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Autore: biondich    12/10/2010    1 recensioni
Wesley scambiò un’occhiata veloce con Angel e capì che era decisamente affar loro.
 “Fra le sette vittime c’era un Osservatore . Questo ci riguarda eccome, non credi?”- proseguì il vampiro dopo l’inopportuna interruzione. Il gruppo rimase in ascolto.
 “E se c’è un Osservatore, in genere, c’è anche la sua cacciatrice …”- ragionò Fred.
“Che potrebbe essere in pericolo. Forse chi ha ucciso l’Osservatore ora le da la caccia.”- disse Gunn .
 “Precisamente. Dobbiamo trovarla ed assicurarci che non le accada nulla. Poi ci occuperemo di trovare il responsabile degli omicidi”- asserì Angelus con determinazione.
cross-over Angel/Buffy
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Angel, Spike
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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L'ottavo capitolo!Scritto di getto, stamattina, dato che ho la febbre. Che dire, spero vi piaccia! La situazione si complicherà ulteriormente...;) che ci posso fare, le cose facili non mi sono mai piaciute.

wta87: la tua recensione è stata anche questa volta molto motivante e piacevole! grazie per il tuo sostegno!:)

 Buona lettura,

Francesca

 

 

Angel uscì dalla sala riunioni e si incamminò verso l’ufficio.

 Si complimentò con sé stesso per la splendida idea che aveva avuto : affidare Clarck a Giles ma, soprattutto, scortarla a Roma.

 Roma era una bella città, solare,piacevole, ricca di cultura e … Buffy.

 Lei era lì. L’avrebbe vista?Lo desiderava più di ogni altra cosa.

 E poi? Una volta vista? Cosa avrebbe fatto? Non ne aveva idea ma, ci avrebbe pensato sul momento .

 No ma, cosa stava dicendo? Non poteva incontrarla!Avrebbe sofferto e sarebbe tornato a Los Angeles tormentato e pieno di rimorsi. No. Non di nuovo! Ma stava impazzendo senza di lei. Vederla era la sua cura e ,beh, la salute prima di tutto, no?

In fondo si trattava solo di vederla ,non di parlarci.

 Gli era sufficiente? Ovviamente no ma, avrebbe dovuto accontentarsi.

 Fuori dalla Wolfram & Hart, intanto:

 “Tu sei davvero convinto che qui troveremo qualche informazione?”- aveva domandato Clarck, molto scettica.

 Lei e Spike erano appostati davanti ad un pub frequentato dalla peggiore feccia demoniaca di L.A.

 “Le informazioni, in questo genere di posti, circolano in fretta, dolcezza. C’è un tipo che sicuramente sa qualcosa. Dobbiamo solo aspettare che esca.”

“E tu come fai a sapere che è qui, stasera?”

“Perché viene qui tutte le sere”. Ghignò, divertito.

“Non dirmi che frequenti anche tu questo posto!” Esclamò la Cacciatrice.

Dalla finestra del locale, venne gettata in strada una sedia.

 “È un posto come un altro, per passare la serata”- rispose il vampiro con leggerezza.

Clarck alzò gli occhi al cielo, esasperata.

 “Eccolo.”- disse il biondo indicando un uomo appena uscito dal locale. “Muoviamoci.”

Clarck lo seguì.

 L’informatore era un ometto sulla quarantina, grassoccio e dall’aria mite. Quando li vide arrivare non si scompose particolarmente, anche se il vampiro aveva assunto un’aria minacciosa e prepotente.

 “Ciao Stanley”- disse Spike spingendo l’ometto nel vicolo accanto al pub.

Che bullo, pensò Clarck.

 “Spike! È da tempo che non ci vediamo. Qual buon vento ti porta qui?”

 L’ometto non sembrava particolarmente turbato dall’atteggiamento del vampiro che, per giunta, era il doppio di lui.

“Quattro giorni fa, sei omicidi e non escludo che ce ne siano stati altri durante queste notti. Sai niente?”

 “Forse”. Gli occhi dell’ometto scintillarono, furbi.

“Non ho tempo per i tuoi maledetti giochetti, Stan”.

 Il vampiro si rivelò per quello che era realmente. Gli occhi gialli di Spike si ridussero a due fessure.

 “Chi è la tua amica?” Stanley squadrò a lungo Clarck.

 “Non sono affari tuoi.E adesso parla. Muoviti.”

 “Sei migliorato nella scelta della compagnia, eh?” -disse l’ometto senza staccare gli occhi dalla Cacciatrice.

 Spike ringhiò. Lo afferrò per il bavero della camicia e lo sollevò da terra.

“Cosa vuoi farmi, Spike?Non puoi uccidermi se vuoi le informazioni che cerchi. E io ce le ho.” Disse Stanley cantilenando.

 L’ometto afferrò e strinse con la mano il polso di Spike. Clarck sentì le ossa del vampiro scricchiolare. Spike trattenne a stento un gemito di dolore. Dannato nano con la superforza, pensò il biondo.

“Fermo”-gli intimò la Cacciatrice con freddezza. “Qual è il tuo prezzo per le informazioni?”

Stanley lasciò la presa sul vampiro il quale, dolorante, lo rimise a terra.

 L’ometto paffuto si avvicinò alla ragazza.

“Adoro il tuo golf.” Disse con sguardo malizioso.

 Clarck rimase interdetta. Il golf? Solo questo?Beh, che lo prendesse! La giovane si tolse il maglioncino e glielo consegnò. Faceva freddo quella sera, constatò la Cacciatrice.

 “Merci beaucoup,mademoiselle.”- la ringraziò. Stanley odorò il golf ed inspirò profondamente.

 Con un sorriso a trentadue denti si rivolse a Spike. “ Dovresti ringraziare la tua graziosissima amica. Hai ancora due mani.”

 Il vampiro lo fulminò con lo sguardo. Il nano gliel’avrebbe pagata.

 “Ad ogni modo, il tizio che cercate si chiama Louis, è appena arrivato in città e vuole farsi rispettare.Per questo, sta facendo delle stragi. Siete rimasti indietro con il conteggio delle vittime. Con le tre di ieri notte, siamo a 17.”

“Dove lo troviamo”.Spike riprese il suo aspetto umano.

 “Credo che stasera farà un salto a Griffith Park. Provate lì. Sono convinto che sarà lui a trovarvi”- aggiunse con un ghigno tetro.

Spike e Clarck si allontanarono dal pub diretti verso il parco cittadino.

“Come va il polso?”-domandò Clarck. Tremava per il freddo.

 “Benissimo”-mentì il vampiro. La verità era che la sua mano pulsava terribilmente.

“Non capisco perché tu abbia dovuto fare tutta quella scenata da duro quando bastava sapere cosa volesse. Piuttosto, mi domando cosa ci faccia con un golf da donna.”

“È un feticista di indumenti femminili.”

 “Ah.”

Il vampiro rimase divertito dall’espressione inorridita della Cacciatrice. Spike si fermò un istante e si sfilò la giacca. La porse a Clarck.

“Tieni.”

 “Non ce n’è bisogno, sto bene!”- mentì spudoratamente la ragazza. Conciliò la frase con un sorriso falso che non ingannò il vampiro.

“Mettila. Non sopporto il rumore dei tuoi denti che battono per il freddo”. Sdrammatizzò.

“Grazie”. Indossò la giacca. Le stava enorme. Le maniche, le spalle, tutto.

 Spike ghignò quando gliela vide addosso. Non commentò e ripresero a camminare.

 Griffith Park non era molto lontano . Lo raggiunsero in relativamente poco tempo. Non c’era nessuno, apparentemente.

 “Collega!”- esclamò una voce alle loro spalle. Entrambi si voltarono.

 “Ho indovinato, vero?Tu sei un vampiro!” A parlare era stato un demone dalla pelle rosso scarlatto. Aveva un’aria distinta, abiti impeccabili ed eleganti ,le labbra piegate in un sorriso tetro.

 Spike lo guardò, accigliato.

 “Ma dimmi, che ci fai a spasso con la cena?” Domandò il demone alludendo alla Cacciatrice.

 “Tu sei Louis, vero?”-domandò Spike ignorando il quesito postogli dal demone.

“Vedo che la mia fama, mi precede.” Constatò soddisfatto il demone scarlatto. Il sorriso divenne un ghigno macabro e minaccioso. Non era un buon segno.

“Bene.” Spike lo colpì in mezzo agli occhi con un pugno. Louis indietreggiò ma, si riprese subito e contrattaccò, scaraventando il vampiro a qualche metro di distanza.

Il demone si lanciò sulla ragazza. La ferì al braccio.

 Clarck schivò un altro colpo e con un calcio colpì lo stomaco del demone.

 Aveva bisogno di un paletto, un ramo secco, una spada, maledizione!Non aveva più i suoi suppellettili. Un momento. Le tasche interne della giacca di Spike contenevano qualcosa.

 Mentre Louis era accasciato a terra per il colpo subito, Clarck rovistò nelle tasche:sigarette, accendino,foglietto di carta, altre sigarette e … paletto!Perfetto.

 Chissà che ci faceva un vampiro con un paletto in tasca. Spike era un tipo curioso.

Senza pensarci troppo, la Cacciatrice affondò l’arma nel torace del demone poi, estrasse l’accendino e gli diede fuoco.

 Il vampiro biondo, ripresosi dal colpo subito, le si avvicinò.

 “Bel lavoro”- constatò Spike.

In breve tempo, di Louis non rimase che un cumulo di cenere.

“Toglimi una curiosità. Perché hai un paletto nella giacca?”

 “Beh, è per abitudine. A Sunnydale facevo la ronda tutte le notti e ne avevo bisogno.”

Sunnydale.

 Sunnydale equivaleva a Buffy, nella sua mente. E Buffy portava a … Lei lo aveva mai amato?Non come lui aveva amato lei, questo è certo. Non le importava di lui. Era convinto che Andrew le avesse parlato del suo ritorno.

 Quel ragazzino, non sapeva tenere la bocca chiusa.

 Se Buffy sapeva di lui, allora, perché non lo cercava? E lui? Perché non andava da lei?Un tempo l’avrebbe seguita in capo al mondo invece adesso … Forse era cresciuto, era maturato ed aveva realizzato che Buffy non era la donna giusta per lui e lui non era il vampiro perfetto per lei.Ma si, al diavolo Sunnydale, al diavolo Buffy. Ecco.

Ma se lei fosse tornata da lui? Che avrebbe fatto? Sarebbe tornato ad essere lo zerbino della Cacciatrice oppure le avrebbe negato il suo amore? Non lo sapeva.

“Quanti anni hai? Come vampiro intendo.”-domandò Clarck. Voleva fare un po’ di conversazione.

 “120 ma, tu, piuttosto. Sei immortale da quanto tempo?”

 “Con questo, sono sessantadue anni che sono intrappolata nel corpo di una 22enne.”

“Vedo che non apprezzi la tua condizione di immortale.”

 “Ritengo che una vita eterna sia inutile.Il bello della vita umana sta nell’imprevedibilità, nella paura che ogni giorno sia l’ultimo,nel gioire delle piccole cose e nel dargli un valore grandissimo. Quando sei immortale,la vita scorre lenta e monotona.La certezza di non poter morire la rende noiosa e priva di significato.”

“Dipende da come passi la tua immortalità.Se la dedichi a far del Bene,allora, riacquista un equilibrio quasi umano. Potresti considerare il tuo stato di Cacciatrice come un obiettivo a lungo termine”-ironizzò il vampiro.

“Già”.

 Alla Wolfram & Hart, Angel ruggì spazientito. Di nuovo.

Da quando era tornato nel suo ufficio e non vi aveva trovato Spike e Clarck , aveva perso la calma.

 “Razza di idiota!Dove diavolo l’ha portata, quel maledetto vampiro!”

“Angioletto, se continui così, finirai con l’esplodere”- cercò di calmarlo Lorne. Era intimidito dalla reazione dell’amico.

“Angel, calmati. Spike è diventato responsabile, sono certa che ha agito in favore della squadra.”- disse Fred , apprensiva. In cuor suo, però, sapeva che Angel aveva ragione a reagire così. Che accidenti era saltato in mente a Spike? Sparire, senza preavviso con il demone-assassino era stato un gesto sciocco.

 “Calmarmi? Come posso calmarmi! Meno di tre ore ed un jet privato ci porterà a Roma! Su quell’ aereo ci dovrà salire la Cacciatrice, dannazione!”- ruggì ancora più forte.

Fred si ammutolì. Lorne trattenne il fiato. Angel era davvero fuori di sé.

 Bussarono alla porta.

Lorne andò ad aprire, approfittandone per uscire da quella stanza. Si ritrovò davanti a Spike, seguito da Clarck.

 Prima che la tempesta si abbattesse su di loro, Lorne si allontanò. I due malcapitati entrarono nello studio. Clarck lesse negli occhi di Fred che la situazione era grave. Molto.

 Anche la scienziata lasciò la stanza. Non voleva assistere all’ennesima sfuriata di Angel.

“Tu!”- ringhiò il vampiro moro indicando Spike. “Credevo di essere stato chiaro! Quando ho detto Fai La Guardia Alla Cacciatrice intendevo all’interno dello studio!Dove siete stati!”

“Abbiamo trovato l’assassino delle sei vittime.”

 “Che cosa?”.

“Lo abbiamo eliminato. Anzi, lei lo ha eliminato”. Spike indicò Clarck. Voleva che ricevesse un po’ di merito.

 “E … chi era?” Angel non sapeva più se essere arrabbiato, grato o altro.

 “Un demone che cercava di farsi un nome qui a Los Angeles”. Fu Clarck a parlare.

 “Volevo che si sapesse che avevo detto la verità, sulle sei vittime.”

 “Ah. Beh, avete fatto un ottimo lavoro. Ma resta il fatto che tu saresti potuta fuggire o …”

 “Ma non l’ho fatto.”

 “Si ma, se …”

“Sono tornata qui.”

 “Questo lo vedo ma, avresti potuto …”

“Basta”.

“Molto bene. Ora preparatevi, dobbiamo raggiungere l’aeroporto. Il jet sarà lì in tre ore al massimo.”

 “Jet?”-domandarono simultaneamente Spike e Clarck.

“Per Roma. Da lì, tu,Clarck, andrai in Inghilterra da un mio amico Osservatore. È molto interessato alla tua storia e vuole farti partecipare al programma di addestramento insieme ad altre Cacciatrici.”

“Vuoi davvero mandarla via?”- domandò Spike spiazzato.

 “Non vedo altre soluzioni.”-disse Angel al biondo poi, rivolto alla giovane donna “ Ti piacerà, vedrai. Sarai trattata come una Cacciatrice e non come un demone.”

Clarck non rispose. Los Angeles le piaceva. A parte qualche inconveniente, si era trovata bene lì. Non poteva restare? Anche se, l’idea di allenarsi come Cacciatrice non le dispiaceva affatto. Tutto sommato sarebbe stata una svolta positiva, per la sua vita.

 L’ascensore della Wolfram & Hart si aprì lasciando uscire due uomini in abiti scuri. Harmony li ricevette.

 “Posso aiutarvi?”

“Vorremmo parlare con Angel, se non le dispiace”. I due uomini sogghignarono.

 “Ve lo chiamo subito, ok? Restate qui.” Harmony si diresse da Angel. Bussò alla porta ed entrò.

 “Harmony, cosa c’è?”-domandò il vampiro moro.

“Ci sono due tizi qui alla reception che vogliono vederti. Te li mando in ufficio?”

“No, No. Vengo io, è meglio.” Insieme si diressero verso l’atrio. Angelus non ricordava di avere appuntamenti, a quell’orario.

“Salve. Cosa posso fare per voi?”- domandò cortesemente ai due uomini distinti.

 “Siamo qui per l’Ikvàaz, signor Angel. Per conto del signor Giles.”

 “Deve esserci un errore. Io e Giles eravamo d’accordo che avrei portato Clarck a Roma e che sarebbe partita da lì.”

“Si ,beh, Giles ha ritenuto che voi non doveste prendervi un disturbo così grande e così ci ha mandati a prelevarla. Spero non sia un problema.”

“No, certo che No. Vorrà dire che annullerò la prenotazione del jet. Beh, visto che siete qui, vado a chiamarla.”

 Che situazione. Giles avrebbe potuto anche avvisarlo. Ah, già. Le linee erano disturbate, magari non riusciva a mettersi in contatto. Rientrò in ufficio. “Beh? Chi era?”-domandò Spike vedendolo rientrare in ufficio .

 “Clarck sei pronta? Sono venuti a prenderti. Devi andare”.Angel ignorò la domanda di Spike. Si ritrovò ad essere dispiaciuto per la partenza di quella ragazza. Ne aveva passate tante.

“Aspetta, noi non partiamo più?”-Spike era negativamente sorpreso. Quindi quella Cacciatrice sarebbe partita subito?

“Cambio di programma.”-tagliò corto Angel.

 “Rivorrei i miei vestiti prima, così da restituire quelli che indosso a Fred.”- disse Clarck, gli occhi velati dalla tristezza.

 “Ma certo, la vado a chiamare subito.” -rispose Angel, finalmente gentile con lei.

 La ragazza si tolse la giacca e la restituì a Spike.

 “Tieni, grazie.”-disse sorridendo sinceramente.

“Hai portato un soffio di vita qui, ragazzina”-disse Spike sorridendo tristemente. “È un peccato che tu te ne vada”.

 Le lanciò uno sguardo profondo e sincero. Ecco, stupida anima!Lo stava facendo vacillare di nuovo. Ma doveva restisterle.

Si avvicinò a Clarck. Era così dannatamente bella. Voleva baciarla, ne aveva bisogno. Per accertarsi che fosse reale, che non fosse un sogno ma, non poteva. Doveva lasciarla andare e lo fece.

Si allontanò da lei, a malincuore.

 Poco dopo, Angel e Winifred fecero ritorno.

 Fred restituì i vestiti a Clarck e le regalò quelli prestati.

Tutti insieme si diressero nell’atrio.

“Beh, direi che è ora di salutarsi.”- disse con un sospirò malinconico Spike. Era rassegnato.

 “Ciao, Clarck.Giles ha il mio numero, per qualsiasi cosa, chiamaci.”- le disse Angel conciliando la frase con una stretta di mano. Le sorrise. “Grazie,Angel.”

Fred non disse niente ma, l’abbracciò affettuosamente.

“Buon viaggio, Cacciatrice.”-disse Spike con voce roca. Gli occhi grigi di Clarck si incontrarono con quelli azzurri del vampiro.La ragazza rimase senza fiato. Sorrise mestamente e,insieme ai due Osservatori, lasciò l’edificio.

   
 
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