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Autore: biondich    27/09/2010    1 recensioni
Wesley scambiò un’occhiata veloce con Angel e capì che era decisamente affar loro.
 “Fra le sette vittime c’era un Osservatore . Questo ci riguarda eccome, non credi?”- proseguì il vampiro dopo l’inopportuna interruzione. Il gruppo rimase in ascolto.
 “E se c’è un Osservatore, in genere, c’è anche la sua cacciatrice …”- ragionò Fred.
“Che potrebbe essere in pericolo. Forse chi ha ucciso l’Osservatore ora le da la caccia.”- disse Gunn .
 “Precisamente. Dobbiamo trovarla ed assicurarci che non le accada nulla. Poi ci occuperemo di trovare il responsabile degli omicidi”- asserì Angelus con determinazione.
cross-over Angel/Buffy
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Angel, Spike
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il quinto capitolo!^^ e un po' lunghetto ma, avevo bisogno di dare una bella smossa alla trama!

wta87: anche io sono una fan della coppia buffy x angel e quindi ti dico subito che questa storia non ti deluderà sotto questo aspetto!:) purtroppo per l'entrata in scena della Cacciatrice di Sunnydale dovrai pazientare fino al settimo capitolo ma, sarà un'entrata d'effetto ;) è , inoltre, un piacere sapere che la storia ti incuriosisca!

ah grazie per avermi fatto notare che avevo pubblicato la storia di nuovo su angel anzichè su buffy!:)

Buona lettura,

Francesca

La giornata seguente passò molto lentamente. Non ci furono novità sul caso e nessuna telefonata dall’Inghilterra.

Spike si annoiò terribilmente, non vedeva l’ora di rientrare in azione.

 Angel , seduto alla scrivania nel suo ufficio, tamburellava con le dita sulla superficie del tavolo.

Stava riflettendo sul caso e su come avrebbero dovuto agire quella sera lui e Spike. Pronunciò mentalmente la parola cacciatrice ed istintivamente si ritrovò a pensare a Buffy. La sua Buffy.

Lui l’amava ancora, certo. Ma lei? Lei no, l’aveva dimenticato. In fondo aveva una nuova vita a Roma , nuove conoscenze, nuovi impegni. E forse era un bene.

Anche lui avrebbe dovuto dimenticarla, sarebbe stata la cosa migliore ma, Buffy era parte integrante di lui, era parte della sua anima.

Già, la sua anima. Aveva pagato un caro prezzo per riottenerla. La sua felicità, Buffy.

Lei lo rendeva felice e perciò doveva starle lontano.

L’Inferno stesso non era paragonabile ad un solo, singolo istante che lui passava senza Buffy, pensò.

 Angel sperò con tutte le sue forze che qualcuno entrasse nel suo ufficio e lo distraesse da quei pensieri tanto malinconici. Per sua sfortuna, non arrivò nessuno. Il vampiro moro decise che aveva bisogno di distrarsi e così si trascinò fuori dall’ufficio.

Camminò per i corridoi della Wolfram & Hart senza meta, continuando a rimanere assorto nei suoi pensieri.

Finalmente arrivò il momento di uscire a cercare la cacciatrice.

Angel fu ben felice di constatare che pensare al lavoro lo teneva lontano dai pensieri più tristi. Uscì dall’edificio e trovò Spike ad attenderlo.

 “Beh, muoviamoci!”- disse Spike non appena lo vide.

Spense la sigaretta che si era acceso nell’attesa e si incamminarono.

“Senti niente?”- domandò qualche minuto più tardi Angel ansiosamente. Gli premeva molto risolvere quella situazione.

“Ehi, dammi tregua! Non sono mica un segugio, ho bisogno di tempo!”- rispose seccatamente il compagno.

“Certo che ti stai rivelando veramente poco utile, sai? Voglio dire, insomma, potresti fare uno sforz …”- stava dicendo Angel quando Spike lo interruppe. “Aspetta. È lei, è a tre isolati da qui, muoviti!”- disse il biondo.

Entrambi cominciarono a correre.

 Angel si concentrò. Anche lui percepì un odore forte e stuzzicante, che gli riempì i polmoni. Il vecchio Angelus si sarebbe ubriacato di quel profumo così dolce e delizioso. Era decisamente di una cacciatrice.

 Corsero per una buona mezz’ora fino a quando si ritrovarono davanti ad un vicolo cieco.

 “Maledizione! Eppure è qui, la sento!”- ringhiò Spike piuttosto seccato. Raramente sbagliava.

 “Forse si è spostata da poco …”- valutò Angel pensieroso.

Ebbe un’intuizione. Qualcosa non quadrava.Si spostò rapidamente dal punto in cui si trovava evitando ,quasi per miracolo, un dardo. Istintivamente entrambi i vampiri guardarono verso l’alto e scorsero un’ombra in movimento sul tetto di una palazzina.

La cacciatrice spiccò un balzo ed atterrò di fronte a loro puntandogli contro una balestra. Spike sogghignò e le fece l’ occhiolino. Lei orientò l’arma verso di lui e la caricò. Angel deglutì nervosamente. Doveva entrare in azione, subito.

 “Aspetta”- esordì il vampiro moro catturando l’attenzione della giovane. La ragazza spostò lo sguardo su di lui.

“Mi chiamo Angel, lui è Spike. Siamo qui per aiutarti”- disse cercando di apparire rassicurante.

 Spike lo guardò , scettico. “Scommetto che non ci crede nemmeno lui alle sue parole”- pensò il biondo.

“È curioso. Un paio di giorni fa è venuto un tizio e mi ha detto la stessa cosa. È troppo tardi per aiutarmi”- disse la giovane cacciatrice.

Detto questo, puntò la balestra contro Angel e fu sul punto di far scoccare un dardo che l’avrebbe colpito dritto al cuore. Spike le si lanciò contro , facendole mancare il bersaglio. La freccia colpì Angel alla spalla. Il vampiro, con un gemito, estrasse il dardo e lo gettò a terra.

Nel frattempo, Spike era intento a cercare di immobilizzare la cacciatrice , cosa che si stava rivelando più difficile del previsto. Lei riusciva ad evitare le sue prese ed i suoi colpi e nel frattempo gliele stava suonando di santa ragione. Con un labbro spaccato ed una probabile commozione cerebrale, Spike riuscì finalmente ad afferrala per la maglietta e a scaraventarla con forza contro un muro nel vicolo. La giovane cadde malamente ma, si rialzò.

 La cacciatrice si accorse di non avere più la sua balestra.Bene, avrebbe dovuto sporcarsi le mani. Si mise sulla difensiva ed attese un attacco da parte dei suoi due affascinanti rivali.

Né Angel né Spike si mossero.

“L’uomo che ti ha offerto il suo aiuto era un Osservatore.”- disse Angel provando a raggiungere un compromesso con la diplomazia. Visto come aveva ridotto Spike, la violenza non era la soluzione. Il biondo sputò il sangue rimastogli in bocca e diede una spolverata alla sua preziosa giacca nera. Mugugnò qualcosa di incomprensibile e lanciò un’occhiata intensa verso la ragazza.

 La cacciatrice alzò lievemente il mento come se avesse realizzato qualcosa. Rimase qualche istante pensierosa di fronte alle parole di Angel.

Spike arrivò dritto al punto. “Oh facciamola finita, lo hai ucciso tu si o no?”- domandò spazientito .

Angel si irrigidì. Non aveva idea di quel che avrebbe risposto la ragazza ,ma temeva il peggio.

 La cacciatrice spalancò gli occhi. Non se l’aspettava, forse. Esitò a rispondere.

 “Si”- disse lei con un sospiro. Spostò lo sguardo altrove.

 Angel si rammaricò di quella risposta. Sperava che fosse innocente, aiutarla sarebbe stato più facile.

Spike rimase interdetto.Aveva sospettato la sua colpevolezza sin da subito eppure si accorse di desiderare il contrario, una risposta negativa che la scagionasse.

 “Perché …”- stava chiedendo Angel ,ma lei lo interruppe.

“Avevo una buona ragione, non l’avrei mai fatto se non fosse stato necessario”- si giustificò lei . Il suo tono di voce era cambiato: non più sicuro, irriverente, fermo ,ma spaventato, fragile, innocente. L’assassina più innocente che avessero mai visto , pensarono entrambi.

“Necessario? Per cosa?”- si ritrovò a domandare Spike istintivamente.

 “Per sopravvivere”- rispose semplicemente la giovane prima di appoggiarsi con la schiena al muro dietro di lei.

“Come può una cacciatrice sentirsi minacciata da un Osservatore?”- chiese esterrefatto Angel. Non riusciva a dare un senso a quel gesto.

 “Ascoltatemi.”- disse tirando un sospiro rassegnato e malinconico - “ Voi non siete come gli altri vampiri, lo sento. Non voglio commettere un errore eliminandovi ma,vi prego, non insistete con il cercare di aiutarmi. Nessuno può. Ora andatevene e lasciatemi in pace. Non costringetemi a distruggervi”. La giovane sentì qualcosa pungerle il collo. Pose la mano sul punto dolorante e trovò un piccolo ago intriso di liquido trasparente. La vista le si appannò, perse lucidità.

 Cercò di dire qualcosa ma, prima che ci riuscisse, le sue ginocchia cedettero e cadde a terra priva di sensi.

Spike le si avvicinò e la sorresse. “Che diavolo le è preso!”- esclamò il biondo scioccato .

 “Sta bene”- disse Angel - “ Le ho iniettato un tranquillante. Ho pensato che, se le cose si fossero messe male e lei non avesse voluto collaborare, avremmo avuto bisogno di un piano B”- proseguì Angel mostrando a Spike una fialetta di liquido trasparente ed una piccola cerbottana.

“Bella mira …”- disse semplicemente il vampiro biondo osservando il piccolo foro nel collo della ragazza. La prese in braccio e ,senza dare troppo nell’occhio, tornarono alla Wolfram & Hart.

 Entrarono silenziosamente e riuscirono a raggiungere l’ufficio di Angel senza incontrare nessuno.

Spike adagiò la giovane sul divano dello studio poi, lasciatala da sola, avvisarono il resto della squadra.

 “Avrà bisogno di essere visitata ..”- disse Fred non appena i due amici la informarono.

 “Non ora, però. È ancora sotto l’effetto del tranquillante, ne avrà per qualche ora, credo.”- le disse Angel .Il vampiro lanciò a Fred uno sguardo pieno di ansia ed agitazione.

 “L’ hai salvata, Angel. Grazie a te, qualunque cosa le dia la caccia, non potrà farle del male. Perché , allora, sei così preoccupato?”- domandò Fred in apprensione.

“Perché lei non è la preda. Nessuno le da la caccia, è lei che ha ucciso tutte quelle persone”- disse il vampiro con un sospiro. Fred spalancò gli occhi, visibilmente sorpresa.

 “Che cosa? Non dirai sul serio!”- esclamò incredula. “Vorrei che non fosse così ma, lo ha confessato lei stessa. Appena si sveglierà, parlerò con lei per sapere il perché di un gesto così brutale.”- disse il non-morto inspirando ed espirando profondamente per calmare i nervi.

Nell’ufficio di Angel, la giovane cacciatrice aprì gli occhi.

 Emise un gemito di dolore, le tempie le pulsavano terribilmente. Cercò di mettere bene a fuoco con la vista ma, persino sbattere le palpebre le provocava fitte alla testa.

 Che diavolo era successo? Perché era in quelle condizioni? Era stata drogata?Dove si trovava? Chi l’aveva ridotta in quello stato?

 Tutte quelle domande nella sua testa si accavallarono creandole una maggiore confusione.

 Si impose di smettere di pensare.

 Con movimenti lenti e cauti, tentò di mettersi a sedere. Ci riuscì.

La stanza era ampia e ben illuminata; arredamento elegante, moderno e raffinato. Era decisamente lo studio di qualche pezzo grosso di Los Angeles. Ma come ci era finita?

Alzarsi e uscire di lì era fuori discussione. Avrebbe dovuto aspettare che l’effetto della droga svanisse. Era spaventata. Non era in sé ,sarebbe stato difficile difendersi.

“Sei sveglia, adesso”. Una voce proveniente dalla stanza, la fece sobbalzare. Le tempie martellarono all’impazzata.

La cacciatrice fece una smorfia di dolore. Ruotò la testa nella direzione da cui proveniva la voce e socchiuse gli occhi per mettere a fuoco.

 “Tu …”- disse con voce ffaticata - “Cosa mi hai fatto!”

 Spike , seduto sulla poltrona di Angel , smise di giocare con un tagliacarte posizionato sopra la scrivania e si alzò.

Camminò attraverso la stanza in direzione della ragazza e si accovacciò davanti a lei.

“Sta calma, ragazzina”- le disse sogghignando- “ Nessuno ti ha torto un capello, intesi? La cattiva di turno, sei tu”

“Che cosa? Tu sei pazzo!”- esclamò esterrefatta e ancora confusa la giovane. Si fece forza e con uno slancio si alzò dal divano.

Barcollando, riuscì ad arrivare alla parete opposta e ,a tastoni, cercò la maniglia della porta. La stanza ruotava vorticosamente e, in breve, la cacciatrice crollò a terra.

“Non essere stupida! Non puoi andare da nessuna parte, in queste condizioni”- ringhiò Spike, allarmandosi quando la vide a terra. La sollevò e la riportò al divano.

 La ragazza gli diede un forte schiaffo in piena faccia. Spike digrignò i denti e si impose mentalmente di non reagire.

 Il vampiro guardò ansiosamente la porta.Aveva bisogno di avvertire Angel ma, non poteva lasciare da sola la ragazza.

Tornò a guardare la giovane cacciatrice di fronte a lui. Non si era sbagliato, era davvero carina. Gli occhi mesti non gli avevano impedito di scorgere la sua bellezza, la sera precedente.

 Si avvicinò alla porta e l’aprì leggermente.

Sperava di veder passare qualcuno che conoscesse e che potesse avvertire Angel al suo posto ma, non c’era nessuno.

 Maledizione!

Ad un tratto vide Harmony voltare l’angolo e camminare lungo il corridoio.

 “Harmony!”- esclamò attirando l’attenzione della vampira e di tutti gli altri impiegati della Wolfram & Hart.

“Spike! Cosa vuoi?”- gli disse lei venendogli in contro. Sorrise raggiante.

“ Ho bisogno che tu dica ad Angel di venire subito nel suo ufficio. È importante”- le disse serio in viso il biondo e parlando chiaramente così che lei memorizzasse bene il messaggio.

“È successo qualcosa?”- domandò sospettosa la vampira cercando di guardare all’interno dell’ufficio. Spike la seguì nei movimenti impedendole di guardare. Harmony finse di aver lasciato perdere e, quando Spike abbassò la guardia, lo spinse all’interno della sala spalancando la porta. Il rumore provocato dal contraccolpo della porta, provocò una fitta dolorosa alle tempie della cacciatrice.

 “E questa chi è?”- chiese Harmony con un velo di astio nella voce.

 “Harmony, va subito da Angel e riferiscigli ciò che ti ho detto”- le impose Spike prima di strattonarla fuori dall’ufficio e richiudere la porta. Sbuffò seccato da quell’ imprevisto e si mise a sedere sopra la scrivania. Rimase in silenzio, in attesa.

 “Dove sono …”- chiese la ragazza con un filo di voce. La testa aveva smesso di pulsare ed ora girava vorticosamente. Di bene in meglio, pensò ironicamente lei.

 “Ti trovi alla Wolfram & Hart, in attesa di un giudizio.”- le rispose Spike mentre si accendeva una sigaretta.

“Un giudizio?”- domandò ingenuamente la ragazza. “Si, per l’omicidio di sette persone, dolcezza. Non te lo ricordi?”- le rispose con leggerezza Spike rimettendo l’accendino in una delle tasche della sua giacca.

 “No.”- rispose sinceramente lei.

 Il tono della sua voce così candido ed incerto in quella situazione, colpì il vampiro biondo. Sollevò lo sguardo verso di lei e rimase interdetto. Dannazione, si stava davvero facendo intenerire da un bel faccino? No, quella ragazza non lo avrebbe fregato. Era un’assassina, stava solo tentando di metterlo in difficoltà.

 La odiò per averlo fatto vacillare in quel modo.Anche se solo per un istante.

In quel momento la porta dello studio si aprì ed Angel fece il suo ingresso.

 Con uno slancio Spike scese dalla scrivania e si avvicinò all’altro vampiro. Il moro si diresse verso la giovane donna e le porse un bicchiere.

“Bevi, ti sentirai meglio”- le disse . Il tono della sua voce era severo, duro e pieno di disprezzo. Eppure, Spike sapeva che Angel si stava imponendo un atteggiamento così freddo. Mister Mascella provava compassione per quella ragazza, in un certo senso, forse, la capiva.

“Cos’è un’ altra droga?”- sibilò lei sospettosa.

 “No.”- rispose seccato Angel.

 La cacciatrice bevve a piccoli sorsi l’aspirina diluita. Inspirò profondamente con il naso e appoggiò le spalle allo schienale del divano.

 “Come ti chiami?”-domandò Angel mantenendo quella severità di poco prima.

 Spike rimase in silenzio, spalle al muro e braccia incrociate al petto. Non voleva proprio perdersi quella scena. Angel che giocava a poliziotto buono e poliziotto cattivo. Un momento, se quell’idiota faceva il duro, lui avrebbe dovuto fare il compassionevole?

Ridicolo! Spike avrebbe giocato a poliziotto cattivo e poliziotto più cattivo.

“Clarck Eliza Allen”- rispose la ragazza dopo qualche istante di silenzio.

 “Chi è il tuo Osservatore?”- proseguì Angel nell’interrogatorio.

“Io … Io non ho un Osservatore”-disse Clarck. La testa le faceva meno male, la vista era migliorata e la stanza aveva ormai smesso di girare.

 “Certo che non ce l’hai, lo hai ucciso!”- sbottò Spike increspando le labbra in un ghigno. La cacciatrice si alzò in piedi. Barcollò leggermente ma, trovò subito l’equilibrio.

“Si chiamava Charles Douglas, era un Osservatore, un alleato delle Cacciatrici quindi un tuo alleato. E l’hai ucciso a sangue freddo. E non solo lui. Hai ucciso altri sei uomini la stessa notte. Voglio sapere perché.”- disse Angel con un tono estremamente minaccioso.

“Io non so di cosa voi due stiate parlando ma,dovete lasciarmi in pace.”- rispose Clarck ormai completamente ristabilita. Spike si avvicinò ad Angel, spalleggiandolo.

 “Rispondimi!”- le ringhiò contro Angel senza muoversi. La nebbia che celava i suoi ricordi si diradò di colpo e la cacciatrice poté così rispondere alle accuse.

 “Ho ucciso una sola persona tre sere fa ed è stato solamente per difendermi.”- disse lei con fermezza- “Vi assicuro che non era un mio alleato. Non agiva nel mio interesse ma, contro.”

“Cosa voleva da te?”- questa volta fu Spike a parlare. Un tono di sfida, scettico ed ironico nella sua voce. Non credeva nella storia dell’autodifesa. “Voleva portarmi con sé, da altri Osservatori in Inghilterra e correggermi”- disse Clarck con preoccupazione.

Vedendo le facce interdette dei due vampiri si rese conto che non poteva andare avanti in quel modo. Non potevano capire , se lei non gli spiegava come stavano le cose. Ma non poteva parlarne. Nessuno poteva aiutarla, né un umano né tanto meno un vampiro o qualsivoglia demone.

 “Oh, si, ora mi è chiaro, capisco!”-disse Spike ironizzando.

“ Hai ucciso chi ti voleva aiutare a diventare una Cacciatrice migliore”.

Clarck non poté ribattere. Angel la guardò con disprezzo e incredulità.

Quella motivazione era insensata eppure per lei era più che valida. La Cacciatrice incrociò le braccia al petto, non sapeva cos’ altro aggiungere.

 In quel momento, Spike scorse sul dorso della sua mano un piccolo tatuaggio. Semplice e , per lui, privo di significato. Era un triangolo isoscele che presentava una metà colorata di bianco ed una colorata di nero. Memorizzò l’immagine in caso potesse rivelarsi utile.

 “E come si spiegano altri sei uomini uccisi la stessa notte in cui tu hai assassinato Charles Douglas?”- insistette Angel.

“Non lo so. Ma non li ho uccisi io, lo giuro.”- rispose Clarck convinta. Angel non riusciva ad arrivare alla soluzione di quella faccenda. Decise di interrompere momentaneamente l’interrogatorio, aveva bisogno di riflettere. Fece cenno a Spike di seguirlo fuor dalla porta e lasciarono la Cacciatrice da sola, nella stanza.

 “Devo parlare con Wesley, tu resta qui fuori e controlla che lei non si allontani”- disse Angel profondamente turbato.

“Se vuoi posso continuare ad interrogarla ma, a modo mio!”- propose il vampiro biondo.

“Assolutamente No. Temo che in ogni caso non riusciremmo ad ottenere altre informazioni, per il momento. Non si fida abbastanza di noi.”- rispose Angel .

 “Prima che mi dimentichi, guarda questo”- disse Spike. Tirò fuori dalla giacca un pezzo di carta ed una penna e disegnò uno schizzo del tatuaggio di Clarck.

“Che roba è?”- domandò curioso Angel.

 “L’ho visto sulla mano della Cacciatrice ed ho pensato potesse essere un particolare rilevante, magari è un simbolo di una qualche setta di cui lei fa parte e per la quale deve far fuori Osservatori o roba simile …”- cominciò a fantasticare i vampiro biondo. Angel prese il foglietto con il disegno e se ne andò.

   
 
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