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Autore: Gio26    14/10/2010    1 recensioni
"Altre lacrime scendono dai miei occhi gonfi e bagnano il cuscino, ma ormai non ci bado più.
Forse un giorno riuscirò a inviare quell'sms che è rimasto nelle bozze. Forse. [...]
Bugiarda: sono solo una schifosa bugiarda."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bugiarda.

Bugiarda.



martedì 12 ottobre 2010, ore 23:55


Il cellulare vibra sul mio comodino, e una lucina lampeggiante si diffonde per la stanza immersa nel buio più totale. Mi giro, lasciando cadere il cuscino che stringevo nel disperato tentativo di asciugare le lacrime: ormai, avevo abbandonato ogni speranza nell'addormentarmi. Non accendo nemmeno la luce, allungo il braccio e afferro il telefonino, facendo scattare lo sportellino.
Un sms da parte di Sam, la mia migliore amica. Sospiro. Me lo aspettavo.

Ciao Kris.
Scusa se ti rompo a quest'ora - spero di non averti svegliata - ma non riuscivo ad aspettare altro tempo: non riesco ad addormentarmi, sapendo come stai, e devo assolutamente chiarire. L'altro ieri non abbiamo finito il discorso che avevamo cominciato a scuola: è suonata la campanella, e tu sei scappata via, quasi volessi sfuggire ai miei occhi, alle mie domande, ad affrontare la realtà. E ora sono due giorni che manchi da scuola, e so per certo che non sei malata.
So io il motivo: sei triste, l'ho capito. Ti vedo, ti conosco da anni, ormai: non puoi nascondermi niente, che ti piaccia o no. Il motivo della tua tristezza, da quello che ho intuito, è che in classe non siamo più unite come l'anno scorso e che non usciamo quasi mai insieme. Io poi non esco mai: con il fatto che lavoro part-time e studio non ho mai tempo; comunque me ne sono accorta anch'io, lo vedrebbe anche un cieco.
Ma è solo questo il motivo, o mi nascondi altro? Lo sai che a me puoi dire tutto, puoi sfogarti con me: sei diventata come una sorella ormai e odio vederti triste, perché poi soffro anch'io, sul serio. Non è da te stare così: non vedo il tuo meraviglioso sorriso da settimane, ormai. Se non hai voglia di parlarne non fa niente, ma sappi che per qualsiasi cosa io ci sono e ci sarò sempre, ricordatelo.
Ti voglio bene,
Sam.


Sprofondo la testa nel cuscino, portandomi la mano che stringe ancora il cellulare sugli occhi. Sam ha capito tutto: ha ragione, come sempre. Dopo qualche minuto, mi asciugo anche queste lacrime: odio piangere, odio le mie lacrime, mi odio, ma non posso fare a meno di piangere. Dovendo portare per tutto il giorno una finta maschera di tristezza-malinconia, nascondendo però il mio vero dolore, sento il bisogno di piangere appena mi chiudo la porta di casa dietro le spalle, al ritorno da scuola. Mi porto una mano sulla fronte, scivolo lungo la superficie della porta e mi siedo per terra, raggomitolata, stringendo le ginocchia con le braccia, e le lacrime cominciano a scendere silenziose e crudeli.
Sì, sto male, non posso negarlo: eppure, non riesco a confidarmi con nessuno, nemmeno con lei, la mia migliore, unica amica Sam. Nemmeno lei - che sa davvero tutto di me, che mi conosce meglio di quanto mi conosca io stessa - sa cosa provo, anche se l'ha capito: c'era da immaginarselo.
Lei è l'unica che può capirmi, ascoltarmi seriamente, e non annuendo facendo finta di ascoltare mentre pensa ad altro; forse dovrei confidarmi con lei, forse starei meglio, forse.
Apro lo sportellino: nuovo sms.


Ciao Sam.
Sì, l'unico motivo per il quale sono triste l'hai intuito da sola: è che noi tutti in classe siamo più distanti, non è più come prima.
Non solo mi lasciano in disparte e tu sei l'unica che mi considera un minimo, ormai, ma non mi chiamano nemmeno più per uscire. Ho anche saputo che oggi sono andati tutti insieme in gita al mare.
Hanno fatto un gruppo, sai? Ci sono tutti, sai? Anche persone fuori dalla classe. Tutti tranne me. Pensavo che fossimo amici. Ora vogliono anche trovare un nome da dare al gruppo. Si scrivono che si vogliono bene, si fanno foto abbracciati... Sono davvero uniti, davvero un bel gruppetto affiatato.
Per carità, è una bella cosa, mi fa piacere: ma vorrei esserci anch'io in quelle foto...
Ma tu non c'entri proprio nulla, guarda, non ti preoccupare: è solo che ci rimango male nello scoprire cose del genere. Perché sai, - forse l'avrai capito, hai imparato a conoscermi - io ci metto tanto ad affezionarmi a qualcuno, non mi affeziono dopo un paio di mesi come ci riesci tu, ma quando lego lo faccio sul serio e dopo un anno mi ero affezionata davvero alle mie compagne.
Non mi aspettavo per nulla di scoprire certe cose che mi rendono davvero molto triste. Davvero, sono rimasta molto delusa, non credo che capiscano che ho dei sentimenti anch'io. Anche se a volte sono un po' odiosa, forse è una sorta di autodifesa la mia: mi chiudo a riccio, mi faccio scudo, cerco di non affezionarmi troppo per paura di ferirmi dopo, come appunto è successo... Ma le persone che mi conoscono davvero come te sanno come sono fatta.
Comunque non capisco il motivo di tutto ciò: io non credo di essere cambiata o di aver fatto qualcosa di male per essere esclusa così. Eppure, quelle che sono cambiate sono loro, non io: non è tanto colpa di Lei, perché Lei è rimasta sempre la solita oca odiosa, ma sono le altre che sono cambiate e hanno cominciato ad andarle dietro; non me lo sarei mai immaginato. Credo che sia successo tutto quest'estate: in meno di tre mesi, sono sparita dalla loro vita e hanno cambiato del tutto idea.
Eh già, perché fino a giugno loro odiavano Lei. Lei stava antipatica a tutte; ora improvvisamente sono tutte super amichette del cuore. Davvero non capisco: se ci hanno fatto amicizia bene, sono contenta per loro che ci sono riuscite, - io non ce la faccio davvero - non c'è niente di male… Ma perché escludere me?
Parlano male di me alle mie spalle, lo sai? Ho sentito che mi chiamano anche con un soprannome che nemmeno ti sto a dire, ma che saprai; bella roba. Ma perché poi? Perché tutto questo?
Se proprio devo essere sincera, però, ora la dico tutta: anche tu le poche volte che esci stai con loro e non mi chiami, fai parte del loro gruppo, passi molto tempo con loro, ti considerano e ti vogliono bene... Forse stai con loro perché non vuoi essere esclusa pure tu, giustamente, perché sai che stando con me ti manderebbero via dal loro "gruppetto"; ma non vuoi nemmeno perdere me. Ti stai allontanando anche tu, Sam? Mi manca il fiato solo a pensarci, perché tu lo sai quanto sei importante per me.
Non so quando ritornerò a scuola, non riesco a dirtelo con precisione: appena trovo il coraggio, ritorno e ti spiegherò tutto per bene. E poi ho intenzione di parlarne a quattr'occhi con le dirette interessate - anche se non ho la minima idea da dove cominciare - perché voglio chiarire, voglio almeno provarci: io non voglio perdere quelle che credevo delle amiche sincere, anche se a quanto pare mi sbagliavo. Sono disposta anche a chiedere scusa per qualsiasi cosa di male abbia fatto, e anche a perdonare le cose butte che hanno detto su di me.
Spero che tutto possa tornare come prima, ma sai una cosa? Ad esserne sincera, non credo proprio che succederà mai. Ormai sono cambiate. Non so, se mi accettassero di nuovo fra loro potrei anche provare a cambiare me stessa, a sopprimere la mia personalità, pur di stare con loro, con voi; a questo punto, non ho nulla da perdere, e di sicuro non potrebbe essere peggio di così.
Grazie di tutto, Sam: sono felice che tu mi capisca. Ti prego, ti scongiuro: non farti trascinare anche tu, non cambiare mai, perché sei perfetta così.
Ti voglio davvero tanto bene,
Kris.


Scorro le numerose pagine del messaggio e rileggo per l'ennesima volta questo lunghissimo poema che spiega tutto, che sviscera tutti i miei sentimenti. La verità è questa.
Sospiro. Poi chiudo di scatto lo sportellino del cellulare.
No. Non invierò mai questo sms. Non ne ho il coraggio. Vigliacca. Non servirebbe a nulla, non avrebbe alcun senso: non farei altro che piangermi addosso e fare la vittima.
Riapro il cellulare. Nuovo sms.


Ciao Sam!!
Che bello sentirti! Ma no, che dici: non è affatto così! Sono rimasta a casa questi due giorni perché ho avuto un po' di raffreddore, tosse e mal di gola, ma nulla di grave: sono già guarita! Infatti, oggi sto già meglio e domani verrò di sicuro a scuola. Non so come tu abbia potuto pensare certe cose! Io non sono affatto triste, ma ti pare? Non è da me!
Grazie comunque dell'interessamento, e non farti venire più strane idee in testa, chiaro? :)
Un bacio,
Kris.


Non rileggo nemmeno due volte questo messaggio pieno solo di bugie, enormi, colossali bugie. Mi faccio schifo, sì. Mi faccio schifo da sola.
Invio.
Chiudo il cellulare e lo riposo sul comodino; poi mi giro prona sul materasso, sprofondando la testa nel cuscino e coprendomela con l'altro.
Che pena... Mi faccio pena. Ma non trovo proprio il coraggio di aprire il mio cuore, nemmeno alla persona a cui tengo di più.
Altre lacrime scendono dai miei occhi gonfi e bagnano il cuscino, ma ormai non ci bado più.
Forse un giorno riuscirò a inviare quell'sms che è rimasto nelle bozze. Forse. Fino ad allora, continuerò ad indossare la mia solita maschera, ma questa volta starò più attenta a sembrare più felice, ad essere più convincente. Tanto, non interessa a nessuno se fingo o no, non interessa a nessuno se sto bene davvero. Chissà se riuscirò a ingannare perfino Sam. Dovrei fare l'attrice! Mamma mia, quanto sono finta. Sono una persona così orribile: non credevo di essere così fragile, io che mi sentivo sempre forte e allegra...
Un'altra vibrazione dal comodino: la risposta di Sam.


Mmmh... E va bene, allora sono contenta che non sia successo nulla, meglio così. Scusa, forse mi sono lasciata un po' troppo trasportare dall'immaginazione!
Mi dispiace che tu sia stata malata, ma per fortuna ora stai bene! Ci vediamo domani a scuola allora!
Baci,
Sam


Un altro sospiro. Bugiarda: sono solo una schifosa bugiarda. Mento anche a me stessa.
Per ora, è andata, mi ha creduta. Ma sarà più difficile mentirle davanti ai suoi occhi indagatori, domani. Domani...
Sì, farò così: sopprimerò la mia personalità e mi comporterò come loro. Forse un giorno entrerò a far parte anch'io del loro gruppo e mi riconquisterò la loro amicizia.
Più ci penso, e più mi sembra una cosa orribile e ingiusta, ma non ho altra scelta: non ha più senso fare la "diversa", essere me stessa, ed essere di conseguenza esclusa. Sono me stessa, ma non sono felice perché non sono accettata. Invece se farò come loro non sarò me stessa ma sarò accettata e farò finta di essere felice; forse, prima o poi, la mia personalità scomparirà del tutto e potrò davvero essere felice comportandomi come loro...
Mi rigiro nel letto: non voglio più rimuginare su queste cose, sto male solo a pensarci; è già abbastanza doloroso doverlo accettare. Chiudo gli occhi, nella speranza di addormentarmi prima del suono della sveglia.

Illusa.

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Grazie a tutti di cuore per la lettura.

  
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