Tre anni dopo
“Buongiorno,
amore”, sussurrai, le labbra contratte in un sorriso, e
scoccai un ultimo bacio per metà sulla guancia e per
metà sull’orecchio di Edward, poi mi sollevai a
guardarlo.
Quell’alba un
raro raggio di sole filtrava dalle tende e gli illuminava il viso,
rendendolo ancora più bello del solito. Non era cambiato
granché con la trasformazione in vampiro: la pelle era
impercettibilmente (agli occhi umani) più chiara e gli occhi
erano diventati rossi, poi dorati grazie alla dieta
“vegetariana”, ma i suoi lineamenti, i suoi tratti
fisici erano gli stessi della sua vita umana. Quale carattere sarebbe
potuto migliorare? Erano tutti già perfetti. Certo, il
fascino vampiresco era un valore aggiunto.
E ora eccolo
lì, disteso sul grande letto dalle lenzuola bianche, con gli
occhi socchiusi e un sorriso sornione stampato in volto.
Eravamo nella camera da
letto del cottage che ci eravamo costruiti noi, perché fosse
esattamente come lo volevamo, dopo la trasformazione di Edward. Beh,
non subito dopo: soltanto quando tutti, Jazz compreso, fummo sicuri che
Edward non era più pericoloso.
La sua trasformazione
non era stata analoga alla mia: finalmente avevo capito cosa voleva
dire essere un vampiro neonato.
Non voglio ripensare a
quando era bruciato dal fuoco del veleno… dopo che il suo
cuore aveva smesso di battere mi ero avvicinata a lui, troppo e troppo
velocemente.
Le mie labbra si erano
quasi posate sulle sue e avevo ammirato il suo sguardo, così
intenso nonostante il colore rosso acceso degli occhi…
questo per un sessantaquattresimo di secondo.
Poi Edward era saltato
in piedi e mi aveva strappato un braccio.
Avevo indietreggiato un
po’, sbalordita.
Edward, resosi conto di
quel che aveva fatto, si era allontanato da me, terrorizzato
e… si leggeva nei suoi occhi… disgustato di se
stesso. Aveva borbottato qualcosa come “O mio
Dio…” ed era scappato dalla finestra.
Velocemente avevo
leccato il mio braccio per riattaccarlo al busto col veleno e mi ero
gettata ad inseguirlo, urlando ai miei (senza che fosse necessario
gridare) di lasciarmi fare. Lo avevo trovato vicino al fiume, carponi,
col viso affondato nelle braccia. Era talmente disperato da non
accorgersi di me.
Non erano occorse
parole… mi ero inginocchiata accanto a lui e gli avevo
accarezzato i capelli. Si era voltato di scatto e, di nuovo, aveva
indietreggiato, con gli occhi spalancati. Temeva di farmi del male, di
nuovo.
Lo avevo abbracciato di
slancio.
Con estrema cautela,
Edward si era staccato da me, aveva preso il mio viso tra le mani e mi
aveva mormorato: “Scusami”.
Nessuna risposta da
parte mia, non ce n’era bisogno.
Edward aveva cominciato
a baciarmi, delicatamente, come fossi di carta di riso. Avevo risposto
al bacio con tanto ardore che era stato impossibile per entrambi non
abbandonarsi alla passione: avevo dimenticato le mie incertezze e le
mie paure, così insensate in
un’eternità da passare insieme.
Edward era
già controllato, ma i miei avevano vigilato su di lui a
lungo, terrorizzati all’idea di quanto accaduto nel giro di
mezzo secondo. Nonostante tutto, dopo un esperimento con una sacca di
sangue umano, che Edward era riuscito a non squarciare, gli avevano
concesso di tornare a casa, munito di lenti a contatto verdi, per
tranquillizzare i suoi genitori con la scusa di un incidente in cui ero
stata coinvolta anch’io che lo riaccompagnavo a casa dopo i
festeggiamenti di Natale.
Ora, ufficialmente,
eravamo all’università di Dartmouth.
Tornai a concentrarmi
sul mio amore, bello come un dio greco, ma ora corrucciato, gli occhi
dorati fissi su un punto che seguii con lo sguardo: la cicatrice sul
mio avambraccio. Non avrebbe mai smesso di dolersene.
Lo distrassi con un
altro bacio.
“Buongiorno
anche a te”, rispose finalmente lui, senza fiato. Mi alzai e
mi diressi verso l’enorme provvista di vestiti procuratami da
Alice e Rose. Era già tardi per l’appuntamento con
Jacob.
Edward e Jacob andavano
abbastanza d’accordo, ma il mio vampiro era geloso del bel
ragazzo che avevo come migliore amico… come se avessi mai
potuto guardare qualcuno che non fosse Edward.
Un po’ di
tempo fa Jacob si era presentato alla porta del nostro cottage,
preceduto dalla puzza di cane bagnato. Mi aveva spiegato che la
presenza di vampiri sul territorio aveva innescato la trasformazione di
alcuni ragazzi della tribù Quileute in licantropi. Aveva
spiato la zona tabù per i licantropi e scoperto che era un
vampiro. Nonostante fossimo nemici giurati per natura (i licantropi, mi
aveva detto, esistevano per uccidere i vampiri, per proteggere gli
umani), era venuto a offrirmi la sua amicizia. Ovviamente avevo
accettato con entusiasmo.
Jacob tirava fuori da
me il mio lato più infantile, immaturo e sconclusionato: era
un ottimo amico, ma non avevo mai pensato a lui altrimenti.
Edward, pur credendomi,
era geloso. Ma non mi aveva mai chiesto di scegliere. E io lo facevo,
involontariamente, soffrire. Forse era sbagliato, ma mi sentivo un
po’ in colpa.
A parte queste lievi
incomprensioni, le nostre vite scorrevano felici… beh, le
nostre esistenze forse sarebbe più corretto. E non intendo
il classico “felici e contenti” delle fiabe: la
realtà era molto meglio. Non una serenità
monotona e abitudinaria, ma un’esistenza travolgente, vissuta
con entusiasmo di giorno in giorno. Neanche in un sogno avrei potuto
sperare tanto.
Credo che sia il punto
di fermare la narrazione della mia esistenza. Mi diverto a pensare alle
vostre facce al pensiero di una bellissima, immortale vampira che batte
le dita veloci sulla tastiera, attenta a non distruggerla con la sua
forza… se siete giunti a questo punto della mia storia vuol
dire che vi siete interessati alle mie vicissitudini, ma non ho
più niente da raccontarvi che non possiate facilmente
immaginare da soli o che (lo ammetto) non voglia tenervi nascosto,
giusto per conservare un minimo di privacy. E poi nulla può
durare in eterno.
Beh, quasi nulla.
Isabella Marie Cullen
Beh, questo era l'ultimo pezzo della storia. Mi dispiace davvero finirla così in fretta, forse non avrei dovuto postare ogni giorno. Mi mancherete, temo. Provate a leggere qualche altra mia storia, o a iscrivervio al gruppo su Facebook. Grazie per avermi seguita. ♥ ~Maria}
@Giulia_Cullen: non credo siano arrabbiati, i Cullen, e comunque ormai bella è di sicuro perdonata :D
@Perthief: grazie *__* mi spiace che tu mi abbia scoperta solo alla fine, allora...
@Queen Alexia: i Volturi non piacciono a nessuno xD