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Autore: Blue Flower    19/09/2010    2 recensioni
Questo è il sequel di "Chi E' Che Crede Nell'Amore?" dove abbiamo lasciato Edward e Bella felici a Londra e Liam alla ricerca della sua strada e quindi della felicità. Lui scoprirà che non è facile come pensava ma una persona molto legata a Bella e ai Cullen lo aiuterà...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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“Ho un asciugacapelli nel secondo sportello di quel mobile bianco, nel bagno” Renesmee gli indicò un punto e lui annuì mentre sorseggiava con gusto un liquido scuro dentro a un bicchiere.

Le aveva prestato una felpa grigia, in cui lei sprofondava. “Pensi di rimanere?” domandò d’un tratto Liam sorridendo. “Ricordati che io devo magiare” rispose lei sarcastica, come per dirgli “no”. Lui scomparse velocemente dietro alla porta di un’altra stanza.

Renesmee rimase in bagno, a contemplare la sua immagine riflessa nello specchio.

Non si era mai piaciuta.

In lei c’era troppo di sua madre, troppo poco di suo padre.

Aveva sempre voluto bene a Edward, ma Bella… Aveva iniziato ad odiarla già molti anni prima. Un ricordo l’assalì violento come non mai.

 

“Mamma, com’è la fuori?” le domandò piena di curiosità. “Niente di importante. Tutto quello di cui hai bisogno è qua…” le rispose Bella con il solito tono da mamma apprensiva che assumeva in quelle situazioni.

Renesmee se n’era andata senza dire nulla. Poco dopo aveva sentito i suoi genitori discutere. “Non la puoi proteggere da tutto, Bella. Nostra figlia deve sapere!” era la voce di suo padre. “Ma se posso proteggerla, perché non farlo?” “Perché così la privi della sua vita” “Il discorso è chiuso, Edward. E’ tutto” sua madre uscì dallo studio del nonno con passo solenne. Poi ne uscì pure suo padre che la prese in braccio e le stampò un bacio sulla guancia rosea. “Ti prego Nessie… Ricordati che la mamma ti vuole bene” “Certo!” sorrise lei ingenua. Non si sarebbe ricordata di quella promessa.

 

I riccioli le ricadevano morbidamente sulle spalle e scendevano fino al seno. Era da tanto che non vedeva la sua immagine riflessa: era cambiata. I suoi tratti erano più maturi, le forme non più di una ragazzina, ma di una giovane donna. Eppure lei non si sentiva affatto così. Poi arrivò a posare lo sguardo sui suoi occhi color cioccolato.

Quanto li odiava…

Erano gli occhi da cui cercava di scappare ormai da quarant’anni. Poi Liam bussò alla porta.

“Avanti” lui entrò. Aveva le movenze aggraziate, come tutti i vampiri. Ma allo stesso tempo si avvicinava a lei come un cacciatore si avvicinava alla preda.

“Puoi venire un attimo in salotto con me?” lei annuì. La condusse in una stanza spaziosa, illuminata da un grande lampadario di cristallo. la moquette era rosso bordò, le pareti color avorio e i mobili di un legno molto chiaro. I divani erano disposti a elle ed erano dello stesso colore del muro. In mezzo ai divani c’era un tavolino con un vassoio d’argento. Dentro quello c’era un piatto con un mega cheeseburger e delle patatine provenienti dal MacDonald lì vicino.

Bon appetit mademoiselle!” disse lui indicando il tavolino. “Insomma… il massimo del sano” lui parve divertito. “Non ti piace?” “Non ho detto questo…” rise. Si sedette su uno dei divani, Liam si poggiò delicatamente all’angolo dell’altro.

“Noi dobbiamo parlare” cominciò Renesmee addentando estasiata il cheeseburger. “Giusto… del resto sei qui per questo” “Innanzitutto io direi di dimenticare quello che è successo qua fuori…” disse secca lei, spostando lo sguardo verso la finestra. “Dimenticare? Non è bello dimenticare…Io preferisco sempre ricordare le cose” “Sei il massimo della simpatia…” disse lei atona. “E tu non hai senso dell’umorismo” “Ti sbagli, io non ho senso dell’umorismo alla Liam…” “Va bene, parliamo” sussurrò lui facendosi improvvisamente serio.

“Inizio io… Fammi tutte le domande che vuoi” disse sdraiandosi sul divano. “Bene… Quanti anni hai?” lui sorrise. “Non sei un tipo facilmente impressionabile vero?” Renesmee scosse il capo. “Diciamo che… ho conosciuto di persona Carlo Magno” lei strabuzzò gli occhi. “Medioevo?” “Medioevo” affermò lui. “Cosa c’entri tu con mia madre?” lui abbassò lo sguardo, che si fece improvvisamente mesto. “La amavo” la ragazza lo guardò con occhi diversi. Come una persona che aveva sofferto. Ma non poteva immaginare che quella era solo una piccola parte della sofferenza di Liam. “Devi sapere che quando ho conosciuto tua madre, non ero la stessa persona che sono ora… Ero affetto, come tutta la famiglia Swan “vampira”, da una maledizione terribile. In me albergava la Bestia. Non so bene come spiegarti cosa provavo. Diciamo semplicemente che la normale sete, in confronto alla brama di sangue della Bestia, non è niente di più che un fastidio in lontananza” lasciò a Renesmee un po’ di tempo per ragionare. Lei non riusciva a capacitarsi che i suoi genitori le avessero taciuto una cosa del genere. “Loro lo hanno fatto per il tuo bene… Comunque sia, sono stato io ad innestare la maledizione. Ero innamorato di una donna avvenente di nome Lisbeth. Lei era tale e quale a tua madre… erano uguali, ma solo nell’aspetto. Insomma, questa donna era la figlia di un terribile stregone e voleva diventare a tutti i costi un vampiro. Io, per amore, provai a trasformarla ma ero ancora inesperto e lei morì. Perciò suo padre aveva scagliato la maledizione su tutta la mia famiglia. Quello che però ti riguarda da vicino è che… Insomma, nel corpo di tua madre - Isabella- vivevano due spiriti, di cui uno era quello di Lisbeth, l’altro si era plasmato per qualche strano motivo. Grazie a Esme, siamo riusciti a intrappolare e dissolvere lo spirito di Lisbeth…” alla mezza vampira non pareva vero. Quella che le stava raccontando Liam, sembrava più una favola che si raccontava ai bambini che la storia di un’esistenza. “Te la senti se continuo?” domandò. Lei annuì. “E a quel punto? Tu cos’hai fatto?” lei sapeva già che per Liam non ci sarebbe stato un lieto fine in quella favola. “Beh… Bella ha scelto Edward. Perché lo amava di più, perché senza di lui non avrebbe potuto vivere. E io... Non so bene come, ma la maledizione si è sciolta. A quel punto me ne sono andato a cercare la felicità. Non l’ho mai trovata, fino ad ora” una lacrima scese sul viso della giovane. “Ma ora raccontami di te, di tua madre, di tuo padre…” “Beh, non c’è molto da dire…Edward ha aspettato qualche anno prima di trasformare Bella. Prima si sono sposati, e in luna di miele hanno concepito me. Hanno scoperto che i vampiri maschi sono fertili e possono mettere incinta le umane. Sono nata, mia madre è morta e Edward l’ha trasformata in vampiro. Dopo un po’, quando io ero ancora piccola, hanno trasformato zia Rosalie, che a sua volta ha trasformato zio Emmett. Poi però, quando sono cresciuta e ho iniziato a voler sapere come funzionava il mondo fuori, mia madre è diventata paranoica…” Liam era inorridito dal fatto che Bella non gli aveva detto niente. “Scioccato, vero? Beh, non ti ha detto tutto questo perché - a differenza di mio padre- lei ha voluto rimuovere i ricordi…” “Come stai cercando di fare tu” “No…” sussultò lei. Non ci poteva credere, ma era vero… E non ci poteva pensare.

Non sapeva perché, ma si sporse verso Liam, lo sbatté sul divano e lo baciò con forza. Lui contraccambiò. Non capiva proprio perché lo facesse… Forse lo amava? O cercava ancora di cancellare?

Si alzò di scatto e si mise i suoi jeans ancora mezzi bagnati. Prese il cappotto e, mentre stava per uscire, Liam le chiese: “Dove vai?!”.

“A Londra” rispose lei secca.

Prima di poter essere felice, prima di poter offrire la felicità anche a Liam, doveva regolare i conti con la sua famiglia.

Doveva ricordare.

 

 

Nota dell’autrice:

Okay… scusate tantissimo se ho postato lo stesso capitolo ma in questo si leggono i dialoghi… prima avevo fatto un errore IMPERDONABILE. Adesso potrete capire un po’ di più ;)

  
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