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Autore: Oxis    04/10/2010    2 recensioni
In un mondo fantastico in cui il mondo è diviso in Luce e Buio, si incontrano un giorno due facce di una stessa medaglia.
Una è Hope, apprendista guerriera, con la vita parecchio difficile soprattutto per quei maledetti incubi notturni... Entrata nel campo di addestramento si sente esclusa da tutti, per il fatto di essere l'unica ragazza.
Solo una persona non la allontana, un ragazzo, entrato come una scheggia nella sua vita.
Ma Francis sembra condividere molte cose con lei, troppe per essere solo un suo compagno di corso.
Cosa succederebbe se le due facce di una sola medaglia provassero a guardarsi negli occhi?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due ragazzi rimasero a dir poco interdetti.

Fidia, il loro istruttore e mentore all'Accademia era lì davanti a loro, vestito con lo stesso pastrano scuro con cui l'aveva conosciuto Hope.

La sua espressione fiera e solenne e il senso di sicurezza che emanava fecero sospirare di sollievo i due ragazzi, che pero' rimasero stupiti dal tono spiccio e colloquiale dell'uomo, che non gli si addiceva affatto.

- La... cascata?

Fidia punto' un dito verso l'acqua che scrosciava a un altezza di quaranta e piu' metri.

- Svelti.

Hope lo fisso'. I suoi occhi erano impassibili e austeri. Senza sapere cosa fare, si volto' verso Francis, che stava contemplando l'uomo a sua volta.

Le parve che stesse soppesando la sua sincerita', e alla fine dell'esame getto' una rapida occhiata alla sua compagna.

- Svelti! - ripete' l'uomo, spingendoli verso l'acqua scrosciante - Stanno arrivando.

Un boato squarcio' il fracasso della cascata e fece sobbalzare i due ragazzi, Francis afferro' Hope per un braccio istintivamente e si volto' di nuovo verso il loro mentore.

- D'accordo - disse sovrastando il rumore, e, guardandolo negli occhi, si preparo' ad obbedire allo strano ordine, portandosi Hope con se'.

Lo scroscio della barriera d'acqua era assordante.

La ragazza chiuse gli occhi e trattenne il respiro, aspettandosi da un momento all'altro un gelo penetrante insinuarsi fino al midollo, lasciandola senza forze.

Nella mano stringeva ancora fra le dita ormai insensibili la spada che aveva estratto poco prima

Solo che quello non venne. Nel momento in cui mosse un passo in avanti, ogni suono fu attutito, come se fosse sotto l'acqua di un lago calmo.

Immersa in quel senso di silenzio ovattato, il suo sguardo si poso' sul proprio corpo.

L'acqua scivolava inesorabile lungo i suoi capelli e i suoi abiti, senza pero' bagnarli.

Era una sensazione stranissima.

Quando trasali' per la sorpresa, si accorse di poter respirare.

Le sembro' di camminare per chilometri e a poco a poco la vista, prima completamente annebbiata, le si schiari', cominciando a vedere i contorni indefiniti di quella che sembrava una galleria.

- Adesso siamo al sicuro.

Fidia era accanto a loro, e si stava scrollando di dosso le gocce d'acqua asciutta che non arrivarono mai a terra.

Hope era semplicemente affascinata.

- Come e' possibile? - chiese.

- Qui tutto e' possibile - fu la risposta enigmatica del guerriero, che la ragazza trovo' piuttosto irritante.

Si volto' verso Francis e vide che le sorrideva. Era strano vederlo sorridere, ed estremamente contagioso per Hope, che avvertiva la sua stessa sorpresa.

Fidia li precedette lungo la galleria, che sembrava diventare sempre più buia e stretta.

Faceva freddo. I due ragazzi si strinsero nei propri abiti, ancora umidi dell'acqua del laghetto, battendo i denti.

Hope si stava chiedendo perche' non si decidesse di accendere una torcia, quando la voce altisonante di Fidia parlo'.

- Fermi. State indietro.

Nell'oscurita' piu' totale, l'uomo alzo' la spada e la protese davanti a se, toccando con la punta presumibilmente la fine della galleria.

Hope vide la sagoma di una porta e subito dopo uno sbuffo caldo le soffio' sul viso.

Lo spiraglio si fece più ampio e una luce soffusa li raggiunse mentre entravano in quella che aveva tutta l'aria di essere un'angusta cantina.

- Avanti - disse Fidia.

Non c'era spazio che per una ripida scala di pietra stretta quanto una persona, dove dovettero procedere in fila indiana.

Finalmente Fidia abbasso' la maniglia della porta scrostata sull'ultimo gradino e precedette i due ragazzi.

Si trovavano sulla soglia di un salotto piccolo e buio, dalle pareti curve, illuminato solo da varie candele sparse attaccate al muro.

- Dove siamo? - chiese Francis.

Hope si rese conto che sussurrava. Anche lui aveva sentito quella strana aura che impregnava quel luogo, come se fosse un posto sacro, che richiedeva rispetto e riverenza.

- A Keythmon Adelos.

- Casa vostra?

Fidia si chino' a prendere qualcosa dal tavolino rotondo in mezzo alla stanza e accese altre candele. L'aspetto del salotto era decisamente piu' accogliente adesso.

- E' il nome designato dai Guardiani, secoli prima che voi veniste al mondo.

In quel momento una porta che fino a quel momento era rimasta nell'ombra, si apri' senza un fruscio.

Hope strinse piu' forte la spada e guardo' nel buio.

Era Kedna. La donna si fermo' sulla porta e sorrise, con la stessa espressione schietta che era gia' comparsa in precedenza.

- Ci ritroviamo, figli miei.

Lo stupore le fece quasi cadere la spada di mano.

- Cosa ci fai lei qui?

Pausa di silenzio.

- Io? Io sono a casa mia. - replico' - Siete voi, piuttosto, a dover trovare un posto in tutta questa storia.

Hope era sempre piu' ammutolita.

- Lei conosce Fidia? - domando' il ragazzo, gettando al vento le buone maniere.

Alla fronte aggrottata dell'uomo rispose un guizzo allegro del viso di Kedna, che ridacchio'.

- Uhm... In effetti lo conosco da quando ha emesso il suo primo respiro...


Hope e Francis vennero messi a dormire in sala, sul pavimento in pietra, leggermente ammorbidito con coperte logore.

Hope si stava ancora rigirando alla ricerca di una posizione confortabile quel tanto che bastava per appisolarsi quando il sussurro del ragazzo la fece quasi sobbalzare.

- E' strano, vero?

Hope si arrese a restare sdraiata a pancia in su.

- Non e' strano, e' semplicemente inconcepibile.

Francis si mosse nel buio e quando parlo' la sua voce era piu' vicina.

- Sento che ci possiamo fidare.

Ci fu una pausa di silenzio tombale.

- Perche'... perche' noi? - sussurro' la ragazza, voltandosi su un fianco.

- Non lo so... Ma... so una cosa.

Hope senti' improvvisamente il calore della sua mano trovare la propria e stringerla.

- Cosa sai? - mormoro' senza muoversi.

- So che qualunque cosa ci succedera', l'affronteremo... insieme.

Non erano mai stati cosi' vicini.

Nel buio piu' totale, Hope annui'.

I loro sguardi si incrociarono, senza che nessuno se ne accorgesse e rimasero allacciati finche' il sonno non prese il sopravvento.

   
 
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