Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: bibabirba    25/10/2010    3 recensioni
Lei Giulia, 30 anni, toscana che è uscita da una storia durata 8 anni. Lui Robert, 24 anni, londinese attore e suo attuale fidanzato. Come si potrebbero rapportare tra di se considerando tutte le divergenze che incontrerebbero con l'andare avanti della loro storia? Spero di avervi incuriosito. Siate clementi però è la prima storia in assoluto che pubblico.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ragazze mie non è un miraggio, sono veramente io! Non posso credere di avervi fatto aspettare dieci giorni interi prima di aggiornare questa storia. Non ci sono scusanti valide, quindi chiedo umilmente scusa. Spero di farmi perdonare con questo capitolo. Io, stranamente, ne sono abbastanza soddisfatta. Vedremo la reazione del nostro bell'attore che, spero, di aver reso al meglio.
Devo ancora decidere se fare un solo capitolo o due per concludere questa storia, voi che ne pensate?
Mi fa piacere che questa mia prima piccola creazione continui a piacervi, tanto che siamo arrivati a quasi 1200 visualizzazioni. Grazie di cuore, non so cos'altro dire. Spero di non deludere mai nessuno.

Voglio ringraziare di cuore che l'ha inserita tra le ricordate, le seguite o le preferita ma anche voi che leggete solamente e che siete sempre più di 100! Per me è davvero tanto, più di quanto mai avessi anche solo lontanamente immaginato, quindi grazie mille.

Un grazie particolare continua ad andare ad Epril68 che mi ha inserita tra gli autori preferiti e a quelle splendide fanciulle che commentano. Per me è importante sapere cosa pensate, in male ed in bene, mi serve per migliorarmi, anche se non so quanto sia possibile, comunque, veniamo alle mie splendite recensitrici (si dice??? Bah, io lo dico!):

Thedreamer: Per scoprire cosa ne sarà stato di Tom ed Emilie, dovrai solo attendere il prossimo capitolo....vedrai! Per quanto riguarda il fatto che in quasi tutte le ff che ci sono qui, Rob ne esce con uno o due figli al seguito, credo sia normale. E' una probabile conseguenza dell'amore e comunque, non credo che gli mancherebbero affatto i soldi per mantenerli tutti se fossero figli veri, no? A parte questo, spero che la reazione che gli ho fatto avere sia di tuo gradimento e che, comunque, mi faccia sapere cosa ne pensi. Grazie mille ancora, sei davvero dolcissima. Alla prossima, un bacione.

AnnaDaiCapelliNeri: Tesorino mio bello, spero davvero che questo capitolo ti piaccia. Grazie per avermi sostenuta fino a qui, spero davvero di non deluderti in qualche modo. A presto, un bacione grande grande.

Miss Bass: Prima di tutto grazie mille per aver trovato il tempo di leggere anche tutta questa storia. Sono felice che ti piaccia e spero vivamente che mi farai sapere anche cosa ne pensi di questo capitolo e della reazione del nostro Robert! Sei davvero carinissima, un bacione grande grande e a presto.

Bene bene, vi ricordo anche l'altra mia storia Sette Giorni
 ringraziandovi per la pazienza che avete avuto nell'attendermi.

Un bacio grande a tutte e buona lettura!




Capitolo 26. Dolce attesa



Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic


La cosa in assoluto più difficile che abbia mai affrontato in vita mia, era stata senza ombra di dubbio, riuscire a far finta di niente con Rob durante quei maledetti giorni che ancora ci vedevano distanti. Non so quante volte avevo programmato nella mia testa, l'idea di mollare tutto e raggiungerlo così da svelargli finalmente che sarebbe diventato padre.
Il mio chiodo fisso in quei giorni, era stato quello di sembrare il più naturale possibile con lui, come se tutto andasse bene come sempre e come se quella piccola creaturina che stava crescendo dentro di me, non ci fosse. Avevo rischiato veramente la pazzia trascinando sull'orlo della disperazione anche Noemi. Da brava amica, quale l'avevo sempre considerata e che effettivamente tale si era rivelata, mi aveva aiutato a trascorrere quei giorni assurdi, cercando di distrarmi con ogni mezzo ricordandomi per altro, che lo facevo per un buon motivo.
Allo scoccare dell'ultimo giorno però, avevo i nervi talmente tesi che sembravo veramente isterica. Anche se, a dire la verità, quel punto l'avevo raggiunto anche quando ero andata, accompagnata proprio da Noemi, a fare la prima visita dalla ginecologa.
Quando avevo sentito battere il cuoricino dell'esserino microscopico che si stava sviluppando dentro di me, ero stata sul punto di telefonare a Rob e fargli sentire in diretta quel battito che irrimediabilmente ormai, si era instaurato dentro il mio cervello facendomi sentire quel suono melodioso, ogni volta che i miei pensieri volavano al bambino. Noemi aveva faticato non poco a togliermi il telefono di mano, convincendomi che gli avrei solo fatto venire un infarto e che, una notizia come quella, non poteva essere data solo facendogli sentire un Tum Tum Tum velocissimo all'orecchio, benchè fosse un suono assolutamente meraviglioso. Mi aveva convinta come sempre, anche perchè ormai, le bastava pronunciare quella frase che aveva capito mi faceva ragionare, che io cedevo su tutta la linea. Giocava sporco, perchè dicendomi - Devi dirglielo guardandolo negli occhi per vedere dal vivo la sua espressione - , capitolavo senza riserve immaginandomi ogni volta una reazione che mi faceva commuovere.
Dopo la paura iniziale nel rivelare l'accaduto a Rob infatti, mi ero convinta che l'avrebbe presa bene perchè se, effettivamente mi amava quanto diceva, sarebbe potuto soltanto essere esploso dalla felicità. Forse esageravo nell'ottimismo ma, o Noemi mi aveva talmente addomesticata che ormai la pensavo sempre come lei, o i miei ormoni erano già impazziti e vedevo il mondo sempre rosa e fiori.
- Tanto ormai che differenza vuoi che faccia se glielo dico adesso o domani mattina quando arriva? - Ripetevo come una litanìa da quella mattina a Noemi.
- Fa la differenza che lui ci rimuginerà tutto il viaggio da solo e che tu, in quelle ore di attesa, impazzirai perchè non potrai vedere con i tuoi occhi la sua espressione farsi da impaurita e terrorizzata, a felice e emozionata! - Tentava di convincermi ancora lei.
- Non vale però così, ormai hai capito il trucco e tutte le volte la vinci tu! - Esasperata dall'ennesia discussione persa, mi accasciai sul divano sbuffando e incrociando le braccia al petto.
- Avanti non fare la bambina, ormai mancano meno di ventiquattro ore e poi ti potrai liberare di questo fardello! - Esclamò - Ed io potrò tornare a vivere! -
- Scusa. - Dissi mentre si sedeva vicino a me e, per la prima volta, mi resi conto che l'avevo costretta ad uno stress emotivo non indifferente in quei giorni. - Scusa. - Ripetei accarezzandole la pancia e rivolgendomi al suo bambino.
- Tranquilla, troverò il modo di fartela pagare.... - Rispose lei ridendo.
- Hai sentito Tommy che intenzioni ha la tua mamma? Vorrebbe farmi scontare la pena che gli ho inflitto a mia volta, ma tu invece non vuoi vero? Difenderai la tua zietta con ogni mezzo, vero piccolino? - Avevamo saputo proprio in quei giorni che Noemi aspettava un maschietto. Insieme al marito avevano deciso di chiamarlo Thomas, ma io sin dal primo momento, non avevo potuto che chiamarlo Tommy. Era un vezzeggiativo per quel nome che mi era sempre piaciuto e poi, dato che sapevo che anche a Noemi piaceva molto, non riuscivo a smettere di rivolgermi alla sua pancia in quel modo.
- Adesso devo andare, posso lasciarti sola per stasera oppure devo rimanere qui a fare il cane da guardia? -
- No tranquilla. Vai pure, tra un pò mi preparo la cena e dopo sento Rob. Giuro che terrò la bocca chiusa! - Risposi incrociando le dita alla bocca e baciandole sovrapposte prima in un modo e poi nell'altro.
- Farò finta di crederti.... - Commentò Noemi alzandosi.
- Tesoro so di essere stata veramente isterica in questi giorni, e ti chiedo scusa. Non finirò mai di ringraziarti per avermi fatto restare con i piedi per terra, sei stata unica, davvero! - Mi alzai anch'io e l'abbracciai. Nonostante ci fosse in mezzo la sua pancia, quell'abbraccio riuscì a darmi il calore necessario per riuscire ad affrontare quell'ultima serata da sola.
- Dimmi che non riguarderai quel dvd anche stasera? - Mi pregò lei avviandosi verso la porta.
Io la guardai con aria colpevole e lei riuscì solo a sbattersi una mano sulla fronte e a salutarmi scuotendo la testa con un sorriso sulle labbra. Da quando avevamo realizzato il filmato della prima ecografia che avrei consegnato a Rob appena arrivato, non avevo fatto altro che guardarlo. Ogni volta l'emozione che provavo era sempre la stessa e ogni volta mi ritrovavo a
piangere come una fontana.

Addormentarsi quella sera, non fu affatto semplice. Ero emozionata all'idea di rivelare finalmente a Rob, quello che mi stava accadendo. Anzi, che CI stava accadendo. Quel bambino era di entrambi e il pensiero che avremo iniziato il nuovo anno con un esserino piccolo e indifeso da accudire e crescere, mi elettrizzava non poco. Il tempo sarebbe scaduto per la metà-fine di gennaio, proprio come me, tanto che fantasticai su un futuro nel quale festeggiavo il compleanno insieme al mio bambino.
Quando finalmente riuscii a prendere sonno, dopo aver liquidato Rob con poche parole poco prima di cena e prima che lui salisse sull'aereo che l'avrebbe portato finalmente da me, dicendogli proprio che ero stanca morta perchè avevo preparto le valigie, feci dei sogni stranissimi. Per lo più figure confuse, ma ciò che catturò maggiormente la mia attenzione, furono quattro occhi azzurri che mi guardavano. Non riuscivo a scorgere altro oltre a quelle piccole quattro fessure che sembravano raccogliere un pezzo d'oceano. Non mi mettevano in soggezione però, mi sentivo solo invadere da un grande senso di dolcezza.
Noemi mi aveva avvisata della possibilità di fare dei sogni strani specialmente durante i primi periodi della gravidanza, ma non credevo che i sintomi si sarebbero verificati così presto. Avevo una paura terribile delle nausee, avevo sempre cercato di fare di tutto pur di non vomitare, era una di quelle cose che proprio odiavo con tutta me stessa. Quando mi ammalavo e mi capitava, mi riempivo di tutto ciò che c'era in commercio pur di smettere di vomitare il prima possibile. Ero quindi leggermente agitata all'idea che anche quel fastidioso sintomo avrebbe potuto presto fare la sua comparsa.
Aprii gli occhi quella mattina, svegliata da delle carezze sul viso. Vidi Rob a pochi centimetri da me ma, inizialmente, mi convinsi che stavo sognando e quindi mi accomodai meglio nel letto richiudendoli. Poi qualcosa di leggermente umido mi sfiorò una tempia e istintivamente li riaprii.
Rob era seduto sul letto e mi accarezzava la testa guardandomi teneramente e con un sorriso che avrebbe fatto venire un infarto a qualunque esponente del genere femminile. Mi aveva appena baciata e subito mi incantai su quelle labbra che mi erano mancate terribilmente. Cercai di mettere bene a fuoco l'immagine che avevo davanti, ancora non del tutto convinta di essere sveglia e di non stare sognando.
- Buongiorno mia bella addormentata! - La sua voce così dolce e roca, mi fece finalmente rendere conto che ero completamente sveglia e non stavo sognando. Rob era davvero seduto sul mio letto che mi stava accarezzando. Mi drizzai immediatamente e l'abbracciai. Avevo bisogno di sentirlo di nuovo vicino a me. Dovevo inebriarmi del suo odore e del suo contatto. Specialmente adesso che ero consapevole che gli stavo regalando un figlio.
- Mi sei mancato tanto. - Riuscii a dire prima che un forte capogiro e un pressante conato di vomito dovuto molto probabilmente a quel profumo che aveva lui, mi investisse. Cavolo! Fu il mio primo pensiero. Si cominciava già con le nausee mattutine....
Mi irrigidii e cercai, anche se di malavoglia, di divincolarmi dal suo abbraccio prima ancora di sentire la sua risposta. Come una matta corsi in bagno e feci appena in tempo ad affacciarmi sul water che rimisi tutto quello che avevo mangiato la sera precedente.
- Ti senti male? - Mi chiese lui impaurito mentre mi sorreggeva la fronte.
- No. - Risposi tra un conato di vomito e l'altro. Che situazione del cavolo stavo vivendo. Non ero neanche riuscita a baciarlo o a farmi abbracciare come si deve, che gli presentavo subito il problema sotto agli occhi, anche se probabilmente lui, non avrebbe senz'altro colto il segnale che gli stavo involontariamente inviando.
- Hai mangiato qualcosa di strano ieri sera? - Domandò ancora. Come avevo infatti previsto, lui imputava questo mio malessere mattutino solo o ad un indigestione o ad una influenza. Mi complimentai con me stessa allora, perchè comunque lui veramente non si immaginava niente. Ero stata brava a nascondergli quella notizia che più di tutte le altre lo avrebbe sconvolto.
- No. - Risposi mentre mi sciacquavo il viso. Lo osservai dallo specchio mentre mi asciugavo e aveva un'espressione indecifrabile. Era preoccupato, lo notavo da come teneva aggrottate le sopracciglia. - Mi ha dato fastidio il tuo profumo. - Confessai mentre mettevo a posto l'asciugamano e mi voltavo per guardarlo negli occhi.
- Ma non l'ho cambiato, è sempre il solito. - Affermò lui convinto.
- Già. - Risposi io sorridendo e precedendolo in soggiorno. Il mio bagno non era certo il luogo ideale per fare una rivelazione della portata della mia. Oltretutto avevo indosso ancora il pigiama e sicuramente i miei capelli non se la passavano meglio del mio stomaco scombussolato in quel momento. Volevo liberarmi subito di quel peso però, non avrei resistito un attimo di più. Avevo davvero bisogno di aprirmi con lui ed essere finalmente completamente sincera dopo troppo tempo.
- E allora? - Chiese ancora non capendo.
- Devo mostrarti una cosa. - Dissi andando ad accendere il televisore e cercando il telecomando per far partire il dvd.
- Non vedo come c'entri con il fatto che ti senti male. - Si agitò lui.
- C'entra, c'entra. - Dissi sedendomi e facendogli cenno di venire a sedersi vicino a me.
Mi guardò sempre più spaesato e sbuffando si mise seduto. Ormai aveva imparato che con me doveva assolutamente portare pazienza: se mi ero messa in testa una cosa nessuno riusciva a farmi smuovere dalla mia convinzione.
Riuscii a far partire il dvd dopo aver recuperato il telecomando che giaceva inerme sul divano molto probabilmente dimenticato lì la sera precedente. Mi abbandonai sullo schienale del divano e poi raccolsi tutta la forza che avevo per riuscire a dirgli solo un semplice - Guarda. - Lui mi osservò un secondo e poi si concentrò sul video. Io invece mi concentrai su di lui. Non volevo perdere neanche un secondo della sua espressione. Volevo veramente scorgere dal suo viso le sue emozioni.
In un primo momento lo vedevo spaesato, non capiva perchè qualcuno mi stesse riprendendo in uno studio medico. Fece anche per chiedermi qualcosa ma da me ottenne solo un - Aspetta. - . Forse non era sicuramente il modo più consono per farglielo sapere, ma volevo godermi appieno la sua sorpresa.
La sua espressione cambiò notevolmente quando la telecamera invece di continuare ad inquadrare me, si spostò sul piccolo schermo che c'era nella stanza della dottoressa. In un enorme schermata nera, si notava un piccolo puntino al centro. I suoi occhi iniziarono a muoversi velocemente da me alla tv e quando si sentì riecheggiare nella stanza un battito cardiaco velocissimo, si bloccò a bocca aperta.
Poi la mia voce, resa leggermente diversa da come la percepivo io dalla ripresa video, riecheggiò nella stanza mentre ero ancora distesa sul lettino ginecologico.
- Tesoro mio, so che in questo momento sarai scioccato o non capirai niente di quello che ti voglio dire con questo video, ma credimi sono la donna più felice del mondo. Anche se non lo avevamo programmato, qualcuno ha deciso di voler entrare a far parte nelle nostre vite e quel qualcuno è nostro figlio Rob. Sono incinta e quello che hai appena visto e sentito è il battito cardiaco del nostro bambino. Ti amo Rob, tanto. - 
Il video si interruppe dopo che io gli mandavo un bacio. Il silenzio regnava incontrastato in quel salotto. Gli unici rumori udibili, erano quelli delle macchine che passavano in lontananza. Lui era ancora con lo sguardo fisso verso lo schermo della televisione ormai spenta. Impalato, rigido e con il respiro leggermente accelerato. Mi alzai e mi inginocchiai sotto di lui in modo che i nostri occhi tornassero ad osservarsi. Piegò leggermente la testa e mi guardò quando poggiai entrambe le mani e palmi aperti sui suoi ginocchi.
Ero emozionata e anche leggermente impaurita. Dopo il panico iniziale, non avevo più preso in considerazione l'idea che lui potesse impaurirsi seriamente. O comunque la scacciavo immediatamente dalla mia testa come possibilità. Volevo essere positiva e mi rifiutavo categoricamente di pensare al peggio.
Quando incontrai i suoi occhi però, ciò che vidi mi paralizzò del tutto: lacrime grandi quanto un chicco di sale grosso, cadevano dai suoi occhi. Il mio cuore prese a battere più velocemente e io non riuscii a trattenere un piccolo sorriso che, incontrastato, s'andò a disegnare sulle mie labbra. Una mia mano raggiunse la sua guancia e subito iniziò a raccogliere quelle gocce salate.
Lui portò una sua mano sulla mia e singhiozzando emise dei suoni per me incomprensibili.
- Come? - Gli domandai per fargli capire che non avevo capito niente.
In un unico movimento mi tracinò a se e mi ritrovai seduta tra le sua gambe e abbracciata al suo torace. Il mio viso era poggiato alla sua spalla e riuscivo a sentire il suo cuore pulsare velocemente.
- Quando? Come? - Chiese mentre mi stringeva sempre più forte a se.
Il suo profumo continuava a darmi fastido, ma non volevo in alcun modo interrompere quel momento.
Cercai di ricacciare indietro quel conato che si faceva sempre più pressante e poi parlai.
- Ricordi che quando sono venuta alla Premiere mi sono ammalata e una volta tornata a casa ho dovuto prendere gli antibiotici? - Chiesi giusto per rammentargli la cosa. Lui annuì ed io proseguì nel mio discorso. - Alcuni antibiotici riducono l'efficacia della pillola e così, quando sono venuta da te... -
- Budapest. - Mi interruppe.
- Già. - Prese ad accarezzarmi i capelli e a stringermi sempre di più a se.
- Ti amo lo sai? - Disse dopo un attimo di silenzio.
- O Rob, anch'io e non sai quanto! - Esclamai contenta. La stava prendendo meglio di quanto avessi mai immaginato anche nelle mie più rosee aspettative.
- Ed io che volevo farti una sorpresa.... - Aggiunse poi. Mi staccai immediatamente da lui per fissarlo negli occhi, ancora leggermente umidi. Erano di un colore ancora più indecifrato in quel momento e mi vennero in mente quei quattro occhi blu che avevo sognato proprio quella notte.
- Che sorpresa? - Chiesi ridestandomi presa dalla curiosità.
Mi scostò da se mettendomi seduta sul divano e si diresse verso la sua valigia. Lo vidi trafficare ed estrarre qualcosa e poi, dopo essersi passato circa quattro volte in due secondi la mano tra i capelli, avvicinarsi a me. Tornò a fissarmi ed io riuscii a leggere nel suo sguardo una dolcezza disarmante.
- Non doveva essere proprio così......l'avevo programmato in un altro modo....ma va bene lo stesso a questo punto. -
- Cosa? - Domandai non capendo cosa volesse dirmi.
Si inginocchiò davanti a me prendendomi una mano. Il mio cuore si fermò e trattenni il fiato in attesa, poi con voce leggermente tremante e roca iniziò a parlare:
- Sei arrivata nella mia vita all'improvviso. Come un fulmine, come una folata di vento. Ti sei impadronita del mio cuore senza neanche rendertene conto. Ogni volta che sono costretto a starti lontano per me è un dolore lancinante che, via via, con il passare del tempo, invece che affievolirsi, si fa sempre più forte. Credevo che, prima o poi, c'avrei fatto l'abitudine ma così non è stato e a questo punto credo non sarà mai. Non riesco ad immaginare la mia vita senza di te, so che è presto e che non ne abbiamo mai effettivamente parlato, ma, specialmente adesso, dopo la rivelazione che mi hai fatto, sono ancora più convinto che sia giusto . - Abbassò lo sguardo per un attimo, facendomi seguire con gli occhi la sua direzione e mi ritrovai davanti una scatolina di velluto blu ancora chiusa. Iniziai a sentire gli occhi pizzicarmi, molto probabilmente ancora molto provata dalle parole che aveva appena usato. Poi con l'altra mano aprì il piccolo cofanetto e mi si parò davanti un solitario d'oro bianco con al centro un diamante ne troppo grande ne troppo piccolo. Era l'anello. Per eccellenza. Assolutamente magico e unico nella sua semplicità.
- Ti prego, vuoi farmi l'onore di diventare mia moglie? - Proseguì lui.
Ormai incapace di trattenere le lacrime, con i capelli arruffati, il pigiama, dopo aver rimesso anche l'anima davanti a lui, dovevo sembrare un mostro. Ma l'unica cosa che mi rimbombava nelle mie orecchie in quel momento, era la sua domanda. Voleva sposarmi. L'aveva deciso prima di sapere che ero incinta. Mi amava e voleva passare la sua vita con me. Per poco il cuore non mi uscì dal petto per le emozioni incredibili che stavo provando in quel momento.
Vedevo tutto appannato per colpa delle lacrime che, inesorabili, solcavano il mio volto. Tanto che i suoi occhi sembrarono raddoppiarsi dandomi l'impressione di sentirmi osservata da quattro occhi invece che da due; proprio come nel mio sogno.
Schizzai come una molla andando a circondargli il collo con le braccia e urlando  - Si - come una matta. Ci ritrovammo entrambi seduti a terra perchè Rob aveva perso l'equilibrio a causa del mio slancio.
Scoppiammo a ridere l'uno nelle braccia dell'altro ed io non riuscivo a smettere di ripetere si.
- Ti amo. - Mi sussurrò al'orecchio. - Futura signora Pattinson. - A quelle parole scoppiai in un pianto dirotto, non riuscendo più a controllarmi. Maledetti ormoni!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: bibabirba