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Autore: Beliar    23/09/2010    2 recensioni
Seguito di "Assurdo! Amore", ambientato prima della prima fic.
È nato Ronald... e da allora non ha mai smesso di mentire.
Solito Mannie.
Autrice: Beesp
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Teenage Angst'
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Note: Pre-“Assurdo! Amore”. Non è assolutamente necessario leggere “Assurdo! Amore”, ma a me farebbe tanto piacere. La colonna sonora di questa storia? “Miss You Love” dei Silverchair, che dà anche il sottotitolo a questa schifezza.












The Fifteenth Of December

- Teenage Angst Again!

[ Prompt # 99 - Ricordi/Incubi]










Forse qualcuno, tra tre secoli e mezzo, ricorderà i volti di Maxwell Scott Green e di Ronald Joseph Radke. O forse i lineamenti dei loro volti spenti scompariranno nella polvere del terreno, nell'origine della loro vita.


Dimentichiamo chi siano il bassista e il cantante degli Escape The Fate, dimentichiamo perché ricordare è doloroso.

Ronald ha partecipato a una rissa durante la quale un ragazzo è morto... aveva soltanto diciotto anni.

Maxwell l'ha cacciato via, dalla sua vita, dalla band, da tutto ciò che condividevano. Quando Ronald ha tentato di scappare, quando chissà perché è uscito dalla sua casa.

È nato Ronald... e da allora non ha mai smesso di mentire.

Maxwell deve averlo percepito sin dall'inizio; ma loro avevano un anno di differenza. Noi non lo capiamo, loro lo sentono, lo sentono nel profondo del cuore, in ogni poro, in ogni singolo gesto. Sono nati a un anno esatto di differenza, con due destini crudeli alla stessa maniera. Abbandonato dal padre uno, abbandonato dalla madre l'altro. Una passione per la musica che “salva vite, amico”.


Noi non lo sappiamo come si sono incontrati, ma proviamo ad immaginare cosa sia accaduto nei loro stomaci.

Incrociati gli sguardi, sentire di appartenere finalmente a qualcosa; un senso di sollievo appagante, il senso di aver vagato per secoli e di essere riusciti a trovare un rifugio, una dimora. Nelle braccia dell'altro. Avere poco più che dodici anni, essere spaventati. E le fatali parole “sono nato il Quindici Dicembre”. Chissà chi l'ha detto per primo, l'incredulità, la meraviglia. Sapere che si tratti di inevitabile. Era inevitabile che si conoscessero, che si attraessero l'un l'altro. I due opposti, che si attraggono e che finiscono per assomigliarsi a tal punto da essere uno solo.

Loro furono uno solo, questo lo sappiamo; lo sappiamo da quell'impudico amore – quale che sia la natura – che non aveva malizia, che era bianco, che era sacro. Sacro più di un'amicizia.

Diamine, si erano aspettati per un'intera esistenza e si erano trovati in una stupida “high school” con qualcosa di enorme, non avrebbero potuto neanche immaginarlo, avevano desiderato per così tanto di capire cos'era ciò che mancava. A differenza della maggior parte della popolazione, erano riusciti ad afferrare il mistero, a braccarlo, a risolverlo.

Ehi, guardateci, avete solo da imparare!”.

Noi abbiamo paura di tentare di avvicinare il nostro unico modo di essere felici; oppure lo perdiamo. E spesso non lo riconosciamo, perché è troppo brillante e noi, abituati alle tenebre, non accettiamo che ci sia qualcosa di diverso da ciò che conosciamo.


Qualcuno decise di distruggerli. Non so se sia stata colpa di un “amico”, della nostra subcultura disgustosa, dell'assenza di principi. Oppure se di tutta quell'ebbrezza d'amore e di inequivocabile felicità. Ma si persero... persero con delle pastiglie, mentite pastiglie, non sappiamo neanche quali.
Sappiamo solo che divennero famosi, almeno negli Stati Uniti: i testi di Ronald erano meravigliosi, le musiche trascinanti ed emozionanti, entravano dentro lo spirito, la voce di Ronnie era una sorta di unguento magico in grado di ricucire ogni ferita. Qualcuno era invidioso, quel qualcuno ha subito una violenta perdita che non meritava.

Poi il processo, libertà vigilata, gli Escape The Fate non potevano spostarsi dagli Stati Uniti, Ronald fugge. Ronald viene incarcerato.

Immaginate come deve essere stato. Maxwell perso, Ronald che aveva bisogno di lui proprio in quell'istante – come forse mai aveva desiderato – ed essere abbandonato a se stesso, in un carcere, aveva soltanto venticinque anni all'epoca, putrido, sensi di colpa nascosti da rabbia verso l'ingiustizia dell'essere lì dentro senza un reale motivo. Maxwell confuso, con una band da risollevare, con Omar scappato via, con Ronald via – Ronald, che aveva identificato come la sua unica speranza – un CD che doveva uscire a Ottobre.


Sappiamo tutti cos'è diventato Maxwell, che non è mai andato a trovare Ronald in carcere.

Qualcuno vocifera che, in realtà, ci sia riuscito a Dicembre, Dicembre del Duemilanove, sapete. Perché commentò sul profilo del myspace della sua fidanzata che “l'uomo era diventato ancor più cattivo lì dentro”. Ma non è certo.

Le parole aspre di Ronald, i sensi di colpa che ha smesso di celare. Ronald nasconde, forse, l'odio verso se stesso per aver abbandonato Maxwell e non essere riuscito ad abolire l'orgoglio.

Ognuno è sul proprio binario, Quindici Dicembre, Quindici Dicembre.

Le sentite le due parole, l'unica data, che vortica nella testa, che è il collante di tutto questo? Provate tutte le sensazioni forti e intense, le potete udire all'orecchio?

Non abbiamo idea di cosa sia stato, dopotutto. Se questa sia solo un'effimera illusione di un Mondo Migliore.


Noi scriviamo ancora su forum specializzati che, forse, potrebbe esserci una speranza per gli Escape The Fate. “Che bello sarebbe se Ronald tornasse!”.

Crediamo intimamente e segretamente – perché non ci rubino questo sogno – che loro si avvicineranno di nuovo e creeranno meravigliose invenzioni spettacolari, con la realtà che soltanto Ronald sapeva descrivere in modo tanto preciso.

Noi, poveri illusi, sorridiamo e ci diciamo che manca poco, che Ottobre è vicino. Presto Ronald varcherà i cancelli della prigione, si riunirà al suo gruppo e sarà felice. Di nuovo.

È tutta una menzogna. Forse. Noi non lo sappiamo, noi sappiamo soltanto il presente che dimenticheremo quando diventerà passato.


In un tempo lontano, magari, una bambina superstite troverà frammenti di noi, e parlerà dei nostri assurdi discorsi su rapporti d'amore – e cosa saranno per lei se non modi d'accoppiarsi del passato? chi saremo se non scheletri di un'epoca morta? - e delle nostre idee così folli. E riderà, leggendo e leggendo, credendo di star sognando, scoprirà il nostro mondo.

Allora, proprio allora, ascolterà una canzone degli Escape The Fate, sapete? Già, e si appassionerà. Si appassionerà a un gruppo sfortunato, che non ebbe mai l'occasione di essere il meglio, e quando lo era nessuno l'avrebbe definito come tale. Si appassionerà e noi, assieme a Ronald e Max rivivremo, rivivremo e scopriremo cosa accadde a un paio di ragazzi nati il Quindici Dicembre ed inevitabilmente legati da un rapporto indissolubile...

ma per adesso osserviamo il presente, pronti a dimenticarlo domani.

Siamo esseri flebili ed egoisti, ciò che ha ucciso quei due siamo stati noi. Non eravamo pronti a questo, non eravamo pronti ad amare di nuovo, ancora.

































Angolo dell'autrice: Maxwell e Ronald sono nati entrambi il Quindici Dicembre; il primo del '84, l'altro '83.

Il ragazzo citato NON è stato ucciso da Ronald, si chiamava Michael Colquit.

È quasi certo che Ronald uscirà ad Ottobre 2010. Attualmente è in una band chiamata “Falling In Reverse”.

I personaggi degli Escape The Fate non mi appartengono, sono delle persone reali che io non conosco, ogni fatto narrato non vuole rappresentare la realtà, poiché non è assolutamente accertato che i due stiano assieme. Se lo preferite, potete pensare a questa storia come a un'amicizia molto forte, perché è interpretabile anche in questo modo, se lo si desidera. Ma il vero significato, naturalmente, è amore.

Ho scelto “Ricordi/Incubi” come prompt perché tutto questo fa parte di un passato, ma di un brutto passato. E di quello che potrebbe essere un perfetto presente. Già. Spero che questa storia vi sia piaciuta.

  
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