Disclaimer: questa storia è frutto della mia
fantasia. Io non conosco Orlando Bloom e la storia è stata scritta con l’unico
scopo di divertire. Non vuole assolutamente mancare di rispetto ad Orlando
Bloom, attore che stimo e ammiro.
Dedicata: a chi ha letto e commentato le mie storie
e a chi lo farà! ^_^
Ciak, si gira!
Capitolo 1
Da un’ora tagliavo a
grandi passi il corridoio di quel dannato studio cinematografico. Ci voleva
tanto a dirmi se avevo ottenuto la parte? C’è da dire che c’erano in lizza attrici
molto più in gamba e famose di me, io ero alle prime armi. In Italia avevo
avuto qualche parte di scarsa importanza in sceneggiati e telefilm ma niente di
importante.
Questa era la mia grande
occasione: il mio agente mi aveva parlato di questo progetto a Los Angeles.
Dovevano girare il rifacimento della favola di Cenerentola e io avevo fatto il
provino per la parte della protagonista.
Non era andato poi tanto
bene. Il mio inglese, per fortuna, era perfetto grazie a mia madre che è
inglese. Ero nervosa, balbettavo e a malapena ricordavo il mio nome.
L’attesa era snervante,
rischiavo una crisi isterica. Mi tormentavo le dita con la bocca e ogni tanto
una ciocca di capelli.
Finalmente mi chiamarono
“Signorina Noemi Milano, entri prego” il produttore, Tom McFly, mi avrebbe dato
da lì a poco il responso. Con un piccolo sorriso mi fece cenno di entrare nel
suo ufficio.
Ero nervosa e avevo una
gran paura. Forse l’uomo si era accorto e mi fece un gran sorriso “Non si
preoccupi! Si sieda, prego” mi disse indicandomi la sedia davanti alla sua
scrivania.
Invece si sedermi rimasi
sospesa di pochi centimetri dal tessuto di pelle. Volevo sapere se ero stata
presa e filare via.
McFly prese in mano la
mia scheda e la esaminò attentamente “Ho osservato più volte il video del suo
provino, signorina. Non è molto esperta e si vede, ma il suo stile è molto
personale. Lei recita come se fosse una passeggiata tra amici, ho reso l’idea?”
mi chiese togliendosi gli occhiali.
Io feci cenno di no con
la testa.
“Mi spiego meglio. Intendo
dire che è molto naturale, sembra quasi che non veda le telecamere. So cosa sta
pensando, ci sono molte attrici come lei e forse più brave. Il suo stile è
fresco, giovanile, mi piace. In poche parole, questo è il copione, inizi a
studiarlo e si presenti tra un mese agli studi di Los Angeles dove ha fatto il
provino. Congratulazioni!” mi disse porgendomi un quaderno alto e facendomi un
gran sorriso.
Rimasi stupita, quasi non
ci credevo. Osservavo con aria assente il copione con il cuore che mi
martellava nel petto.
“Signorina, ha capito? Mi
sembra poco contenta” mi disse McFly alzandosi.
Io mi lasciai sfuggire un
gridolino di gioia e scattai in piedi saltellando.
McFly si spaventò ma
subito dopo scoppiò a ridere “Ritiro quello che ho detto. Stasera allo Hotel
Palace c’è la festa per la presentazione del film e dei suoi attori. Alle 20 la
farò venire a prendere dove alloggia. Ok?” mi chiese portandomi alla porta.
Io feci cenno di si con
la testa e strinsi la mano all’uomo “Grazie di cuore!” e uscii di corsa saltellando
per il corridoio.
Tornai in albergo in taxi
e mi precipitai in camera mia per telefonare ai miei genitori.
“Pronto? Ma chi è?” la voce di mio padre era impastata dal sonno.
Capii ora che in Italia era notte.
“Papi, sono Noemi! Ho
ottenuto la parte!” gli dissi felice.
“Tesoro mio, ma sai
che ore sono? Comunque sono orgoglioso di te, ti avevo detto che ce l’avresti
fatta, no?” mi disse
sbadigliando.
“Perdonami! Mamma dorme?”
gli chiesi.
“Si, domani mattina le
dico tutto. Perdonami ma ti lascio, domani mi attende una giornata faticosa.
Ancora congratulazioni, piccola mia!” mi disse mandandomi una bacio.
“Grazie. Buona notte. Dai
un bacio a mamma da parte mia!” e riattaccai la cornetta.
Ero al settimo cielo
dalla felicità, ma ancora non sapevo una cosa: con chi avrei lavorato?
Mi ero completamente
dimenticata di chiederlo a McFly. Mi ricordai che alla sera avrei partecipato
alla presentazione e lì avrei conosciuto i miei colleghi.
Dovevo essere
presentabile così aprii l’armadio e tirai fuori il vestito di Armani che mamma
e papà mi avevano regalato. Era lungo, nero con qualche stras qua e là. Le
spalline erano sottili e la scollatura lasciava intravedere qualcosa, ma non
troppo. Era più sul vedo non vedo.
Feci una rapidissima
doccia, mi sistemai i capelli in un morbido chignon, lasciando che due lunghi
boccoli mi incorniciassero il viso.
Il telefono della mia
camera squillò “Pronto?” chiesi sedendomi sul letto.
“Signorina Milano,
un auto la sta aspettando qui fuori” Robert il portiere mi aveva avvisato che erano arrivati a prendere.
“Scendo subito, grazie!”
riattaccai, mi guardai un attimo alla specchio e uscii di corsa. Non volevo far
tardi. Strinsi forte la borsa che tenevo nella mano, era nervosa.
Salutai con un sorriso
Robert e uscii dall’albergo.
Non pensavo che venissero
a prendermi in Limousine e la cosa mi imbarazzò. Un autista in divisa blu e il
capello in mano, si inchinò leggermente aprendomi la portiera. Salii stando
attenta al vestito e attesi di arrivare allo Hotel Palace.