Fanfic su attori > James Franco
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Autore: EstrellaLunar    16/10/2010    2 recensioni
Il bellissimo James Franco decide di prendersi una pausa dal successo e tornare a visitare i luoghi dove visse il suo bisnonno in Italia, fatto che gli riserverà non poche sorprese."Mi avvicinai un po' di più e frugai nella mia memoria.. ma certo era un paesaggio toscano, c'ero stato una volta per vedere le terre del mio bisnonno. Dovevo tornare là. Forse avrei trovato qualcosa, forse mi sarei sentito di nuovo me stesso. Dopotutto ogni tanto Los Angeles ti obbligava a fare una pausa."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Il vaso di Pandora.

Anna e Francesco si concedettero una romantica passeggiata sul lungo mare, come due adolescenti e Lorenzo mi chiese se volevo andare con lui a prendere una lezione di windsurf nello stabilimento di fianco. “Questo ragazzo non sta mai fermo!” constatai, ma poi vidi Martina infilarsi i jeans e mettere le proprie cose in borsa.
-Tu dove vai?-
-Io?- chiese voltandosi. Annuii.
-Faccio un giro in centro... i negozi...-disse alzando le mani.
-Ti accompagno... se non ti dispiace...- dissi rivolgendomi a suo fratello.
-No no...vai pure! Anzi... mi regali qualche chance con l'istruttrice non venendo. Grazie!- e si allontanò di corsa.
-Perché non sei andato con lui? A me piace stare da sola sai.-
-Ho notato...- mi lasciai sfuggire. Non sorrise come speravo e prese la borsa. Mi infilai pantaloni e maglietta rincorrendola.
-Allora...- Iniziai io a parlare, più o meno dopo dieci minuti di silenzio.-Hai il ragazzo?-
Sbuffò tra se e sé:-No...-
-E come mai?-
-Bé... Guardami!- disse passando le mani sui suoi fianchi.
-Ma cosa dici?-
-Dai smettila con questa sceneggiata! So di non aver un gran fisico, ma dopotutto io mi piaccio anche così... solo che probabilmente ai ragazzi non vado bene. Tutti mi trovano divertente, simpatica... però guai a pensarmi come qualcosa più che un'amica!- aumentò il passo.
-Martina tu sei una bella ragazza... secondo me non è il tuo aspetto che li frena...-
I suoi occhi erano lucidi di rabbia, ma continuai.
-E il tuo modo di porti... la tua costante esigenza di difenderti e attaccarli, quasi una specie di aggressività. Li spaventa, li allontana. Tu non ti fai conoscere per la persona piena di qualità che sei!- le cinsi una mano attorno alle spalle cercando di farla rallentare e per poterla abbracciare. Lei mi scostò. Ma io ci riprovai. La tirai per un braccio e la girai verso di me, stringendola e come previsto scoppiò in lacrime. Era fragile come una farfalla, anche se i suoi modi erano acidi come un limone. Singhiozzava e presto sentii la mia maglietta inumidirsi. Le poggiai la guancia sulla testa e rimasi ancora lì finché i gemiti si spensero e lei tornò a respirare regolarmente. Si allontanò passando una mano sotto gli occhi, cercando di levare il nero del trucco.
-Oddio ti ho sporcato la maglietta...- disse in colpa.
-Non fa niente... ne comperò un'altra...-
-
Fottuto riccone...- disse sottovoce sorridendo.
Capii che era uno dei suoi insulti, ma ci passai sopra.
-Se mi prometti che non piangi più, ne compro una anche a te...-
Mi fece la lingua, come una bambina di cinque anni.
Frugò nella borsa alla ricerca di un fazzoletto e dopo essersi asciugata gli occhi, si voltò e sporgendo la testa verso di me, mi chiese se era ancora macchiata.
Le presi il viso fra le mani e le diedi un bacio sulla fronte. Vidi le sue guance tingersi di un porpora acceso all'istante e si allontanò.
-No sei a posto...-
Ci addentrammo nel paese e incredibilmente, come se con quel pianto avessi aperto il vaso di Pandora, Martina uscì dal suo bozzolo. Mi raccontò delle sue amicizie, quelle di lunga data, quelle che l'avevano delusa, delle sue cotte colossali per alcuni ragazzi, mai ricambiate, degli spasimanti che ogni tanto le rompevano le scatole, ma con i quali lei non riusciva a essere troppo stronza, pensando a quanto male ci stava lei dietro a ogni delusione, mi raccontò della sua famiglia, degli studi, dei milioni di libri che divorava... Era una ragazza incredibile, se solo si fosse lasciata avvicinare da tutti. Se solo non avesse avuto quell'atteggiamento così scontroso all'inizio.

Verso il tramonto tornammo verso la spiaggia, l'aria si era rinfrescata, il clima della Toscana era fantastico. Il giro di shopping ci aveva lasciato con una maglietta nuova per me e un vestito per lei. Poi le avevo regalato un braccialetto etnico, in realtà ne avevo comprato uno uguale anche per me. Probabilmente fu un gesto alquanto infantile e affrettato, ma quando avevo visto quei braccialetti colorati non avevo resistito.
-Dovunque sarò fra anni so che non dimenticherò mai questo posto e nemmeno te... non fraintendere le mie parole... è solo che qui sto così bene!- le dissi porgendoglielo.
-No, tranquillo... ho capito quello che vuoi dire... Grazie... è veramente bellissimo!- mi toccò il braccio in segno d'affetto.

I suoi si stavano rivestendo e Lorenzo arrivò in fretta.
-
Cari miei, stasera non torno con voi!-
-
Perché?- chiese sua madre preoccupata.
-
Bè.. ho conosciuto un po' di ragazzi dello stabilimento, mi hanno invitato a cena e poi a ballare e mi riportano a casa!-
-
Va bene... stai attento!- non avevo capito molto del discorso, poi però Lorenzo si rivolse a me e Martina.
-Venite?-
Lo guardai interrogativo.
-Scusa James... Allora ho conosciuto dei ragazzi e mi hanno invitato a cena con loro e poi si va a una festa in spiaggia .. un modo per tornare a casa lo troviamo!- sorrise.
-Certo nessun problema per me...-
Martina sorrise fra sé.
-Fortuna che mi sono comprata un vestito...-

I ragazzi dello stabilimento sembravano simpatici, anche se non capivo molto di quello che dicevano, ma ridevano spesso, complice anche l'alcool che scorreva a fiumi. Eravamo sulla spiaggia, attorno ad un falò, qualcuno suonava la chitarra e alcune ragazze ballavano, più di una mi aveva esortato a seguirla, ma io avevo declinato l'offerta. “Niente donne”. Ripetevo a me stesso, come se fosse una specie di mantra. Mi misi a osservare le persone in silenzio, cosa che mi piaceva sempre tantissimo fare. Cercai Martina. I miei occhi la trovarono poco dopo, seduta sulla sabbia bianca che rideva con un gruppetto di persone. Avrei voluta raggiungerla, ma non mi alzai. Una decina di minuti dopo fu lei ad alzarsi e a dirigersi verso il cesto dove galleggiavano le birre. La raggiunsi.
-
Bella serata!- dissi alzando la mia birra al cielo.
Rise e annuì.
-Molto bella..-
-Fai una passeggiata con me?-
La vidi tentennare. Non sapevo nemmeno io perché diavolo volessi stare da solo con lei, ma così era. Non controllavo le parole che mi uscivano dalla bocca in sua presenza, ero impulsivo come un ragazzino alle prime armi.
Alzò le spalle e aggiunse sottovoce:- Ok...- prese una birra e si allontanò verso il bagnasciuga.
-Ragazzi simpatici...- come sempre toccava a me iniziare a dire qualcosa.
-Già... è vero!- ritornò ai suoi pensieri, si tolse i sandali e mise i piedi nell'acqua.
-Bellissima questa spiaggia, questo posto!- non rispose, ma anche nel buio potei vedere i suoi denti comparire in un sorriso.
Era così diversa dal pomeriggio! Aveva parlato, riso, corso, saltato... cosa le era successo? Dopo qualche altro passo e sorsata di birra, decisi di chiederglielo.
-James... Io...-rispose,alzando gli occhi verso le stelle.-Ecco io...-
Una voce interruppe le sue difficoltà, era Lorenzo.
-Ragazzi si torna a casa, c'è l'ultimo pullman!-
Martina lo raggiunse e capii che nemmeno quella sera non avrei capito che cosa le frullava in testa.

Fede's corner:
scusate il ritardo, ma è reinziata l'università quindi poco tempo e soprattutto poca ispirazione... questo capitolo è un po' strano, spero di recuperare nel prossimo!
GRAZIE a tutti quelli che seguono e leggono questa storia pazza...
un ringraziamento particolare come sempre per Pepesale e le sue divertentissime recensioni e a barbydowney che ormai vedo tutti i giorni!

  
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