Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Fanny Jumping Sparrow    03/10/2010    2 recensioni
Clavius torna a seminare terrore nel regno di Derek ed Odette, accompagnato da un misterioso personaggio privo di memoria.
Intanto il lieto quadretto familiare della coppia reale è scombussolato da rivelazioni sconvogenti circa il loro passato.
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA PER MANCANZA DI TEMPO E ISPIRAZIONE. MI SCUSO PER CHI HA LETTO I PRIMI CAPITOLI, SPERO DI RIPRENDERLA DOPO AVER CHIUSO ALCUNE FF INIZIATE.
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clavius, Derek, Odette, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un nuovo aggiornamento di questa ff!

Scusate lo smisurato ritardo, ma ormai il lavoro per la tesi incombe, e tuttavia questa storia ogni tanto si ripresenta nella mia testa, e dopo aver scribacchiato qualche appunto sono riuscita a pubblicare.
Mille grazie a tutti i lettori, assidui e non, un bacione alla mia affezionata stellysisley, e un benvenuto a paperella96: spero continuerai a seguirmi nonostante i ritardi di pubblicazione.
Buona lettura a tutti e a presto!^_^



Capitolo 5: È complicato


I quattro cavalli bianchi nitrirono impennandosi e la carrozza reale si arrestò proprio davanti l’ingresso principale del Castello del Lago.
Una moltitudine di valletti attorniò l’ospite appena arrivata raccogliendone i voluminosi bagagli.
- Mi aspetto una stanza degna di una regina! – esclamò una cinguettante Uberta appena aiutata a scendere da un lacchè, constatando la grandezza di quella dimora ma anche il suo persistente stato di abbandono.
- E dov’è mio figlio? – squillò poi mettendosi sulle punte dei piedi per oltrepassare le teste dei servitori che andavano e venivano trasportando bauli e scrigni scaricati dalla carrozza.
- Madre! – Derek si aprì un varco andandole incontro a braccia aperte e con un enorme sorriso di accoglienza.
- E allora che cosa avete combinato tutti e due, hmm? Sono curiosa! – ribatté lei facendo un piccolo salto e lanciando uno sguardo furbo ad Odette, poco più indietro, che stava avvicinandosi.
Alcuni metri più lontano, accortamente nascosti dalla vegetazione incolta, due figuri assistevano all’incontro dei nobili.
- Eccoci arrivati – ansimò il mago Clavius, fermando i passi e affidando tutto il peso del suo corpo su un bastone alto quasi quanto lui.
Il fedele nuovo aiutante lo raggiunse e si incantò a guardare il panorama: - Oh! È veramente un luogo da re! Non c’è che dire!
- Sì, ma non hai ancora visto l’interno – ridacchiò tra sé e sé lo stregone, gli occhi verdi accesi dall’impaziente ambizione di recuperare le formule per riavere i suoi poteri malefici.
Il suo scagnozzo, rapito dalla contemplazione del paesaggio, ebbe uno slancio imprevisto ed entusiastico che riuscì a stento a frenare afferrandolo per il cappuccio del mantello prima che uscisse allo scoperto: - Che fai? – strillò esterrefatto.
- Non dobbiamo entrare? – domandò candidamente quello, sporgendosi di nuovo in avanti.
Clavius si passò una mano sulla faccia brontolando, poi schiarì la voce calibrandola in un tono autoritario e denigratorio: - Siamo venuti a fare un sopralluogo! Te l’avevo detto!
L’uomo senza nome annuì ma continuò a sbirciare con incontenibile curiosità mentre lo stregone riprese a parlare: - Non siamo mica ospiti come quella lì … Aaaaah! – urlò terrorizzato acquattandosi sull’erbaccia, non appena ebbe riconosciuto la regina.
Il servitore si abbassò sulle gambe, e chiese stranito ma cortese: - Chi è? La conoscete?
- È complicato! – sbottò quello dopo alcuni versacci, restando accovacciato.
Il barbuto aiutante si rimise in piedi ammiccando con un sorrisino: - Una vecchia innamorata, eh?
La frase fece scattare Clavius più che indispettito: - Quella? È una creatura diabolica! – asserì con un alone di rabbia e paura, voltandogli le spalle e avviandosi rapido verso la direzione opposta.
L’uomo si grattò la testa confuso, poi si decise ad andargli dietro non capendo come mai volesse rinunciare dopo tutto il cammino affrontato negli ultimi giorni.
All’improvviso un ranocchio gli tagliò la strada ed ebbe l’impressione, anche se lo giudicò impossibile, che si fosse scusato nella sua stessa lingua.
- Smemorato? Mi hai sentito? - lo richiamò all’attenzione il suo capo. Il tizio scosse la testa facendo arrossare di nervosismo il mago ma, prima che quello ripetesse il discorso che non aveva colto, ricomparve la raganella di prima: - Monsieur Clavius?! – proferì incredula.
- Una rana parlante! – strepitò il selvaggio balzando indietro.
- Tu! - lo stregone gli puntò un dito contro e inspiegabilmente una piccola scintilla di luce avvolse l’animaletto che moltiplicò le sue dimensioni fino a diventare … un essere umano!
   
 
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