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Autore: EstrellaLunar    17/10/2010    2 recensioni
Il bellissimo James Franco decide di prendersi una pausa dal successo e tornare a visitare i luoghi dove visse il suo bisnonno in Italia, fatto che gli riserverà non poche sorprese."Mi avvicinai un po' di più e frugai nella mia memoria.. ma certo era un paesaggio toscano, c'ero stato una volta per vedere le terre del mio bisnonno. Dovevo tornare là. Forse avrei trovato qualcosa, forse mi sarei sentito di nuovo me stesso. Dopotutto ogni tanto Los Angeles ti obbligava a fare una pausa."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8. Partenze e quadri.

La settimana seguente passò lenta. Lorenzo e Marina erano sempre fuori casa, a lavoro o all'università. Anna lavorava e io passavo tutto il mio tempo nei campi insieme a Francesco. Mi ritrovai quindi al Sabato successivo con i muscoli doloranti e un'abbronzatura niente male. Avevo dipinto moltissimo in quei giorni, quasi ogni sera: avevo prodotto 3 quadri. Nel pomeriggio di Sabato stavo lavando i pennelli nel lavabo in cortile, visto che avevo dipinto nel prato, quando Anna, appena tornata dal lavoro, mi venne vicino.
-Ti prego dimmi che posso comprarti quel bellissimo quadro che hai appena dipinto! Starebbe così bene nel salotto!-
La guardai sorpreso: -Comprarlo?-
-Bè... mica lo posso semplicemente prendere!-
-Certo che puoi... non scherziamo! Per me sarebbe davvero un onore. I miei quadri di solito rimangono chiusi nello scantinato...-
-Oh grazie James!- e rientrò in casa.
Tornai verso il cavalletto e presi il quadro, ormai asciutto e mi avviai in casa. Anna mi fece cenno di metterlo al posto di una stampa impressionista.
Ero fiero di vedere il mio lavoro apprezzato da qualcuno.
Il mio Blackberry suonò insistente nella tasca desta dei jeans.
-
Scusami...- dissi uscendo.
Tornato nel sole caldo, premetti il tasto verde e portai il telefono all'orecchio.
-Pronto?-
-Franco...- riconobbi subito la voce di Jordan.
-Jordan! Che piacere... come stai?-
-Io bene... tu un po' meno fra poco.-
-Cosa è successo?-
-Bè... il contratto che hai firmato con Gucci ti obbliga a venire a fare un altro spot...-
-Non esiste!-
-Hai firmato...-
-Tu non hai letto bene il contratto allora!-
-Ormai è fatta... ma cosa ti lamenti? Saranno altri milioni di dollari per un paio di giorni di lavoro!-
-Ma devo venire in America...-
-Ci vediamo Lunedì a New York. Lo spot lo vogliono girare lì. Ti ho già prenotato il volo da Firenze, i dettagli sono in una mail.-
-Fanculo Jordan!- ma il telefono dall'altro capo della linea era già muto.
Porca miseria, non avevo nessuna voglia di fare altre 18 ore di viaggio. Soprattutto non avevo voglia di tornare in quel mondo, erano meno di 10 giorni che mi stavo godendo quel paradiso e già me lo volevano guastare. Incredibile!
Probabilmente stavo inveendo contro il telefono a voce troppo alta, perché Anna uscì di casa preoccupata.
-Cosa è successo? Qualcosa di grave?-
-Devo andare a New York!-
-Problemi familiari?-
-No...- sbuffai:-lavoro...-
-Ah! Ma tornerai vero?- la sua speranza in quella domanda mi invase di un benessere incredibile: mi volevano bene davvero quelle persone.
-Non lo so!- come non lo sapevo? Io volevo tornare! Non avrei nemmeno voluto andarmene... perché avevo risposto così?
Anna era visibilmente delusa:-Allora c'è da organizzare una festa d'addio!-
-Non è il caso...-
-è proprio il caso, invece!- mi zitti lei rientrando in casa.
Ero scosso, tornai nella mia camera e mi sdraiai sul letto nervoso. Non volevo andarmene! Non volevo tornare già in America, conoscendomi poi mi sarei perso a New York! Mi perdo sempre a New York. Quando ci vado rimango lì mesi, finché un amico non mi viene a ripescare. Mi faccio rapire dalla vita della città che non dorme mai, dai locali, spesso mi sono fatto rapire dalle sue ragazze. Io volevo godermi la Toscana.
Probabilmente mi ero addormentato perché quando riaprii gli occhi la sveglia sul comodino segnava le 18,30. mi alzai e mi diressi in bagno, dopo la doccia mi diressi fuori. Arrivai in garage e guardai la “mia” Vespa. Volevo sentirmi di nuovo felice, così senza pensare misi in moto e uscii sgommando dal vialetto. La sensazione di libertà che avevo provato la prima volta non era così forte adesso, purtroppo. Capii che dovevo partire. Dopotutto era lavoro. Feci inversione e ritornai alla cascina. Quando entrai in casa la tavola era apparecchiata in modo più sontuoso e anche i membri della famiglia erano vestiti in modo più curato, mi vennero gli occhi lucidi.
-James, anche sei stato qui così poco, sappi che ci mancherai... e se volessi tornare ti accoglieremmo a braccia aperte!- Anna mi abbracciò.
Il loro calore umano mi stupiva sempre, non riuscivo ad abituarmici. Mi fecero sedere e iniziammo a mangiare. Avevano cucinato di tutto e di più: stentavo a credere che sarei riuscito ad alzarmi dalla sedia prima di qualche giorno. Durante la cena Martina non mi guardò mai negli occhi e non partecipò quasi alla conversazione. Verso le 11, dopo vari bicchierini di Vin Santo e Cantucci mi alzai e dissi che sarei andato a dormire, il giorno dopo sarei dovuto partire alle 9. Francesco si propose per accompagnarmi, ma Lorenzo insistette per farlo lui. Li salutai e uscì sotto il cielo stellato, dopo aver fatto le valigie mi sedetti sulle sdraio nel giardino a fissare le stelle. Sentii dei passi dietro di me. Nel buio della notte ero invisibile nel prato. Era Martina, con qualcosa in mano. La vidi arrivare fino davanti alla portafinestra di casa, far per bussare, scuotere la testa e re incamminarsi verso casa sua.
-Aspetta...-urlai. La vidi sobbalzare. Corsi verso di lei. Si era spaventata.
-Oddio... che spavento!- rise nervosa e agitata.
-Cosa volevi?-
-Niente...-
-Non è vero!- mi avvicinai a lei un po' di più.
-Niente!- abbassò lo sguardo su quello che stringeva fra le mani. Guardai anche io. Erano dei disegni, anche se nel buio non capivo cosa ritraessero.
-Li guarderai poi...-
-Grazie...- continuava a rimanere con lo sguardo verso il basso. Istintivamente cercai di alzarle il viso con la mano. I suoi occhi erano lucidi sotto le stelle, sembravano piccole lucciole.
Non resistetti un momento in più. Contro ogni logica e previsione premetti le mie labbra sulle sue. Lei era una statua di sale. Immobile, con le labbra serrate, lasciò cadere il disegno per terra e appoggiò le sue mani sul mio petto.
Mi staccai e la guardai fisso.
-
Scusami...- dissi, ma poi rimasi incredulo dalla sua reazione. Mi strinse il viso fra le mani e cercò di nuovo la mia bocca e questa volta non ebbi la sensazione d baciare una statua di sale, anzi tutt'altro. Le sue mani giocavano fra i miei capelli e io non potei fare a meno di stringere i suoi fianchi. Dopo un tempo che mi parve anche troppo breve, si staccò e mi sussurrò all'orecchio:-Scusami...- corse via.
Ero incredulo, non capivo cosa fosse appena successo. Raccolsi da terra i suoi disegni. Erano paesaggi di mare, di campagna: era la Toscana. L'ultimo era un mio ritratto, la testa appoggiata su un braccio. Rientrai in casa e come successo nel pomeriggio ricaddi in un sonno profondo. La sveglia suonò alle 6. feci una colazione veloce e portai tutte le mie valigie fuori nel cortile. Erano tutti pronti per la mia partenza. Mancava solo Martina. Abbracciai forte Francesco e Anna, rassicurandoli sul fatto che sarei tornato presto e mentre lo dicevo, cercavo più che altro di convincere me stesso. Poi montai sulla macchina di Lorenzo e partimmo. Proposi al ragazzo di venire in America, lui rise e disse:
-Magari...ma non posso proprio lasciare il lavoro adesso!-
-Capisco... comunque questo è il mio numero e la mia mail: vedi di farti sentire spesso!- dissi appoggiando un biglietto sul cruscotto.
-Contaci!- rispose lui.
Arrivai all'aeroporto, lo abbracciai e mi diressi verso il check-in. Non capivo perché in cuor mio speravo ancora che lei spuntasse da un momento all'altro. Avevo vissuto troppo dentro i film per capire che nella vita vera di solito queste cose non succedono. Nella vita vera non è mai tutto chiaro come il sole, le cose sono confuse, le persone non sono chiare, il lieto fine non esiste e se c'è lascia sempre qualche vittima lungo il percorso.
Mi sedetti sul mio sedile e ripresi i disegni di Martina, erano belli, il suo tocco era profondo, calcato, quasi come se volesse far capire che ci credeva davvero in quello che disegnava. Quella ragazza mi sarebbe mancata.
Un pensiero mi balenò nella testa: facendomi cadere nello sconforto: “Non avevo nemmeno il suo numero!”.

Fede's corner:

Ho aggiornato prestissimo perchè ieri mi è scattata l'ispiration!! =) 
GRAZIE a tutte le lettrici silenziose, spero che la mia storia vi piaccia...
GRAZIE  a barbydowney! spero che il capitolo sia di suo gradimento visto che c'è un piccolo colpo di scena... =)
GRAZIE a Pepesale!  molto carina l'immagine dello spupazzamento di James... ahahahhaah!! anche a me piacerebbe molto! *_*

Vi lascio il link della pubblicità di Gucci, penso l'abbiate vista tutte, ma rifarsi gli occhi fa sempre bene: http://www.youtube.com/watch?v=7WTFO7trdLw&translated=1

BACI PULZELLE!

  
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