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Autore: virgily    18/09/2010    1 recensioni
Senza rispondergli allora la piccola mora fece un passettino in avanti, accorciando le distanze tra loro e si mise appena in punta di piedi, era un po’ titubante ma sicura di quello che voleva fare. Si avvicino’ ancora, quel tanto che le bastava per restituirgli un bacino sulle labbra. In quella piccola frazione di secondo, mentre le loro labbra erano semplicemente poggiate l’une sulle altre, sia Craig che Ettie sentirono i loro piccoli cuoricini cominciare a battere forte e quando si separarono la piccina gli sorrise -grazie- ridacchio’ prima di senitre la voce della mamma chiamarla per medircarle la mano. Lascio’ cosi’ Craig solo, sperso nel pieno del suo ingenuo e candido stupore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Just a Picture

 

 

 

Continuo’ a rimuginare immergendosi nel profondo del suo cuore lasciando che il silenzio la cullasse e la aiutasse nella disperata ricerca di una idea. A spezzare il suo soliloquio interno pero’  fu uno strano lamento del moro che continuava a tenere gli occhi serrati; stava sognando e le espressioni buffe che assumeva erano davvero meravigliose ai suoi occhi. Lentamente sguscio’ fuori dal suo sacco a pelo e si avvicino’ appena al suo amico, scostandogli appena una ciocchetta ribelle di capelli che aveva deciso di nascordere quel viso tanto bello quanto dolce. Un ennesimo mugugno la fece ridacchiare prima che gli occhioni castani di Mabbit si spalancarono di colpo, prendendola in contropiede

-c-che fai ridi di me eh? Bella stronza che sei!- ridacchio’ il moro ancora mezzo assonnato, sollevandosi appena per abbracciarla forte, legando le braccia attorno al suo collo. Al solo contatto con il suo petto caldo Ettie si senti’ quasi mancare

-Max? Dove si e’ cacciato?- le domando’ senza sciogliere l’abbraccio

-dentro... Sentiva freddo-

-che pippa! E menomale che voleva dormire senza sacco a pelo- ridacchio’ Craig scostandosi appena, quel che bastava per guardare il visetto angelico di quella ragazza con cui aveva passato la sua infanzia

-e tu invece? Come mai sei sveglia?- chiese fissandola intensamente nei suoi occhioni verdi, cosi tanto da notare un leggero rossore sulle sue guance pallide

-io? Hem... Ecco...- comincio’ la moretta cercando di trovare una scusa plausibile

-ho fatto un incubo- rispose immediatamente abbassando lo sguardo, non era ancora pronta a mantenere cosi’ tanto in contatto con lui. Il moro dal canto suo osservo’ la giovane al suo fianco e le diede un lieve bacio sulla guancia, fancendo si’ che le sue guance vampassero improvvisamente ancora piu’ di prima

-dai infilati nel mio sacco a pelo- affermo’ improvvisamente sciogliendo l’abbraccio con l’amica, cosi’ che potesse allargare la grande sacca blu incui stava dormendo

-c-come?-domando’ improvvisamente Ettie rimanendo per qualche secopndo ancora spaesata dalla proposta del suo moretto

-dormiamo insieme, come quando eravamo piccoli ricordi?- ridacchio’ Mabbit stendendosi al suolo allargando le braccia, pronto per accoglierla al caldo sul suo petto. Un po titubane la mora si distese con la testa sul suo torso, lasciando che il profumo della sua pelle la inebriasse, e che le sue braccia le donassero calore e protezione

-sara’ piu’ di un mese che non dormiamo piu’ insieme vero?- domando’ improvvisamente la giovane, mentre lentamente percorrava delle piccole circonferenze sopra la maglietta scura del suo compagno, il quale ad occhi socchiusi gustava ogni singola nota di quella melodica vocetta, che sin da quando era bambino riusciva a farlo incantare

-gia’... beh e’ raro che io e te rimaniamo soli-

-vero...- rispose Ettie sbuffando appena; sentiva il cuore a mille e gia’ non sapeva piu’ cosa dire. Tutto quello che sapeva tuttavia era che doveva inventarsi qualcosa, altrimenti Max, come minimo, le avrebbe dato sul serio quel calcione che le aveva promesso. Fortunatamente pero’, come un lampo, un’idea trapasso in pochi secondi la psiche della giovane. Ridacchiando appena del fatto che la sua trovata era maledettamente geniale, la mora fece scivolare la mano dal petto di Craig sino alla tasca sinistra dei suoi jeans e afferro’ il cellulare

-Ett? Ma che...- domando’ improvvisamente il ragazzo allarmandosi della “manina curiosa” che si stava aggirando per il suo sacco a pelo

-immortaliamo questo momento. Facciamo una foto di me e te che dormiano, proprio come ai vechi tempi, che dici?- domando’ la ragazza facendo brillare i suoi grandi occhioni verdi, ai quali Mabbit purtroppo non seppe resistere. Velocemente allora sfilo’ in cellulare dalle mani bianche e morbide della sua amica e punto’ la telecamera sopra di loro; si sistemarono in modo da essere vicini vicini e serrarono gli occhi; l’effetto ottenuto alla fine fu un bel primo piano dei loro visi che vicinissimi sembravano che stessero per scambiarsi un dolcissimo bacio

-questa foto la incornicio... giuro- ridacchio’ il giovane sorridendole dolcemente, non facendo caso alla lacrimuccia che era sgusciata via dalle iridi verdi della sua compagna, rigandogli l’intera guancia. Tuttavia riuscii a scorgerla soltanto quando essa raggiunse le sue bellissime labbra fine e rosee, lasciandole una piccola scia luminosa su tutta la sua pelle bianca come il latte

-Ettie? Hey che hai?- domando’ successivamente stringendola al suo petto, lasciando che si nascondesse al sicuro tra le sue braccia calde e avvolgenti

-n-non voglio partire. Craig io non posso lasciarti... non voglio- singhiozzo’ la moretta annacquando l’intera maglietta nera a maniche corte del suo amico d’infanzia, il quale non curante del guasto all’indumento aveva per la testa soltanto un pensiero: quello di rallegrarla... sebbene neanche a lui piaceva il fatto di doverla lasciare, e abbandonarla. Afferro’ il suo visetto arrossato tra le mani e lo porto’ al suo, immergendosi per forse l’ultima volta all’interno di quegli occhi che da sempre avevano creato scombussoli nel suo cuore e nella sua mente, sebbene non dimostrasse piu’ di una semplice amicizia, o peggio una “fratellanza”.

-i-io... tu, sei importante per me.- affermo’ la giovane stringendogli forte un lembo della maglietta dietro la schiena di Mabbit, il quale non esito’ a stringerla ancora, sommergendo il viso nella sua coltre di capelli corvini che da sempre avevano lo stesso e identico odore dolcissimo e suadente: vaniglia e fiori d’arancio

-se potessi fermare il tempo farei si che questo momento non finisse mai Ett. Cosi’ che tu non possa mai allontanarti da me, neanche per un secondo... – sussurro’ il giovane a sua volta mentre le sfiorava appena la folta chioma con le dita, quasi come se volesse coccolare quei soffici boccoli color pece

-e’ molto bello quello che mi hai detto lo sai?- ridacchio’ la moretta sentendosi quasi mancare alla affermazione del suo “amato”

-Ett...- la chiamo’ afferrando nuovmente il suo visetto piccolo e candido per portarlo al suo e scrutarla un’ennesima volta negli ochi; aveva paura di quello che stava per dire, ed era sicuro che alla fine avrebbe detto una delle sue solite menzogne

-tu... sei la mia migliore amica... e farei di tutto per tenerti vicina a me- affermo’ abbassando di colpo lo sguardo maledicendosi da solo, come al solito aveva scelto la via piu’ breve per svicolare dalla realta’ cosi’ meravigliosamente spaventosa

-ah... capisco- rispose la ragazza cercando di non scoppiare in lacrime, Mabbit era stato chiaro: lei era, e sarebbe sempre stata la SUA MIGLIORE AMICA. Sentiva il suo fragile cuoricino frantumarsi in mille piccole saglie ma non voleva darglielo a vedere, gia’ stava per lasciarlo... non poteva dargli un’ennesima preoccupazione, non quella mattina.

  
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