7. Break

“Ma sei impazzita!? Ti ho detto che non vado dalla mummia!!” mi gridava dietro mentre lo spingevo giù, grazie a Dio si era vestito, non volevo altre vittime sulla coscienza.

E tu ti aspetti davvero che abbia una coscienza? In lui non c’è nemmeno un briciolo di cervello, figurati qualcosa come la “coscienza”.
“È colpa tua! Alza il sederino e vai ad aiutarla!”
Insomma, la bava che le usciva dalla bocca e gli occhi roteati all’indietro facevano paura anche a me, ma non si può lasciare lì una povera vecchina.
“Uh…guarda è tardi, dobbiamo andare a scuola” mi disse, fingendo di guardare l’orologio.

Ma fatti un po’ gli affari tuoi!!
“Non cambiare discorso! Avanti, mani dietro la schiena e niente mosse azzardate” gli ordinai indisponente.
“Guarda che non stupro mica un’ottantenne…”
In definitiva la scuola saltò, infatti passammo tutta la giornata in ospedale.
Quando il dottore ci chiese come mai era svenuta andai seriamente nel panico, alla fine me la cavai con un “Niente, si sarà sentita male, sa, l’età…” mentre cercavo di non uccidere le infermiere che facevano gl’occhi dolci al mio Shade.
L’unica cosa positiva e che non le degnava di uno sguardo, anzi, guardava perso fuori dalla finestra.
Noooo! Quello lo facciamo dopo al massimo.
Lo sentii sussurrare flebilmente “Oggi è il primo plenilunio…” per poi sospirare profondamente e bere il suo ristretto.
Iniziavo a volerci capire sempre meno, insomma, gli indizi sono chiari, quale babbeo non capirebbe che Shade è un qualcosa di non umano!? Ma non mi aspetto certo di vedermelo trasformato in un lupacchiotto spelacchiato, che ulula alla luna e mangia tacos.

Giààà, mi sembrava strano…
Torniamo a fare i seri, Shade è un licantropo, questo è chiaro, ma che cappero vuole da me?
Questo è quello che non capisco…
Ti ho già detto di farti gli affari tuoi, mi sembra!

Un cervello che funziona male, direi.
“Ci sei? È ora di pranzo, sarebbe meglio tornare a casa”
Ma perché quando parlo con il mio cervello devono sempre interrompermi tutti!?
È un’ingiustizia bella e buona questa!!
Nessuno disse una parola, calammo nel silenzio più imbarazzante di tutta la mia breve, ma apprezzabile fino ad ora, vita.
Quando arrivammo a casa, scesi dalla moto dirigendomi verso l’entrata, ma vedendo che Shade non mi seguiva chiesi spiegazioni.
“Oggi dovrai arrangiarti, non ci sarò fino a stasera, una riunione con “banchetto” alla sede del branco. L’avrai capito, no, cosa intendo, cosa s-” tagliai corto senza nemmeno farlo finire.
“Si, lo so, anche uno stupido se ne sarebbe accorto. Se ora devi andare non ti trattengo” gli risposi, girando la chiave per aprire la porta.
“Ok, ciao”
“Ciao”

Che avrei dovuto fare? Gridargli “Ti amo! Non andare, resta come me per sempre!”
Deve andare a un banchetto, mica in Vietnam.

Entrai in casa, e non feci in tempo nemmeno a chiudere la porta che il telefono iniziò a squillare.
Dopo varie capriole e salti mortali a mezz’aria, senza trampolino o rete, degni del circo di Monte Carlo, riuscii a raggiungere la cornetta e aprire.
“Ciao Rein, io e Mary oggi non torneremo per la sera, preparati qualcosa da sola. Immagino Shade non ci sia, oggi aveva una riunione importante, si deciderà la sorte di uno del branco, mi pare. Ma se torna, e vi troviamo nella stessa situazione di ieri o peggio…TUTUU.”
Tutto era arrivato e andato via come un tornado.
In senso figurato…
Della serie, se vi trovo di nuovo a pomiciare vi spezzo le gambe, confortante…ma se al posto di Shade, ci fosse qualcun altro…?