lo smontaggio, la molla antagonista di recupero e i
meccanismi di blocco/sblocco, che consentono parziali movimenti
indipendenti dell’insieme canna-carrello. "
"Sparare e via deve essere più semplice "commenta lasciando che i capelli gli
scivolino su un braccio "scusa" sussurra togliendoli velocemente.
"Non mi davano fastidio" riprende con voce pacata " Ora... come avviene un ciclo
di sparo? Partendo dall’arma scarica ma con il serbatoio riempito e inserito, si
arretra manualmente il carrello e lo si rilascia. Questo fa sì che il cane si
sposti all’indietro, venga sfilata la prima cartuccia dal serbatoio, messa in
camera e bloccata da dietro con l’otturatore. A questo punto una pressione sul
grilletto sbloccherà il percussore mentre il cane, la cui molla non è più in
pressione, ritornerà alla sua posizione “naturale” sbattendo sulla coda del
percussore. Quest’ultimo, spinto violentemente in avanti, andrà a urtare contro
l’innesco della cartuccia provocando l’accensione della carica di lancio e
l’espulsione violenta della palla. La pressione del gas agirà anche
sull’otturatore spingendolo all’indietro, attraverso il fondello del bossolo che
verrà espulso per cominciare un nuovo ciclo di sparo" conclude alzando le mani
"e adesso ti interrogo."
Mira storce la bocca scoppiando a ridere "non ho capito nulla" afferma
giocherellando con la sua cravatta. La guarda maliziosa e gliela fa scivolare
vicino ad un orecchio prima di bendarlo all'improvviso "adesso facciamo un
gioco."
"Non penso proprio" ribatte duro spostando la
testa "Mira, smettila"
"Neanche per sogno. Ti ho fatto giocare con la tua arma per tutto questo tempo,
adesso tocca a me" esclama stringendo il nodo con decisione.
"Ahi!"
"Ahi niente, non dirmi che ti ho tirato un capello che è impossibile" mugugna
con voce minacciosa "adesso che sei in mio potere non so cosa fare."
"Non ti ho ancora spiegato la balistica interna del proiettile."
La donna lo guarda con un sorrisetto "pensi davvero di avermi insegnato
qualcosa? Ho il porto d'armi. So tutto quello che c'è da sapere" ridacchia
sedendoglisi in braccio e spegnendo la luce ."Ecco, così non avrai problemi di
timidezza."
La voce del suo compagno non è più pacata: sta cominciando ad arrabbiarsi. "Mi
stai prendendo in giro?"
"Assolutamente" ridacchia baciandolo sulle labbra e andando a vuoto "ehi!"
"Guarda che io ci vedo anche al buio e bendato" l'avvisa sentendo il suo bacino
muoversi contro la propria volontà. E che cazzo! Si solleva in piedi
portandola con se e mettendola a sedere sul tavolo, scostandosi dal suo
abbraccio caldo "mi sa che ti stai prendendo un pò troppe confidenze"
"Stupido" ringhia allacciando con le gambe e tirandolo verso di se,
costringendolo a baciarla. "Dovrei fartela pagare per avermi lasciata da
sola in quel letto" mormora senza lasciarlo scappare "non è carino nei miei
confronti."
"Non voglio essere carino, tu non mi piaci."
Mente liberandosi da lei e allontanandosi di qualche passo."Lasciami stare, non
cercare di fare amicizia con me."
Mira lo osserva e si sente inspiegabilmente delusa. "Va bene." Scende dal
tavolo, un un certo pizzicore al naso la fa grattare. Che fai, ti metti a
piangere perchè ti ha risposto male? Si chiese scivolandogli accanto e
lanciandogli un'occhiataccia mentre si toglie la benda dagli occhi e la guarda
ciondolare lontano da lui.
Brutto stronzo, borbotta dentro di se grattandosi il naso con forza.
Brutta bestiaccia malcresciuta...
"Ehi..."
L'uomo la guarda ignaro del perchè stia piagnucolando.
Allunga una mano e le tocca la schiena, rimediandosi un miagolante 'via'
come risposta.
Dai, chiediglielo. Chiedile se è colpa tua.
Le labbra sillabano le parole ma la voce non esce. Rinuncia a parlare e la
guarda passarsi una mano sotto gli occhi più volte. E' stranito e confuso. "E' colpa mia?" sbotta tutto d'un tratto facendola
trasalire.
"No"
"Mi sa di si, invece" insiste voltandola dalla sua parte. "Che c'è?"
"Niente."
"Dimmelo."
Lei lo fissa per un attimo e volta la testa costringendolo ad abbassarsi "ti
prendo a schiaffi se provi a dire che mi sono approfittato di te, prima."
Mira lo fissa sorpresa. Non lo vede bene, ma può sentirlo dalla voce che è
stanco e che vorrebbe solo sdraiarsi e dormire.
La ruga che le corrugava la fronte scompare all'improvviso, gli occhi si
asciugano lasciandolo perplesso.
Lo sente sospirare, e quando parla le fa di nuovo quell'effetto.
"Allora?"
Ha la voce calda e bassa... quanto le piace ascoltarlo, si è quasi innamorata
della sua voce.
"Sai le donne come sono" sussurra cercando di liberarsi di lui e
finendo solo contro la spalliera del letto.
"Non lo so come solo. L'hai detto tu."
Mira lo guarda cercando di vederne il viso: è sicura che ha i tratti alterati.
Istintivamente allunga una mano e lo sfiora, tirandolo contro di se e
baciandolo, facendogli schiudere le labbra per insinuarsi leggera leggera.
Il signor M pensa che sa di sale delle lacrime e del sudore; sa di lui e sta cercando
di fregarlo.
Si stacca dalla sua bocca e la guarda, mezzo nervoso, mezzo eccitato. Le prende
il polso che aveva stretto per tutto il tempo e la vede fare una smorfietta:
allora le ha fatto male davvero. Lo bacia e lo massaggia con le dita, stupendola
per la seconda volta.
"Ce l'hai con me perchè ti ho risposto male." Mormora pensando di sbattere la testa al muro per vedere cosa
c'è dentro. Un bel niente!
"Si"
La tira contro di se velocemente, facendola gemere di sorpresa e la stringe,
crollando disteso, senza emettere un fiato. Dopo qualche secondo la sente
rilassarsi, respirare e ammorbidirsi ed è solo allora che glielo chiede di
nuovo.
"Davvero piangevi per quello?"
Mira annuisce allungandosi fra le sue braccia. E' così comodo..."Era da tanto che non stavo così bene...
e poi hai fatto lo stronzo!"
"Pensa se, in più, non ti fosse piaciuto" sospira sentendola tremare. Sta ridendo
sommessamente. E' molto gradevole.
"Ho passato una settimana infernale. Mi ci voleva un pò di calore umano."
Calore umano?! Sta per risponderle quando resta a metà del pensiero. Mira
si è girata verso di lui, morbida gattina che si struscia fra le braccia del
padrone e ha ricominciato a baciarlo.
"Grazie"
L'uomo non l'ascolta, approfondendo il bacio e sdraiandola sotto di se, un
groviglio di eccitazione. "Aspetta a ringraziarmi.."