Quella del Babylon è una storia corale.
Non puoi pensarlo come un luogo, ma come un organismo vivo, dotato di un suo cervello, di un suo cuore e, soprattutto, di un suo cazzo.
Se uno ci pensa su un attimo, in effetti, il cazzo è la prima cosa che ti viene in mente quando dici di un’idiozia. La seconda parola che usi è stronzata.
Cazzo-culo: due punti per cui passa una sola retta.
E poi c’è Dio: balla da solo e si lascia immaginare, perché la sua, d’immaginazione, è volata altrove.
Senza sole, Dio è triste persino nella nuova Babilonia.